Titolo originale | Isle of Dogs |
Anno | 2018 |
Genere | Animazione, Avventura, Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Wes Anderson |
Attori | Bryan Cranston, Scarlett Johansson, Tilda Swinton, Greta Gerwig, Bill Murray Frances McDormand, Harvey Keitel, Edward Norton, Jeff Goldblum, Bob Balaban, F. Murray Abraham, Kunichi Nomura, Akira Ito, Yoko Ono, Liev Schreiber. |
Uscita | martedì 1 maggio 2018 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | 20th Century Fox Italia |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,72 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 15 aprile 2020
Un ragazzo parte alla ricerca disperata del suo amato cane, esiliato per via di un'influenza canina. Con l'aiuto nuovi compagni a quattro zampe, proverà a sovvertire le regole del sistema. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Berlino, 2 candidature a Golden Globes, 2 candidature a BAFTA, 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a Producers Guild, In Italia al Box Office L'Isola dei Cani ha incassato 778 mila euro .
L'Isola dei Cani è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Giappone, 2037. Il dodicenne Atari Kobayashi va alla ricerca del suo amato cane dopo che, per un decreto esecutivo a causa di un'influenza canina, tutti i cani di Megasaki City vengono mandati in esilio in una vasta discarica chiamata Trash Island. Atari parte da solo nel suo Junior-Turbo Prop e vola attraverso il fiume alla ricerca del suo cane da guardia, Spots. Lì, con l'aiuto di un branco di nuovi amici a quattro zampe, inizia un percorso finalizzato alla loro liberazione.
Wes Anderson, film dopo film, sta affinando una caratteristica del tutto peculiare che lo colloca ormai, a buon diritto, tra i Maestri del cinema contemporaneo.
È praticamente uno dei pochissimi registi, ma sicuramente quello con gli esiti più produttivi di senso, in grado di saturare le inquadrature con una miriade di elementi senza però perdersi in un barocchismo o in un compiacimento fini a se stessi. Salvo poi, nell'inquadratura successiva, svuotare lo schermo per affidarlo a un singolo elemento in un ampio spazio. Nel suo cinema la messa in scena conta infinitamente di più della storia che però comunque non si limita a fare da tappeto narrativo per le immagini. Come in questo caso, dove si racconta di non di un 'muro' ma di qualcosa di analogo: un'isola dove poter allontanare gli indesiderabili.Partendo da un pretesto reale (l'influenza canina) ma fingendo che non sia possibile alcun rimedio in proposito e che quindi l'unica soluzione per 'proteggersi' sia il respingimento.
Il contestualizzare tutto ciò in ambito nipponico non significa voler evitare un attacco diretto alla politica del proprio Paese da parte di Anderson. Così come è disceso negli abissi marini con Steve Zissou o ha viaggiato nel Darjeeling con i fratelli Whitman per poi addentarsi nei corridoi e nelle stanze del Grand Budapest Hotel, ora vuole nuovamente sperimentare facendosi accompagnare dal piccolo Atari.
In cosa consista l'esperimento è presto detto: attraversare la cultura iconica giapponese partendo dai b-movies con mostri ed eruzioni vulcaniche degli anni '60 per arrivare alla cultura pop ma avendo sempre come punto di riferimento dei Maestri come Ozu e, soprattutto, Akira Kurosawa. Dell'Imperatore prende a prestito l'atmosfera di film come L'angelo ubriaco o Cane randagio non dimenticando mai la lezione di umanità che essi offrivano, anche quando erano contestualizzati nelle situazioni più disagiate. Ne nasce un film in stop motion in cui a non subire mai uno stop sono la fantasia e la creatività.
L'ISOLA DEI CANI disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | €9,99 | |||
€9,99 | - |
Wes Anderson è ormai un regista di culto, uno di quelli con una nicchia, in verità molto ampia, di fan che amano il suo particolarissimo stile e che conoscono a memoria ogni sua pellicola: questo fa sì che quando i suoi film escono al cinema ci siano, da una parte, ammiratori convinti di andare a vedere l'ennesimo capolavoro di un genio, dall'altra, spettatori iper-critici [...] Vai alla recensione »
Wes Anderson saccheggia una quantità di materiali eterogenei preesistenti, dall’animazione della Pixar (chi , nell’isola dei cani reietti, non rivede l’ambientazione di Wall-e?) a quella Disney di Lilli e il Vagabondo, alla grafica aggressiva dei manga giapponesi, fino al raffinatissimo Hokusai della Grande onda, per costruire un prodotto totalmente suo, un animatissimo [...] Vai alla recensione »
Wes Anderson torna alla stop-motion con una saga canina. Per dimostrare quanto l'umanità non sia all'altezza della pietà dei cani. Il gioco dell'incomunicabilità (fra personaggi e fra personaggi e spettatori) assume una grande rilevanza, aiutato da salti linguistici spesso privi di traduzione e dal bombardamento tipografico che riempie lo schermo, trasformando la visione [...] Vai alla recensione »
Anderson riesce ancora una volta a stupire con un film che è pura arte visiva e intrattenimento piacevole allo stesso tempo. Una regia incredibile accompagna l'intera durata del film con piani sequenza, numerosi split screen, profondità di campo e montaggio interno da vero maestro, composizione dell'immagine mai banale e scelte stilistiche che variano dalla stop-motion più [...] Vai alla recensione »
In questa estate romana molte sale cinematografiche propongono delle rassegne e ogni giorni proiettano un film uscito quest’anno, dando la possibilità a chi non l’abbia visto di recuperarne la visione. È appunto il caso di questo delizioso film di Wes Anderson, un regista che continua a stupirci per il suo sperimentare vari generi diversi.
L'isola dei cani è un film del 2018 scritto e diretto da Wes Anderson e realizzato con la tecnica dello stop motion. L'isola dei cani è un film animato distopico e a mio modesto parere di rarissima intelligenza. I temi trattati non sono nuovi, temi politici, sociali, economici...ma il modo in cui Wes Anderson riesce a trasmetterceli di nuovo e' leggero, divertente, ironico [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film d'animazione di uno dei miei registi preferiti, Wes Anderson, che con la stravaganza che esprime nei suoi film riesce sempre a coinvolgermi. La trama del lungometraggio credo sia, nella prima parte, bellissima, divertente e per nulla banale, caratteristica che nei film d'animazione degli ultimi tempi è sempre più rara.
Il ritorno all'animazione di Anderson(sempre con pupazzi a passo uno) dopo "Fantatic Mr Fox) è un cartone di spiccata tematica ambientalista e anticapitalista,nel messaggio universale del rispetto reciproco tra razze e della forza dell'unione.Visivamente sugestivo,pieno di omaggi alla cultura giapponese non solo cinematografica(si va da Kurosawa a Megasaki a Miyazaki).
Wes Anderson, abile creatore di mondi meravigliosamente assurdi ed immaginari quanto reali come quello Grand Budapest Hotel, ambienta il suo secondo film d'animazione nella fittizia città di Megasaki, dove l'isolamento dei cani non è altro che una metafora intenta a sviscerare tutta la cattiveria dell'essere umano, il suo opportunismo nell'abbandonare a sé [...] Vai alla recensione »
L'isola dei cani è un film di animazione da leccarsi i baffi. Una animazione particolarissima, originalissima, ambientata nell'arcipelago giapponese, all'interno di una storia ottimamente costruita, in cui c'è di tutto, dal lato umano più fetido, a quello più vitale (spesso impersonato, ma non sempre, dalla razza canina).
Film per adulti con mille messaggi sulla corruzioine di oggi.Capolavoro di animazione....non per tutti i palati....ma per veri intenditori di cinema
Sono entrato in sala un po' scettico. Le prime carrellate laterali mettono a repentaglio la digestione della parmigiana. Poi parte un caleidoscopio di colori, una cura del dettaglio maniacale ma mai ingombrante, citazioni ai maestri giapponesi mai di maniera. Gran personaggi, bella storia con allusioni molto chiare, effetti sonori e soundtrack all'altezza.
Ma perché le schede non le scrive tutte Giancarlo Zappoli? nessun aggettivo gravido di autorevolezza culturale tirato fuori tanto per mascherare una fumosità analitica ("peripatetico" per Amelio...), nessun giudizio tecnico a dir poco avventato sparato nel titolo tanto per millantare chissà quale esperienza maturata sul campo (la luce "piatta" di Bigazzi.
Che Wes Anderson stia diventando un cineasta politico? Di certo non s'intende un regista militante alla Ken Loach, di quelli impegnati in battaglie che trascendono la singola pellicola e si estendono a una visione del mondo di cui l'autore incarna la filosofia. Eppure, da qualche film a questa parte - e forse proprio dalla riflessione sull'animalità e la comunità di Fantastic Mr. Fox (l'altro film di animazione del regista) - dall'apparentemente svagato Anderson ci giungono segnali di grande consapevolezza e sensibilità sociale.
Se Moonrise Kingdom è uno struggente canto pre-rivoluzionario, in cui due adolescenti confusi e ribelli senza una causa intuiscono negli anni Sessanta che qualcosa sta per accadere e anticipano con la loro fuga ben altre rivolte, con L'isola dei cani (guarda la video recensione) Wes Anderson si misura addirittura con la fantascienza e la distopia.
Nella letteratura di genere, un racconto di questo tipo si chiama "not too distant future tale", ovvero una storia ambientata in un mondo non troppo lontano dal nostro. Si tratta di allegorie con frequenti funzioni di ammonimento, che enfatizzano ed esagerano una tendenza in atto nella società contemporanea per osservare che cosa accadrebbe se diventasse prevalente. E infatti ne L'isola dei cani è meno vicina (per noi occidentali) la situazione geografica che non la verosimiglianza degli avvenimenti.
Il Mikado" era un'operetta di Gilbert & Sullivan, coppia londinese di librettista e compositore che avevano visto il Giappone nelle stampe e nei dipinti. Accese la scintilla una spada da samurai che si staccò dal muro e cadde: ai geni basta poco per mettersi al lavoro (spinti anche dallo scarso successo dell'operetta precedente: solo i mediocri fingono disinteresse per soldi e applausi).
La tecnica dello stop-motion è perfetta per un regista notoriamente molto attento ai dettagli. Manipolare piccoli pupazzi in ambienti in scala impeccabilmente costruiti dà la possibilità a Wes Anderson di creare un intero mondo visivo da zero e gli dà accesso a un calore e a una realtà che ogni tanto manca ai suoi quadri viventi. In più, nell'odissea distopica di un ragazzino in cerca del suo cane [...] Vai alla recensione »
C'è una città in un Giappone futurista come un fumetto degli anni Sessanta che si chiama Megasaki, il cui sindaco-dittatore Kobayashi perseguita i cani. E c'è un ragazzino, «il piccolo pilota» Atari, che fugge a bordo di minuscolo jet per ritrovare il suo amato cane Spots su quella che chiamano «l'isola dei cani», una terra post-apocalittica intossicata da cumuli di rifiuti di ogni tipo.
Conferma di uno degli autori più personali e seducenti del cinema oggi (dai "Tenenbaum" a "Grand Budapest Hotel"). E secondo film in stop motion dopo il dadaista "Fantastic Mr. Fox". Conservando uno stupore bambino nella gigantografia del mondo adulto, reinventa il Giappone (nel 2037) come luogo alieno e insieme inevitabile, macchina scenografica orwelliana («tutti gli animali sono uguali, ma alcuni [...] Vai alla recensione »
Se Sala o la Raggi imitassero il loro collega giapponese del film, subirebbero il destino dei cani di Wes Anderson. Segregati su un'isola di spazzatura. Si tifa per Fido, insomma e per un bambino che smaschera le bugie di un baffuto patrigno, sindaco con sembianze staliniane. A dispetto della geografia. Ma non dite a Wes Anderson che L'isola dei cani ha una chiave politica.
Vittime di un bieco regime totalitarista, abbandonati, perseguitati, confinati su un'isola fatta di immondizia da un governo che sostiene di voler debellare la diffusione di un misterioso virus dell'influenza, i protagonisti dell'«Isola dei cani» di Wes Anderson adottano comportamenti molto simili a quelli degli uomi-i, senza perdere le loro caratteristiche animali.
Se Fantastic Mr Fox era un'irresistibile sarabanda tratta da Roald Dahl, il nuovo film d'animazione di Wes Anderson è un soggetto originale dall'evidente ambizione di metafora politica. In un Giappone futuro, il sindaco di "Megasaki" ha deportato i cani, anche quelli domestici, su un'isola-discarica. Dietro c'è il progetto di utilizzare la paura degli "altri" (i cani, appunto) per fare affari e governare [...] Vai alla recensione »