Perché un film di fantascienza deve mostrare inattaccabile plausibilità scientifica, battute perfette, ritmi impeccabili e linee narrative granitiche per avere la facoltà di veicolare un semplice messaggio? E' chiaro che, per carità, chiunque si guardi un film abbia tutto il diritto di pensarne ciò che vuole e di farlo sapere a tutte e cinque le dimensioni dell’universo, però –come per tutte le cose- potrebbe anche essere augurabile porre un limite alla spocchiosità e alla, in fin dei conti, superficialità di certi commenti. È molto divertente analizzare un film fin nei minimi dettagli, scomporlo e soppesare perbene ogni singolo pezzo per arrivare in ultimo a costruire un parere solido e giustificato, lo riconosco, però la mia opinione è che non sia questa che si è partorita in questo modo l’idea definitiva che alla fine se ne dovrebbe avere. Idea definitiva?
Con un esempio un po’ fuori luogo: l’idea definitiva del senso di un’opera come un film forse non è qualcosa dato dalla somma delle sue parti, così come l’idea della bellezza di un quadro impressionista non è data semplicemente dal guardare da vicino ogni pennellata da cui è composto.
C’è sempre qualcosa che sfugge quando si pensa di aver capito, e soprattutto c’è sempre qualche punto in cui cadiamo quando pensiamo di saperla più lunga di qualcuno.
Siamo davvero sicuri che se dei pesantissimi errori scientifici sulla teoria della relatività (il funzionamento preciso dei wormholes e dei buchi neri), sulla meccanica quantistica o anche solo sullo spazio “classico” (l’ormai tristemente famosa luce nei tre pianeti –ma lì in giro non poteva esserci una straccio di stella da qualche parte, magari non inquadrata?) sono venuti in mente a studenti di seconda liceo, non possono magari essere anche solo passati per l’anticamera del cervello di un fisico teorico di rilevanza internazionale? Penso che non si debba giudicare un film come questo sulla base di quanto sia fondato o meno, ma a seconda di quanto sia forte il suo significato. Penso che Nolan abbia costruito una storia fantascientifica non per giocare a chi fa il film più realistico sullo spazio, ma per poter trasmettere un messaggio quasi “fantascientifico”: stiamo cercando il senso dell’universo nel modo sbagliato. Forse la relatività è così complessa perché alla fine è semplice, così come forse le relazioni umane sono così complesse perché si muovono da emozioni semplici e straordinarie nella loro essenzialità.
Come molti altri hanno notato, e molto meglio di me, Nolan punta il dito verso lo spazio ma lo rivolge in realtà dentro ognuno di noi; però –e forse qui sta la sua vera forza- dallo spazio non si allontana, non lo usa come un semplice veicolo di un significato con cui non abbia niente a che vedere, ma come un mezzo che si muove grazie agli stessi istinti, alle stesse emozioni, agli stessi sentimenti che muovono noi. E ditemi se non è affascinante.
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