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Ultimo aggiornamento lunedì 26 aprile 2021
Dopo aver perso ogni cosa, una donna decide di vivere da nomade. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto 3 Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 4 candidature e vinto 2 Golden Globes, 7 candidature e vinto 4 BAFTA, 8 candidature e vinto 3 Satellite Awards, ha vinto un premio ai British Independent, a National Board, 6 candidature e vinto 4 Critics Choice Award, 5 candidature e vinto 4 Spirit Awards, ha vinto un premio ai Directors Guild, ha vinto un premio ai Producers Guild, a AFI Awards, ha vinto 4 NSFC Awards, In Italia al Box Office Nomadland ha incassato 1,7 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Empire, stato del Nevada. Nel 1988 la fabbrica presso cui Fern e suo marito Bo hanno lavorato tutta la vita ha chiuso i battenti, lasciando i dipendenti letteralmente per strada. Anche Bo se ne è andato, dopo una lunga malattia, e ora il mondo di Fern si divide fra un garage in cui sono rinchiuse tutte le cose del marito e un van che la donna ha riempito di tutto ciò che ha ancora per lei un significato materico. Vive di lavoretti saltuari poiché non ha diritto ai sussidi statali e non ha l'età per riciclarsi in un Paese in crisi, e si sposta di posteggio in posteggio, cercando di tenere insieme il puzzle scomposto della propria vita.
Chloé Zhao, cinese di nascita, racconta ancora una volta l'America che ama: quella dei grandi spazi, di cui filma i limiti tanto quanto l'assenza di confini, e della solidarietà fra coloro che si ritrovano ai margini, in questo caso a causa di un welfare e di un sistema sanitario inesistenti.
Fern non è nomade per scelta, ma entra a far parte di quella Nomadland del titolo che sono diventati gli Stati Uniti a cominciare dalla fine degli anni Ottanta, generando un vagabondaggio speculare e contrario allo spirito di frontiera degli inizi, ma che in qualche modo ne contiene ancora il respiro.
Nomadland, basato sull'omonimo racconto di inchiesta di Jessica Bruder, è il ritratto circolare e olistico di una nazione ma anche di un'identità femminile che si è definitivamente sganciata da tutto ciò che fa parte del vivere comune (occidentale): come un domicilio fisso, o una famiglia pronta a sedersi intorno al tavolo nel Giorno del Ringraziamento. Fern lavora sempre, si prende cura delle cose e delle persone che incontra, ma non può più trattenersi in un luogo o in una situazione affettiva. Conosce bene la differenza fra una dimora e una casa del cuore, e non si presta al ricatto della stanzialità, allontanando da sé ogni coinvolgimento permanente.
Zhao entra nel suo sguardo e allarga il mondo intorno a lei, un mondo che è pieno di buchi: nella roccia, nel corpo, nello stesso passato della sua protagonista, nella dignità degli esseri umani, nella coerenza di una società che va incontro al declino perché perde i suoi pezzi lungo una di quelle strade che sembrano non finire mai. E si riconferma regista, sceneggiatrice e montatrice di film che sono suoi visceralmente, e che come il van di Fern (ri)compongono tutti i pezzi della sua anima straniera.
Zhao non ha paura di affrontare di petto il tema centrale del lavoro, o meglio, la sua assenza come vortice che ingoia le esistenze di tanti, e permette a pochi di prosperare sulle sfortune altrui. Non abbassa lo sguardo, non teme la tenerezza, lo strazio, lo smarrimento esistenziale, e li restituisce intatti nella loro forza emozionale primaria. E ciò che può sembrare retorica è in realtà reiterazione poetica, ritracciamento, ripetuta conferma.
Il suo cinema è fatto per gonfiarsi dentro a chi sceglie di aprirle l'anima e lo sguardo, i suoi personaggi sopravvivono alle loro ferite senza negarne lo strazio. Zhao ne condivide i percorsi di guarigione, che non comportano necessariamente una cura, ma forniscono un balsamo da portare con noi a schermo spento, sostenuta dalla fotografia alternativamente intima e dilatata di Joshua James Richards e dall'afflato lirico di Ludovico Einaudi. E racconta quando restare e quando mettersi in cammino, quando trattenere i ricordi e quando finalmente lasciarli andare.
NOMADLAND disponibile in DVD o BluRay |
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BLU-RAY |
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"Nomadland" è una proposta che coniuga un approccio sobrio, quasi da documentario, con un afflato poetico che illumina i paesaggi e i gesti quotidiani. Giocato sul contrasto tra radici, identità stanziale e ricerca di nuovi orizzonti, tra meccanismi espulsivi e strategie di sopravvivenza, appare come un'opera bella e coinvolgente, premiata per i suoi [...] Vai alla recensione »
Fern ha perso il lavoro a causa della crisi finanziaria che ha fatto chiudere i battenti alla fabbrica dove aveva lavorato una vita. Ha perso anche il suo affetto, Bo, il marito scomparso in seguito ad una malattia. Attrezza il suo furgoncino a casa mobile e si mette in viaggio per gli States alla ricerca di qualcosa che ancora non capisce ma ben decisa a non rientrare più nel ricatto del capitalismo [...] Vai alla recensione »
Nomadland,vincitore del Leone d’oro al Festival del cinema di Venezia di questo tormentato 2020 appena trascorso, è un film di confine, nel senso letterale del termine, dal quale sembra non poterci essere via di ritorno, un’Espiazione alla Mc Ewan dolente e terribile, un esilio privo di casa, affetti familiari e futuro. Il luogo del senso diventa sottile e incerto come la capacit&agr [...] Vai alla recensione »
Sicuramente il film di Chloe'Zhao riprende l'America dei due volti.Qui la poverta'dovuta ad un lavoro perso nel 2008 per la crisi economica .Fern(F.Mc.Dormand)e'la protagonista che rimasta sola rende un piccolo furgone-camper e parcheggiando nell'America lontana/rurale cerca di vivere facendo lavoretti,cercando sempre di reagire ad una vita da nomade.
Il vincitore dell'Oscar 2021, scritto e diretto da una regista cinese (Chloe Zhao), simbolo di una Hollywood che bene o male si rinnova e si apre al mondo esterno: seconda donna a vincere la statuetta, prima donna asiatica. Non come il coreano Parasite di Bong Joon-Ho del 2019, Nomadland, però è girato in USA (in ben 7 stati) con attori americani, in cima a tutti [...] Vai alla recensione »
Il cinema è tornato! "Nomadland" (Premio Oscar 2021 come Miglior Film) diretto dalla cinese naturalizzata statunitense Chloé Zhao (Miglior Regia) è strepitoso! La fotografia di Joshua James Richards è la vera trama, narrata lungo i solchi espressivi del volto intenso di una gigantesca Frances McDormand, Premio Oscar come Migliore Attrice Protagonista(vi ricordate [...] Vai alla recensione »
Nomadland è il fantasma del capitalismo, l’ombra di un sogno che non si è mai concretizzato, l’immagine di una terra ricca di opportunità che si è dissolta. Zhao restituisce dignità alla provincia, esalta il legame tra uomo e natura. Con sguardo da documentarista, cattura i volti di chi non vuole restare indietro, di chi sceglie di non fermarsi.
Il film è tratto da un articolo di Jessica Bruder pubblicato su Harper’s Magazine nel 2014 - diventato libro tre anni dopo con il titolo Nomadland. Un racconto d’inchiesta - ed è reduce dall’aver ottenuto tre Oscar 2021 per il miglior film, per la migliore regia e per la migliore attrice protagonista. Aveva già vinto il Leone d’Oro alla della 77esima Mostra [...] Vai alla recensione »
Empire, nel Nevada, è ormai una città fantasma da quando la locale fabbrica dedita alla produzione di cartongesso è stata chiusa trascinando al fallimento l’economia urbana. Per questo Fern, sessantenne rimasta vedova, decide di caricare il proprio van e andare finalmente alla ricerca di una vita migliore. Dai freddi panorami del Nevada, stato con scorci meno noti [...] Vai alla recensione »
... di 66 anni, Dio o chi per lui, ha voluto farmi realizzare un sogno della mia vita: un viaggio negli Stati Uniti. Sono stato in California, Nevada, Utah, Arizona. E' da quando ero alto una buatta (scatola) di pelati che vedo foto dell'America, documentari dell'America, miliardi di films dell'America. Che sento i racconti dell'America dalle mie zie partite negli anni '50 e [...] Vai alla recensione »
Fern (il meritato premio Oscar Frances McDormand) viene travolta dalla chiusura della fabbrica di cartongesso in cui il marito lavorava. Il destino si accanisce su di lei. Rimasta vedova in una cittadella fantasma nel bel mezzo del deserto del Nevada dove i meccanismi del capitalismo più bieco che costruisce città e quartieri su misura del profitto, hanno deciso la nascita prima, [...] Vai alla recensione »
Due cose Il film E’ stato detto molto e in nulla potrei contribuire a molte savie e documentate review già scritte. Solo mi permetto aggiungere che, visto dalla prospettiva di un coetaneo, è un film che andrebbe centellinato, talmente sconfortante che solo chi NON ha quell’età (Zhao ha 40 anni) o quei problemi (insomma, Mcdormand è brava, ma certo non [...] Vai alla recensione »
Nomadland è un film pluripremiato della regista Chloe Zhao. Nel momento della sua uscita fece molto parlare di sé. Principalmente caratterizzato da una fotografia e una color dalle tonalità fredde, soprattutto negli ambienti esterni, e dalle tonalità calde, in particolar modo dell’interno del suo caravan. Il suo piccolo e ormai datato caravan era l’unica cosa [...] Vai alla recensione »
Il primo spettacolo che finalmente torniamo a goderci è Nomadland con la straordinaria performance di Frances McDormand. E’ proprio così, se molti altri film scompaiono evaporando lentamente come all’evidenza della terza età, quelli di Frances restano aggrappati saldamente tra i migliori ricordi delle narrazioni cinematografiche.
Dopo mesi di astinenza, finalmente ieri sono riuscito a tornare al cinema. E quale film sarei potuto andare a vedere se non il vincitore dell’ambito premio Oscar al Miglior Film? “Nomadland”, diretto da Chloé Zhao, è lo struggente testamento di un’America nascosta ed abbandonata, troppo spesso ignorata dai media internazionali ma anche locali.
Il film Nomadland segue la storia di Fern(Frances McDormand) nella Grande recessione. La donna è una vedova sessantenne che è stata obbligata a lasciare la cittadina industriale di Empire, in Nevada, perché la fabbrica a cui faceva riferimento e in cui lavorava il marito, viene chiusa. Da quel momento, ormai senza una dimora fissa, gira per gli Stati Uniti vivendo alla giornata [...] Vai alla recensione »
La regista cinese Chloé Zhao, al suo terzo lungometraggio, traspone l'omonimo libro della giornalista Jessica Bruder Nomadland - Un racconto d'inchiesta, pubblicato nel 2017.La scelta della Zhao è però quella di svuotare la storia del taglio politico che c'è sul libro, cercando invece una matrice più ottimistica. La protagonista Fern, interpretata da una sempre straordinaria Frances McDormand, si adatta [...] Vai alla recensione »
Molti dei capolavori del cinema (e della letteratura) traggono la loro forza dal nodo inestricabile tra grande storia e vicende personale che caratterizza le trame. Gli scenari storici appassionano chi ama la lettura sociologica dei film, e li legge come specchio di una certa epoca. Le storie individuali fanno presa su chi si apre emotivamente al racconto.
Questo film di Chloé Zhao è il benvenuto perché ben condotto, con un’attrice protagonista in un ruolo molto difficile, dagli elementi di pensiero piuttosto articolati, clamorosamente privo di effetti speciali, in un cinema (americano) dove negli ultimi anni, spesso, questi tendono a sostituirsi all’impoverimento delle idee.
Questo film di Chloé Zhao è il benvenuto perché ben condotto, con un’attrice protagonista in un ruolo molto difficile, dagli elementi di pensiero piuttosto articolati, clamorosamente privo di effetti speciali, in un cinema (americano) dove negli ultimi anni, spesso, questi tendono a sostituirsi all’impoverimento delle idee.
Questo film di Chloé Zhao è il benvenuto perché ben condotto, con un’attrice protagonista in un ruolo molto difficile, dagli elementi di pensiero piuttosto articolati, clamorosamente privo di effetti speciali, in un cinema (americano) dove negli ultimi anni, spesso, questi tendono a sostituirsi all’impoverimento delle idee.
Tutto ruota intorno ad una sessantenne americana che decide di attraversare gli Stati Uniti occidentali, avvalendosi del suo furgone/ dimora , dopo aver lasciato la città del Nevada chiamata Empire , avendo perso sia il lavoro sia il marito durante la crisi economica mondiale riconosciuta come Grande Recessione. Durante il suo percorso Fern ha modo di conoscere altre persone che , come [...] Vai alla recensione »
#NomadLand. Spettacolare movie 'on the road'.Qui la strada fa parte integrante di quell'immaginario americano dove c'è sempre 'un oltre la frontiera' da raggiungere. Ma quest'oltre non è mai un punto d'arrivo ma solo un altro luogo da cui ripartire. Mentre la strada si srotola come un nastro di fronte a Fern,la protagonista senza casa ma non senzatetto,che [...] Vai alla recensione »
Il cinema è tornato!"Nomadland" (Premio Oscar 2021 come Miglior Film) diretto dalla cinese naturalizzata statunitense Chloé Zhao (Miglior Regia) è strepitoso!La fotografia di Joshua James Richards è la vera trama, narrata lungo i solchi espressivi del volto intenso di una gigantesca Frances McDormand, Premio Oscar come Migliore Attrice Protagonista (vi ricordate il personaggio centrale di "Tre manifesti [...] Vai alla recensione »
La nazione dei grandi spazi e delle solitudini immense. Persone che non hanno più una casa né un lavoro stabile. Certezze spazzate via dalla crisi economica e dalla desertificazione industriale a seguito anche di fallimenti e/o processi aziendali di delocalizzazine delle produzioni. Scheletri impolverati di capannoni ed aziende.
Persi lavoro e marito in un colpo solo, la non più giovane Fern inizia una carriera improvvisata di lavoratrice stagionale a bordo di un furgone attrezzato lungo le vie dell'Ovest americano. La sua radicale decisione di non mettere più radici si traduce nelle difficili scelte di rinuncia agli affetti stabili e ad una vita errabonda nel limbo pittoresco dei diseredati d'America.
l'ho visto ieri ma l'ho trovato pesante e noioso nessuna novità banale poi ben fatto ben recitato
Dopo 14 mesi di assenza dalle sale e una moltitudine di film visti su Netflix e in streaming, ho varcato con qualche emozione la soglia di un cinema. Contento di aver scelto per questo nuovo inizio "Nomadland", mi è parso che una pellicola su un'esistenza girovaga e liberata dalle consuetudini abituali fosse un buon contrappasso per il periodo di restrizioni e limitazioni [...] Vai alla recensione »
Nomadland è' un film molto ben fatto e molto ben recitato su un tema poco conosciuto, peccato che non succede nulla dall'inizio alla fine. E' l'ennesimo esempio di come l'arte quando è triste viene apprezzata dai critici
Film super premiato, ahimé! Non sono riuscito a guardarlo fino alla fine, nonostante ero preparato alla mattonata. Sono convinto non sia piaciuto nemmeno a tutti quelli che l'hanno premiato, purtroppo non é la prima volta che questi "pseudo giudici" osannano qualcosa di veramente brutto. Trovo che l'insorgere di questi giudizi penalizzino di molto i veri film, [...] Vai alla recensione »
Forse il richiamo ad un senso di liberta, lavori saltuari e girare il mondo come un senzatetto, mah, il film e bello, paesaggi mozzafiato, ma personalmente difficile, concordo con varie recensioni. Credevo che ora bastava solo la mascherina e green pass per accedere al cinema.....invece purtroppo bisogna dare ancora il n di cellulare alla cassa nella speranza che non venga "venduto [...] Vai alla recensione »
L'acclamato Nomadland ha un grosso problema di fondo: è sostanzialmente un documentario ma pretende di essere un film.Ogni scena è totalmente sconnessa dalla successiva ed è solo funzionale al racconto dello stile di vita di una nomade (Fern). Peccato che Fern sia la miliardaria Frances Mcdormand (non è un documentario, appunto).. se allora la regista, nel suo romanzo cinematografico, non è in grado [...] Vai alla recensione »
Davvero nulla da segnalare. Forse la cosa più apprezzabile è la colonna sonora. Per carità: i film brutti sono altri. Ma solo in un anno in cui basta fare un film per essere candidato all'oscar una pellicola del genere meriterebbe una mezza candidatura. Il fatto che abbia vinto, anche al netto del desolante precedente di Shakespeare in love, lascia davvero perplessi.
Alla frontiera, tra documentario e film. Alla frontiera, tra viaggio ed eterno ritorno. Alla frontiera, tra soluzione e sospensione. Alla frontiera, tra comunità e solitudine. Alla frontiera, tra claustrofobia e spazi immensi. Alla frontiera, tra sentimento e ossessioni. Alla frontiera, tra amicizia e solitudine. Alla frontiera, tra senso e ossessione.
Nomadland è' un film molto ben fatto e molto ben recitato su un tema poco conosciuto, peccato che non succede nulla dall'inizio alla fine. E' l'ennesimo esempio di come l'arte quando è triste viene apprezzata dai critici
Ho appena finito di vedere il pluripremiato titolo di Chloé Zaho, Nomadland e sono rimasto piacevolmente colpito dal film ma anche un po' dubbioso su alcuni aspetti. il film è fatto bene, la Mcdornand è strepitosa e mette a segno un'altra prestazione spaziale dopo quella di Mildred Heyes in " Tre manifesti ad Ebbing, Missouri " .
Il cinema che conta, quello che rimane. Una storia piena di umanità e verità.
Miglior film, Miglior regista, Migliore attrice: tre Oscar su sei candidature, ed è già storia del cinema - la seconda volta di un premio ad una regista donna, la prima ad un regista cinese. E prima degli Oscar, il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia, più una valanga di altri premi assortiti.
Nomadland - da oggi disponibile in streaming su CHILI - è un fenomeno, e c’entra poco la nuova apertura, soprattutto negli Stati Uniti, nei confronti delle donne e delle minoranze etniche. Chloé Zhao, che di Nomadland è regista, sceneggiatrice e montatrice, nonché produttrice insieme alla protagonista Frances McDormand, ha stravinto in forza del suo innegabile talento, già evidente nei precedenti Songs My Brother Taught Me e The Rider (guarda la video recensione): punto.
Ma il suo essere donna traspare attraverso la regia in alcune qualità che, pur non essendo esclusivamente femminili, sono spesso associate al genere muliebre, e fanno certamente parte della personalità di questa ragazza cinese di nemmeno 40 anni, minuta e delicata: ad esempio l’empatia, la gentilezza, l’eleganza. Il che non toglie che Zhao abbia un coraggio da leone nel guardare in faccia la realtà e raccontarla senza filtri edulcoranti, affrontando di petto il tema della crisi economica americana e della conseguente disoccupazione endemica in quel Paese che la regista, nata in Cina ma naturalizzata yankee, ben conosce.
Zhao racconta gli Stati Uniti come solo un immigrato sa fare: subendo la seduzione del sogno americano e allo stesso tempo raccontandone la disgregazione. Nomadland narra il presente come Woody Guthrie la Grande Depressione, e come John Steinbeck e poi John Ford il continuo spostarsi dei lavoratori a giornata in Furore: ovvero con un grande afflato poetico nati proprio dalla crudeltà delle circostanze, e con il senso di uno spazio enorme da attraversare in carovana, sui treni merci, a cavallo, a piedi, o in un van.
“Questa terra è la mia terra”, cantava Guthrie, e lo stesso fa Zhao, incarnandosi (insieme a McDormand) in Fern, la protagonista di Nomadland, che si muove continuamente sulla sua “casa mobile” svolgendo lavoretti occasionali e fermandosi in campi improvvisati popolati da gente come lei, sradicata e itinerante.
La struttura di Nomadland, che molti hanno superficialmente definito ripetitiva, è quella della ballata o del poema, torna su se stessa per ripetere, come un sonetto o un ritornello, lo stesso concetto: che non c’è fuga da se stessi ma un continuo ripercorrere le proprie tracce, in cerca di un allontanamento progressivo dalle miserie della vita e dall’attaccamento a quelle cose concrete – una casa, una famiglia – che in certe situazioni, e ad una certa età, non interessano più, diventano un bagaglio ingombrante e una zavorra.
E tuttavia il viaggio di Nomadland non perde il suo fascino, conserva una dimensione pionieristica che è parte integrante del carattere americano, e quel perdersi negli immensi spazi e lungo quelle strade che sembrano non finire mai ha qualcosa del ritorno alla natura selvaggia di “Walden, ovvero vita nei boschi” di Henry David Thoreau o della ricerca dell’annullamento di “Nelle terre estreme” di Jon Krakauer (e Sean Penn). Nomadland sa essere allo stesso tempo intimo e maestoso, meditativo e irrequieto, elegiaco e terragno. Ed è soprattutto libero, nell’immaginazione aperta di una giovane donna straniera.
Ci vogliono quasi due ore per vederla piangere. Prima, persa nel vuoto cosmico del paesaggio americano, nomade per scelta e non per necessità, Fern nasconde tormenti e sentimenti dietro l'apparente impassibilità del volto dell'attrice che le dà vita, la grandissima Frances McDormand. Volto enigmatico, volto laconico, volto sfingeo. Segnato da increspature, da piccole rughe, da deboli e quasi impercettibili [...] Vai alla recensione »
Uscita di Disney+ Star, simultanea con le (poche) sale riaperte, "Nomadland" è l'avventura on the road di Fern, interpretata dalla sempre versatile e amabile Frances McDormand, qui vincitrice del premio Oscar come miglior attrice protagonista, insieme alla regista Chloé Zhao e il film stesso. La Zhao, che ha uno stile inconfondibile che sposa componenti narrativamente intimiste e familiari, dunque [...] Vai alla recensione »
Il primo tempo di Nomadland è appena finito. Era cominciato a settembre, nella clamorosa eccezione pandemica di Venezia, con il Leone. Si chiude sette mesi dopo con tre Oscar, tanti altri premi nel mezzo e il profumo di un'occasione storica, si vedrà quanto irripetibile. Chloé Zhao è la seconda donna premiata come miglior regista in 93(!) anni, perfeziona aggiornandolo il modello studio di carattere [...] Vai alla recensione »
Sinfonia americana sigillata dalle musiche di Einaudi, garanzia d'acchiappo liricista ed evocazione di profondità d'animo, che è un attimo si stornino in ridondanza se pescate senza giusta misura. La parabola (ma è un falso movimento, finanche posticcio) è quella di Fern, in povertà dopo la crisi della Grande Recessione (la presumiamo, sui titoli di testa, ché non entra mai nel quadro narrativo, nel [...] Vai alla recensione »
Il tema della giustizia sociale è sempre più presente nel cinema d'autore europeo ed americano, e anche su questo aspetto (ma naturalmente non solo) si è fondato il grande apprezzamento di "Nomadland". Il film della trentenne sino-statunitense Chloé Zhao ha dominato la stagione dei premi cinematografici, conquistandone tutti i maggiori dal Leone d'oro a Venezia fino al recente Oscar per il miglior [...] Vai alla recensione »
Nomadland è il film che sta riportando gli italiani in sala, oltre che successo agli Oscar 2021 con 3 statuette (Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attrice protagonista). La regista Chloé Zhao, al suo terzo film dopo Songs My Brothers Taught Me (2015) e The Rider - Il sogno di un cowboy (2017), vanta il primato di seconda vincitrice donna come "Miglior Regista" in 93 edizioni degli Oscar, dopo Kathryn [...] Vai alla recensione »
Celebrato col Leone d'oro e poi con l'Oscar, "Nomadland" rischia di presentarsi come il capolavoro che non è. È però un film riuscito nel suo intento narrativo e poetico, che commuove e corteggia la riflessione sociale incoraggiandola senza imporla. Un film, infine, che anche sotto l'etichetta Disney non tradisce il percorso personale della regista Chloe Zhao e anzi s'inserisce in esso con grande coerenza. [...] Vai alla recensione »
Super vincitore agli Oscar (il film) e super vincitrice la regista di Pechino, mandata quando aveva quindici anni a studiare in Inghilterra. Applauditi e celebrati come se fossero l' ultimo film e l' ultima regista rimasti al mondo. Il cinema non è stato benissimo, ultimamente, ma raccontare le donne che vivono nei camper, un po' per necessità un po' per spirito d' avventura, non pare la strada giusta [...] Vai alla recensione »
Nomadland, dopo il Leone d'Oro a Venezia e i tre recentissimi Oscar nelle categorie più importanti (Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attrice Protagonista), è senza dubbio un film che non lascia indifferenti. La visione non è folgorante come si conviene ai capolavori, del resto il livello a cui annoverare questo titolo non è quello, però già trovarsi un paio d'ore immersi in una siffatta meditazione [...] Vai alla recensione »
Tra le novità svetta anche il trionfatore degli Oscar, vincitore di ben tre statuette, tra cui miglior film e miglior regia: «Nomadland» di Chloé Zhao. Adattamento del libro omonimo della giornalista Jessica Bruder, il film racconta di una donna rimasta sola, che ha da poco perso il marito e il lavoro. Lascerà la sua città per attraversare gli Stati Uniti a bordo di un furgone, facendo la conoscenza [...] Vai alla recensione »
E così Nomadland di Chloé Zhao ha vinto anche il premio Oscar, anzi ne ha vinti tre: film, regia e miglior attrice protagonista, l'inimitabile Frances McDormand. La cerimonia degli Academy awards, spogliata da molte componenti "spettacolari", non sarebbe stata neanche male (bella la location nella Central station di Los Angeles) se non fosse stato per l'esagerazione di intermezzi pubblicitari, alcuni [...] Vai alla recensione »
Esperienze umane e paesaggi dell'anima."Nomadland", vincitore del Leone d'Oro nel 2020 alla Mostra di Venezia, confermatosi agli Oscar, conquistando i riconoscimenti di miglior film, regia e miglior attrice protagonista, consacrando di fatto un film, dal 30 aprile finalmente in sala, e su piattaforma Disney+, più che mai rivelatore dell'ultima stagione.
Fern e una sessantenne che all'indomani del crollo economico di una citta aziendale nel Nevada, Empire, legata alla produzione di cartongesso, e della prematura morte dell'amatissimo marito, carica i bagagli sul proprio furgone e si mette sulla strada alla ricerca di una vita al di fuori della societa convenzionale, come una nomade dei tempi moderni.
In fondo Nomadland, miglior film e miglior regia (di Chloé Zhao) agli Oscar 2021 (esce da oggi, 29 aprile, sia nelle sale, sia sulla piattaforma Disney+) è il manifesto della più antica poetica americana, quella della frontiera, quindi del viaggio, del continuo spostamento, esteriore e interiore. Ai tempi di Cimarron di Anthony Mann a guidare la carovana verso l'Ovest c'erano Glenn Ford e Maria Schell, [...] Vai alla recensione »
All' indomani del crollo economico di una città aziendale nel Nevada e della prematura morte del marito, la sessantenne Fern carica i bagagli sul proprio furgone in cerca di una vita al di fuori della società convenzionale. I viaggi si alternano ai lavori saltuari, gli incontri occasionali si aggiungono al tempo trascorso all' interno di "comunità mobili", e la donna si interroga sul senso della propria [...] Vai alla recensione »
Agli Oscar Chloe Zhao ha raccontato un gioco che lei e il padre facevano quando era bambina in Cina, quello cioè di ricordarsi poesie e testi classici per recitarli insieme. Uno in particolare, ha detto, le è ancora molto caro, e dice: « Le persona alla nascita sono tutte buone». Sembrerebbe quasi una risposta agli attacchi arrivati dalla Cina nei suoi confronti per passate dichiarazioni critiche sul [...] Vai alla recensione »
Una vedova, sfrattata dalla casa sul deserto, di proprietà della compagnia di cartongesso che l'ha licenziata, getta i ricordi coniugali in un box e gira solitaria, malinconica, introversa e libera col suo camper malandato tra Nevada, Arizona, South Dakota, Nebraska e California. Cita Shakespeare - dava lezioni private per arrotondare il salario -, è indocile alla pietà familiare, non ai ritmi di lavoro [...] Vai alla recensione »
Per molti Nomadland era un Leone d'Oro annunciato: produzione a stelle e strisce, girato da una donna - Chloé Zhao - per di più non bianca (è nata in Cina e si è trasferita successivamente negli USA). Se non fosse che l'incoronazione è avvenuta nell'edizione Covid della Mostra (e quindi già in eterno negli annali del cinema), è anche un Leone di cui forse ad un certo punto ci dimenticheremo.
«Mamma dice che sei una homeless», osserva una ragazzina al supermercato. «No, direi più che sono una houseless» replica sicura Fern, Frances McDormand. Fern, la protagonista di Nomadland di Chloé Zhao, non si considera senza home, ma piuttosto senza house. Per gli anglosassoni la differenza è abissale. Fern non è sprovvista di un proprio "nido", in cui rifugiarsi, trovare riparo e tentare di proteggersi [...] Vai alla recensione »
L' impero americano è ormai una città fantasma. Fern (Frances McDormand) nel 2012 parte da lì: Empire, Nevada, dove viveva con il marito prima del collasso Usa. È una vedova ex insegnante poi precaria per Amazon, commessa fast food e impiegata in un magazzino di quarzo. Viaggia, incontra, parla, alla guida del minuscolo camper. Per una bimba è senzatetto, per la sorella un nuovo pioniere.
Di Nomadland invece, colpisce e convince tutto; e con un solo titolo in gara, il cinema americano si conferma ancora una volta il più grande. Alla base del film c' è un libro inchiesta della giornalista Jessica Bruder che, a bordo di un furgone, ha viaggiato in lungo e largo il Grande Paese raccogliendo le testimonianze dei tanti (quasi tutti bianchi!) che, costretti causa la crisi economica o traumatiche [...] Vai alla recensione »
Con questo suo terzo lungometraggio, Nomadland, vincitore addirittura del Leon d'Oro a Venezia 77, Chloé Zhao porta avanti il suo discorso sui miti americani, lei che è cinese, ma naturalizzata statunitense, e in particolare sul western: nel primo - Songs My Brothers Taught Me - infatti aveva affrontato la miserevole condizione contemporanea degli indiani d'America; nel secondo - The Rider - si era [...] Vai alla recensione »
Nomadland è un ispirato ibrido tra documentario e fiction, come il precedente film di Chloé Zhao, The rider. È un film gentile e compassionevole che s'interroga sull'anima stessa degli statunitensi, che fa aderire attori non professionisti alla storia di una donna non più giovane, allegra e intraprendente interpretata alla grande da Frances McDormand.
E allora valeva almeno la pena di aspettare l'ultimo giorno della Mostra, per avere un'accoppiata di film in Concorso che riscaldano l'occhio, la mente e il cuore del cinefilo. Certo non sospettavamo di soffrire cinematograficamente così a lungo. "Nomadland" di Chloé Zhao è un viaggio solitario di una donna, che dopo il crollo delle attività economiche nel Nevada e rimasta da tempo senza marito, decide [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Chloé Zhao si immerge nei suburbi del mondo: la giovane regista cinese ce l'aveva già dimostrato con The Rider, ambientato nei retroscena dell'America più desolata e impervia. Tratto dall'omonimo romanzo di Jessica Bruder, Nomadland s'addentra nei meandri di una solitudine perennemente inquieta, analizzando tutti volti di cui si compone l'emarginazione - non soltanto sociale, ma anche [...] Vai alla recensione »
L'America, il western, il cinema di Chloé Zhao. La sua è la rilettura di un genere, è la riscoperta dell'elemento fondativo di una nazione. Dalla sua macchina da presa sgorga l'eredità di John Steinbeck, di Cormac McCarthy. In The Rider - Il sogno di un cowboy si confrontava con Sam Peckinpah e L'ultimo buscadero. In Nomadland ci sono le pianure di John Ford, le montagne di Anthony Mann, le strade [...] Vai alla recensione »
"Nomadland"della cino-americana Chloè Zhao è il film più bello della Mostra? Sì. Senz'altro è il più nuovo. C'è un'attrice più brava di Frances McDormand, la bi-Oscar Mrs. Joel Coen del cui volto un bravo giornalista americano ha scritto che "è come visitare un Parco Nazionale"? No. Per regolamento a Venezia non si possono dare due premi allo stesso film.
La riflessione più inedita nel percorso di Chloé Zhao tra le strade d'America non è incarnata dall'abituale repertorio di paesaggi al tramonto, montagne millenarie, cieli stellati, bagni nei ruscelli e praterie innevate che il film attraversa, e probabilmente nemmeno nel veicolare la filosofia della cosiddetta VanLife di Bob Wells, guru del movimento di nomadi su quattro ruote che si spostano di Stato [...] Vai alla recensione »
Alla domanda innocente di una giovane sua ex studentessa se lei sia davvero una homeless, Fern, la protagonista assoluta di questo film, risponde che in verità è una houseless. Non è la stessa cosa, no? Fern non è una barbona: è una che si muove in furgone, dal gelo del Nevada al caldo dell'Arizona, sosta, lavora stagionalmente da Amazon (che sia il primo film a mostrare il sistema di montaggio del [...] Vai alla recensione »
Dopo l'aperitivo dei primi giorni di questa settimana, i cinema provano a battere un colpo lanciando nelle sale molti dei film che sono transitati nella notte (noiosa) degli Oscar. A partire da oggi (e da domani su Star, all'interno di Disney+), dal trionfatore Nomadland, tre statuette vinte nei premi più importanti, ovvero Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attrice Protagonista.
La grande recessione l'aveva lasciata vedova, senza uno straccio di avvenire ma lei, Fern, non era tipa da abbattersi. Non lo è mai stata nemmeno quando, giovanissima, aveva lasciato la famiglia perché quella del nomadismo è una vocazione. E l'affetto, mai tramontato per sorella e genitori, è sempre rimasto. Ebbene nemmeno l'ultimo rovescio ha piegato quella donna, spigolosa ma dal cuore generoso, [...] Vai alla recensione »
Fran, la protagonista interpretata da Frances McDormand, si definisce houseless, senza abitazione, non homeless, senza casa. La casa è ovunque, nell'America del Southwest e della California: è il paesaggio, la strada, la comunità di viaggiatori che occupa le aree di sosta e compie lavori stagionali. Fran è una di loro, vive in un furgone, è vedova, viene da una città spopolata dalla crisi edilizia. [...] Vai alla recensione »
Chloé Zhao dirige l' attrice in "Nomadland". In concorso anche il road movie azero "In between dying" di Emiliano Morreale A coronare la serie di personaggi e interpreti femminili del festival arriva una delle più grandi attrici americane viventi, Frances McDormand, protagonista e produttrice di Nomadland di Chloé Zhao. Già nei film precedenti narratrice di un' America marginale, la regista segue qui [...] Vai alla recensione »