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Nomadland, l'unica certezza in un anno pieno di anomalie

Pesa come un macigno l'assenza del giudizio popolare, il riscontro del box office, ma il film di Chloé Zhao è grande cinema tout court, e possedeva tutti gli ingredienti per vincere un'edizione complessa come questa. Dal 29 aprile al cinema e dal 30 aprile su Disney+. SCOPRILO SU DISNEY+
di Pino Farinotti

Nomadland

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Frances McDormand (Frances Louise McDormand) (67 anni) 23 giugno 1957, Chicago (Illinois - USA) - Cancro. Interpreta Fern nel film di Chloé Zhao Nomadland.
lunedì 26 aprile 2021 - Oscar

https://disneyplus.bn5x.net/c/2518645/771856/9358Il sommario offerto da MYmovies sui premi Oscar è puntuale ed esaustivo. Esprime una sintesi estrema di tutti i temi. Per un focus estraggo il vincitore: Nomadland.

Ma prima voglio fare una premessa. Questa edizione del premio, per la situazione che conosciamo, è piena di anomalie. La più grande è la mancanza dei voti del pubblico. Ed è un vuoto che non ha potuto non condizionare le indicazioni dei quattromila membri dell’Academy, perché è notorio che la bussola più sicura, affidabile, che ha sempre guidato i giudizi dell’Oscar, sia il botteghino. Certo con relative, corrette, dovute eccezioni. Dunque il registro e i sentimenti “alternativi”, si muovevano in un campo favorevole. Alternativo significa “roba di qualità, roba per cinefili”. E così è stato, ha dunque vinto Nomadland, film per le élite cinefile, di qualità. E grande film tout court.

E poi l’autrice, Chloé Zhao, modello (ultra) perfetto di cultura globalizzata: nata a Pechino poi presente, adolescente a Londra, poi a Los Angeles iscritta all’università di Arti liberali, gran bell’approccio culturale, perfezionato poi nel Massachusetts dove si laurea in Scienze politiche, per approdare poi alla Tisch School of the Arts di New York. Il meglio del meglio, un percorso da predestinata. Chloé ha vinto il doppio Oscar, film e regia. Ma c’è di più, Nomadland e Zhao avevano già conquistato il Golden Globe e il Leone d’oro a Venezia. Siamo nella Storia del cinema.

Il film racconta la vicenda di Fern una sessantenne che ha perso lavoro e marito. Siamo nel Nevada nel 1988. La donna non può avere sussidi, deve arrangiarsi come può. E così, dopo aver attrezzato alla bell’e meglio il suo van comincia a girare per gli Stati in cerca di lavoro. Il suo diventa un viaggio nel cuore povero dell’America di quegli anni. Gli scenari sono i grandi Stati interni, che non sono quelli delle Coste, coi giornali, lo spettacolo, la cultura, l’élite progressista della nazione. È l’America di quegli anni, che poteva essere povera e impotente. Ma Fern possiede un’anima speciale, non sta mai ferma, non smette di impegnarsi e aiutare, dovunque la necessità la porti.

Il film è tratto dal racconto di Jessica Bruder. E non può non evocare un’opera della storia, della letteratura e del cinema, Furore, per la scrittura di John Steinbeck e la regia di John Ford. Due capolavori. Allora a girare l’America in cerca di qualunque lavoro era la famiglia Joad. Erano gli anni della Depressione. E, tutto sommato, ti dicono Zhao e Bruder, quell’America non era tanto diversa da questa.

E poi Frances McDormand, attrice protagonista. È al suo terzo Oscar, sempre da protagonista. E si va a porre, nel podio assoluto, al fianco di due eroine del cinema americano e del mondo. Katharine Hepburn e Meryl Streep. La primatista Hepburn ha sollevato quattro statuette, tutte da protagonista. La Streep, due da protagonista e una da non. Così Frances, classe 1957, sempre protagonista come detto, si pone sul secondo gradino e può ancora... progredire. Un promemoria degli Oscar. 1997, premiata per Fargo, 2018: Tre manifesti a Ebbing, Missouri; infine il Nomadland di quest’anno.

Ecco uno stralcio del discorso della grande attrice nella notte degli Oscar: “Ci vorrebbe il karaoke visto che voci ci sono qui stasera… Non ho parole, la mia voce è la mia spada. Noi sappiamo che la spada è il nostro lavoro. A me lavorare piace, grazie per averlo riconosciuto. Grazie per questo”.


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