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F. Murray Abraham

F. Murray Abraham (Murray Abraham). Data di nascita 24 ottobre 1939 a Pittsburgh, Pennsylvania (USA).
Nel 1985 ha ricevuto il premio come miglior attore al Premio Oscar per il film Amadeus. F. Murray Abraham ha oggi 84 anni ed è del segno zodiacale Scorpione.

Il nero Salieri

A cura di Fabio Secchi Frau

Niente di pacifico nei suoi lineamenti, nemmeno nel suo sguardo che si sa tingere di quei toni di violenza, solitudine, perversione e ossessione come pochi attori sono in grado di fare. Attore dal sangue multietnico, nato da genitori italiani e siriani, ma cresciuto in Texas, a El Paso, F. Murray Abrhahm è uno degli attori migliori in circolazione.
Studente della University of Texas, ha imparato a recitare sotto la guida di Uta Hagen a New York. Il suo debutto sul palcoscenico avviene a Los Angeles, in una pièce teatrale del mitico scrittore di fantascienza Ray Bradbury "The Wonderful Ice Cream Suit" e poi a New York in "The Fantasticks". Per dieci lunghissimi anni, si concede senza distrazioni al teatro, raggiungendo quella che è la sua missione: avere una buona reputazione, seppur non ottenendo mai la notorietà. Fra una tournee e l'altra si sposa con Kate Hannan, nel 1962, dalla quale ha due figli.
Dopo l'apparizione in una pubblicità di intimo maschile, debutta al cinema con il film They Might Be Giants di Anthony Harvey con Joanne Woodwad, ma è solo dopo piccolissime apparizioni in Serpico di Sidney Lumet, I ragazzi irresistibili di Herbert Ross, Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula e molta tv (appare anche in Kojak) - anche italiana (come non riconoscerlo nella miniserie Marco Polo di Giuliano Montaldo, 1982) -, che arriva il suo momento d'oro. Lui è appena uscito da Scarface di Brian De Palma ed è fortemente voluto da Milos Forman per il ruolo dell'oscuro compositore Salieri nella pellicola Amadeus.
Sorprendente e bizzarro vederlo nei panni dell'antagonista del ben più stimato e leggendario bambinone Mozart. Il suo personaggio così ibrido e denso di sospetto e innocenza, ruvido, sporco, tiranno e bastardo, gli fa vincere prima il Golden Globe e poi l'Oscar come miglior attore protagonista (si narra che sia tornato a casa sua in metropolitana con la statuetta in mano). Da quel momento in poi l'oscurità e i personaggi tenebrosi saranno il suo marchio di fabbrica. Sarà il perfido e atroce inquisitore Bernardo Gui ne Il nome della rosa di Jean-Jacques Annaud e perfino il silenzioso Innominato nella miniserie italiana I promessi sposi (1989) per la regia di Salvatore Nocita (ma non è l'unico contatto italiano degli anni Ottanta, lo si riconosce anche in Russicum - I giorni del diavolo di Pasquale Squitieri).
Martin Sheen, Brian De Palma e perfino Woody Allen lo inseriscono in un loro film. Guillermo del Toro lo lancia nel mondo della fantascienza nella pellicola Mimic, seguito da Jonathan Frakes per l'ultima opera cinematografica sulla scia televisiva di Star Trek.
C'è da notare che un particolare privilegio nella sua filmografia viene dato al cinema italiano che sembra favorito rispetto a quello di altre nazioni. Titoli come I Giudici di Ricky Tognazzi, Un dono semplice di Maurizio Zaccaro, I cavalieri che fecero l'impresa di Pupi Avati e Piazza delle cinque lune di Renzo Martinelli, come pure Il mercante di pietre dello stesso autore, sono i motivi per cui Marzio Tremaglia gli ha conferito il Premio per gli Italiani nel Mondo per la sua distinzione nel campo cinematografico. Nel 2013 è tornato a lavorare con Martinelli per il film 11 settembre 1683, e successivamente con un altro italiano, Louis Nero, per il film Il mistero di Dante. Contemporaneamente lavora anche in America, come nel film dei fratelli Coen A proposito di Davis, premiato a Cannes 2013 con il Gran Premio della Giuria, e nel film di Wes Anderson The Grand Budapest Hotel, film d'apertura della Berlinale 2014.
Inscenare ossessioni da quasi trent'anni è il suo mestiere, ma il cinema italiano è più che onorato di avere avuto, e di avere ancora, fra le sue file un così ottimo interprete, capace di scuotere il buonismo dal suo torpore ignorante.

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Drammatico, (Italia - 2023), 98 min.
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