andrea
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giovedì 29 maggio 2008
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rocky 6? no, rocky balboa
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Siamo nell'epoca dei revival, dei sequel inutili o di quelli utili ma studiati troppo a tavolino (l'ultimo Indiana Jones). Qui invece si parla di Rocky, non un eroe, ma un uomo, un Personaggio, scritto e ideato dalla stessa persona che, trent'anni dopo la sua nascita, ce lo ripropone. Stallone scrive, dirige e interpreta. Ecco dove sta la differenza. Non si tratta di un sequel, non di "Rocky 6", ma di "Rocky Balboa". E possiamo anche levarle, quelle virgolette. In quest'ultimo capitolo della saga, Sly torna a vestire i panni del vero Rocky, quello che viene dalla strada. I veri episodi di Rocky sono, infatti, il primo, il secondo, il quinto ed ora questo, cioè quelli in cui lui è circondato dalla magica atmosfera dei quartieri bassi di Philadelphia.
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Siamo nell'epoca dei revival, dei sequel inutili o di quelli utili ma studiati troppo a tavolino (l'ultimo Indiana Jones). Qui invece si parla di Rocky, non un eroe, ma un uomo, un Personaggio, scritto e ideato dalla stessa persona che, trent'anni dopo la sua nascita, ce lo ripropone. Stallone scrive, dirige e interpreta. Ecco dove sta la differenza. Non si tratta di un sequel, non di "Rocky 6", ma di "Rocky Balboa". E possiamo anche levarle, quelle virgolette. In quest'ultimo capitolo della saga, Sly torna a vestire i panni del vero Rocky, quello che viene dalla strada. I veri episodi di Rocky sono, infatti, il primo, il secondo, il quinto ed ora questo, cioè quelli in cui lui è circondato dalla magica atmosfera dei quartieri bassi di Philadelphia. Il terzo e il quarto episodio, al contrario, non ritraggono il vero Rocky, ma un Rocky ricco, una specie di eroe, che ha perso la sua camminata da pugile, il suo modo di parlare semplice e innocente, e persino il mitico cappello e la giacca di pelle. In questo sesto episodio si ritorna, con toccante nostalgia, negli stessi luoghi nei quali trent'anni fa era nato un mito. Per apprezzare questo film bisogna finalmente capire qualcosa che spesso sfugge: Rocky non è, come ha detto lo stesso Stallone, soltanto un film sul pugilato, ma è innanzitutto la storia di un uomo che combatte sul ring della vita per realizzarsi. Nel quinto episodio, non a caso, viene recitata la battuta "Il mio ring è la strada", sintesi fondamentale del significato della saga. In quest'ultimo capitolo, viene approfondito il concetto secondo cui la lotta sul ring è metafora della continua lotta per affermarsi nella vita, e per "sapersi rialzare" quando si va al tappeto. La chiave della riuscita di questo film è la semplicità con cui è stato realizzato, senza troppe pretese e senza molti soldi (22 milioni di dollari di budget, considerate che tanti se ne prende solo Julia Roberts per recitare in un film). "Rocky Balboa" è girato in maniera assai poco hollywoodiana, con prevalente uso di camera a mano, per conferire realismo. E' un film che non punta sulla spettacolarizzazione ma sulle emozioni, sull'affetto del pubblico per quei luoghi e quei personaggi ormai entrati nel nostro cuore. "Se stai tanto tempo in un posto, diventi quel posto", dice Rocky in una battuta. E se ci si affeziona tanto ad un film, si potrebbe aggiungere, quel film diventa parte di noi. E' questo il vero cinema, fatto con la passione e non a tutti i costi con i soldi. Stallone ha scritto una storia verosimile, che non punta sull'allenamento e sul combattimento, ma sui sentimenti; inoltre, fa anche uso, giustamente, di molta autoironia, evitando di peccare di presunzione. Rocky è cosciente dei suoi limiti e ne ride. Il tutto si conclude con un incontro di pugilato non impossibile, la cui unica pecca è forse l'essere stato girato in digitale, in modo troppo "televisivo" e poco cinematografico. Ma glielo si perdona. Il finale può essere persino commovente, in quanto scritto e girato in modo perfetto. Questo film è stato criticato ancor prima di uscire, ma una volta arrivato nelle sale, ha messo KO (per rimanere in tema) non solo chi non ha creduto in lui, ma tutto quel cinema spazzatura che spesso ci circonda. Un successo meritato per Stallone, che dimostra come non bisogna arrendersi mai, neanche a sessant’anni, e soprattutto, come si possa, anche senza molti finanziamenti e molta pubblicità, fare del cinema capace di essere definito tale.
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flavio
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martedì 27 maggio 2008
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applausi!
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bel film da applaudire e festeggiare sopratutto quando si dimostra chi è il migliore (come ad es. il 2-1 della magica!)
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(di pep82)
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alessio
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lunedì 19 maggio 2008
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sly non potevi farci regalo piu' bello
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Dignitosa chiusura di una saga leggendaria, a noi non resta che ringraziare Stallone per quello che è stato in grado di regalarci con questi sei episodi!
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lilli
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mercoledì 14 maggio 2008
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la saga non poteva finire meglio
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ha ragione sal77, se ci fosse stata adriana sarebbe stato forse maglio, ma forse no... in questo film cmq adriana ha un ruolo importante, senza la morte di adriana rocky non avrebbe molto probabilmente avuto quella spinta, quell'aggressività nel fare un incontro con mason dixon, lui infatti vive l'incontro come un insieme di flshback e vecchi ricordi in cui adriana è sempre presente, il mio voto al film è 99,9%, OTTIMO FILM!!!:D
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granata81
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domenica 20 aprile 2008
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ottima chiusura di una serie ineccepibile.prudente
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Iniziamo col dire che questo film aveva una grossa responsabilità: chiudere in modo dignitoso una grande serie cinematografica, con tutti i fans (come me) e tutti i critici pronti a randellare alla prima scena poco credibile o troppo melodrammatica.
Da bambino sono cresciuto a pane e Rocky, avevo i suoi film, li ho vissuti guardandoli e li so anche a memoria. Mi ero avvicinato al film con la paura di rimanere deluso.
C'era da risollevare un personaggio suonato e caduto in rovina (V episodio), ma a quell'età e in un America post 11 Settembre, una star hollywoodiana della boxe che riprende dal chiodo i guantoni impolverati e sconfigge il pugile cattivo di turno sarebbe caduta nel ridicolo. Infatti il film è "prudente", e l'unico obiettivo è racchiudere i trent'anni della serie e, perché no, lanciare un messaggio ottimistico alla popolazione disillusa.
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Iniziamo col dire che questo film aveva una grossa responsabilità: chiudere in modo dignitoso una grande serie cinematografica, con tutti i fans (come me) e tutti i critici pronti a randellare alla prima scena poco credibile o troppo melodrammatica.
Da bambino sono cresciuto a pane e Rocky, avevo i suoi film, li ho vissuti guardandoli e li so anche a memoria. Mi ero avvicinato al film con la paura di rimanere deluso.
C'era da risollevare un personaggio suonato e caduto in rovina (V episodio), ma a quell'età e in un America post 11 Settembre, una star hollywoodiana della boxe che riprende dal chiodo i guantoni impolverati e sconfigge il pugile cattivo di turno sarebbe caduta nel ridicolo. Infatti il film è "prudente", e l'unico obiettivo è racchiudere i trent'anni della serie e, perché no, lanciare un messaggio ottimistico alla popolazione disillusa.
Un compito difficile, che sembra portato a termine quasi senza sforzo, con naturalezza, da Sly. Tutto è sistemato, con prudenza: Rocky riesce a farsi una ragione della morte di sua moglie, si ritrova un'amica sincera e non un'amante strafiga, sistema i rapporti con suo figlio senza abbracci e lacrime, campa discretamente grazie al suo ristorantino (da buon emigrato italiano...) e torna sul ring non per fare il match della vita, ma per sentirsi vivo ancora una volta. Il suo match della vita questa volta non è sul ring ma fuori, per superare il suo lutto e per riottenere il patentino da pugile.
Il messaggio ottimistico è un vero "Dai, che ce la fai!" ed oltreoceano dev'essere una novità visto che non hanno il nostro G. Morandi.
Il primo errore, per chi non ha visto la pellicola, sarebbe focalizzarsi solo sulla boxe: questo è un film che si ispira chiaramente agli episodi I, II e V della serie, meno improntati al ring ma più alla vita del personaggio e ai suoi valori.
I particolari richiamati, soprattutto dall'episodio I, sono davvero tanti e gustosi per i cultori della serie (il pugile Spider, la ragazza che l'aveva mandato a.., il beveraggio di uova, il pattinaggio ecc.). Peccato che non vengano accennati anche il petulante Micky, e il "Cassius" Apollo, mentre l'inossidabile e brontolubriacone Paulie c'è sempre con caparbietà.
E adesso affrontiamo l'incontro di boxe, anche questo votato alla "prudenza" di cui sopra: Rocky si allena tranquillo e sereno, senza nemici mortali, senza strafare e senza drammatici momenti di scazzo (tipo II e III); Tyson fa una comparsata, come Frazier nell'episodio I; gli scambi di pugni sul ring sono addirittura più veloci e meno plateali rispetto agli altri episodi (un piccolo miglioramento); il suo avversario non è un cattivone, ma un campione acerbo che pecca solo di sufficienza e alla fine ognuno dei due ha da ringraziare l'altro; Rocky si gode il suo incontro, e quand'è nei casini rimane pure serendo dicendo "ne ho viste di peggio" appunto senza voler strafare; guai a lui Balboasauro se vinceva, ma non volevamo neanche che finisse macellato come i suoi manzi: infatti, complice il l'allenamento e la sufficienza dell'altro, ottiene una dignitosa sconfitta rimanendo in piedi fino alla fine, e non gli interessa nemmeno il risultato dell'incontro
perché la vittoria personale su se' stesso l'ha ottenuta in pieno.
Per concludere sul messaggio: quando pensa che "nella vita non è importante quanti colpi dai ma quanti riesci a incassarne e rialzarti" e durante l'incontro si rialza, mi ha fatto lacrimare e singhiozzare.GRANDE.
PS:Rocky di sicuro tifa Toro!
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nic
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mercoledì 16 aprile 2008
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bellissimo
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davvero bello,e' la degna conclusione della saga di rocky,molto toccante ed emozionante,con uno stallone italiano non piu' nella sua forma ottimale ma che sa' sempre superare le crisi,davvero bello complimenti silvester!
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__giooo__
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mercoledì 26 marzo 2008
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ok ancora uno ma poi basta!
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il film, sesto della celebre saga, si sviluppa bene, con un inizio molto malinconico che poi diventerà sempre migliore.
rocky,ancora depresso per la morte di Adriana, cerca di rientrare nella federazione, ma ciò non gli viene concesso allora accetta uno scontro "amichevole" contro il campione dei pesi massimi....finale che nn ci si aspetta dopo aver visto gli altri rocky...cmq ancora una buona interpretazione di Stallone
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,.,.,.,.,
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sabato 22 marzo 2008
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bellissimo
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sal77
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venerdì 21 marzo 2008
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non perdonerò mai stallone..
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..non perdonerò mai Sylvester Stallone x aver fatto morire Adriana :( x me la saga di Rochy è finita a l numero 4..figuriamoci se ho apprezzato quest'ultimo...forse se c'era Talia Shire(Adriana) nel cast l'avrei pensata diversamente...
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(di gabbro85)
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cuca
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martedì 18 marzo 2008
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rochy 6 mitico
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e stupendo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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