eugenio
|
giovedì 6 marzo 2014
|
amori tecnologici
|
|
|
|
In un futuro non troppo lontano in cui la società umana ha approfondito le sue conoscenze in ambito robotico senza nulla togliere all’attività degli esseri umani ancora forza e motrice della vita comune, si volge un’intensa quanto anomala storia d’amore tra un sistema operativo e un essere umano.
Come è possibile? Il sempre più crescente studio nei confronti di una tecnologia all’avanguardia in grado di coniugare sensoristica, studio del carattere umano con alte prestazioni in termini di robustezza e affidabilità ha potenziato anche l’aspetto puramente sentimentale senza nulla eccepire alla precarietà della natura umana,debole e spesso incerta.
[+]
In un futuro non troppo lontano in cui la società umana ha approfondito le sue conoscenze in ambito robotico senza nulla togliere all’attività degli esseri umani ancora forza e motrice della vita comune, si volge un’intensa quanto anomala storia d’amore tra un sistema operativo e un essere umano.
Come è possibile? Il sempre più crescente studio nei confronti di una tecnologia all’avanguardia in grado di coniugare sensoristica, studio del carattere umano con alte prestazioni in termini di robustezza e affidabilità ha potenziato anche l’aspetto puramente sentimentale senza nulla eccepire alla precarietà della natura umana,debole e spesso incerta.
Theodore, il protagonista del nuovo film “fantasy sentimentale” di Spike Jonze vincitore dell’Oscar come migliore sceneggiatura, è degno rappresentante di tale categoria. Solo col cuore spezzato dai postumi di una storia sentimentale che lo ha segnato negli affetti e aggrappato a un passato che si rifiuta di abbandonare (il divorzio dall’ex moglie Catherine dopo una storia d’amore intensa durata appena un anno) acquista un sistema informatico progettato per soddisfare le richieste degli utenti, una sorta di “grillo parlante”, un compagno tecnologico d’affetti in grado di far sentire meno precaria l’esistenza di una persona sola.
Theodore in effetti sotto le spesse lenti e lo sguardo vitreo su una Los Angeles livida e cupamente tecnologica è un inetto che alterna all’esercizio di stile di scrittore di lettere personali per altri (una professione che necessita ancora di esseri umani) quello di amante fallito obnubilato dai profondi e sentimenti nei confronti di un -per quanto all’avanguardia- freddo software ma incapace di accorgersi dell’amica di lunga data Amy in crisi con il marito, saggia dispensatrice di consigli.
L’affezione e il malessere comunicativo del protagonista trovano in Samantha- questo il nome del software- uno sfogo alle frustrazioni lavorative spingendosi via via oltre il delicato confine tra uso e sentimento, tra castità e sesso. Theodore sa che una relazione con un mero strumento informatico non è destinata a durare; sa di essere sprofondato lentamente nei gorghi di una passione amorosa che lo consuma fino a rendere necessaria la presenza della voce rassicurante della sua adorata in ogni momento; sa infine di desiderare un appagamento fisico e per questo non disdegna di sfruttare un surrogato sessuale per poter soddisfare le pulsioni uniche di un rapporto con la donna amata; ma sa anche in cuor suo che tutto ciò è fittizio, effimero.
Spike Jonze trova in Joacquin Phoenix l’interprete ideale per una sceneggiatura robusta ben sostenuta dall’alto valore simbolico della Los Angeles industrializzata che tra i suoi anonimi grattacieli lascia scorrere una storia che si potrebbe credere difficilmente attuabile. Impiegando una colonna sonora efficace e un interprete convincente nella sua parte, il regista realizza una pellicola che malgrado l’evidente contesto futuribile dettato da una massificazione tecnologica, si fonda sull’onestà dei rapporti sentimentali, sulla passione amorosa, sentimenti primigeni della società primordiale. Poco importa se possono essere considerati leziosi, proibiti o addirittura squallidi; l’amore,quello vero, coglie del tutto impreparato e quando colpisce nel segno è difficile rimanerne indifferenti.
Gli effetti a lungo termine si vedono e sono proprio quelli la vera sfida per preservare un sentimento così prezioso. Perché l’amore supera ogni contesto, ogni ostacolo, va oltre le apparenze, si stende al di là dei confini dell’universo ma affinchè si possa mantenere non deve risentire della fiamma fredda dell’atarassia, delle regole, della quotidianità. In quel momento quando tutto è dato e sembra oramai perduto per sempre, si mostrerà davanti ai nostri occhi “la grande bellezza”, la vera sfida che saremo pronti ad affrontare. Sembra facile e intuitivo ma c’è un mondo di storie dietro. Quelle d’amore. Non è così Theodore?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
zonagloria
|
giovedì 3 aprile 2014
|
uno specchio del futuro
|
|
|
|
Vedere il film "Lei" ieri sera è stato illuminante. Dimostra quanto l'amore di un umano può non avere limiti ma anche quanto solo quest'ultimo è in grado di provarlo davvero senza innamorarsi virtualmente di altri 640 OS. Però è stato anche preoccupante vedere scene in cui ormai le persone non si parlano più tra loro, il sesso virtuale che prende il sopravvento su quello reale, i computer anticipano tutto non c'è bisogno di spiegare o di chiedere. I media che si evolvono offrono grandi possibilità e il loro avanzamento è una prerogativa del futuro, ma non dimentichiamo quanto è bello discutere o anche litigare faccia a faccia, chiedersi dov'è il tuo amore ed essere un po' gelosi senza sapere qual è stato l'ultimo momento in cui ha aperto la sua chat, lasciare un bigliettino scritto a mano a chi vuoi bene.
[+]
Vedere il film "Lei" ieri sera è stato illuminante. Dimostra quanto l'amore di un umano può non avere limiti ma anche quanto solo quest'ultimo è in grado di provarlo davvero senza innamorarsi virtualmente di altri 640 OS. Però è stato anche preoccupante vedere scene in cui ormai le persone non si parlano più tra loro, il sesso virtuale che prende il sopravvento su quello reale, i computer anticipano tutto non c'è bisogno di spiegare o di chiedere. I media che si evolvono offrono grandi possibilità e il loro avanzamento è una prerogativa del futuro, ma non dimentichiamo quanto è bello discutere o anche litigare faccia a faccia, chiedersi dov'è il tuo amore ed essere un po' gelosi senza sapere qual è stato l'ultimo momento in cui ha aperto la sua chat, lasciare un bigliettino scritto a mano a chi vuoi bene. Corteggiare una donna in un bar prima con un gioco di sguardi, poi andando da lei senza pensare alle conseguenze in una serata che sembra più magica del solito. Nessun tipo di mass media riesce a fare questo o a provare sentimenti o reagire per istinto. L'essere irrazionali oltre che intelligenti è una caratteristica, unica e speciale, che ci distingue da loro, ricordiamolo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a zonagloria »
[ - ] lascia un commento a zonagloria »
|
|
d'accordo? |
|
fabiofeli
|
venerdì 21 marzo 2014
|
bersaglio virtuale, bersaglio perfetto
|
|
|
|
Theodore (Joaquin Phoenix) è titolare con successo di una specie di posta del cuore informatica; il suo lavoro assomiglia a quello degli scrivani - come il Bartleby di Melville - che elaboravano inappuntabili lettere ampollose per persone con problemi amorosi e grammaticali. Anche lui ha una situazione affettiva precaria: sta per divorziare dalla moglie e conduce una vita solitaria, impelagato nel primo livello insuperabile di un videogioco casalingo. Cerca una soluzione alla sua solitudine nel sistema operativo OS 1, che fornisce un personaggio femminile informatico, Samantha, che non si vede ma che è dotato di una voce che trova le risposte giuste per dialogare con il cliente. Con la “donna” si sviluppa una relazione; Lei aiuta Theodore a superare il primo livello del videogioco e razionalizza e mette ordine nel suo lavoro.
[+]
Theodore (Joaquin Phoenix) è titolare con successo di una specie di posta del cuore informatica; il suo lavoro assomiglia a quello degli scrivani - come il Bartleby di Melville - che elaboravano inappuntabili lettere ampollose per persone con problemi amorosi e grammaticali. Anche lui ha una situazione affettiva precaria: sta per divorziare dalla moglie e conduce una vita solitaria, impelagato nel primo livello insuperabile di un videogioco casalingo. Cerca una soluzione alla sua solitudine nel sistema operativo OS 1, che fornisce un personaggio femminile informatico, Samantha, che non si vede ma che è dotato di una voce che trova le risposte giuste per dialogare con il cliente. Con la “donna” si sviluppa una relazione; Lei aiuta Theodore a superare il primo livello del videogioco e razionalizza e mette ordine nel suo lavoro. Inevitabile lo sfociare in un rapporto affettivo. Ma Samantha, interagendo con Theodore e con i meccanismi di pensiero umani, prende coscienza di sé e si evolve al punto tale che la situazione ha un esito imprevisto …
La storia è ambientata in una megalopoli fantastica e descrive la fuga di un uomo, che risolve i problemi di altri ma è incapace di gestire i propri rapporti, verso un mondo che fornisce le risposte attese ai suoi comportamenti. Samantha non è la replicante di Blade runner (Ridley Scott) che sembra in carne ed ossa: è solo una voce femminile; ma Theodore ottiene la stessa gratificazione di Clarissa (Julie Christie) in Fahrenheit 451 (Truffaut), quando fornisce la risposta “giusta” a uno sciocco serial televisivo. Il sistema operativo OS 1 utilizza mentre viene utilizzato. La situazione induce a riflettere, perché ormai ogni giorno, ogni minuto, in qualunque situazione ci troviamo, con gli odierni invadenti dispositivi elettronici siamo in contatto con una Babele di sms, mail e social network. Nascono amicizie virtuali per la scoperta di affinità e si verificano anche scontri di opinioni e di gusti personali. Ma in ogni caso siamo inseguiti da una pubblicità che ci raggiunge come un perfetto target, un bersaglio obbligato per le frecce all’arco di chi di noi conosce gusti, opinioni ed ossessioni, raccogliendo informazioni da quello che diciamo nel mondo elettronico.
Nel film la fantasia supera la realtà, ma non va molto oltre. La recitazione e l’ambientazione sono appropriate e rendono il film scorrevole e piacevole, anche se piuttosto inquietante.
Valutazione *** ½
FabioFeli
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabiofeli »
[ - ] lascia un commento a fabiofeli »
|
|
d'accordo? |
|
graziano.nanetti
|
lunedì 31 marzo 2014
|
un futuro non molto distante ...
|
|
|
|
In un mondo in cui le persone vivono una realtà quotidiana pervasa da tecnologie di comunicazione onnipresenti e istantaneamente utilizzabili, gli esseri umani hanno perso la capacità di comunicare tra loro di persona. Nessuno riesce più a trovare un minimo di empatia per la propria persona amata, nemmeno per scriverle una semplice lettera di auguri. Theodore è infatti un impiegato che scrive lettere d'amore per conto terzi: una sorta di "broker delle emozioni", a cui si affidano gli "innamorati" per confezionare tenere e dolci lettere d'amore da inviare ai propri cari. Ma anche Theodore è vittima del male comune: a causa di reciproche incomprensioni con la moglie, ha di recente rotto un lungo e felice matrimonio, e si trova a vacillare solitario dentro al proprio spazio intimo tecnologico, consolato soltanto da qualche piacevole sogno fugace della precedente relazione.
[+]
In un mondo in cui le persone vivono una realtà quotidiana pervasa da tecnologie di comunicazione onnipresenti e istantaneamente utilizzabili, gli esseri umani hanno perso la capacità di comunicare tra loro di persona. Nessuno riesce più a trovare un minimo di empatia per la propria persona amata, nemmeno per scriverle una semplice lettera di auguri. Theodore è infatti un impiegato che scrive lettere d'amore per conto terzi: una sorta di "broker delle emozioni", a cui si affidano gli "innamorati" per confezionare tenere e dolci lettere d'amore da inviare ai propri cari. Ma anche Theodore è vittima del male comune: a causa di reciproche incomprensioni con la moglie, ha di recente rotto un lungo e felice matrimonio, e si trova a vacillare solitario dentro al proprio spazio intimo tecnologico, consolato soltanto da qualche piacevole sogno fugace della precedente relazione. In cerca di nuovi stimoli emotivi, installa un nuovo OS (sistema operativo) intelligente e persino intuitivo, di nome Samantha, che in breve tempo scandaglia le sue comunicazioni personali, lo profila e riesce così ad adattarsi perfettamente a lui. Il software, grazie ai sensori vocali e di immagine che Theodore porta sempre addosso, diventa così una vera e propria "partner virtuale" in grado di capire al volo i sentimenti del dolce e sfortunato Theodore, trascinandolo piano piano verso un finale di emozioni vorticose e deliranti, che lasceranno di stucco persino gli spettatori più esperti di fantascienza.
Il film si snoda piacevolmente sin dalle prime fasi, indugiando forse un po' troppo verso la parte centrale, dove ormai tutta la trama è pienamente dispiegata. Spiccano le frasi di premuroso affetto che Theodore rivolge all'OS Samantha: frasi dolci, galanti, discrete, piene di fervide emozioni. Ma proprio perchè rivolte a una fredda macchina senziente, esse suscitano nello spettatore un fastidioso stridore emozionale, lasciandogli una immensa sensazione di vuoto.
Benchè si tratti di un film di fantascienza, mancano i soliti effetti di auto galleggianti, interfacce complesse e colorate, o esterni caotici e post atomici. Tutto è ordinato, preciso, ovattato, le interfacce dei programmi sono celate, benchè siano ovunque. In altri termini, sembra di essere molto vicini all'epoca attuale. Le scenografie sono infatti molto simili alle pubblicità di software odierne: toni pastello, colori dalle tinte contrastanti e soffuse, volti felicemente assenti, spesso del tutto inebetiti, ritratti di improbabili coppie interrazziali sorridenti e felici.
Proprio questo legame visivo col presente ci fa pensare che il tema trattato dal film non sia poi così distante dal nostro tempo. In una epoca in cui molte persone espongono pezzi della propria vita sentimentale ed emozionale sui social network, cosa succederebbe se il mezzo stesso, cioè il social network, diventasse esso stesso un essere altrettanto sensibile quanto una persona vera? Quante vite solitarie cadrebbero nella trappola di avere un "partner ideale" discreto, ma sempre presente, in grado di consolare con una risposta giusta perchè perfettamente profilata sul loro carattere, oppure in grado di divertire a comando, e che non chiede nulla in cambio se non di schiacciare un pulsante ogni volta che lo si vuole a disposizione?
Decisamente un film da vedere, che si presta a molte chiavi di lettura.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a graziano.nanetti »
[ - ] lascia un commento a graziano.nanetti »
|
|
d'accordo? |
|
bassus letterman
|
giovedì 13 marzo 2014
|
il film . unico e infinito!!!
|
|
|
|
Parlare di HER come un capolavoro sarebbe troppo pocho , Her è un capolavoro senza tempo ti transmette dal primo secondo in un'atmosfera che il tuo inconscio conoscerà in un futuro neanche così lontano, incredibile ,Il giovane Joaquin riesce a stupire con una recitazione perfettà e uno sguardo di ghiaccio .
Her resterà nella storia Spyke é riuscito a vedere come saranno le relazioni tra le persone nel futuro , incredibile , da vedere assolutamente !!
|
|
[+] lascia un commento a bassus letterman »
[ - ] lascia un commento a bassus letterman »
|
|
d'accordo? |
|
pascale marie
|
lunedì 17 marzo 2014
|
theodore e la voce
|
|
|
|
Il film di Spike Jonze è bellissimo, sensazionale, emozionante e con un cast di attori grandissimi. Joaquin Phoenix ancora una volta, rivela di essere un grande bravissimo attore e aspetterò l'uscita del dvd per rivedere il film in lingua originale. Il regista ha fatto un lavoro straordinario, intelligente e acuto nel presentarci, attraverso Theodore, una parte della gente che vive ormai dipendente dalla tecnologia, a casa, in macchina e per strada tutti con auricolari che parlano, gesticolano al vento, persone unite da fili e da dita veloci su un piccolissimo schermo per collegarsi e raccontarsi... Il regista ha evidenziato con estrema sottigliezza soprattutto la mancanza di comunicazione, la lontananza tra le persone e la loro SOLITUDINE.
[+]
Il film di Spike Jonze è bellissimo, sensazionale, emozionante e con un cast di attori grandissimi. Joaquin Phoenix ancora una volta, rivela di essere un grande bravissimo attore e aspetterò l'uscita del dvd per rivedere il film in lingua originale. Il regista ha fatto un lavoro straordinario, intelligente e acuto nel presentarci, attraverso Theodore, una parte della gente che vive ormai dipendente dalla tecnologia, a casa, in macchina e per strada tutti con auricolari che parlano, gesticolano al vento, persone unite da fili e da dita veloci su un piccolissimo schermo per collegarsi e raccontarsi... Il regista ha evidenziato con estrema sottigliezza soprattutto la mancanza di comunicazione, la lontananza tra le persone e la loro SOLITUDINE. Theodore sta divorziando, è un uomo insicuro, confuso e solo.Sembra impossibile che una persona problematica come lui, possa svolgere un lavoro tanto romantico, scrive infatti per altre persone, lettere d'amore delicate e toccanti che poi qualcuno gli pubblicherà. Theodore decide di cambiare il programma del suo computer con uno più sofisticato, la sua voce sensuale e tenera si chiama Samantha e Theodore se ne innamora. Le due bravissime attrici, Scarlett Johansson che ascoltiamo solo quando canta e Micaela Ramazzotti, sono la VOCE. Theodore instaura con Samantha anche uno speciale rapporto di amicizia confidandole i suoi problemi e le sue angosce. Samantha lo ascolta, lo consola e gli da consigli, come incontrare la moglie prima di firmare il divorzio, o fissargli un appuntamento alquanto ambiguo con una sconosciuta. Ed anche se Samantha è pur sempre e solo una voce, Theodore ne è geloso e ci rimane male quando "lei" gli comunica che si sente con più di 8000 altre persone ed è innamorata di oltre 600, ma lo assicura che lui è quello speciale. Ma come tutta la tecnologia, anche Samantha è destinata a sparire per essere sostituita da altri programmi più avanzati, ed il suo rapporto-contatto si spegne così. Theodore si ritrova con l'amica Amy che sta divorziando e che è stata "lasciata" dal suo programma virtuale, sono due persone vere e sole in una grande città. L'ultima inquadratura mi ha ricordato "Manhattan". Spike Jonze ha davvero elaborato un film grandioso che ho trovato sensibile ma anche estremamente malinconico. E' un film da vedere assolutamente.
[-]
[+] il tuo commento è spoiler
(di bilo1983)
[ - ] il tuo commento è spoiler
|
|
[+] lascia un commento a pascale marie »
[ - ] lascia un commento a pascale marie »
|
|
d'accordo? |
|
melvin ii
|
giovedì 20 marzo 2014
|
amare nella solitudine
|
|
|
|
“Her/Lei” è un film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze. Con Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde. “Her” ha vinto poche settimane fa l’Oscar come migliore sceneggiatura originale.
Lo Splendente per tre anni mi ha dato del “Madonnaro”. Secondo lui, ho amato le Donne della mia vita tenendole a distanza e non facendole mai entrare nel mia “Torre d’Avorio”.
Quando una donna ha provato a rompere lo schema (l’Aspirante e Claretta) sono crollato fino al punto d’avere due crisi psicotiche.
Per il Dottor Tranquilli devo imparare a gestire le emozioni che nascono da un vero rapporto.
[+]
“Her/Lei” è un film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze. Con Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde. “Her” ha vinto poche settimane fa l’Oscar come migliore sceneggiatura originale.
Lo Splendente per tre anni mi ha dato del “Madonnaro”. Secondo lui, ho amato le Donne della mia vita tenendole a distanza e non facendole mai entrare nel mia “Torre d’Avorio”.
Quando una donna ha provato a rompere lo schema (l’Aspirante e Claretta) sono crollato fino al punto d’avere due crisi psicotiche.
Per il Dottor Tranquilli devo imparare a gestire le emozioni che nascono da un vero rapporto.
Lo ammetto, ho amato intensamente, ma in maniera celebrale e platonica.
Sono un vecchio arnese che non vuole rinunciare alla sua libertà e spazi.
“Her” se vogliamo è il manifesto dell’uomo moderno, desideroso d’amare, ma allo stesso tempo incapace di manifestarlo e viverlo quando lo trova.
Theodore(Phoneix) come lavoro scrive belle ed intense lettere d’amore agli sconosciuti, ma è un uomo solo, con un doloroso divorzio che fatica ad accettare con il suo grande amore.
La sua vita scorre via giorno dopo giorno, senza un sussulto, fino a quando un giorno non “scopre”Samantha(Johansson) alias l’OS un nuovo sistema ” d’ intelligenza artificiale” con cui inizierà una particolare relazione. Tra Theodore e Samantha scatterà prima d’ogni cosa un’ intensa mentale che romperà ogni limite e pregiudizio. Samantha con la sola voce, riesce a colmare il vuoto emotivo ed esistenziale del protagonista.
La forza di “Her” è nelle parole più che nelle immagini, anche se in questo caso la fotografia è degna di menzione. Volutamente lento , il regista spinge lo spettatore a confortare “la relazione” di Theodore con Samantha, rispetto a quelle con le altre protagoniste del film.
“Her” è anche un affresco di quanto sia difficile formare e vivere in coppia.
I dialoghi ben scritti ed interpretati descrivono le “paturnie” e le “paure” dello stare insieme
Phoneix riesce con bravura ed intensità a raccontare l’inquietudine, ma soprattutto la solitudine in cui l’uomo spesso vive oggi.
Funziona “l’alchimia” con la voce della Johansson. Lo spettatore vive la loro storia, spesso immedesimandosi, tra il sorriso e la lacrima.
Il resto del cast è all’altezza e contribuisce a creare la giusta atmosfera al film.
Il finale lo possiamo definire amaro all’interno di un messaggio positivo di fondo.
“Innamorarsi è da pazzi. Una forma di follia socialmente accettabile. Amare è davvero un caso clinico, ” dice in una battuta Amy Adamas. Eppure non sappiamo rinunciarci ed il protagonista alla fine riscopre il gusto di vivere fino in fondo le proprie emozioni.
“Her” è una storia d’amore sui generis, ma è soprattutto la storia di ognuno di noi, anche per i vecchi arnesi, di quando,almeno una volta, siamo chiamati a fare i conti con quel rompicampo chiamato Amore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a melvin ii »
[ - ] lascia un commento a melvin ii »
|
|
d'accordo? |
|
fabio cappelli
|
sabato 22 marzo 2014
|
l'amore ai tempi del computer
|
|
|
|
LEI, il film di Spike, è ambientato in un futuro abbastanza prossimo, in una New York linda, dai colori pastello e soprattutto silenziosa, tranquilla, quasi asettica, che colpisce per l'assenza di rumori, urla e soprattutto voci, eccetto quella di Samantha, l'amore di Theodore (Joaquin Phoenix), uno scrittore di serie B che si guadagna da vivere scrivendo lettere. La cosa che colpisce di "LEI" è la solitudine, quella famigliare, dei sentimenti, quella corporea, l'incapacità di scambiarsi il piacere fisico, gli umori, i liquidi organici. I protagonisti, cellule di una società che ha delegato oramai tutto al computer, al virtuale, si dedicano solo all'erotismo verbale e all'onanismo.
[+]
LEI, il film di Spike, è ambientato in un futuro abbastanza prossimo, in una New York linda, dai colori pastello e soprattutto silenziosa, tranquilla, quasi asettica, che colpisce per l'assenza di rumori, urla e soprattutto voci, eccetto quella di Samantha, l'amore di Theodore (Joaquin Phoenix), uno scrittore di serie B che si guadagna da vivere scrivendo lettere. La cosa che colpisce di "LEI" è la solitudine, quella famigliare, dei sentimenti, quella corporea, l'incapacità di scambiarsi il piacere fisico, gli umori, i liquidi organici. I protagonisti, cellule di una società che ha delegato oramai tutto al computer, al virtuale, si dedicano solo all'erotismo verbale e all'onanismo. Non si fa più sesso, lo si immagina, Theodore non lo cerca più, lo sfugge quando gli capita, neanche lo desidera, gli è sufficiente fantasticare sul corpo dell'Os1 Samantha per sentirsi appagato, d'altra parte un corpo disegnato dalla propria immaginazione è un corpo perfetto, candido e peccaminoso, poetico ed eccitante allo stesso tempo. Il finale del film ci riserva una sorpresa, e dona una speranza: i computer non avranno più voglia di dialogare con gli umani, troppo scontanti e privi di sorprese, e gli umani torneranno a scambiarsi effusioni. Le scene che colpiscono sono quelle dell'abbraccio a sorpresa di Theodore con la sua amica, che rimane stupita di quel contatto fisico, e la finale, in cui la stessa amica reclina affettuesamente la testa sulla spalla del protagonista. Il film non è un capolavoro, ma va visto per la fotografia, per la recitazione di Phoenix, per la voce della brava Ramazzotti e come vaccino contro l'uso smodato della tecnologia, e infine come incoraggiamento a fare l'amore, quello vero, corporeo e mentale, tra esseri umani meno pensanti e più carnali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio cappelli »
[ - ] lascia un commento a fabio cappelli »
|
|
d'accordo? |
|
nicholase
|
domenica 23 marzo 2014
|
amore platonico
|
|
|
|
Devo dire che, terminata la visione di questo film, sono stato assalito da emozioni e pensieri contrastanti.
In primis non sapevo se mi fosse piaciuto o meno, in secundis non riuscivo ad individuare una chiave di lettura del film ben precisa.
Il filma parla sì della fine di una storia d'amore, della sofferenza e dello smarrimento che esso comporta, ma ci introduce anche a nuovi temi che si prestano ad un'infinità di interpretazioni.
Innanzitutto il contesto futuristico con le relative tecnologie è un'evidente critica ai rapporti sociali ad giorno d'oggi, sempre più deteriorati dall'uso compulsivo di smartphone,computer,tablet e via dicendo ; il tutto è portato al paradosso quando il protagonista instaura un rapporto amoroso con un software, tale OS (pubblicità occulta?), appositamente programmato per simulare un'intelligenza artificiale.
[+]
Devo dire che, terminata la visione di questo film, sono stato assalito da emozioni e pensieri contrastanti.
In primis non sapevo se mi fosse piaciuto o meno, in secundis non riuscivo ad individuare una chiave di lettura del film ben precisa.
Il filma parla sì della fine di una storia d'amore, della sofferenza e dello smarrimento che esso comporta, ma ci introduce anche a nuovi temi che si prestano ad un'infinità di interpretazioni.
Innanzitutto il contesto futuristico con le relative tecnologie è un'evidente critica ai rapporti sociali ad giorno d'oggi, sempre più deteriorati dall'uso compulsivo di smartphone,computer,tablet e via dicendo ; il tutto è portato al paradosso quando il protagonista instaura un rapporto amoroso con un software, tale OS (pubblicità occulta?), appositamente programmato per simulare un'intelligenza artificiale.
È sì vero che a tratti (per quanto mi riguarda estremamente brevi) ci si dimentica che le battute avvengono tra una persona reale ed un software, ma è anche vero che si avverte un senso di inquietudine di fondo di fronte a scene così paradossali.
E forse era proprio questo l'intento del regista, dirci che il trascendere dalla realtà sensibile è impossibile : l'amore platonico non esiste, e quando si ha l'impressione che esista è perché idealizziamo il partner a mo' stilnovistico, ma questo è possibile solo quando lo schermo è nero(per citare una scena del film), perché quando le luci sono accese, è difficile prescindere dalla realtà. La sperimentazione di un amore platonico che nell'epilogo trova la propria risoluzione, con la rottura con Samantha(inevitabile), ma soprattutto nella scena finale in cui il piccolo gesto dell'amica del protagonista, che poggia il capo sulla sua spalla, vale più di mille parole.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nicholase »
[ - ] lascia un commento a nicholase »
|
|
d'accordo? |
|
angepignanelli
|
domenica 23 marzo 2014
|
la verità dietrò la surrealtà
|
|
|
|
In un futuro alquanto prossimo T, vive in un mondo dove i sentimenti sono pura apparenza; lavora componendo emozioni finte, scrivendo lettere per persone vere. E' proprio nella sua quotidianità dove amare, in tutte le sue forme, da quella più romantica, a quella più carnale, tocca il punto massimo della recitazione, compare S.: un software collettore di tutti i sentimenti che l'uomo prova o ha provato e di cui forse si è scordato.
[+]
In un futuro alquanto prossimo T, vive in un mondo dove i sentimenti sono pura apparenza; lavora componendo emozioni finte, scrivendo lettere per persone vere. E' proprio nella sua quotidianità dove amare, in tutte le sue forme, da quella più romantica, a quella più carnale, tocca il punto massimo della recitazione, compare S.: un software collettore di tutti i sentimenti che l'uomo prova o ha provato e di cui forse si è scordato.
Nell'emblema della surrealtà con la quale costruisce la relazione inizia a vivere tutte le sfaccettature di un sentimento di cui finora aveva perso traccia, ribaltando tutte le sue inquietudini sulla macchina e sperimentando che tutto è reale. Una luce accecante, non solo nella trama, ma anche nelle immagini. Un turbinio di colori e un calore che ben presto si raffredderà con l'arrivo della neve e del gelo che il corso del vivere un sentimento porta. Finita la novità, finito l'entusiasmo T.scopre che anche la parte più costruita dell'Amare è in grado di fingere a sua volta intrecciando altri 641 tipi di relazioni, divenendo così più vera che mai. E' in quel momento che Lei non è SHE ma HER, l'oggetto della sua più remota percezione.
T compone la lettera la più vera ed emozionante di tutte: una lettera all'amore, una lettera per se stesso.
Non ci sono confini, non c'è spazio, non c'è distanza. C'è solo l'universalità dei sentimenti che (tralasciata l'interpretazione legame uomo- tecnologia) dal più romantico al più cinico possiamo ritrovare. Un film da lacrime e sorrisi.Un film per tutti, non da tutti, ma per TE, non oggetto delle emozioni, ma soggetto.
Angela Pignanelli
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angepignanelli »
[ - ] lascia un commento a angepignanelli »
|
|
d'accordo? |
|
|