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Javier Bardem: latino dentro

Icona virile al suo debutto, l'artista ha piegato quell’immagine per diventare una star coi piedi per terra. Ora al cinema con la dissacrante commedia Il capo perfetto.
di Marzia Gandolfi

Javier Bardem (Javier Encinas Bardem) (55 anni) 1 marzo 1969, Las Palmas de Gran Canaria (Spagna) - Pesci.
lunedì 27 dicembre 2021 - Celebrities

Dell’arte cinematografica dell’epifania, l’apparizione di Javier Bardem sullo schermo è l’impronta letterale. Armato di un prosciutto e dei suoi vent’anni, è la rivelazione del torrido film di Bigas Luna (Prosciutto, prosciutto). È il 1992, è il suo primo ruolo da protagonista dentro jeans così stretti che disegnano tutta la sua gloriosa anatomia. A torso nudo dice “te quiero”, ‘prende il toro per le corna’ ed è praticamente la quintessenza della Spagna. Il film segna l’avvento dell’uomo-oggetto che non ha che per totem il suo fallo ma Bardem non ci sta o ci sta quanto basta.

Il suo corpo è uno spettacolo e il film non è che un vestito, uno dei tanti che l’attore indosserà in una carriera che è un mélange di sogno americano e mise en abyme del suo percorso. Quel fisico massiccio, su cui Hollywood proietta un ideale di virilità, Bardem lo piega alla sua idea del mestiere d’attore, performance dopo performance, praticando il trasformismo fisico e mentale. Il ruolo del sex-symbol gli va stretto al punto da portare i sentimenti dei suoi personaggi al di là delle passioni ordinarie, fino ad acquisire negli anni quella bellezza vera che si contempla sul fondo degli occhi e non a fior di pelle.

Le sue metamorfosi sono impressionanti e quel corpo-massa si fa strumento docile allo sguardo. Invecchia, ingrassa, si femminilizza, si virilizza all’occasione, si ridicolizza, si spegne dentro un letto o inchiodato a una sedia a rotelle, disegnando tutte le esistenze per apprendere il mondo con un altro sguardo: quello di un grande scrittore cubano perseguitato e malato (Prima che sia notte), quello di un tetraplegico condannato all’immobilità totale (Mare dentro), quello di un sicario “stupido”, nell’accezione coeniana (Non è un paese per vecchi), quello di un trafficante di miseria in una Barcellona senza sole (Biutiful). Volto picassiano e naso schiacciato da un pugno e un colpo del destino, Bardem debutta nella Spagna post movida, dove niente è tabù, dove si può dire qualsiasi cosa e dove emergono i personaggi emarginati dalle produzioni precedenti: l’omosessuale, il travestito, l’eroinomane, il transessuale. Il suo percorso artistico si snoda attraverso la Spagna, l’Europa, la Hollywood di ordinaria follia dei fratelli Coen e il parco a tema Disney, di cui diventa l’attrazione esotica (Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar (guarda la video recensione)).

“Scoperto” da Bigas Luna (Le età di Lulù) e sfidato da Pedro Almodóvar (Carne trémula) è segnato da una tradizione tutta iberica di melodramma, combinazione smisurata di tragedia e commedia, surrealismo e grottesco. Bardem è un attore che si lascia abitare generosamente dai suoi personaggi, quasi sempre mostrati nella semplicità dei loro gesti “minimi”: andare al bagno, fare l’amore, mangiare, morire o lasciarsi morire. Se Woody Allen cavalca il ‘mascalzone latino’ facendone l’oggetto del desiderio di due donne in Vicky Cristina Barcelona, l’attore aggiunge (sempre) materia alla sua immagine giocando ‘in casa’ dove recentemente ritrova Fernando León de Aranoa. Con lui aveva speso anni prima un lunedì al sole, per lui era stato impiegato di cantiere in piena lotta sindacale. Oggi salta la barricata e indossa il costume del buen patrón in una commedia nera e ‘bilanciata’ come le bilance industriali che commercia il suo personaggio.


Diretto di nuovo da de Aranoa (Il capo perfetto), Bardem adotta un tono comico e il fascino manipolatore di un mostro nascosto dietro l’impeccabile cravatta o l’inossidabile scollo a V. Contrappunto amorale a I lunedì al sole, Il capo perfetto secondo Bardem miscela potenza e morbidezza, sensualità cruda e giovialità, cimentandosi in permanenza con la ‘carne’ e le emozioni come solo lui sa fare. Perché l’attore è decisamente attirato dal côté fisico del suo mestiere, che Almodóvar gli aveva imposto come una sfida ‘mettendolo a sedere’ (Carne trémula).

 


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