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Michael Keaton

Michael Keaton (Michael John Douglas) è un attore statunitense, regista, produttore, è nato il 5 settembre 1951 a Coraopoli, Pennsylvania (USA).
Nel 2022 ha ricevuto il premio come miglior attore miniserie o film tv al Critics Choice Award per il film Dopesick - Dichiarazione di dipendenza. Dal 2015 al 2022 Michael Keaton ha vinto 6 premi: Critics Choice Award (2015, 2022), Golden Globes (2015, 2022), SAG Awards (2022). Michael Keaton ha oggi 72 anni ed è del segno zodiacale Vergine.

L'eroe di Gotham City nella Casa da Sogno di Ken

A cura di Fiaba Di Martino

Correva l'anno 1975 quando un giovane attore ventiquattrenne che portava lo stesso nome del mitico Gordon Gekko (ma non solo) Michael Douglas, in onore di un'altra attrice-simbolo di un'era (l'indimenticabile Annie Hall in Io & Annie), cambiò il suo cognome in Keaton nel momento in cui la sua carriera prendeva le mosse in alcune serie tv (L'impareggiabile giudice Franklin e In casa Lawrence del 1978), e soprattutto nella sit com Working Stiffs, nella quale avrà modo di confrontarsi con una fonte d'ispirazione impagabile: il mito (allora) vivente John Belushi. Zigomi pronunciati, lineamenti netti, temperamento istrionico, villain mellifluo e buono ambiguo: il volto e il fisico di Michael Keaton sono materia malleabile e facilmente adattabile a qualsiasi ruolo, come dimostrerà mettendosi completamente nelle mani di cineasti come Ron Howard, Tim Burton, Quentin Tarantino e John Lasseter.

Primi passi al cinema
Le scene del grande schermo Michael le calca con la commedia Night Shift - turno di notte di e con l'ex Fonzie Ron Howard (A beautiful mind, Cinderella Man), del 1982; l'anno seguente è il protagonista della rom com Mister Mamma di Stan Dragoti. Quest'ultimo è un filmetto claudicante dall'infelice titolo italiano e originale, una di quelle pellicole che di norma risultano utili agli esordienti per potersi poi permettere di proporsi a progetti che siano trampolini di lancio più efficaci. E difatti nel 1986 riprende i contatti con Ron Howard che lo mette sotto contratto per il suo divertente Gung Ho; mentre due anni prima aveva condiviso il set con Danny DeVito per Pericolosamente Johnny di Amy Heckerling. I successi messi a segno da Keaton sono altalenanti: nel 1987 Un tocco di velluto di Robert Mandel, e La scatola misteriosa di Robert Malcolm Young sono prodotti poco riusciti; ma quando il suo ruolo è un bel ruolo, l'interpretazione e il personaggio dell'attore si stabiliscono inevitabilmente nella memoria degli spettatori. Ottimi esempi sono il successivo Daryl nel bel dramma Fuori dal tunnel di Glenn Gordon Caron (1988) e Quattro pazzi in libertà di Howard Zieff (1989), dove Michael ritrova Peter Boyle, suo collega di cast già in Pericolosamente Johnny.

Spirit(ell)o d'attore
Nel 1988 la carriera di Keaton subisce una notevole impennata, grazie alla psichedelica partecipazione a Beetlejuice - Spiritello porcello di Tim Burton, al suo debutto con un lungometraggiom, dopo qualche cupo e straordinario corto. Il regista (ora di culto) all'epoca era ancora poco conosciuto, autore dark ai margini con una zazzera di capelli neri che paiono pettinati da ragni e altre creature oscure, una mente costantemente all'opera e storyboards che inscenano una dimensione folle che farebbe impallidire persino l'ossatura architettonica di The Rocky Horror Picture Show. Nonostante la potenziale pericolosità di un'avventura senza cinture di sicurezza quale è il primo film di questa curiosa figura, timida e geniale, un team di attori pronti a mettersi in gioco e prendersi in giro accettano di ricoprire ruoli decisamente atipici: Geena Davis e Alec Baldwin sono una coppia di coniugi, Winona Ryder (poi musa bionda e angelicata di Tim in Edward mani di forbice) la figlia emarginata e acquatica, e il nostro, proprio lo spirito scatenato e bizzarro che dà il titolo al film.

Il supereroe oscuro
L'esperimento segna la nascita di una stella registica, che a sua volta contribuirà a lanciare il protagonista Beetlejuice/Michael nell'Olimpo dei divi non banali, scommettendo su di lui laddove nessuno avrebbe acconsentito ad affidare ad un attore non convenzionalmente bello né così fisicamente prestante come lui, il ruolo di uno dei super-eroi fumettistici più conosciuti del pianeta: Bruce Wayne alias Batman. Rischiosamente commerciale e apparentemente già stravisto prima di completare la preproduzione, il Batman burtoniano e keatoniano (1989) è in realtà un oggetto strano e straniante, attraversato da un'inquietudine rappresa, e che schiera in campo un magnifico cattivo (Jack Nicholson dona il suo mefistofelico sorriso al Joker), un'incantevole controparte femminile (Kim Basinger), e soprattutto un protagonista algido, anomalo e inaspettato: il film tappa la bocca ai fan stizzosi, ai detrattori e ai produttori terrorizzati. È la consacrazione: da questo momento in poi la strada per Keaton è tutta in salita.

Tra Batman e Nicole, tra fantasy e dramma
Al cinecomic seguono il thriller - ansiogeno fin dal titolo - Uno sconosciuto alla porta con Matthew Modine e Melanie Griffith; Il giorno della terra, documentario di Dwight Hemion (1990) con Bette Midler, Robin Williams e Jane Fonda; il poliziesco La giustizia di un uomo di Heywood Gould (1991). E se possibile, il sequel del lungometraggio fantasy/action che lo porta al successo è ancor più oscuro, disperato e sincero: inalterato nel cast di Batman - Il ritorno (1992) è ovviamente Keaton, sempre convincente; per il resto si aggiungono l'amico Danny DeVito, Christopher Walken ed una splendida, spietata e straziante Michelle Pfeiffer. Nel 1993 fa coppia con la diva Nicole Kidman nello strappalacrime My Life di Bruce Joel Rubin, in cui è un malato terminale che lascia un dono speciale al figlio che sta per nascere; ed è il protagonista in un altro film importante, Molto rumore per nulla di Kenneth Branagh, instancabile realizzatore di pellicole shakespeariane, che si fregia di un cast strepitoso (oltre a Keaton, Denzel Washington, Keanu Reeves, Emma Thompson, la fulgida esordiente Kate Beckinsale).

Squadra che vince...
Il 1994 segna il ritorno al lavoro con Howard, per Cronisti d'assalto con Robert Duvall e Glenn Close, e il succedersi di qualche altro film minore come Small Faces di (1996), Mi sdoppio in quattro di Harold Ramis (1996) e Regeneration di Gilles McKinnon (1997).

Un poliziotto (non) di riserva per Tarantino
Il ritorno di Michael Keaton sulla cresta dell'onda non si fa però attendere: il gioiello (subito) cult & (meno del solito) pulp Jackie Brown firmato Quentin Tarantino lo vede nel ruolo del 'poliziotto buono' che cerca di districarsi nel caso che coinvolge una fiammeggiante e ritrovata Pam Grier, uno schizzato Robert De Niro e un cattivissimo Samuel L. Jackson. Dialoghi scattanti, ritmo a fior di pelle e finale fulminante: niente di meglio per un attore pronto a mettersi alla prova in ogni momento. Keaton alterna poi i meno interessanti Soluzione estrema (1998) di Barbet Schroeder, Jack Frost di Troy Miller (1998), Sfida per la vittoria di Michael Corrente (2000), a un thriller come White Noise (2005) di Geoffrey Sax, i disneyani Una teenager alla casa bianca del grande interprete Forest Whitaker (2004), Herbie - Il super maggiolino (2005) di Angela Robinson e Cars - Motori ruggenti (2006) di John Lasseter, dove è la voce di Chick Hicks. In mezzo, il suo esordio alla regia: The merry gentleman (2008), con Kelly MacDonald e Tom Bastounes, ancora inedito in Italia.

Il bello per autonomasia: Ken/Keaton
Il 2010 è un altro anno di rimonta: per lui un ruolo comico ne I poliziotti di riserva di Adam McKay e soprattutto il doppiaggio nientemeno che di Ken, bambolotto modellato su misura di 'uomo perfetto', ideale sex symbol per la mitica Barbie, in Toy story 3 di John Lasseter. E se consideriamo che a dargli voce e movenze è un attore che ai suoi esordi veniva estromesso in parti da bruttino, per Keaton un apparentemente insignificante doppiaggio rappresenta in realtà una definitiva, orgogliosa e gridata a gran voce vittoria.
Dopo il RoboCop di José Padilha, tornerà nei panni di protagonista, attore imbolsito e in declino, nel pluripremiato Birdman (2014) di Alejandro González Iñárritu. L'anno successivo è invece tra i protagonisti del thriller Il caso Spotlight di Thomas McCarthy (film vincitore del premio Oscar), mentre nel 2016 è Ray Kroc, l'uomo dietro all'impero McDonald's in The Founder di John Lee Hancock. Più recentemente lo troviamo in Spider-Man: Homecoming, Spider-Man: Far from Home, il live-action Dumbo di Tim Burton e Morbius di Daniel Espinosa.

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