Materiali inediti, film, foto e opere figurative, per ricostruire la vita e il lavoro di mio zio Franco Angeli, protagonista di uno dei periodi più ricchi della storia italiana del Novecento: l'Arte, il cinema sperimentale, gli amici Mario Schifano e Tano Festa, la sua città Roma, il conflittuale rapporto con il PCI. Un racconto personale affidato a chi lo ha conosciuto bene: il fratello Otello, la figlia Maria, la moglie Livia, l'amico Marco Bellocchio e critici e storici dell'arte. Recensione ❯
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Un doc affascinante, dall'impianto narrativo jazzistico, su Lawrence Ferlinghetti, padre della Beat Generation. Documentario, Italia, Argentina2022. Durata 83 Minuti.
Pittore, poeta, editore, libraio, divulgatore della Beat Generation. L'avventura centenaria di Ferlinghetti. Espandi ▽
Lawrence Ferlinghetti, scomparso nel 2021 all'età di 101 anni, è stato il profeta della Beat Generation, sia in qualità di poeta sia come editore degli altri scrittori americani 'beat', tra cui Jack Kerouac e Allen Ginsberg. Spirito cosmopolita per natura (il padre, morto poco prima della sua nascita, era un bresciano emigrato in America, la madre aveva origini francesi), ha sempre vissuto portando avanti la propria visione del mondo, all'insegna di "un anarchismo pacifista e un socialismo umanista".
In questo docufilm, il regista Ferdinando Vicentini Orgnani ne delinea un ritratto che è il frutto di quindici anni di amicizia e collaborazione, tra San Francisco, la città di Lawrence, e l'Italia, dove amava sempre tornare. Il documentario procede per frammenti nel delineare una figura fondamentale nella cultura americana del Novecento, rievocando lo spirito della Beat Generation.
Attraverso spezzoni di interviste, letture teatrali, testimonianze di Ferlinghetti e di chi lo conosceva, The Beat Bomb fa emergere una personalità affascinante e a tratti inafferrabile. E in quegli occhi azzurri, di quell'azzurro vivo, "la vita pulsa ovunque / la cosa chiamata morte non esiste". Il mondo, con tutte le sue storture, è ancora un gran bel posto dove nascere. Recensione ❯
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Storia d'Italia all'epoca della tossicodipendenza e di Carlo Rivolta, il giornalista che capì tutto ma non riuscì
a starne alla larga. Espandi ▽
Negli Anni Settanta si diffonde il consumo e il commercio di eroina in Italia. Il giovane giornalista Carlo Rivolta è fra i primi a indagare e raccontare il fenomeno. Finirà ben presto anche lui risucchiato nel vortice dell'eroina, diventando a suo modo testimone e simbolo di un’epoca. Nel documentario La generazione perduta (premiato con il Nastro d’Argento), il regista Marco Turco torna di nuovo agli anni 70, il decennio più presente nella sua filmografia, la stagione di grandi conflitti e contraddizioni dopo la rivoluzione mancata del '68. Alternando testimonianze di tossicodipendenti riprese da materiale d'archivio, interviste a persone vicine a Rivolta e le parole dello stesso protagonista, tratte dai suoi articoli e diari, e lette dalla voce di Claudio Santamaria , si delinea un ritratto denso e problematico che non scade nell'agiografia ma scava nell'animo tormentato e scisso di un uomo, consapevole della morte precoce che lo attende. Recensione ❯
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Il racconto cinematografico di un Paese, l'Italia, nella sua attuale fisionomia, in un film fatto di sole immagini e musica. Espandi ▽
L’Italia oggi vista in un lungo percorso costituito da immagini suoni e silenzi per costruire un ritratto dello stato della nostra penisola. Si parte dal passato remoto e da tradizioni che ancora si perpetuano per giungere ai livelli massimi della tecnologia non dimenticando l’osservazione degli esseri umani nel loro quotidiano ed anche nella loro eccezionalità.
Ha la struttura di un viaggio quest’opera di Egidio Eronico (definirla documentario equivarrebbe ad offrirne un’immagine non consona) ma è un on the road dell’anima profonda (ma non per questo non contraddittoria) dell’Italia. Il modello remoto sembrano essere i tre film diretti da Godfrey Reggio Koyaanisqatsi, Powaqqatsi e Naqoyqatsi. Solo dal punto di vista della costruzione per suoni ed immagini però, non certo per i contenuti. Perché questi ultimi sono dettati dal desiderio profondo di andare a conoscere un’Italia crogiuolo (a volte inconsapevole) di una congerie di presenze, attività, tradizioni e costumi che ne fanno un soggetto da continuare ad osservare ed esplorare. Recensione ❯
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Un doc struggente che rende giustizia alle storie di tre donne italiane. Documentario, Italia2022. Durata 55 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
1941: l'Italia fascista precipitava nella guerra, ma le donne si affannavano per partecipare al concorso
ideato da Zavattini e raccontare la loro vita. Per farne un film: questo... Espandi ▽
Nel 1941 l'imprenditore Giuseppe Visconti di Modrone chiese ad un celebre pubblicitario, Dino Villari di concepire una campagna promozionale per una nuova cipria prodotta dalla sua azienda. Villari ingaggiò lo sceneggiatore Cesare Zavattini, e insieme lanciarono il concorso "I film della vostra vita", cui le italiane avrebbero potuto partecipare raccontando la loro vera storia. Le storie più belle sarebbero state pubblicate e radiosceneggiate, e la migliore sarebbe diventata addirittura un film.
La scelta dei volti femminili è particolarmente interessante, perché quei volti (e corpi) contengono un'idea di modernità, un principio di emancipazione. Attraverso di loro Cipria racconta una storia d'Italia in parte declinata al femminile
Cipria, come dice il sottotitolo del film, non è solo il racconto delle vite di tre donne che non ci sono più, ma il film della nostra vita di italiani e italiane, immortalata nella sua dimensione quotidiana da un'angolazione non assurta in precedenza all'onore della Storia. Recensione ❯
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Tra i ricordi di un inverno berlinese e lo smarrimento del presente. Cosa resta delle utopie novecentesche
nel passaggio generazionale? Espandi ▽
I registi Gianfranco Pannone e Andrea Gropplero, noto anche come il "cuciniere comunista" con il nome d'arte Chef Guevara, sono amici da decenni ed erano compagni di studi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Il ritrovamento, da parte di Pannone, della cassetta video8 di un loro viaggio a Berlino nel febbraio del 1990 in occasione della Berlinale, e soprattutto poco dopo la caduta del Muro, diventa l'occasione per fare i conti con il passato e riflettere su un trentennio trascorso fra impegno politico culturale e legami famigliari, in particolare quelli con Costanza e Adele, l'una figlia di Pannone, l'altra di Gropplero.
Il che comporta anche mettere due generazioni a confronto: quella dei millennial di cui fanno parte Adele e Costanza, e quella dei boomer, ovvero i due registi, entrambi classe 1963. E tirare le somme non è sempre un'operazione piacevole, soprattutto se i rimorsi rischiano di superare i rimpianti.
"Abbiamo visto abbattere i muri ma non abbiamo costruito i ponti", osserva Gropplero, assalito dai sensi di colpa nei confronti della generazione di sua figlia. "In realtà barriere insormontabili venivano erette", continua, osservando che chi è nato prima del 1989 "ha la responsabilità di avere permesso al capitalismo neoliberista di portare il pianeta sull'orlo del baratro". Recensione ❯
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Dal romanzo di Fuani Marino, l'esplorazione di un dolore inesprimibile negli archivi della memoria e
dell'inconscio. Espandi ▽
Il 26 luglio 2012 Fuani Marino si getta da un balcone al quarto piano di uno stabile di Pescara. Ha appena compiuto trentadue anni e da meno di quattro mesi è madre della sua prima e unica figlia Greta. Non morirà e quanto accaduto, prima e dopo quel gesto, entrerà a far parte di un libro per poi trovare, tre anni dopo, un'altra modalità di narrazione.
Francesco Patierno, con l'originalità di sguardo che gli è peculiare, realizza un flusso narrativo in diretta collaborazione con chi ha vissuto l'esperienza del togliersi la vita.
Non è di un documentario che si può parlare nei confronti di questo complesso lavoro che ha visto collaborare alla sceneggiatura la stessa Marino che ha anche messo a disposizione un ampio numero di documenti fotografici, scritti e video. Diventa necessario utilizzare un'altra terminologia e il vocabolo più affine può essere proprio flusso. Recensione ❯
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In un magazzino di Palermo un gruppo di persone frantuma le ossa di vittime consenzienti per riscuotere gli indennizzi assicurativi. Espandi ▽
Palermo. Vincenzo fa parte di una banda di truffatori che si occupa di simulare incidenti in cambio di una fetta degli indennizzi assicurativi. Quando non riesce a reclutare nuovi clienti, pensa di coinvolgere Luisa, una giovane ragazza tossicodipendente a cui si è avvicinato per aiutarla. Per il suo primo film da regista, l’attore teatrale e cinematografico Vincenzo Pirrotta si circonda di eccellenze del cinema siciliano e racconta una storia sofferta, intrisa di disagio sociale e che affonda le radici nella cronaca. Non c’è una profonda elaborazione, né una ricerca sofisticata; c’è l’urgenza di testimoniare di una storia presentata in modo corale, attraverso prospettive molteplici. Qui aiutano gli ottimi attori: Luigi Lo Cascio nel ruolo di un invalido cocciuto che si rifiuta di pagare, la sempre memorabile Aurora Quattrocchi nei panni di una madre “anima nera” di Munziana memoria, e poi volti affidabili come Ninni Bruschetta e lo stesso Pirrotta che si sobbarca il ruolo di protagonista. Recensione ❯
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Un percorso di formazione che ha i contorni della fiaba e che alterna spintoni a prove di volo. Drammatico, Italia2022. Durata 96 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Benedetta ha 15 anni e porta un grande peso, che le ha gettato addosso senza nemmeno rendersene conto una madre che voleva fare la ballerina e adesso fa la casalinga suo malgrado. Davanti a casa di Benedetta c’è un campo dove crescono i papaveri ma la ragazza lo attraversa tutti i giorni senza vederne l’orizzonte. Un giorno in quel campo appare un gruppo di giostranti, e fra loro c’è Amanda, “colei che deve essere amata”: un nome che si è scelta quando ha deciso di non sembrare più un uomo. Per Benedetta, Amanda sarà l’invito ad aprirsi a quella vita cui fino a quel momento credeva di non meritare l’accesso.
Dopo il suo esordio con Palazzo di giustizia, Chiara Bellosi si cimenta con un racconto di formazione, volutamente dissestato e scomposto, che procede a spintoni e che porta lo spettatore ad allargare lentamente il proprio raggio di visione di pari passo con lo sguardo della regista. La bellissima performance degli attori protagonisti riesce a spiccare attraverso una scelta registica che mira a concentrarsi sulla totalità degli insiemi e dei rapporti piuttosto che sui dettagli anatomici dei personaggi. Recensione ❯
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Ruffini mostra con pacata ma ferma determinazione cosa significhi oggi per una famiglia il morbo di Alzheimer. Commedia, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Ruffini si mette in viaggio per l'Italia alla ricerca di incontri, esperienze, confronti con persone affette dall'Alzheimer, e con chi se ne prende cura: parenti, amici, affetti. Espandi ▽
Paolo Ruffini, partendo da una richiesta postata su Instagram, incontra realtà familiari che, ad ogni latitudine del nostro Paese, hanno avuto o hanno tuttora la presenza di un congiunto affetto dal morbo di Alzheimer. In Italia circa 1 milione di persone lo vivono in prima persona e circa 3 ci entrano in contatto per l’assistenza. Con la delicatezza e leggerezza che in lui non è mai sinonimo di superficialità, Ruffini riesce a far emergere sia il dolore sia l’amore e la tenerezza che, tra mille ostacoli e difficoltà, si possono instaurare tra chi è affetto dal morbo e chi gli è vicino. Se l’Alzheimer per ora non si può guarire lo si può però curare e Ruffini, da sempre attento al sociale ce ne offre una molteplicità di testimonianze. Recensione ❯
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Piero Umiliani, un jazzista geniale, rivive attraverso i ricordi ma soprattutto la sua indimenticabile musica
per il cinema. Espandi ▽
Piero Umiliani è stato uno dei più importanti compositori italiani di colonne sonore del '900. Il documentario racconta la sua parabola creativa, dagli inizi nel dopoguerra nelle orchestrine jazz degli Alleati, alla prima colonna sonora italiana interamente jazz per I soliti ignoti di Monicelli; e poi autore di uno dei motivetti tormentone più noti al mondo (quello che fa Man'ha Man'ha...), precursore della lounge music in decine di colonne sonore di film di genere degli anni '60-'70, e tra i primi a sperimentare la musica elettronica in Italia, fino alla brusca interruzione dell'attività per colpa di un'emorragia cerebrale a metà degli anni '80. Recensione ❯
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Il film racconta la contraddittoria e intensa vita insieme di Edda Mussolini e suo marito Galeazzo Ciano. Espandi ▽
Edda Mussolini figlia primogenita del Duce sposa Galeazzo Ciano, figlio dell’ammiraglio Costanzo il 24 aprile 1930. Da quel momento i due diventano una delle coppie più in vista del regime ma anche due personalità che vedono la Storia da prospettive diverse che finiranno con l’avvicinarsi solo dinanzi alla tragedia. Una ricostruzione documentata e drammaturgicamente efficace di una vita di coppia che non è come quella di tanti perché vissuta nelle stanze del Potere. Wilma Labate, grazie alla performance in perfetto equilibrio tra passato e presente di Silvia D’Amico e Simone Liberati, ricostruisce la vita privata e pubblica della coppia. Ne esce un ritratto complesso e al contempo estremamente lucido di dinamiche che vedono coinvolti i sentimenti più comuni di un uomo e una donna (affetto filiale, amore, dissimulazione, tradimenti, litigi) con quelli di chi, per ragioni di parentela o di ruolo politico, può influenzare le sorti di un intero Paese. Recensione ❯
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Il manifestarsi tra il 1963 e il 1979 nel perimetro della Capitale d'Italia di una miriade di esperienze estetiche, sperimentali, che con il cinema, la pittura, la scrittura, il teatro, la musica, vollero cambiare la società italiana. Espandi ▽
Era Roma racconta il taglio di tempo tra il 1963 - con la nascita del Gruppo '63 - e il 1979 - anno del Festival dei Poeti di Castelporziano - in cui per una magica, felice congiura la Capitale d'Italia riuscì a riunire come un magnete una mai più ripetuta concentrazione di arti e artisti indipendenti, alternativi, underground, libertari. Accomunati dall'impulso a mescolarsi tra loro, e, attraverso la politica, a intrecciarsi con la vita, per cambiare l'esistenza. Sono gli anni che vanno dal cosidetto 'boom' al cosidetto 'riflusso', in mezzo a cui passa il Sessantotto. Recensione ❯
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