Un attore che è considerato uno dei migliori comici italiani del dopoguerra. Un giocoliere di situazioni comiche e di slang nostrani che hanno fatto leggenda. Ha trovato la sua fama in pellicole spettacolarmente stupide e palesemente idiote, pur collezionando ruoli meritevoli che hanno decisamente contagiato tutti per la loro simpatica e bizzarra involuzione. Una recitazione con un ritmo senza freni, un volto accanto a tanti visi famosi e un solo, breve nome: Lino Banfi.
Dal Sud... con furore
Nato ad Andria ma cresciuto a Canosa di Puglia, durante la sua infanzia e la sua adolescenza tenta la strada del seminario, sospinto dalla sua stessa famiglia, molto cattolica. Ma lui non si sente pronto per una vita fatta di austerità e preghiera; Pasqualino è più portato per le forme di spettacolo, per il canto per esempio! Infatti, compie i suoi primi passi artistici proprio nel mondo della canzone, esordendo come cantante nelle feste musicali della sua cittadina.
Trasferimento a Milano
A diciotto anni, nel 1954, durante la miseria del dopoguerra e durante le migrazioni verso il Nord Italia in cerca di fortuna, tenta la strada del varietà, trasferendosi a Milano. Proprio nel capoluogo lombardo, conosce Arturo Vetrani che lo farà entrare nella sua compagnia, iniziandolo a un percorso comico all'interno del quale Lino porta sul palco gli elementi più tipici della sua regione, fra cui il suo leggendario dialetto barese che stravolge tutte le vocali. Sotto lo pseudonimo di Lino Zaga - leggenda vuole che venne poi cambiato in Banfi su suggerimento del grande e scaramantico Totò che vedeva in quel "Zaga" un segno malaugurate -, si fa conoscere al pubblico degli Anni Cinquanta, trovando spesso lavoro anche come attore di fotoromanzi (aveva persino vinto un concorso di bellezza intorno ai 17 anni). Ma non bastava. Milano costa cara e lui patisce la fame, arrivando a farsi ricoverare in ospedale per farsi togliere le tonsille, pur di avere per qualche giorno un letto e di che mangiare. Nel 1967, si trasferisce a Roma, dove continua la sua carriera di comico che si protrarrà per oltre 14 anni fra avanspettacolo, disagiate tournée, soubrette, lavori da spalla, balletti e ballerine.
Finalmente cinema!
Poi il cinema: la sua ancora di salvezza. Il suo primo ruolo è in un musicarello di Lucio Fulci dal titolo Urlatori alla sbarra (1960), dove ha il piacere di lavorare accanto ad Adriano Celentano, Mina, Mario Carotenuto e Marilù Tolo. Poi arriva anche il matrimonio, con la sempre presente Lucia, dalla quale avrà due figli Walter e Rosanna Banfi, che seguirà le orme paterne.
Spalla di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia (da quest'ultimo anche diretto ne L'esorciccio), sarà accanto a loro in una sterminata valanga di titoli (alcuni di questi storpiature di pellicole ben più famose) come: Sedotti e bidonati (1964), I due evasi di Sing Sing (1964), Due marines e un generale (1965, dove avrà il piacere di recitare con una leggenda come Buster Keaton), Due mafiosi contro Goldginger (1965), Come inguaiammo l'esercito (1965), 00-2 Operazione Luna (1965), I due parà (1965), I due deputati (1968), I due pompieri (1968), I nipoti di Zorro (1968), Indovina chi viene a merenda? (1969), Franco e Ciccio sul sentiero di guerra (1970), Don Franco e Don Ciccio nell'anno della contestazione (1970), Nel giorno del Signore (1970, anche con Vittorio Caprioli), Riuscirà l'avvocato Franco Bennato a sconfiggere il suo acerrimo nemico il pretore Ciccio De Ingras? (1971), Scusi, ma lei le paga le tasse? (1971), Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù? (1971), Venga a fare il soldato da noi (1972), Continuavano a chiamarli i due piloti più matti del mondo (1972) e Amici più di prima (1976).
Piccolo e grande schermo, cabaret e musicarello
Nel frattempo, ottiene un buon successo anche con il cabaret al Sancarlino, assieme a Carletto Sposito e Anna Mazzamauro, continuando successivamente per questa strada, ma cambiando partner di lavoro: Enrico Montesano e Lando Fiorini. Ma Banfi non esclude nemmeno la televisione dalla sua carriera e fa una piccola partecipazione nello sceneggiato Il giornalino di Gian Burrasca (1964). Dopo Adulterio all'italiana (1966) con il collega Vittorio Caprioli, presenzia anche qualche altro musicarello come: Zum Zum Zum - La canzone che mi passa per la testa (1968), Zum, Zum, Zum n° 2 (1969) e Lisa dagli occhi blu (1969) tutti e tre con Peppino De Filippo - che ritroverà ne Gli infermieri della mutua del 1969 e ne Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa del 1970 con Monica Vitti -, ma anche con l'accoppiata Franco & Ciccio.
Ma i colleghi eccellenti di Lino Banfi non sono finiti qui, a questi vanno aggiunti anche Alberto Sordi e Claudio Gora, incontrati sul set de Il Prof. Dott. Guido Tersilli, primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue (1969), Detenuto in attesa di giudizio (1971) e Io non spezzo... rompo (1971).
La commedia sexy anni '80
Di seguito, si aprirà la stagione delle commedie scollacciate, all'interno delle quali Banfi rappresenterà uno dei componenti di quel "quartetto di mostri sacri" delle commedie sexy Anni Settanta formato da Lando Buzzanca, Renzo Montagnani e Mario Carotenuto.
Diretto da Bruno Corbucci, Mariano Laurenti, Michele Massimo Tarantini, Nando Cicero e Sergio Martino, Lino Banfi sarà di volta in volta implicato in divertenti equivoci sessuali e non con le bellissime di quegli anni: Barbara Bouchet, Anna Maria Rizzoli, Femi Benussi, Gloria Guida, Hélène Chanel, Lilli Carati, Edwige Fenech e Nadia Cassini. Ma anche con caratteriste e caratteristi come Isabella Biagini, Marisa Merlini, Francesca Romana Coluzzi, Gianfranco D'Angelo, Alvaro Vitali, Gigi Ballista, Enzo Cannavale e Adriana Facchetti.
Da L'affittacamere (1976) con Caprioli al più pulito Basta che non si sappia in giro (1976) di Magni, Comencini e Loy e con Monica Vitti, approdando alla tv con la miniserie Arrivano i mostri (1977) e il programma tv "Se Parigi.." (1982). Con l'arrivo degli Anni Ottanta, è spesso in coppia con Paolo Villaggio, diretto da Neri Parenti, anche se è felice di lavorare accanto a Roberto Benigni ne F.F.S.S. Cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene? (1983).
Ma il suo miglior ruolo è senza dubbio quello del mediocre allenatore Oronzo Canà che viene assunto (a sua insaputa) per far retrocede la squadra di calcio Longobarda alla serie B nella pellicola cult L'allenatore nel pallone (1984) di Sergio Martino con Gigi Sammarchi, Andrea Roncato e Giuliana Calandra. In grande forma, intelligente e abile nella rappresentazione del proprio personaggio, Banfi lascia decisamente il segno in tutti coloro che almeno una volta hanno visto la pellicola.
Con il tramonto della commedia sexy, Banfi cambia partner e lavora spesso con Christian De Sica, Massimo Boldi o Renato Pozzetto, diventando protagonista della serie tv Il vigile urbano (1989). Ma non solo attore, viene messo alla conduzione di "Domenica In" (1987-88), "Stasera Lino" (1989) e "Aspettando Sanremo" (1990) dove continua a intrattenere il pubblico ipnotizzandolo. Sono questi gli anni del suo ritorno a teatro con la rivista "Arcobaleno" scritta da Dino e Gustavo Verde e con "Vespro della Beata Vergine" (1995).
Il successo di Nonno Libero
Nel 1996, riceve dal Giffoni Film Festival il premio François Truffaut, poi sarà soprattutto e principalmente televisione con Nuda proprietà vendesi (1997), il telefilm Un medico in famiglia (1998-2009 ma è di nuovo nel cast della serie dal 2013 al 2016), dove interpreta splendidamente il ruolo di Nonno Libero, patriarca di una famiglia allargatissima. L'UNICEF lo nomina suo ambasciatore ufficiale e nel 2003 riceve un altro ambito premio: il Telegatto alla carriera. Instancabile, continua a lavorare in televisione, protagonista di fiction come: Vola Sciuscù (2000), Piovuto dal cielo (2000), il telefilm Angelo il custode (2001), i film tv Un difetto di famiglia (2002), Il destino ha 4 zampe (2002), Un posto tranquillo (2003 e 2005), Raccontami una storia (2004), Il mio amico Babbo Natale (2005 e 2006), la contestata fiction sull'omosessualità Il padre delle spose (2006), Scusate il disturbo(2009), Tutti i padri di Maria (2010) e Il commissario Zagaria (2011).
Nel 2008 torna al cinema con L'allenatore nel pallone 2 e Un'estate al mare. Nel 2012 torna sul grande schermo nel cast del corale Buona giornata, film a episodi diretto da Carlo Vanzina, che dirige il meglio della comicità italiana; mentre nel 2016 partecipa al film con Checco Zalone Quo vado, diretto da Gennaro Nunziante. Nel 2022 è nel film di Chiara Sani Vecchie canaglie.