Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Regia di | Stéphane Freiss |
Attori | Riccardo Scamarcio, Lou de Laâge, Pierre-Henry Salfati, Astrid Meloni, Nicola Rignanese Coraly Zahonero, Anna Sigalevitch, Natacha Krief, Luigi Diberti. |
Uscita | giovedì 16 giugno 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Vision Distribution |
MYmonetro | 3,23 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 giugno 2022
La storia di una famiglia ebrea ultra ortodossa. In Italia al Box Office Alla Vita ha incassato 46,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Elio De Angelis è il proprietario di una masseria ricevuta in eredità dal padre che aveva intrecciato un legame di reciproca stima con un gruppo di ebrei ultra-ortodossi di Aix-Le-Bains. Costoro giungono ogni anno per acquistare dei cedri che debbono essere perfetti per poter essere usati in una cerimonia religiosa specifica. Tra di loro c'è la giovane Esther che sta iniziando a non sopportare più le restrizioni che la comunità le impone.
Stéphane Freiss alla sua opera prima affronta con coraggio, ma anche con sensibilità, il tema dell'ortodossia religiosa affiancandolo a quello del legame ancestrale con la terra.
Per comprendere meglio questo interessante film è necessario innanzitutto essere a conoscenza di quale significato assuma il cedro per gli ebrei. Il Sukkot o Festa delle capanne ricorda il passaggio del popolo ebreo dalla schiavitù in Egitto alla Terra Promessa e, in particolare, il periodo trascorso nel deserto. La Torah prescrive di fare uso per la festa di quattro vegetali: un ramo di palma, tre rami di mirto, un ramo di salice (che vengono legati insieme con della canapa) e un cedro che viene tenuto nell'altra mano. Ci sono poi molte regole che l'aspetto del frutto deve rispettare oltre a quella che non deve essere il risultato di innesti che ne pregiudicherebbero la purezza.
Il compito degli uomini della comunità è quello di ispezionare ogni frutto per decidere se sia o meno corrispondente alle esigenze. Una delle lodi che essi pronunciano è "le haim" che significa, come il titolo, "alla vita". Una vita che però costringono entro un'infinità di regole alcune delle quali (e non sono poche o poco importanti) riguardano le donne. Una delle quali, la giovane Esther, sta iniziando ad avvertirne il peso.
Il film ruota attorno a lei e al suo rapporto con Elio, un uomo divorziato con figli che vede poco, e il cui legame con la terra (dopo che i fratelli se ne sono allontanati) finisce con il sottoporlo a costrizioni che lui stesso si è imposto. È rarissimo trovare nel cinema italiano film che si occupino degli ebrei ultra-ortodossi. Se possibile è ancor più difficile che questo tema si veda associato ad un'altra forma di dipendenza solo apparentemente inserita in un contesto di libera scelta.
Scamarcio disegna così l'immagine di un uomo che aiuta, passo dopo passo e senza un progetto strategicamente definito, una giovane donna ad iniziare un percorso che la porti davvero verso una vita piena e non vincolata da una miriade di precetti che finiscono con lo spegnerle, invece che ravvivarla, la fede in Dio.
Al contempo lo spettatore viene invitato a chiedersi se il suo Elio non sia, seppur non sempre consapevolmente, aiutato da Esther a comprendere i propri limiti di uomo che ha confuso il senso del dovere verso la figura paterna con una pseudo forma di amore per il lavoro nei campi utile a non farlo pensare alle vere esigenze di una vita a cui si possa inneggiare in senso pieno. Elio, ateo che tratta con grande cura e attenzione, una statua di Sant'Antonio ha bisogno di iniziare a poter pensare di trovare un coraggio che sembra mancargli per poter fare festa soprattutto con se stesso. Lui ed Esther finiscono così con il rappresentare, seppur nella differenza d'età, due facce della stessa medaglia a cui la solarità di un'estate pugliese non risparmia le zone d'ombra.
Ed è proprio un inno alla vita, nella sua meravigliosa complessità di dono inviolabile, l’opera prima di Stéphane Freiss, “Alla Vita”. Nella splendida cornice di una masseria nell’assolata Puglia, la famiglia Zelnik, ebrei ultra ortodossi di Aix- Le -Bains, non rinuncia alla sua sosta annuale per raccogliere i cedri kasher, adatti, [...] Vai alla recensione »
..quando l’ortodossia ripete schemi e comportamenti individuali e di gruppo, paragonabili ad una nenia che priva ogni afflato alla vita stessa... ...tutto è vita in questo film, ogni particella di luce, di pioggia, della terra arsa dal sole, degli alberi che svettano contro l’azzurro acceso del cielo...nella splendida cornice di un'assolata masseria della Puglia.
Un ottimo film, lento, trattenuto, sommesso, profondo sulle dinamiche di una famiglia ebrea ortodossa. RIccardo Scamarcio con la maturità si sta rivelando un ottimo attore, ideale per ruoli di potere dove evolve il suo istinto paterno. Anche Lou de Laage si fa apprezzare. Molto bello il finale.
Ricorre in questi giorni il centenario della pubblicazione di Ulysses, sicuramente il più famoso libro di James Joyce, spartiacque del romanzo novecentesco e fonte della futura letteratura occidentale. Perché Joyce con il film di Freiss? Il tratto comune tra queste due lontanissime figure è il rapporto conflittuale e dialettico con la religione che fu sempre considerata dallo scrittore irlandese uno [...] Vai alla recensione »
È l'inusuale legame tra una masseria pugliese e una comunità di ebrei savoiardi il motore di «Alla vita», debutto in regia di un attore transalpino di lungo corso come Stéphane Freiss, girato in Italia e recitato nelle due lingue (con sottotitoli per i dialoghi francesi, preponderanti). Elio (Riccardo Scamarcio) è il proprietario di un'azienda agricola ereditata dal padre, il quale aveva instaurato [...] Vai alla recensione »
Una famiglia ebrea va in Puglia in visita tradizionale per la raccolta dei cedri, sacri al culto. Il capostipite non incontra l'amico italiano, morto improvvisamente. La giovane Esther, decisa invece a lasciare I'ortodossia e conquistare la libertà, incontra invece Elio che la avvia sui sentieri della vita e ha ereditato il ruolo del padre. Film ben fatto ma molto lento, Soprattutto in avvio.
Alla vita è l'esordio alla regia dell'attore francese Stéphane Freiss che sotto il sole cocente della Puglia ci racconta tutte quelle zone d'ombra presenti nella vita di persone nascoste sotto il velo dell'illusione. Persone come i componenti della famiglia Zelnik e persone come Elio interpretato da Riccardo Scamarcio. È l'ennesimo pellegrinaggio estivo della famiglia ebreo-ortodossa degli Zelnik [...] Vai alla recensione »
Secondo l'Halakhah - l'insieme delle norme religiose dell'ebraismo - per celebrare la festa di pellegrinaggio in ricordo del percorso verso la terra promessa (il Sukkot) serve (anche) un rito che prevede il ricorso a rami di palma, mirto e salice. E a un cedro. Che per essere giusto, per essere kosher, deve presentare nervature verso il basso, non superare i 15 centimetri di larghezza, non essere tondo. [...] Vai alla recensione »