Lei |
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Un film di Spike Jonze.
Con Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara.
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Titolo originale Her.
Drammatico,
durata 126 min.
- USA 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 13 marzo 2014.
MYMONETRO
Lei
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Distopia emozionaledi EvilDevin87Feedback: 7071 | altri commenti e recensioni di EvilDevin87 |
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mercoledì 17 settembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se si possa provare qualcosa per una macchina e/o se quest'ultima possa a sua volta provare sensazioni ed emozioni ce le eravamo già chiesti con Blade Runner. Ma se il poc'anzi citato capolavoro della fantascienza dava una riflessione che verteva sul quadro generale della questione, in questo "Lei" (che francamente preferisco chiamare col titolo originale) si analizza più nello specifico la questione delle emozioni, in particolare dell'amore. La cosa interessante è che non ci si concentra solo sul computer Samantha (doppiata in originale da Scarlett Johansonn e in italiano da Micaela Ramazzotti) ma il film pone riflessioni anche sugli esseri umani. Ebbene, nel futuro che vediamo in questa pellicola, le emozioni, le sensazioni e il contatto con le altre persone sono scardinate alla base. Il contatto reale con persone reali è una cosa tranquillamente rimpiazzabile grazie al digitale. Gente che ha rapporti sessuali via telefono o col proprio sistema operativo super intelligente, o anche gente che preferisce far scrivere lettere d'amore a delle società adibite a questo compito. Gente che ha come partner un sistema operativo in grado di interagire, apprendere, provare emozioni e sensazioni (piccola postilla: francamente mi sembra alquanto surreale che una macchina possa provare un orgasmo, ma va beh). E alla fine quale miglior soggetto di un uomo come Theodore (Joaquin Pheonix), sentimentalmente sconfitto e che quasi si adagia in questa sua condizione di essere apatico, chiuso in sè stesso e che lavora come impiegato in una società che scrive lettere d'amore, per meglio mostrare questa storia? Il personaggio non ha certo la pretesa di restare simpatico allo spettatore: ci ritroviamo molto spesso a provare profonda pena e rabbia per lui per essere così dannatamente impedito, per questo suo preferire un contatto fittizio rispetto a uno reale. E' una persona fondamentalmente debole, repressa, assoggettata da questa distopia emozionale che è la società in cui vive. Ed è un sistema operativo a colmare il suo vuoto interiore. Ma alla fine è tutto una mera illusione, e l'inevitabile sopraggiunge prima o poi.
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