Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, Fantascienza, Thriller |
Produzione | USA, Francia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Alexandre Aja |
Attori | Mélanie Laurent, Mathieu Amalric, Malik Zidi, Marc Saez, Laura Boujenah Cathy Cerda, Marie Lemiale, Lyah Valade, Pascal Germain. |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,05 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 12 maggio 2021
Una donna si risveglia senza memoria in un'unità criogenica. L'ossigeno sta per finire e se vuole sperare di sopravvivere, dovrà ricordare chi è.
CONSIGLIATO SÌ
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Una donna si risveglia in preda al panico all'interno di una capsula, intrappolata in una rete, collegata a degli elettrodi, con aghi e sonde che la alimentano artificialmente. Dove si trova? E chi è, dal momento che non ricorda nulla? Dialogando con il computer di bordo, la donna scopre di chiamarsi Elizabeth Hansen, di essere una scienziata e di trovarsi in una camera criogenica. Il solo modo per capire cosa le è successo è risalire alla sua storia, ma il danno subìto dalla camera, responsabile del suo risveglio, ha ridotto drasticamente le riserve di ossigeno. Elizabeth è così costretta a correre contro il tempo per non morire soffocata.
Il francese Alexandre Aja riprende il modello del thriller ambientato in un luogo chiuso e lo contamina con la fantascienza, tra echi, citazioni e rimandi che vanno da 2001: odissea nello spazio ad Arrival.
La scelta estrema di girare un film in un unico ambiente, con un solo personaggio, un mondo ridotto a pochi elementi e l'espediente narrativo del countdown che avvicina alla morte, dovrebbe comportare una analoga economia di messinscena. Basterebbe pensare alla sequenza di Kill Bill 2 (2004) in cui la Sposa sepolta viva si risveglia in una barra sotto terra e al modo in cui Tarantino la risolve: con l'oscurità tagliata dalla luce fioca di un accendino gira in pochi minuti un momento di grande cinema.
Certo, scrivere e girare un film intero con le medesime caratteristiche non è facile, soprattutto se l'intenzione è quella di confezionare un thriller-fantasy con premesse spettacolari, ma non per questo si può evitare di dire che
Il regista Alexandre Aja, con in mente non solo Tarantino ma anche il più recente Buried - Sepolto (2010) di Rodrigo Cortés e magari anche il Corman di Sepolto vivo (1962), fa di tutto per movimentare la prigionia della protagonista (interpretata dalla brava Mélanie Laurent): cambia continuamente punto di vista, perlustra in ogni angolo la camera criogenica, ruota la macchina da presa, spazia nell'uso dei colori, gioca con i display del computer di bordo, crea schermi interattivi, sdoppia e specchia il corpo, crea anche una spettacolare sequenza in CGI... Di fronte all'opzione del buio e del soffocamento, dunque, opta per la soluzione opposta del film ampio e stratificato.
La stessa sceneggiatura di Christie LeBlanc apre ugualmente verso l'esterno il racconto, con i flashback che illuminano la memoria della protagonista (i cui ricordi in slow motion fanno pensare ad Arrival di Villeneuve, colpevole di aver traslato verso la fantascienza l'universo spirituale ed estetico di Malick) e i tentativi di comunicazione che avvicinano alla soluzione del giallo ma fanno perdere al film la sua ragione d'essere, che è da ricondurre unicamente alla sua estrema scelta estetica e narrativa.
Non è un caso che i momenti migliori Oxygen li riservi nei dialoghi fra la protagonista e il computer di bordo (Mathieu Amalric nella versione originale), in un gioco di ordini e disattese, obbedienza e freddezza scientifica che ricorda 2001: odissea nello spazio, restituendo l'asfissia e l'immobilità della situazione anche nella scelta di una soluzione finale che ripiega la vicenda su sé stessa.
Rivelare altri dettagli sarebbe fare un torto allo spettatore: eppure è proprio l'eccessiva materia narrativa di Oxygen a togliere tensione al racconto, con le tante domande degne di risposta della trama - chi è Elizabeth? Perché è lì? Perché qualcuno cerca di ingannarla? Perché dalla sua memoria emerge il ricordo di un uomo? - che riducono la scelta del luogo chiuso a un semplice, per quanto efficace, McGuffin.
Alexander Aja ritorna a far parlare di se, dopo la parentesi del dramma surreale "Le Nove Vite di Louis Drax" e dopo aver apparentemente abbandonato le tematiche splatter degli esordi di "Alta Tensione". Oxygen, è un thriller, un dramma umano viscerale, ma anche una parabola oscura sul futuro dell'umanità segnata da un'apocalisse pandemica che condivide alcuni [...] Vai alla recensione »
Oxygen raccoglie brillantemente la sfida dell’huis clos claustrofobico aggiungendo la dimensione della fantascienza: la sua protagonista si sveglia all’improvviso in una camera criogenica, ricoperta di elettrodi e avvolta in un bozzolo di tessuto che deve strappare con i mezzi a sua disposizione (una cintura le blocca la vita e i suoi piedi sono attaccati) per poter respirare correttamente. [...] Vai alla recensione »
Ottimo film. Non per tutti perché claustrofobico. Belle soluzioni. Intelligente dall'inizio alla fine.
Thiller introspettivo. Non puoi urlare nel profondo spazio. Pellicola originale,sono rimasta incollata allo shermo.
ATTENZIONE: SPOILER Ma si, finalmente un film carino e "in parte" originale. Dico in parte perchè, molto onestamente, alcune cose sono veramente, come si dice, "telefonate". La storia del clone è fin troppo ovvia: si capisce subito dalla "nomenclatura" della persona. Poi la storia del viaggio spaziale: con nessuno che vuol aprire questo guscio era ovvio [...] Vai alla recensione »
Un topo girovaga in un labirinto (entrambi bianchi). Buio. Come una larva - intrisa in una luce rosso sangue pulsante in un battito - una donna riemerge dal criosonno che l'avvolgeva da dodici anni. Elizabeth Hansen (Mélanie Laurent) non è che un topo e una larva: senza passato, poiché nulla ricorda, senza identità poiché le è affibbiato un numero com'è per le cavie animali.
Elizabeth Hansen (Mélanie Laurent) si risveglia nel suo incubo peggiore. Non sa chi è né dove si trovi, tutto ciò che scopre a pochi attimi dal suo risveglio è di essere rinchiusa in una capsula criogenica. La capsula, un'intelligenza artificiale altamente tecnologica, risponde al nome di M.I.L.O. (voce di Mathieu Amalric) ed è in grado di provvedere alle funzioni vitali della protagonista, ma non [...] Vai alla recensione »
Un donna si risveglia in una cella criogenica che la chiude in circolo. Ci sono cavi attaccati al corpo, sensori, schermi che proiettano ologrammi e ipertesti. E un computer senziente, M.I.L.O., in grado di rispondere alle domande che la sua logica artificiale accetta. La donna non ricorda più nulla di sé e ha M.I.L.O. come unico appiglio a un ipotetico "fuori".
L'effetto pandemia stimola un'immaginazione prevalentemente circoscritta negli spazi chiusi. Era un appartamento con vista sulle vite degli altri ne La donna alla finestra di Jon Wright, è una capsula criogenica con frammenti di memoria visiva in Oxygène di Alexandre Aja. In entrambi i film le protagoniste femminili si aggrappano alle immagini per ricostruire le proprie esistenze frammentate, provano [...] Vai alla recensione »
Decisamente più semplice ma ben più incisivo è «Oxygène», che vede Mélanie Laurent nei panni di una donna che si risveglia in una misteriosa capsula, senza ricordare come e perché ci sia finita. Film di fantascienza quasi tutto ambientato dentro la capsula, è un prodotto appassionante, non troppo originale e vittima di qualche forzatura nel copione, ma comunque capace di intrattenere nel modo giusto, [...] Vai alla recensione »
Una donna, Elizabeth Hansen, si sveglia in una capsula criogenica, senza memoria e con solo uno scarso 30% di ossigeno rimanente, poco meno di 90 minuti di aria respirabile per poter capire chi è, cosa ci fa lì, dove si trova e chi può concretamente aiutarla. A supporto di ciò qualche briciola di un passato confuso e M.I.L.O., un'intelligenza artificiale che cercherà come possibile di aiutarla in questa [...] Vai alla recensione »
Dopo l'esperimento più "ludico" e all'insegna del popcorn horror di Crawl - Intrappolati, divertissment estivo prodotto da Sam Raimi, Alexandre Aja torna con Oxygène a quello che fu il suo genere d'esordio, la fantascienza. Proprio con un film di science fiction il regista francese aveva infatti debuttato dietro la macchina da presa nel 1999, col dimenticato Furia; là c'era all'origine un romanzo di [...] Vai alla recensione »
Se soffrite di claustrofobia, non guardate questo film. Oxygène racconta la storia di Liz (brava Mélanie Laurent), una donna che si risveglia, all' improvviso, all' interno di una capsula criogenica. Il problema è che non sa come e perché sia lì. Come se non bastasse, l' ossigeno sta per finire e, in pochissimo tempo, dovrà trovare il modo di liberarsi, con l' aiuto di una specie di Siri.
Esce oggi Oxygene, nuovo film targato Netflix Original che è capace di avvincere lo spettatore in una morsa di tensione dall'inizio alla fine. Difficile raccontare qualcosa della trama senza incorrere in spoiler, quindi basti sapere che l'incipit vede una donna (Mélanie Laurent) svegliarsi in una camera criogenica futuristica senza avere idea di chi sia e del perché si trovi bloccata lì dentro.
Oxygene non è certo il film migliore possibile, anzi ha dei problemi verso il centro con tutti i suoi flashback, che si risolvono bene solo nel finale. Sicuramente però prende tutte le caratteristiche cruciali e le trasformazioni che la fantascienza ha attraversato negli ultimi 10 anni e li spoglia di ogni sovrastruttura per guardarli come sono, in purezza.