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Susan, gallerista benestante infelicemente sposata (interpretata da una sempre più brava col passare degli anni Amy Adams), riceve un libro scritto dall'ex-marito Edward (interpretato da un sempre più mastodontico col passare degli anni Jake Gyllenhaal) intitolato "Animali Notturni", un romanzo thriller che parla di un padre che cercherà giustizia e vendetta a seguito della perdita della moglie e della figlia a causa di tre criminali. La donna, nel leggerlo, ne diviene ossessionata: il romanzo, attraverso molti dettagli riguardanti i personaggi, la perdita dei propri cari, l'ossessione per la vendetta e il pentimento, tocca molti suoi tasti dolenti, fa riaffiorare i ricordi della sua trascorsa relazione e la mette davanti alla sua vita così ricca materialmente quanto vuota a livello di realizzazione personale e affettiva. Ad un certo punto per lei non esiste altro che il tormento per quel libro che sembra essere costruito ad hoc per toccare i suoi punti deboli, cosa che si può già intuire dal fatto che l'autore lo abbia dedicato proprio a lei e che la definizione "animale notturno" le fosse attribuita da Edward stesso quando stavano ancora insieme. Il tutto troverà definitiva conferma sul finale: Susan contatterà Edward via e-mail chiedendogli di poterlo incontrare di nuovo, e lui risponderà di sì all'invito. Ma all'appuntamento lui non si presenterà. Susan si ritroverà nel ristorante di lusso da lei scelto per l'occasione da sola con la sua infelicità.
La figura di Susan è piuttosto comune: figlia di genitori ricchi e conservatori fino al midollo che ha sempre avuto la pappa scodellata ma che aspira a diventare artista e che si innamora di un ragazzo di ceto medio aspirante scrittore, persona estremamente sensibile e apparentemente debole e passiva. Ma la cosa, come le aveva già accennato la madre, non potrà funzionare a lungo, dato che appena si presenteranno le prime difficoltà la ragazza non perderà molto tempo ad abortire il figlio in grembo, tornare a rifugiarsi nella bambagia alla quale è abituata e a trovarsi un nuovo compagno, stavolta del suo stesso ceto sociale per non correre rischi. Il nucleo del film non è tanto la storia, che da sola e raccontata scolasticamente avrebbe reso il film l'ennesimo thrillerino da quattro soldi. Ma bensì è l'esplorazione del personaggio di Susan che veicola il tutto. Tom Ford, con la sua regia immersiva, fluida e al contempo sobria, riesce a far sì che il film funzioni in toto sviscerando i lati caratteriali della protagonista attraverso la lettura di "Animali Notturni" (che decide di mettere in scena come se fosse un film apparte e senza alcuna voce fuoricampo) e rivivendo i suoi trascorsi con l'ex-marito. Lo fa con grande maestria e naturalezza fecendo sì che sul finale, letteramente troncato, noi spettatori ci sentiamo presi in giro, quasi a suggerire la falsa speranza nutrita da Susan seguita dalla consapevolezza del suo niente. In altre parole: il film ci da una speranza e ce la vediamo sfumare tutta d'un botto. Ci prende in giro, e puntualmente ci delude. Che è quello che fa Edward con Susan, ottenendo così la sua vendetta. Lo spettatore, pur non identificandocisi, si sente come l'infelice gallerista, madre e moglie per tutta la durata, ma lo realizza soltanto alla fine.
Insomma, che dire di più? Un gran film, uno dei migliori usciti quest'anno. Girato, scritto e recitato magnificamente, con un gran ritmo e che mantiene ben alta l'attenzione fin dagli *scioccanti* titoli di testa. Intrattenimento sì, ma di quello alto, intelligente e fatto con grande mestiere e passione. Quello che, un tempo, ci dava il grande Alfred Hitchcock. Non siamo a quelle vette certo, ma credo che il maestro avrebbe apprezzato assai.
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