In un futuro non troppo lontano in cui la società umana ha approfondito le sue conoscenze in ambito robotico senza nulla togliere all’attività degli esseri umani ancora forza e motrice della vita comune, si volge un’intensa quanto anomala storia d’amore tra un sistema operativo e un essere umano.
Come è possibile? Il sempre più crescente studio nei confronti di una tecnologia all’avanguardia in grado di coniugare sensoristica, studio del carattere umano con alte prestazioni in termini di robustezza e affidabilità ha potenziato anche l’aspetto puramente sentimentale senza nulla eccepire alla precarietà della natura umana,debole e spesso incerta.
Theodore, il protagonista del nuovo film “fantasy sentimentale” di Spike Jonze vincitore dell’Oscar come migliore sceneggiatura, è degno rappresentante di tale categoria. Solo col cuore spezzato dai postumi di una storia sentimentale che lo ha segnato negli affetti e aggrappato a un passato che si rifiuta di abbandonare (il divorzio dall’ex moglie Catherine dopo una storia d’amore intensa durata appena un anno) acquista un sistema informatico progettato per soddisfare le richieste degli utenti, una sorta di “grillo parlante”, un compagno tecnologico d’affetti in grado di far sentire meno precaria l’esistenza di una persona sola.
Theodore in effetti sotto le spesse lenti e lo sguardo vitreo su una Los Angeles livida e cupamente tecnologica è un inetto che alterna all’esercizio di stile di scrittore di lettere personali per altri (una professione che necessita ancora di esseri umani) quello di amante fallito obnubilato dai profondi e sentimenti nei confronti di un -per quanto all’avanguardia- freddo software ma incapace di accorgersi dell’amica di lunga data Amy in crisi con il marito, saggia dispensatrice di consigli.
L’affezione e il malessere comunicativo del protagonista trovano in Samantha- questo il nome del software- uno sfogo alle frustrazioni lavorative spingendosi via via oltre il delicato confine tra uso e sentimento, tra castità e sesso. Theodore sa che una relazione con un mero strumento informatico non è destinata a durare; sa di essere sprofondato lentamente nei gorghi di una passione amorosa che lo consuma fino a rendere necessaria la presenza della voce rassicurante della sua adorata in ogni momento; sa infine di desiderare un appagamento fisico e per questo non disdegna di sfruttare un surrogato sessuale per poter soddisfare le pulsioni uniche di un rapporto con la donna amata; ma sa anche in cuor suo che tutto ciò è fittizio, effimero.
Spike Jonze trova in Joacquin Phoenix l’interprete ideale per una sceneggiatura robusta ben sostenuta dall’alto valore simbolico della Los Angeles industrializzata che tra i suoi anonimi grattacieli lascia scorrere una storia che si potrebbe credere difficilmente attuabile. Impiegando una colonna sonora efficace e un interprete convincente nella sua parte, il regista realizza una pellicola che malgrado l’evidente contesto futuribile dettato da una massificazione tecnologica, si fonda sull’onestà dei rapporti sentimentali, sulla passione amorosa, sentimenti primigeni della società primordiale. Poco importa se possono essere considerati leziosi, proibiti o addirittura squallidi; l’amore,quello vero, coglie del tutto impreparato e quando colpisce nel segno è difficile rimanerne indifferenti.
Gli effetti a lungo termine si vedono e sono proprio quelli la vera sfida per preservare un sentimento così prezioso. Perché l’amore supera ogni contesto, ogni ostacolo, va oltre le apparenze, si stende al di là dei confini dell’universo ma affinchè si possa mantenere non deve risentire della fiamma fredda dell’atarassia, delle regole, della quotidianità. In quel momento quando tutto è dato e sembra oramai perduto per sempre, si mostrerà davanti ai nostri occhi “la grande bellezza”, la vera sfida che saremo pronti ad affrontare. Sembra facile e intuitivo ma c’è un mondo di storie dietro. Quelle d’amore. Non è così Theodore?
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|