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Ultimo aggiornamento lunedì 8 ottobre 2018
La vita di Pablo Escobar dall'ascesa criminale all'inizio degli anni Ottanta fino alla morte nel 1993, passando per gli anni del narcoterrorismo e il rapporto con la giornalista Virginia Vallejo. In Italia al Box Office Escobar - Il Fascino del Male ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 3,5 milioni di euro e 957 mila euro nel primo weekend.
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Virginia Vallejo, celebre anchorwoman colombiana ha chiesto asilo politico agli Stati Uniti. Amante appassionata di Pablo Escobar, criminale e trafficante di cocaina senza scrupoli e rimorsi, ha deciso di raccontare alla DEA gli anni della loro relazione e dell'ascesa vertiginosa del 'patrón' di Bogotà. Ambiziosa e decisa a saperne di più di quello che diventerà in pochi anni il più ricco e potente trafficante di sempre, Virginia si innamora di Pablo e lo sostiene nella carriera politica sorvolando su quella criminale. Ma i desideri di Pablo sono più voraci dei suoi e finiscono per trascinarla in un abisso da cui le tenderà la mano l'agente Neymar della DEA.
Ventiquattro anni dopo la sua morte, la vita di Pablo Escobar assomiglia ancora a una successione impetuosa di colpi di riflettori, di istantanee di luce piena che preservano tuttavia le ombre indispensabili alla leggenda del più grande narcotrafficante della storia.
L'irraccontabile barone della droga che mise a ferro e fuoco e sangue la Colombia degli anni Ottanta. Anni di violenza brutale spezzati dalla diffusione mondiale della polvere bianca. La fascinazione che il suo personaggio continua a esercitare rimane intatta, come dimostra la stupefacente serie di Netflix (Narcos), che rivendica l'impossibilità di conoscere la verità e sbatte in faccia allo spettatore l'abisso dell'ignoto. O confermano i film come The Infiltrator, storia vera di Robert Mazur, agente dello U.S. Customs Service che si infiltrò nell'organizzazione di Escobar per smascherare il sistema di riciclaggio del denaro sporco.
Terzo in ordine di tempo, Escobar - Il fascino del male assume il punto di vista di Virginia Vallejo, amante del nostro, che riparò negli States la disfatta. Adattamento del suo libro, "Loving Pablo, Hating Escobar", il dramma di Fernando León de Aranoa si concentra sulla relazione tumultuosa degli amanti provando inutilmente ad afferrare il profilo fuori norma del più grande pirata del XX secolo. Convinto al contrario di essere un dannato eroe popolare, la sua natura di bestia sanguinaria si svelerà progressivamente e quasi involontariamente.
Diversamente dalla serie creata da Chris Brancato e Doug Miro, Escobar - Il fascino del male non riesce a riempire i vuoti con l'immaginazione o l'interpretazione di un punto di vista morale. Generico e posticcio, come le acconciature dei suoi protagonisti, si accontenta di snocciolare una serie di episodi biografici focalizzati su un periodo di tempo ristretto, compreso tra la fondazione del cartello di Medellín e la morte di Escobar sui tetti della sua città. Come Alejandro Amenábar e J. A. Bayona prima di lui, Fernando León de Aranoa declina la lingua di Cervantes e getta il cuore oltre l'oceano, inseguendo la propria ambizione dentro le realizzazioni hollywoodiane. Agli attori anglofoni, preferisce tuttavia Javier Bardem e Penélope Cruz che masticano l'inglese e mordono lo spagnolo, che quando è concesso apre bagliori di luce esprimendo la verità emotiva dei rispettivi personaggi.
L'Escobar di Bardem, privato della sua lingua, perde di fatto la propria identità e la propria onestà emozionale. Icona virile al debutto di carriera, l'attore ha spostato progressivamente verso l'alto il centro di gravità del suo corpo, inibendo l'esuberanza carnale dei suoi personaggi a favore di una nevrosi dagli accenti grotteschi, che serve bene l'esercizio artificiale del regista iberico. Al suo fianco, Penélope Cruz, sempre indecisa tra la femme infantile e quella fatale, ha abbandonato da tempo il suo corpo spagnolo per quello ispanico. Attraversando l'oceano si è creata una figura nuova, ancorata alla Spagna ma influenzata dalle problematiche americane. Su è giù dallo schermo si invaghisce del suo 'mascalzone latino' e fa il minimo in un film superfluo che ignora qualsiasi referenza al realismo magico per sposare il didascalismo del racconto televisivo.
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Ancora Escobar. Questa volta in un film davvero inutile in cui si sprecano due superstar hollywoodiane. Girato come una telenovela, tutto è fintissimo come le parrucche di Bardem e Cruz. E soprattutto l'inguardabile pancia-fasulla di Bardem. E anche i dialoghi sono da telenovela, una barzelletta. Se vi affascina la storia del criminale Pablo Escobar, il punto di riferimento [...] Vai alla recensione »
Negli ultimi anni la figura del più grande narcotrafficante mai esistito è sotto una continua analisi. Tra serie tv e varie pellicole di buon successo, Pablo Escobar continua ad essere “venerato” e raccontato sotto diversi aspetti della sua lunga carriera di boss colombiano. Nel caso de Escobar - Il fascino del male, la vicenda è raccontata sotto il punto di vista di [...] Vai alla recensione »
#Venezia74. LOVING PABLO. La nascita e l'espansione del narcotraffico attraverso l'ascesa e il declino del cartello colombiano di Medellin capeggiato da Pablo Escobar. La testimonianza e' quella della giornalista televisiva Virginia, interpretata dalla Cruz, a lungo l'amante di Pablo. Atrocita' e omicidi propinati con ghignante sequenzialita', ritmati a suon di musica come avrebbe fatto Scorsese (con [...] Vai alla recensione »
"Loving Pablo"(Fernando Leo'n de Aranoa, dal libro autrobiografico di Virginia Vallejo, giornalista realmente innamorata del boss, 2017)e'una biografia di Pablo Esbobar dall'angolo visuale di Virginia Vallejo, appunto, ossia di una star della TV colombiana(gionralista)che, intevistando Esboar, se ne era innamorata, distinguendo pero'l'uomo amante dal cinico narcotrafficante [...] Vai alla recensione »
La vita del più grande narco trafficante della storia raccontata sulla base del rapporto con la giornalista colombiana, Virginia Vallejo, interpretata dalla bellissima Penelope Cruz. La trama è intrigante, appassionante, la cifra criminale fa il paio con il coraggio dell’uomo che ha proposto al suo governo l’amnistia in cambio dell’accollo del debito pubblico e che si [...] Vai alla recensione »
Amanti Latini. Tradizione vuole che non ce ne siano raccomandabili. Di solito, si tratta di creature immorali che in un'attrazione rovinosa s'incamminano in un percorso di delitto e di abiezione che porta inevitabilmente a qualche tragedia. Ma nel film c'è anche romanticismo. Vero, autentico. Non dei protagonisti ma degli stagionati colomboni che li impersonano.
Approcciarsi ad un’opera del genere non è sicuramente tra le cose più semplici, soprattutto per due motivi: il primo è che riuscire a raccontare qualcosa di originale e nuovo su uno dei personaggi più narrati della storia del cinema e della letteratura in genere non è facile, il secondo è che creare un prodotto a distanza così ravvicinata [...] Vai alla recensione »
“Escobar. Il fascino del male” (Loving Pablo, 2017) è l’ottavo lungometraggio del regista-sceneggiatore madrileno Fernando Leon de Aranoa. A pochi anni dal film ‘Escobar: Paradise Lost’ di Andrea Di Stefano (del 2014 e distribuito in Italia a fine Agosto 2016 con incassi non certo eclatanti) ecco [...] Vai alla recensione »
povero escobar non la finiscono più di cannibalizzare la sua (corta) vita per dare in pasto al pubblico un po di sangue e violenza, nessuna introspezione del personaggio solo gigionismo dei due interpreti altamente sopra le righe, soprattutto la cruz, il tutto visto dall'angolazione americana sfacciatamente razzista nei confronti dei boliviani, siano essi spacciatori arricchiti pedofili [...] Vai alla recensione »
Negli ultimi tempi, il cinema sembra aver scoperto la figura di Pablo Escobar, potentissimo narcotrafficante colombiano che tra la fine degli anni '70 ed inizio anni '90, mise a ferro e fuoco la Colombia. O, quanto meno, chi provò ad ostacolarlo.Se con Escobar del 2014, diretto da Andrea De Stefano, con il grande Benicio Del Toro, il criminale-benefattore veniva ritratto dalla prospettiva del nipote [...] Vai alla recensione »
Attraverso il controverso rapporto con la giornalista Vallejo, si narra la vita del celebre narcotrafficante Pablo Escobar, dalla sua ascesa fino alla sua morte. Un Javier Bardem in stato di grazia si cuce addosso i panni scomodi di un antieroe le cui gesta seducono tuttora nonostante i numerosi anni trascorsi dalla sua morte.
Storia della grandezza dello spaccio nonchè di tossici per il mondo... più assurda e grande della storia, con fesserie senza utilità ne responsabilità per il guadagno escbar parlando di maigrant coniando delle dosi per i tossici lui compreso, e nonchè leggendosi le cronache ringonfio delle sue convinzioni di tossico e spacciatore inventò la biodiversità [...] Vai alla recensione »
Se qualcuno non avesse mai sentito parlare di Pablo Escobar e dovesse farsene un'idea da questo film beh allora dopo il film parlerebbe di Pablo Escobar il benefattore e innocente imprenditore colombiano. Perché di Pablo Escobar capo del narcotraffico, tra i piu spietati e violenti della storia in questo film non c'è traccia. Film ulteriormente edulcorato dall'insignificante presenza di Penelope Cruz.Film [...] Vai alla recensione »
Forse era un grande imprenditore, però doveva coltivare qualcos'altro, ne giovava il suo paese, peccato.
Che delusione: il regista de I lunedì al sole è finito a fare un polpettone ritrito in salsa colombiana, su quella che ormai è diventata una sorta di mitologia di Pablo Escobar. Sgagherato, diseguale, a tratti pure noioso: davvero mediocre.
Polpettone che racchiude il peggio dell'epica del gangster movie. Già visto a Venezia, dove era stato accolto malissimo. E, direi, a ragione.
Non avendo letto Amando Pablo, odiando Escobar (Giunti Editore, 2007) di Virginia Vallejo - un tempo noto volto della tv colombiana e ora testimone sotto protezione in Usa - non sappiamo se il piglio delle sue memorie è simile a quello di un romanzetto rosa. Ma a giudicare dal film che il madrileno Fernando Leòn de Aranoa ( I lunedì al sole ) ne ha tratto, si direbbe che la giornalista, raccontando [...] Vai alla recensione »
Ascesa e caduta di Pablo Escobar, il famigerato boss della droga che in pratica governò la Colombia facendo strage di oppositori e instaurando un regno di terrore, inquadrate dal punto di vista della sua amante, la giornalista Virginia Vallejo. E qui sta il problema di Escobar - Il fascino del male, mafia-movie presentato fuori concorso a Venezia: perché se non ignori la storia del narcotrafficante [...] Vai alla recensione »
Nel dicembre 1993 il colpo di grazia di un poliziotto chiude la vita del colombiano Pablo Escobar, che una poesia alla memoria definisce - affettuosamente, sebben non sembri - hijo de puta maximo. Francesco De Gregori non alludeva a lui cantando: «Hanno ammazzato Pablo / Pablo è vivo», eppure tuttora tv e cinema lo evocano, in cerca come sono di miti di ieri, innocui e redditizi.
La figura di Pablo Escobar, negli ultimi tempi, è stata al centro di film e serie Tv che ne hanno riletto la carriera criminale in maniera diversificata. Qui, si prende spunto dal libro Loving Pablo, autobiografia della tele-giornalista Virginia Vallejo, prima amante del boss e poi pedina chiave per la sua caccia da parte dell'FBI. Funziona la coppia Bardem-Cruz e gli eventi sono riportati in maniera [...] Vai alla recensione »