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Jean-Jacques Annaud

Jean-Jacques Annaud. Data di nascita 1 ottobre 1943 a Draveil (Francia).
Nel 1987 ha ricevuto il premio come premio speciale al David di Donatello per il film Il nome della rosa. Jean-Jacques Annaud ha oggi 80 anni ed è del segno zodiacale Bilancia.

Animalfool

A cura di Fabio Secchi Frau

Regista e sceneggiatore francese conosciuto in tutto il mondo per aver firmato pellicole di genere vario come il filosofico Sette anni in Tibet (1997), il bellico Il nemico alle porte (2001) e l'avventuroso Due fratelli (2004). Storicamente parlando, è forse l'unico fra i registi europei ad aver scelto più volte di dirigere gli animali, preferendo loro agli attori. Ma cinematograficamente parlando, anche di fronte alle nuove tecnologie che erano in grado di aiutarlo a creare qualsiasi bestia in CGI, ha scelto per averli comunque in carne e ossa, lottando con la loro natura animale che si scontrava con la potenza del suo obiettivo. Per la gioia degli amanti di una regia alla vecchia maniera. Chapeau. Molto spesso criticato aspramente dalla stampa per l'asciuttezza delle sue pellicole, si reputa invece un perfezionista e un tecnico del cinema eccellente, interessato e desideroso di controllare ogni tappa della realizzazione dei suoi film, persino quando questi vengono pubblicati in DVD. Ma mentre la critica storce un po' il naso di fronte alle sue pellicole, il pubblico le accoglie con entusiasmo. Amante della natura e studioso delle religioni animiste e pagane, è un anticolonialista convinto.

Studi
Jean Jacques-Annaud nasce il primo ottobre 1943 nel piccolo comune francese dell'Essone Juvisy-sur-Orge. Figlio di un ferroviere che aveva lavorato nella periferia parigina e di una segretaria. Cresciuto in un ambiente modesto, si appassiona al cinema fin dall'età infantile, amando le pellicole di Jean Renoir che diventano la sua ragion d'essere. Ciò lo spingerà a compiere studi di lettere e di greco antico, iscrivendosi prima all'École Louis-Lumière e poi all'IDHEC.

L'Oscar con Bianco e nero a colori
Dopo i primi lavori in campo pubblicitario come regista, con i primi guadagni decide di dirigere la sua opera d'esordio, il lungometraggio Bianco e nero a colori, storia di un gruppetto di coloni francesi residenti nel Camerun del 1915 (allora protettorato tedesco), che si accorgono, dopo mesi e mesi, della Prima Guerra Mondiale. Il film, vince nel 1976 l'Oscar come miglior film straniero. Sollecitato dai risultati, dirigerà Il sostituto (1978), scritto da Francis Veber e interpretato da Patrick Dewaere.

Il regista animalista
Negli Anni Ottanta, si avvicina a progetti più ambiziosi e costosi come La guerra del fuoco (1981) e L'orso (1988), due film che gli faranno ottenere il César come miglior regista e mostreranno il suo savoir-faire nella brillante e solida tecnica registica che ben gli è servita quando, nel 1986 e nel 1992, adattò al grande schermo romanzi come "Il nome della rosa" di Umberto Eco e "L'amante" di Marguerite Duras. La guerra del fuoco è un adattamento del romanzo omonimo di J.H. Rosny Ainé, grazie al quale Jacques-Annaud mette in scena una primitiva lotta di una tribù di Homo Sapiens per il possesso di una delle scoperte che cambiarono radicalmente l'evoluzione dell'uomo, con tanto di nascita di nuovo sentimento: l'amore. Mentre più cupo e grottesco sarà Il nome della rosa, che descriverà pienamente la bruttura tetra e di un poco ironico Medioevo amanuense, pesante nelle atmosfere, come nelle mostruose e deformi vicende. Puntando apertamente sul giallo, il film dissemina orrore e il regista incontra un altro notevole successo di pubblico. Con L'orso, tratto dal romanzo "The Grizzly King" di James Oliver Curwood, sfida i grandi registi del passato, seguendo le vicende di un vero orsetto rimasto orfano e poi adottato da un orso gigantesco e solitario che gli insegnerà a procurarsi il cibo. Jean Jacques-Annaud dirige per la prima volta un animale. E non un cane, non un gatto... ma un vero orso grizzly! Punta invece sull'erotismo con L'amante, sorprendendo lo spettatore con sontuose scenografie che descrivono perfettamente l'Indocina degli Anni Venti, all'interno della quale, una quindicenne francese diventa l'amante di un ricco uomo cinese più grande di lei. Si ama tutto di quel film, i corpi nudi che non trovano respiro nelle penombre delle stanze, i vasti paesaggi e la minuzia dei particolari. Nel 1995, dirige invece Wings of Courage, storia dell'aviatore Henri Guillumet che, dopo lo schianto del suo aereo sulle montagne andine, salvo per miracolo, tenta di tornare a casa. E due anni più tardi, basandosi sui testi di Heinrich Harrer (un alpinista austriaco che ha vissuto a stretto contatto con il Dalai Lama del 1939), realizza Sette anni in Tibet, forse una delle sue pellicole più fastose e illustri, piene di dettagli e di spiegazioni su una cultura nazionale che è ancora minacciata dal governo cinese. Purtroppo, proprio per questa pellicola, non sarà più il benvoluto in Cina, che muterà il suo parere sul regista solo in seguito. Con Il nemico alle porte (2001), raggiunge un apice stilistico finora mai toccato. Il serrato duello, al limite del genere western, fra un cecchino tedesco e uno russo nella battaglia di Stalingrado, esalta i pregi spettacolari della sua regia e fa di Jacques-Annaud un abile artista di grandi scene di massa e un formidabile utilizzatore degli effetti speciali. Effetti speciali che non vorrà usare nel 2004 quando metterà in scena le avventure di due tigri cambogiane negli Anni Venti in Due fratelli. Sono infatti vere tigri addestrate le protagoniste del film e non create con gli effetti CGI. Fra i suoi film, solo Sa Majesté Minor non ha incontrato i favori del pubblico, che però riacciufferà con altre due pellicole animali Il principe del deserto (2011), storia di un cavallo che arriva fino al deserto del Kalahari nel 1914 e L'ultimo lupo (2015), adattamento del romanzo "Il totem del lupo" di Jian Rong, su giovane studente di Pechino che, inviato nel cuore della Mongolia, sarà affascinato da un lupo che scorrazza nella regione. Nel 2022 dirige Notre-Dame in fiamme.

Onori
Nel 2007, è stato eletto membro dell'Académie des beaux-arts al posto di Gérard Oury, deceduto l'anno precedente. È inoltre stato il quattro volte vincitore di premi César per le categorie: miglior film, regia e film straniero. È stato insignito con il Premio René Clair, il Premio Giffoni e il Premio François Truffaut.

Ultimi film

Avventura, (Cina - 2015), 121 min.
Avventura, (USA - 1997), 135 min.
Drammatico, (Francia - 1991), 115 min.
Avventura, (Francia - 1988), 96 min.
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