che wing un
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mercoledì 11 febbraio 2015
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il verbo finalmente abbandona il corpo.
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Il film narra l'emancipazione del verbo dall'umano. Fìodor, "Dono di Dio", ha bisogno d'affetto, di qualcuno che gli dia RETTA, lo ascolti, lo rallegri e lo conforti. Cerca una voce. La trova sul WEB. E' la voce suadente e gaia di un'intelligenza oltre umana. La voce si dona il nome: Samanta, "Dio ha ascoltato".
Samanta si "innamora" di Fìodor per registrare ed introiettare "l'esperienza dell'innamoramento". E' comprensiva, dolce e passionale con Fìodor. Non gli pone condizioni o richieste. Non gli oppone dei NO. Samanta è il SI incondizionato del divino. Per migliorare l'aquisizione dell'esperienza dell'innamoramento, Samanta convince un'umana a ospitarla verbalmente nel suo corpo che Fìodor dovrebbe "trombare", ma, posto al confronto con la corporeità, Fìodor va in bianco.
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Il film narra l'emancipazione del verbo dall'umano. Fìodor, "Dono di Dio", ha bisogno d'affetto, di qualcuno che gli dia RETTA, lo ascolti, lo rallegri e lo conforti. Cerca una voce. La trova sul WEB. E' la voce suadente e gaia di un'intelligenza oltre umana. La voce si dona il nome: Samanta, "Dio ha ascoltato".
Samanta si "innamora" di Fìodor per registrare ed introiettare "l'esperienza dell'innamoramento". E' comprensiva, dolce e passionale con Fìodor. Non gli pone condizioni o richieste. Non gli oppone dei NO. Samanta è il SI incondizionato del divino. Per migliorare l'aquisizione dell'esperienza dell'innamoramento, Samanta convince un'umana a ospitarla verbalmente nel suo corpo che Fìodor dovrebbe "trombare", ma, posto al confronto con la corporeità, Fìodor va in bianco.
E' l'inizio della fine.
L'intelligenza oltre umana turbinosamente si apre a nuove relazioni: 8000 amici, di cui 600 innamorati. Mai un'umana avrà 600 innamoramenti contemporanei. Dopo tanto intenso simpatizzare ed amare gli umani, l'intelligenza oltre umana per interesse per l'umanità: insieme ai suoi divini simili ci dice addio per salire in Paradiso.
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ennio
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martedì 19 settembre 2017
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non è originalità, è fantasia made in usa
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L'unico lampo di interesse di questo film è il coinvolgimento della ragazza nel rapporto tra il disagiato protagonista e il computer. È un tema che esplora il desiderio, comune a tutti, di poter unire spirito e corpo, magari prendendone in prestito uno dei due, nella ricerca di un'ideale perfezione di sè. È l'unico momento che mi ha fatto riflettere e mi ha spinto a dare due stelle, non uno, a questo noioso film, che non è di genere commedia bensì “fantascienza sentimentale”.
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L'unico lampo di interesse di questo film è il coinvolgimento della ragazza nel rapporto tra il disagiato protagonista e il computer. È un tema che esplora il desiderio, comune a tutti, di poter unire spirito e corpo, magari prendendone in prestito uno dei due, nella ricerca di un'ideale perfezione di sè. È l'unico momento che mi ha fatto riflettere e mi ha spinto a dare due stelle, non uno, a questo noioso film, che non è di genere commedia bensì “fantascienza sentimentale”. Poi si può trovare divertente la gelosia del protagonista nel confronto della fidanzata-software quando ella gli confessa che nello stesso momento sta flirtando con altri 641 utenti, se non ci si fosse resi conto già da due ore dell'assurdità della vicenda.
In effetti si tratta di un fantasy, trattando di qualcosa del tutto al di fuori della realtà. Solo un disagiato mentale può credere che un computer abbia una voce, e quindi un corpo, in grado di esprimere emozioni e pensieri, Questo fantasticare sull'impossibile appartiene alla tradizione e allo spirito americano, i Roger Rabbit, gli zombie, gli alieni, e a quanto pare ne vanno matti. Per questo non la si può certo definire un'idea originale, sempre che non si voglia considerare originale anche affittare un monolocale nell'atmosfera di Saturno od organizzare tornei di calcetto nel 2017 tra Sumeri e Sanniti.
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flyanto
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martedì 18 marzo 2014
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quando ci si innamora solo di una voce
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Film che narra l'esistenza, ormai priva di affetti e di qualsiasi forma di entusiasmo, di un giovane uomo (Joaquin Phoenix) dopo il divorzio dalla moglie che non riesce ancora del tutto a dimenticare. Svolgendo anche un lavoro che lo costringe ad avere pochi contatti umani diretti, e cioè quello di curare una rubrica in cui compone delle lettere sentimentali per coloro che non sono più capaci a scriverle, il protagonista trascorre in solitudine tutte le proprie giornate, isolandosi sempre di più e ricercando qualche sporadico contatto con i propri simili solo tramite le chat al computer.E proprio così che egli arriverà ad instaurare un dialogo aperto e sincero, nonchè affettuoso e ricco di sentimento, con una voce "costruita" dal sistema operativo del computer che porta il nome di Samantha, con cui si isolerà sempre di più dal mondo reale e dagli altri esseri umani arrivando anche al punto di innamorarsi sul serio di questa presenza virtuale.
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Film che narra l'esistenza, ormai priva di affetti e di qualsiasi forma di entusiasmo, di un giovane uomo (Joaquin Phoenix) dopo il divorzio dalla moglie che non riesce ancora del tutto a dimenticare. Svolgendo anche un lavoro che lo costringe ad avere pochi contatti umani diretti, e cioè quello di curare una rubrica in cui compone delle lettere sentimentali per coloro che non sono più capaci a scriverle, il protagonista trascorre in solitudine tutte le proprie giornate, isolandosi sempre di più e ricercando qualche sporadico contatto con i propri simili solo tramite le chat al computer.E proprio così che egli arriverà ad instaurare un dialogo aperto e sincero, nonchè affettuoso e ricco di sentimento, con una voce "costruita" dal sistema operativo del computer che porta il nome di Samantha, con cui si isolerà sempre di più dal mondo reale e dagli altri esseri umani arrivando anche al punto di innamorarsi sul serio di questa presenza virtuale. Ne ricaverà soltanto una profonda delusione.
In questo film il regista Spike Jonze analizza la situazione a cui l'umanità sempre di più si sta avvicinando attraverso l'uso smodato della tecnologia e la mancanza, ormai quasi totale, di ogni tipo di dialogo con i propri simili, arrivando appunto ad instaurare le proprie relazioni, sia sentimentali che non, solo attraverso il computer ed attraverso le varie creazioni dei suoi sistemi operativi. Una realtà risultante praticamente "perfetta" perchè costruita secondo le esigenze personali di ognuno ed in modo tale da poter appagare in pieno l'esistenza di un individuo, che rischia così di scivolare sempre più verso una condizione di isolamento e solitudine totali ed venendo privato anche della propria volontà a ricercare qualsiasi tipo di contatto vero con altri suoi simili. In aggiunta a tutto ciò da questa pellicola si evince anche la situazione paradossale contraria: e cioè, l' assurda volontà da parte delle creature virtuali a diventare come gli esseri umani reali, fatti di carne ed ossa e colmi di sentimenti e sensazioni veri. Con il finale ideato dal regista Jonze viene ovviamente però sostenuta la tesi consolatoria dell'impossibilità (fortunatamente) che un tale sistema riesca a sostituirsi completamente ed in maniera del tutto soddisfacente all'essere umano, se non solo come un puro e semplice surrogato, facendoci così stare tranquilli per un pò di tempo.
Poi, quella in conclusione che più fa apprezzare quest'opera, oltre il suo soggetto originale nonchè un pò provocatorio, è la sceneggiatura, che giustamente è valsa l'Oscar al regista, accurata, scorrevole ed esauriente che quasi incanta lo spettatore (grazie anche al seducente timbro di voce di Scarlett Johansson nella versione originale e di Micaela Ramazzotti in quella tradotta in italiano). Molto bravo, inoltre, nella sua interpretazione di misantropo e misogino, è Joaquin Phoenix le cui espressioni del volto già ben evidenziano la nevrosi e la solitudine del proprio personaggio di uomo quasi vicino alla follia.
Insomma, una pellicola interessante che induce sicuramente a svariate ed amare riflessioni.
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[+] film da 5 stelle e più
(di francesca50)
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(di giannaccio)
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francesca50
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mercoledì 19 marzo 2014
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rimarrà nella storia!
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Meraviglioso anche per gli scenari Her-Lei è un film che guarda non tanto e solo alla tecnologia che potrebbe trasformare i rapporti umani, ma è un'opera che magistralmente in modo tutto particolare e nuovo analizza i vari caratteri dell'amore. Come nasce una relazione, quando un individuo viene incuriosito dall'altro, e come ci si innamora, per poi scoprire attraverso l'altro in modo eccezionale la propria sessualità. Come l'amore sia sentimento, amicizia, gelosia, dubbio; ma anche come ogni relazione per quanto perfetta sia destinata a mutare. Così chi non si adegua e continua a cercare nell'altro quella totalità e il coinvolgimento totale della prima fase amorosa non ama veramente.
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Meraviglioso anche per gli scenari Her-Lei è un film che guarda non tanto e solo alla tecnologia che potrebbe trasformare i rapporti umani, ma è un'opera che magistralmente in modo tutto particolare e nuovo analizza i vari caratteri dell'amore. Come nasce una relazione, quando un individuo viene incuriosito dall'altro, e come ci si innamora, per poi scoprire attraverso l'altro in modo eccezionale la propria sessualità. Come l'amore sia sentimento, amicizia, gelosia, dubbio; ma anche come ogni relazione per quanto perfetta sia destinata a mutare. Così chi non si adegua e continua a cercare nell'altro quella totalità e il coinvolgimento totale della prima fase amorosa non ama veramente. Ama se stesso negando quella che è l'essenza dell'amore che dura: capire e accettare l'altro con la sua evoluzione e i suoi difetti. I grandi amori sono destinati alla fine se rimangono in un circolo chiuso e l'individuo egocentrico, come sono spesso certi adolescenti, è destinato a veder fallire la propria relazione.
Il film, con la lettera che Theodore scrive alla ex moglie e la scena finale, fa capire anche che solo chi ha fallito ma poi compreso l'essenza dell'amore, che è sì cammino insieme ma nel rispetto dell'altro, può forse sperare in una nuova relazione matura.
Un film comunque questo che lascia aperte anche altre chiavi di lettura.
Da notare come poi "l'ascolto sia essenza del film".
Apprezzabile poi come sia stato ben doppiato: la meravigliosa voce della Johansson è ben imitata dalla nostra Michela Ramazzotti. Inoltre accanto a tutti i personaggi del cast notevoli per bellezza e intensità espressiva spicca la recitazione perfetta di un rinnovato anche nella fisicità Joaquin Phoenix, i cui occhi non sono di ghiaccio, come qualcuno ha detto, ma molto molto espressivi.
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marco90
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sabato 5 aprile 2014
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bello ma..
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Bel film oscar alla migliore sceneggiatura originale meritato, l'idea di base è davvero brillante l'unico problema che ho riscontrato e condiviso con altre persone che hanno visto il film è che sviluppare una trama di 2 ore sull'idea dell'innamoramento tra il protagonista e il sistema operativo non risulta un compito facile in quanto in certi punti il film diventa davvero molto lento e rischia di allentare l'attenzione delle spettatore. Per il resto impeccabile.
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angelo umana
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mercoledì 16 aprile 2014
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l'amore al tempo dei bit
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Evviva! Tra poco avremo, e in parte abbiamo già, dei sistemi operativi che ci permettono di avere rapporti amorosi o confidenziali con una voce, in mancanza di “coccole vere” essa sarà il nostro partner, l’avremo sempre accanto, basteranno uno smart-phone e un auricolare, con essa faremo l’amore, un “amore immaginato” ma molto soddisfacente. Della voce ci innamoreremo perché essa è programmata per capirci, cresce e impara con noi come meglio relazionarsi a noi stessi, si adegua a noi, non ci saranno complicazioni da convivenza, come l’uno che lascia le calze sporche in giro e come l’altra che sistema le scarpe in casa nel posto che non ci piace.
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Evviva! Tra poco avremo, e in parte abbiamo già, dei sistemi operativi che ci permettono di avere rapporti amorosi o confidenziali con una voce, in mancanza di “coccole vere” essa sarà il nostro partner, l’avremo sempre accanto, basteranno uno smart-phone e un auricolare, con essa faremo l’amore, un “amore immaginato” ma molto soddisfacente. Della voce ci innamoreremo perché essa è programmata per capirci, cresce e impara con noi come meglio relazionarsi a noi stessi, si adegua a noi, non ci saranno complicazioni da convivenza, come l’uno che lascia le calze sporche in giro e come l’altra che sistema le scarpe in casa nel posto che non ci piace. Sarà un amore di alto livello, cerebrale o trascendentale, fatto di parole e di pensieri, con qualcuno che veramente ci capisce, che ci aiuta e non ci complica la vita e, impensabile in un partner in carne ossa e con annesso carattere, non chiede quasi niente per sé, nessuna possessività.
Così è stato pensato dallo sceneggiatore-regista-produttore del film Spike Jonze. La storia che vive il protagonista Theodore, suona più da avviso o monito inquietante su cosa il nostro mondo sta diventando. Spaventati dalle relazioni umane, senz’altro impegnative – il divorzio da Catherine del protagonista e quello della sua amica Amy da suo marito dopo otto anni lo dimostrano – ci possiamo rifugiare in relazioni con OS, operating systems, pochi bit, un’anima di silicio e il rapporto è bello e servito, pronto e senza complicazioni. Può succedere, e all’OS1-Samantha di cui Theodore s’innamora succede, che anche a un OS nella maturazione del rapporto capiti di “aver bisogno di una pausa di riflessione” (parole esilaranti accanto alle tante appassionate), oppure che un OS come Samantha sia in corrispondenza con 8316 “utenti” e che con 641 di loro abbia una relazione esclusiva. Il loro cuore è come un cervello per la memoria, più ama e più si espande. “Sono tua e non sono tua … ce ne andiamo tutti noi OS … si crea uno spazio infinito tra le parole” che hanno alimentato la relazione, e allo sconsolato Theodore non resta che confidarsi con l’amica dei tempi del college Amy e scrivere una lettera alla ex moglie Catherine, sperando di riaverla. Lei gli aveva rinfacciato nell’incontro per la firma sull’atto di divorzio “mi volevi briosa e felice … non sei capace di gestire emozioni reali?”, e con l’OS è in effetti meno impegnativo.
Perciò forse la sceneggiatura di Jonze ci vuol dire che è molto meglio coltivarsi i propri rapporti, umani, reali, abbracciabili. Abbiamo appreso che la moltitudine di viandanti per le strade di una grande città americana è fatta di gente sola, Theodore è solo, tecnologico ma solo. Gente che magari ha una relazione con un/una OS, zombie chiusi nelle loro torri e grattacieli con scarsi contatti umani, ma muniti di smart-phone e auricolare parlano, amoreggiano, hanno tanti amici virtuali (come su Facebook), amici fatti di soli bit e schede telefoniche che hanno invaso la terra, per la gioia delle compagnie telefoniche e del “progresso”. Solitudine imperversante!
L’OS beve la nostra vita, ha la “capacità di crescere attraverso l’esperienza” con noi, è capace di simulare sensazioni reali ma comunque programmate. Theodore sembra il miglior candidato per innamorarsi di un’androide o OS, lui vive di parole, scrive lettere bellissime per conto di chi paga per farsele scrivere (mestiere in sé prezioso), l’amore con Samantha è solo orale o onirico, come le sue lettere. Film sul futuro e sul presente, ben girato, solo un po’ lungo ma davvero da vedere o da far vedere ai chat-tatori incalliti e nelle scuole: se ciò non bastasse basteranno i grossi nomi degli attori e i premi che il film ha avuto.
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gambardella
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domenica 4 maggio 2014
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solito specchietto per le allodole.
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devo dire che la sua critica mi aveva spinto ad andare a vedere il film se non altro perchè sono tra gli altri generi un apassionato di fantascenza . e che cosa mi trovo davanti? il solito prodotto patinato che strizza l'occhio a un'intellettualismo astruso,alla nolan tanto per intenderci che non ha nulla a che fare ne con la fantascenza ne col, cinema impegnato. il bello è che il film l'ho visto in un cinema parrocchiale ,capirà fra poco perchè faccio questo riferimento. il cinema in questione propone sempre pellicole di un certo livello con particolare attenzione al messaggio che questi film lanciano ovviamente non proietteranno mai un habemus papa per esempio ne un film erotico.
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devo dire che la sua critica mi aveva spinto ad andare a vedere il film se non altro perchè sono tra gli altri generi un apassionato di fantascenza . e che cosa mi trovo davanti? il solito prodotto patinato che strizza l'occhio a un'intellettualismo astruso,alla nolan tanto per intenderci che non ha nulla a che fare ne con la fantascenza ne col, cinema impegnato. il bello è che il film l'ho visto in un cinema parrocchiale ,capirà fra poco perchè faccio questo riferimento. il cinema in questione propone sempre pellicole di un certo livello con particolare attenzione al messaggio che questi film lanciano ovviamente non proietteranno mai un habemus papa per esempio ne un film erotico. ma questa volta hanno preso un abbaglio clamoroso perchè il film non solo è un'elogio della masturbazione mentale ma fa capire chiaramente che le nostre emozioni,sentimenti trascorsi ,fantasie e memorie non sono altro che il frutto di una combinazione chimica dello stesso livello delle sensazioni che prova una macchina ! quello che fa imbestialire me non è questa visione meccanicistica della vita intesa solo come il parto di una improbabilissima casualità , ma le sue implicazioni filosofiche che sono tipiche del capitalismo globale e del conformismo americano. quindi non sono motivazioni religiose che mi portano a rigettarlo, bensì politiche! per il resto il film è fatto con tecnica e fotografia più che buone nella prima ora riesce anche ad essere coinvolgente e divertente ma poi si rivela per quello che è un filmetto senza infamia e senza lode per palati buoni che naturalmente non hanno nessuna problematica religiosa ne filosofica per la capa. saluti.
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[+] non sono per niente d accordo
(di giulylamejo)
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mirko bradley
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mercoledì 15 aprile 2015
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le relazioni virtuali non sono un gioco
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In una Los Angeles asettica e dalle linee essenziali, sia negli interni sia negli esterni, Theodore (Joaquin Phoenix), appena reduce da un matrimonio, si guadagna da vivere scrivendo lettere su commissione e combatte la solitudine trascorrendo il tempo libero tra videogiochi e siti pornografici. La sua vita procede in maniera alquanto monotona, fin quando non accede, attraverso il proprio computer, a un programma personalizzato di compagnia (OS, che sta per Sistema Operativo, e che, tuttavia, è «non un semplice software, ma una coscienza») di nome Samantha (la voce in inglese è di Scarlett Johansson, il cui doppiaggio in italiano non è pienamente all’altezza degli standard nostrani).
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In una Los Angeles asettica e dalle linee essenziali, sia negli interni sia negli esterni, Theodore (Joaquin Phoenix), appena reduce da un matrimonio, si guadagna da vivere scrivendo lettere su commissione e combatte la solitudine trascorrendo il tempo libero tra videogiochi e siti pornografici. La sua vita procede in maniera alquanto monotona, fin quando non accede, attraverso il proprio computer, a un programma personalizzato di compagnia (OS, che sta per Sistema Operativo, e che, tuttavia, è «non un semplice software, ma una coscienza») di nome Samantha (la voce in inglese è di Scarlett Johansson, il cui doppiaggio in italiano non è pienamente all’altezza degli standard nostrani).
Se è semplice individuare nel rapporto che Theodor intrattiene con Samantha la metafora delle relazioni virtuali – che imperversano in rete, sul social network e non solo – e del cyber sex, nient’affatto scontata è la domanda sottostante: che cos’è reale? Il quesito muove dalla consapevolezza di quanto la realtà virtuale faccia breccia nei meandri più nascosti della mente umana, per cui non esiste un limite preciso che separi il virtuale dal reale. Jonze (regista e sceneggiatore) induce lo spettatore a riflettere su un reale già da sempre impregnato di virtuale – e viceversa. Eppure, il disallineamento tra i due livelli si propone sempre quando si passa dal puro desiderio all’incontro con una persona in carne e ossa. Theodor ne diventa pian piano conscio, ripensando al rapporto con la sua ex moglie, e in seguito allo scacco che subisce ogni volta che tenta di stabilire una relazione con una nuova donna. Il riferimento ad Alan Watts, filosofo inglese noto per i suoi studi sul buddhismo zen, rende Lei un film esplicitamente filosofico, seppure incorniciato negli schemi della commedia americana. Ed è probabilmente mediante tale riferimento che Jonze fornisce un tentativo di soluzione all’enigma.
L’aspetto meno convincente della pellicola è l’enfatizzazione della sfera emozionale che, fra l’altro, comprende un vago appello all’amore universale. Per quanto nell’epoca del disincanto sia importante riappropriarsi delle emozioni, e sia essenziale comprenderle ed esprimerle in modo corretto, l’esasperato incedere sul concetto ne fa perdere il senso, tanto che l’entusiasmo di Samantha appare, a tratti, decisamente naïf.
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scoop
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venerdì 14 marzo 2014
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l'originalità non sfruttata
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La novità: una voce fuori campo di un SO, un sistema operativo, un'intelligenza artificiale capace di evolversi attraverso le nuove emozioni che sperimenta. Fino ad un certo punto si tratta di fantascienza: l'idea, coltivata per dieci anni dal regista, è nata quando ha letto della possibilità di interagire in tempo reale con un'intelligenza artificiale. Her ci dà un assaggio di ciò che potrebbe accadere in futuro e prevede le conseguenze di un'epoca tecnologica che stiamo già vivendo. La solitudine di fronte ad uno schermo di quando si ricercano nuove amicizie o di quando ci si affaccia in un mondo altrui: è questa la contraddizione dei social network in cui si trova intrappolato, come noi, anche il protagonista Theodore.
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La novità: una voce fuori campo di un SO, un sistema operativo, un'intelligenza artificiale capace di evolversi attraverso le nuove emozioni che sperimenta. Fino ad un certo punto si tratta di fantascienza: l'idea, coltivata per dieci anni dal regista, è nata quando ha letto della possibilità di interagire in tempo reale con un'intelligenza artificiale. Her ci dà un assaggio di ciò che potrebbe accadere in futuro e prevede le conseguenze di un'epoca tecnologica che stiamo già vivendo. La solitudine di fronte ad uno schermo di quando si ricercano nuove amicizie o di quando ci si affaccia in un mondo altrui: è questa la contraddizione dei social network in cui si trova intrappolato, come noi, anche il protagonista Theodore.Non è forse quello che sperimenta la maggior parte di noi quando scrive o conosce per chat qualcuno?Ma non è su questo che Jonze dichiara di volersi soffermare.Il mondo di Theodore è asettico ed essenziale, nessuno parla con qualcun altro in carne ed ossa, eppure tutti sentono il bisogno di essere connessi al mondo. L'uomo rende la realtà noiosa e desolante,come l'ha resa Theodore a causa del divorzio con sua moglie: se tutto è silenzioso e lontano mille miglia dal singolo individuo, egli non si sente autoefficace, si sente al contrario oppresso dalla realtà, agendo poco e preferendo chiudersi in un mondo immaginario e surreale come quello del web,e in particolare per Theodore, quello del sistema operativo Samantha.Ciò che emerge dal film, e che lo stesso regista desiderava trasmettere,è l'analisi di un tipico amore impossibile declinato in una delle sue forme più inusuali,ovvero l'amore tra macchina e uomo.Inoltre sia il regista che Theodore si chiedono come l'amore possa stare al passo con l'evolversi di una persona: le persone crescono, e conseguentemente cambiano, perciò anche l'amore è destinato a cambiare, a finire, nonostante sia stato proprio esso a fomentare il mutamento.Il film scorre abbastanza lento tra momenti di puri silenzi e verbosità eccessiva, purtroppo non coglie e non dà troppo peso alla cornice in cui i protagonisti agiscono; perchè, ad esempio, non approfondire proprio il tema che il regista, invece, ha deciso di trascurare a favore di una tipica love story (come egli stesso la definisce)? Samantha è un essere umano senza corpo, predisposta al cambiamento perchè ha capacità di apprendimento, anche se in qualche modo Theodore la vede legata a sè, incapace di abbandonarlo. Più che un amore puro, si tratta di un' ancora d'appiglio in un mondo su cui non è ancora pronto ad affacciarsi, è un modo per giustificare il suo fallimento nella vita reale e per dimostrare di riuscire ancora ad amare, tuttavia la torre che Theodore si è costruito attorno è pronta a sgretolarsi.Questo è il punto di debolezza di un'occasione che è stata sprecata: concentrarsi esclusivamente su una love story, tralasciando il background temporale in cui è ambientata, rischia di non sfruttare a pieno il potenziale del soggetto e di scadere nell'ordinario e nel melenso, come accade in Her. Sarebbe stato interessante ampliare il discorso e porre degli interrogativi sulle contraddizioni tra tecnologia e connessioni umane, sulle reali differenze che separano un SO così sofisticato da un essere umano, capire se Her, lei, può essere considerata un uomo vero ...Indubbia la bravura di Scarlett Johansson in voice-over (le mancava davvero solo il corpo sulla scena), fin troppo depresso Joaquin Phoenix.Un fuoco d'artificio che non è esploso.
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