![]() |
ricerca avanzata |
|
|||
|
|
![]() Si è vero, sono laureato, ma è un errore di gioventù del quale sono profondamente consapevole!
dal film Smetto quando voglio (2013)
Edoardo Leo Pietro
vota questa frase:
0
1
2
3
4
5
|
Regista esordiente, attore preparato e sceneggiatore sperimentale. Edoardo Leo è noto al grande pubblico soprattutto per ruoli in fiction di successo come Un medico in famiglia e Ho sposato un calciatore. Ma dietro l'aria da bravo ragazzo si nasconde un giovane uomo pieno di determinazione, che ha in cantiere mille progetti, uno più interessante dell'altro. Il fisico asciutto e lo sguardo misterioso rivelano che oltre all'apparenza c'è tanta sostanza, pronta ad esplodere al momento giusto.
Formazione
Edoardo Leo nasce nel 1972, a Roma. Nel 1999 si laurea in Lettere e Filosofia all'Università La Sapienza. Il suo amore per la recitazione e la forte volontà di farne un mestiere lo inducono ad iscriversi giovanissimo a corsi teatrali, fino alla fondazione di Calciattori team, una squadra fondata con altri amici attori, con il fine di disputare partite per beneficenza.
Esordi
Inizia la sua carriera nel 1995, sul piccolo schermo, con La luna rubata per la regia di Gianfranco Albano. Il 1997 è l'anno di un altro film per la tv, Avvocato Porta, ma anche l'anno del cinema: l'esordio sul grande schermo avviene, infatti, con il film di Cecilia Calvi La classe non è acqua. Da allora cinema e tv se lo contendono. Edoardo Leo inizia la sua ascesa che lo porta a diventare uno dei giovani attori italiani più richiesti.
Il successo in tv e l'amicizia con Fragasso
Tra il 2003 e il 2004 partecipa a due stagioni consecutive del successo televisivo Un medico in famiglia, nel ruolo di Marcello, ragazzo onesto e leale, innamorato della dottoressa interpretata da Martina Colombari. Da qui arriva la notorietà. Ma qualche anno prima è già stato notato dal regista Claudio Fragasso, che lo inserisce nel cast di Operazione Odissea (1999), e lo richiama nel 2003 per l'action Blindati. Nel frattempo, tanti sono i film (fra i quali Gente di Roma, di Ettore Scola), ancor di più le fiction: Ho sposato un calciatore, Caterina e le sue figlie 2, Romanzo criminale - La serie, I Cesaroni 3, Crimini 2, Il signore della truffa. Nel 2011 è nel cast del drammatico Dov'è mia figlia, di Monica Vullo, con Claudio Amendola e Serena Autieri.
Non solo attore
La voglia di mettersi in gioco è grande: Edoardo Leo decide di spostarsi dall'altro lato della macchina da presa e nel 2009 indossa la triplice veste di sceneggiatore, interprete e regista del film drammatico Diciotto anni dopo. Fa centro con questo road movie tutto italiano. La pellicola racconta la storia di due fratelli (Edoardo Leo e l'amico attore Marco Bonini) che affrontano un viaggio insieme dopo anni di separazione, a causa della morte della loro madre. Il film riceve ottimi apprezzamenti dalla critica e viene nominato ai Nastri d'Argento e ai David di Donatello, vincendo infine numerosi premi nei Festival di tutto il mondo. Nel 2012 recita accanto a Michele Placido e Raoul Bova nella commedia Viva l'Italia, e l'anno successivo torna dietro alla macchina da presa per raccontare la storia di un uomo che si scopre padre all'improvviso di un'adolescente in Buongiorno papà. Nel 2013 è inoltre nel cast del film dell'esordiente Sydney Sibilia Smetto quando voglio e l'anno successivo lo troviamo in Pane e Burlesque, diretto da Manuela Tempesta. Il 2015 è l'anno di Noi e la Giulia, da lui diretto e interpretato, e vincitore del Nastro d'Argento 2015 per la miglior commedia. Lo stesso anno affiancherà il trasformista Marco Giallini nella commedia di Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci Loro chi?. Ritroverà il comico romano nella commedia di Paolo Genovese Perfetti sconosciuti (2016). Ancora nel 2016 dirige il suo quarto lungometraggio, Che vuoi che sia, di cui è anche protagonista al fianco di Anna Foglietta e Rocco Papaleo. Dopo numerose commedie, tra cui altri due capitoli di Smetto quando voglio, e Gli uomini d'oro, si fa notare per il ruolo di Alessandro ne La dea fortuna di Ozpetek, e interpreta il marito di Elisa Girotto nel film tratto dalla sua storia: 18 regali. Inoltre partecipa ai due film di Massimiliano Bruno Non ci resta che il crimine e Ritorno al crimine.
Cortometraggi
Dopo aver partecipato a due cortometraggi (7, 5 gradi alcolici, 2001; Tutto brilla, 2004) nel 2011 ne gira lui stesso uno dal titolo: L'acqua e la pazienza.
Vita privata
Ama trascorrere le giornate nella casa di campagna di famiglia. È un ottimo intenditore di vini pregiati.
Direi che è stato un successo assoluto, la degna celebrazione di venticinque anni di storia. Ci hanno inviato film da 90 paesi, e siamo molto sorpresi dalla risonanza mediatica che siamo riusciti a raggiungere, segno che il nostro festival continua a suscitare attesa a livello internazionale, come del resto già sapevo.
Cosa è cambiato per Capri Hollywood con la versione digitale?
Abbiamo avuto dei riscontri di cui sarà difficile non tenere conto, d’ora in avanti. A mio avviso in futuro tutte le organizzazioni dovranno pensare a impostare due festival in parallelo, uno fisico e uno digitale. Questo ci dicono gli ottimi dati della visione in streaming.
Il suo festival ha una struttura inusuale per quanto riguarda la selezione e la premiazione. Non avete cambiato nulla per questa edizione così particolare?
Abbiamo nel board diverse eccellenze in ogni settore. Non vogliamo essere un festival chiuso, con gli amici degli amici. L’aspirazione è sempre di aprirsi anche a livello internazionale, incorporando i vincitori passati nel processo di selezione futura. Tra Los Angeles e Capri abbiamo costruito una rete di artisti che si esprimono nella ricerca dei film a cui dare visibilità.
Con un processo così decentralizzato non rischia di mancare una visione d’insieme?
Secondo me la visione d’insieme è un concetto antico. Anche le giurie dei festival internazionali sono un po’ antiche, con verdetti troppo spesso frutto di mediazione. Giudicare l’arte è un po’ strano. Se si lascia il giudizio della vita di un film a un cinefilo puro che però non tiene conto dei fattori distributivi, si rischia che l’opera non arrivi mai al pubblico. I premi devono vincerli film che meritano sia dal punto di vista critico che popolare.
Una filosofia che guarda al mainstream, dunque.
Certo. E soprattutto all’eccellenza. Tra i nostri premiati ci sono tantissimi vincitori di Oscar. Abbiamo un po’ di tutto, dai giovani come Pietro Castellitto a grandi film come The trial of the Chicago 7. Negli anni abbiamo avuto a Capri tanti nomi di belle speranze che nessuno conosceva, e che oggi sono dei divi in America. Ricordo anche tra gli italiani Edoardo Leo, che portammo negli Stati Uniti con il suo primo film da regista.
Come sono nate le retrospettive e gli omaggi di quest’anno ad alcuni grandi nomi del cinema italiano?
Sorrentino è stato il nostro padrino e ha premiato Antonio Capuano. Ci è sembrato giusto programmare alcuni suoi film. Abbiamo avuto Gianfranco Rosi, che è il candidato italiano agli Oscar, e volevamo quindi sostenerlo. Gianfranco è un affabulatore, intriga, desta attenzione ovunque vada. Per questo abbiamo aperto il festival con un evento faccia a faccia che lo ha visto protagonista. È stata la prima retrospettiva italiana su Rosi in assoluto, cosa che ci rende molto felici. Abbiamo cercato di essere “sul pezzo” anche con nomi più giovani, ad esempio premiando Salvatore Esposito e Matilda De Angelis, protagonisti di serie americane come Fargo e The undoing. Cerchiamo di cogliere tutti i fatti salienti dell’anno che va a concludersi e anticipare ciò che verrà.
Come descriverebbe l’atmosfera durante il festival a Capri, che ovviamente è mancata quest’anno?
Siamo sempre tra classico e il moderno, tra cult e pop. Del resto è questo il carattere di Capri, che è l'isola dell’accoglienza, aggregante. Chi la visita si può trovare seduto di fianco a uno studente così come a Julia Roberts. Per 25 anni le nostre proiezioni sono state gratuite e aperte al pubblico. Chi prima arriva si siede. E il successo digitale di quest’anno mi rende felice perché cancella la menzogna di alcune persone gelose, secondo le quali saremmo soltanto una destinazione vacanziera invernale per i divi. Anche senza poter accedere a Capri, più di ottanta artisti hanno partecipato alle nostre iniziative e incontri.
Dopo venticinque anni, come si è evoluto ed è cambiato il festival che lei ha fondato?
Non è cambiato affatto, dal primo giorno a oggi. Capri è come Venezia e Roma, come Parigi e New York: un’attrazione turistica globale, una garanzia d’estate come d’inverno. Abbiamo mantenuto sempre lo stesso spirito, è tutta una questione di arte e amicizia. Proprio per questo spero che Laura Pausini vinca l’Oscar per la canzone del film La vita davanti a sé, e che lo vinca anche la protagonista Sophia Loren. Sarà un anno anomalo per gli Oscar, in cui deve vincere il simbolo più che il solo talento. Noi siamo sempre in prima fila per il sostegno durante gli Academy awards. Ricordo con orgoglio l’Oscar per Lina Wertmüller, che fu la nostra prima madrina. Ci siamo spesi per la sua campagna, come avevamo fatto per la stella sulla Walk of fame per Morricone, Bertolucci e la stessa Lina. Siamo una piccola ma determinata realtà indipendente che si batte per le eccellenze italiane.
A cominciare da Claudio Bisio, capocomico del gruppo, che ha il ruolo del commissario venuto dal Nord Valerio Cinardi. Bisio è inizialmente spinto dalla regia e dal copione a fare leva soprattutto sulla sua corda malinconica, ma questa facciata è destinata a scongelarsi, e a rivelare la verve surreale del maestro di cerimonie di Zelig, attore feticcio di Gabriele Salvatores e protagonista di molte commedie italiane recenti, fra cui ben tre girate proprio con Luca Miniero: Benvenuti al Sud, Benvenuti al Nord e Non c’è più religione. A fare da contraltare al commissario di Bisio è Margherita Nardelli, emissario del Ministero interpretata da Stefania Rocca, una donna apparentemente algida e distaccata ma che si rivelerà una donna fragile, emotiva e pronta ad aprirsi in un'inaspettata amicizia.
Spesso visto in ruoli di commedia è anche Pietro Sermonti, la cui autoironia è nota dai tempi in cui interpretava Stanis La Rochelle in Boris. Ma anche nella saga di Smetto quando voglio e nel surreale Cristian e Palletta contro tutti ha avuto modo di mostrare le sue doti comiche, particolarmente efficaci quando deve apparire non particolarmente astuto e brillante, come nel ruolo del sovrintendente Nicola Gargiulo di Cops - Una banda di poliziotti.
Francesco Mandelli mette invece a frutto la sua militanza ne I Soliti Idioti nel ruolo di Benny The Cop, poliziotto con il mito dei serial americani. Mandelli, insieme a Fabrizio Biggio, si è fatto un nome con le maschere di Ruggero “Dai, cazzo!” De Ceglie, Fabio o Sebastiano il motociclista, ed è anche apparso in svariati cinepanettoni. Il suo personaggio in Cops - Una banda di poliziotti è forse il più apertamente (e fisicamente) comico: il suo modo fallico di sparare, almeno nei sogni, e il gesto con cui toglie e rimette le lenti da sole sopra gli occhiali da vista sono i tormentoni del film.
Nel ruolo di Tonino troviamo un interprete dal solido background teatrale e cinematografico come Dino Abbrescia, apprezzato da Checco Zalone ma anche da registi drammatici come Gabriele Salvatores e Sergio Rubini. L’autoritaria ispettrice Maria Crocifissa Cercola è invece interpretata da un’attrice, Giulia Bevilacqua, che ha raggiunto la notorietà nel ruolo di una poliziotta “vera” nella serie Distretto di Polizia. Ma anche lei ha già militato in commedie come Cardiofitness, Tutta colpa di Freud e Natale col boss, per poi diventare la Milady de I moschettieri del re.
Da Smetto quando voglio arriva anche Guglielmo Poggi, che in Cops - Una banda di poliziotti ha il ruolo del poliziotto fieramente gay Tommaso: nella saga diretta da Sydney Sibilia era l’alunno che prendeva lezioni private dal professore (Edoardo Leo), ed è poi stato coprotagonista della commedia amara Il tuttofare accanto a Sergio Castellitto. Amato anche da Massimiliano Bruno, Poggi è uno dei giovani attori più promettenti della sua generazione.
Chiude il cast comico di Cops - Una banda di poliziotti Giovanni Esposito, esponente della scuola comica napoletana che ha recitato accanto ad Aldo, Giovanni e Giacomo, Ficarra e Picone e Alessandro Siani (ed era un irresistibile Mariano Apicella in Loro di Paolo Sorrentino).
prossimamente al cinema | Film al cinema | Novità in dvd | Film in tv |
venerdì 15 gennaio Disincanto - Stagione 3venerdì 1 gennaio Cobra Kai - Stagione 3giovedì 31 dicembre Sanpa: luci e tenebre di San Patri... |
martedì 19 gennaio Il grande passoJack in the Box Il delitto Mattarella La piazza della mia città - Bologn... mercoledì 13 gennaio TenetIl giorno sbagliato Undine - Un amore per sempre Miss Marx La candidata ideale mercoledì 30 dicembre Non odiareNotturno Siberia The Vigil Dreambuilders - La fabbrica dei sogni Balto e Togo - La leggenda mercoledì 16 dicembre Il primo annoFellini degli spiriti giovedì 10 dicembre Dogtooth |
oggi lunedì 18 gennaio Il codice Da Vinci (21,30 TV 8) Nemico Pubblico - Pu... (21,00 Iris) 88 minuti (22,40 Sky Cinema Action) Flightplan - Mistero... (23,45 La7) Hunger Games - La ra... (21,04 Canale 20) Cappuccetto Rosso sa... (21,15 Premium Cinema 1) Schegge di paura (21,15 La7) I mercenari 2 (21,20 Italia 1) Unstoppable - Fuori ... (0,01 Canale 20) Non è un'altra stupi... (2,00 TV 8) I mostri oggi (21,00 Cine34) Lo straordinario via... (22,50 Sky Cinema Family) martedì 19 gennaio La prima cosa bella (21,00 Cine34) Tonya (21,10 Rai Movie) Ti Presento Sofia (21,15 Premium Cinema 3) Rampage - Furia animale (21,20 Italia 1) Tutte contro lui (21,25 Nove) Hunger Games - La ra... (23,19 Canale 20) Un sacchetto di biglie (21,25 RaiUno) Mediterraneo (1,25 Cine34) Somewhere (21,15 Premium Cinema 2) |
|
Altri prossimamente » | Altri film al cinema » | Altri film in dvd » | Altri film in tv » |