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L'aveva già descritta Stanley Kubrick in Vietnam con "Full Metal Jacket" nel 1987 e poi Ridley Scott in Somalia con "Black Hawk Down" nel 2001 e ancora con la caccia a Bin Laden di Kathryn Bigelow in Afghanistan con "Zero Dark Thirty" nel 2012, per citare solo alcuni dei grandi registi, che hanno mostrato le crudeltà della guerra, e la ferocia intrinseca che essa emana. Ora ha voluto farlo anche Clint Eastwood con la sua maestria, proponendoci questa storia "American Sniper" che per l'ennesima volta, ci mostra la guerra in tutta la sua malevolenza. In fondo si tratta di una sfida tra cecchini che pone all'attenzione da una parte i notevoli mezzi degli Americani e dall'altra la volontà di abbattere non solo l'invasore ma il mondo a cui questo appartiene. Il film ben fatto, non può fare a meno di scene cruente e crude, e si pone all'attenzione non solo per gli attori e la loro bravura ma per tutta una serie di dettagli che fanno grande il cinema di Eastwood. La fotografia è all'altezza per non dire eccellente, e la storia ha un suo filo conduttore che coinvolge certamente lo spettatore. Il finale della storia non può essere altro che quello visto e cioè sciocco se vogliamo, ma che potrebbe sottilineare il messaggio, l'unico messaggio che la guerra può dare, e cioè che l'uomo è stupido.
E non ci si stupisca se le guerre continuano e continueranno, con cecchini "leggenda" oppure no, dato che da Adamo in poi gli stupidi sono sempre stati in maggioranza. Fossi stato io il regista nei titoli di coda avrei aggiunto quanto Aristotele diceva oltre duemila anni fa : " L'uomo fa la guerra per stare in pace ".
Evidentemente è dura da capire, speriamo che anche Clint Eastwood abbia voluto contribuire a fare capire ciò. Film da vedere al cinema, e come solo il grande schermo sa dare. Buona visione, Pisiran-Vr.
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