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Ultimo aggiornamento martedì 18 maggio 2021
Il primo grande pentito di mafia, l'uomo che per primo consegnò le chiavi per avvicinarsi alla piovra, cambiando così le sorti dei rapporti tra Stato e criminalità organizzata. Il film ha ottenuto 11 candidature e vinto 7 Nastri d'Argento, 17 candidature e vinto 6 David di Donatello, 4 candidature agli European Film Awards, 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Il traditore ha incassato 4,8 milioni di euro .
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Sicilia, anni Ottanta. È guerra aperta fra le cosche mafiose: i Corleonesi, capitanati da Totò Riina, sono intenti a far fuori le vecchie famiglie. Mentre il numero dei morti ammazzati sale come un contatore impazzito, Tommaso Buscetta, capo della Cosa Nostra vecchio stile, è rifugiato in Brasile, dove la polizia federale lo stana e lo riconsegna allo Stato italiano. Ad aspettarlo c'è il giudice Giovanni Falcone che vuole da lui una testimonianza indispensabile per smontare l'apparato criminale mafioso. E Buscetta decide di diventare "la prima gola profonda della mafia". Il suo diretto avversario (almeno fino alla strage di Capaci) non è però Riina ma Pippo Calò, che è "passato al nemico" e non ha protetto i figli di Don Masino durante la sua assenza: è lui, secondo Buscetta, il vero traditore di questa storia di crimine e coscienza che ha segnato la Storia d'Italia e resta un dilemma etico senza univoca soluzione.
Marco Bellocchio è uno dei pochi registi che ancora tengono in pugno il grande schermo, con una consapevolezza profonda del vissuto cinematografico internazionale e un comando totale della propria visione personale.
Il che è evidente fin dalla prima scena de Il traditore: una festa di famiglia (e di Famiglia) che contiene in sé tanto Il gattopardo quanto Il padrino, e un prologo che enuclea tutta la vicenda a seguire, a cominciare da quella conga che è un cordone ombelicale pronto a stringersi ad ogni giro di danza. Ed è una premonizione anche lo sguardo malinconico di Tommaso Buscetta (un magistrale Pierfrancesco Favino) che vede fuori dalla finestra il figlio Benedetto (solo di nome), tallone d'Achille del padre e simbolo della sua sconfitta. Il traditore è un film doppio fin dal titolo, perché il tradimento è tale dal punto di vista di Cosa Nostra, ma non lo è dal punto di vista del riscatto umano del "primo pentito". La doppia lettura è intrinseca alla vicenda di Buscetta, per alcuni un eroe, per altri un infame, un opportunista di comodo ma anche una cartina di tornasole dell'ipocrisia del sistema di giustizia. La manifestazione visibile di questo doppio registro è la continua alternanza nel film fra un dentro e un fuori: l'interno e l'esterno delle case, il crimine organizzato in cui si è catapultati da bambini e da cui non si esce veramente mai, il carcere e la libertà (vigliata, condizionata, comunque impermanente), le auto americane con il tettuccio che "si apre e si chiude", la palla dentro o fuori in una partita di calcio guardata da italiani usciti dal loro Paese con l'eterno sogno di rientrarci.
Sono doppi i fantasmi e le visioni che, come sempre nel cinema di Bellocchio, visitano i viventi come un memento mori. Ed è doppia la percezione stessa della morte, perché ogni membro di Cosa Nostra (come ogni essere umano) è un morituro, e ciò che fa la differenza è solo la consapevolezza con cui Giovanni Falcone sa che la fine arriverà per tutti, anche la mafia stessa. Buscetta è già elemento di cesura fra una criminalità antica e una nuova, con un codice d'onore più elastico e una minore lealtà alla famiglia. "Alla fine si muore e basta" quando nel Grande Gioco delle Sedie perdi il posto, perché la morte, come la mafia, "sa aspettare" il momento giusto per far tornare i suoi conti. Quel che di certo ha raggiunto la fine di un suo ciclo di vita è il gangster movie, di cui Bellocchio certifica con questo film l'implosione naturale: qui non c'è la classica parabola di ascesa e caduta del boss criminale, databile fin dai tempi di Piccolo Cesare, poiché Il traditore inizia già dalla cattura di Buscetta e non ripercorre a ritroso la sua fama. Cosa Nostra è finita, afferma Buscetta, e adesso bisogna parlare: "Dì le cose", intima il boss, e Bellocchio racconta quel "teatro psicologico" che è il crimine organizzato, fatto di riti tribali e di brutalità ferina, ma anche un'Italia connivente che non garantisce protezione o lavoro e copre le sue mancanze con la retorica del Và pensiero. Uno Stato criminalmente assente che Bellocchio mette allo specchio con sarcasmo - lui che conosce bene la differenza fra sarcasmo e ironia - aggiungendo qua e là una pennellata pittorica (Buscetta come un Cristo del Mantegna) e una metafisica (Don Masino in bicicletta lungo il corridoio): tocchi d'autore, zampate di una tigre che (per fortuna) è ancora fuori dalla gabbia.
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In un panorama cinematografico desolante il film di Bellocchio sembra fuori posto per la bellezza delle immagini, la forza dei dialoghi e la recitazione di tutto il cast. Bellissima la scena iniziale della festa di Santa Rosalia con l'effimera pace e tra i clan mafiosi in un ambiente barocco e decadente che sembra nascondere dietro l'apparenza la violenza di ciò che sta per accadere. [...] Vai alla recensione »
BELLOCCHIO- IL TRADITORE sono andato al cinema pieno di pregiudizi sull'ennesimo film di mafia, temendo un prodotto medio e neutro da dejavu, ormai saturo interiormente di prodotti seriali da tv sull'argomento, in più avevo enormi diffidenze su Favino, sulla sua parlata, dopo aver visto il trailer...e confesso che Bellocchio me pareva, anche per l'età, rincoglionito [...] Vai alla recensione »
Il Traditore in parte è un film in parte è un documentario della vicenda di Tommaso Buscetta "don Masino" (interpretato da Pierfrancesco Favino) uomo della mafia siciliana che per primo collaborò con la giustizia, permettendo nel 1986 che si svolgesse il c.d. maxi processo contro centinaia di mafiosi. Il film non è evidentemente nelle corde di Marco Bellocchio [...] Vai alla recensione »
Un irriconoscibile Marco Bellocchio da vita all'ennesima produzione RAI di "denuncia civile", con al centro stavolta Don Masino e la mafia siciliana anni 70/80. Ma non dovrebbero bastare e avanzare gli innumerevoli reportage e documentari televisivi sull'argomento a informaci su tali vicende e personaggi? A meno che il regista non tiri fuori dal cappello qualche bel coniglietto, [...] Vai alla recensione »
“Il traditore” (2019) è il ventiquattresimo lungometraggio del regista-sceneggiatore piacentino Marco Bellocchio. Film documento che percorre dalla fine degli anni settanta fino...ai nostri giorni. L’incipit è la festa di Santa Rosalia del 1980 a Palermo: mentre le luci notturne illuminano attorno dentro casa la mafia balla, canta e si ritrova in grande spolvero.
Commento: il traditore "Il traditore" un film diretto dal grande regista Marco Bellocchio, che espone, senza filtri e censure, la vita afflitta e continuamente tormentata del coscienzioso Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), vissuta nel dolore più totale, tra tradimenti di coloro che venivano considerati "amici" e continui lutti in famiglia.
Quando è un autore di cinema, come Marco Bellocchio a intraprendere la strada della narrazione documentata di vicende vere accadute in Italia nel recente passato che hanno segnato la storia della Repubblica e dello Stato , allora si può essere certi che il percorso non sarà facile, ma pur con tante riflessioni e diversi aspetti a confronto , il raggiungimento dell obiettivo& [...] Vai alla recensione »
Non ha conquistato premi dalla giuria,ma sicuramente quelli del popolo sì. Trattasi de “Il traditore”,ultima opera del regista Marco Bellocchio, capace ancora di commuovere e stupire con la crudezza della messinscena della realtà. Alla veneranda età di quasi 80 anni si è buttato a capofitto nella ricostruzione di Tommaso Buscetta, primo grande pentito di mafia e confidente di Giovanni Falcone, il quale [...] Vai alla recensione »
Negli ultimi vent’anni del 1900, il cancro della mafia si è fatto più maligno a causa della lotta per la supremazia tra Palermitani e Corleonesi. Palermo è Cosa Nostra, con i suoi valori e le sue tradizioni antiche, ben rappresentate nella scena iniziale del film per i festeggiamenti di Santa Rosalia, un ritrovo di famiglia che ricorda quella del Padrino di [...] Vai alla recensione »
Grandioso.Il Maestro Bellocchio ha fatto centro con il suo film forse meno "bellocchiano", che non rinuncia alla classica dimensione onirica del suo cinema ma che racconta i fatti calandoli nelle vicende realmente accadute. Favino superlativo, non è un'eresia paragonarlo ai grandissimi del cinema crime americano. La sequenza inziale è già bellissima con una fotografia notevole ed uno uso delle didascalie [...] Vai alla recensione »
Commento: il traditore "Il traditore" un film diretto dal grande regista Marco Bellocchio, che espone, senza filtri e censure, la vita afflitta e continuamente tormentata del coscienzioso Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), vissuta nel dolore più totale, tra tradimenti di coloro che venivano considerati "amici" e continui lutti in famiglia.
Il film del regista Marco Bellocchio sulla vita di Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino) è decisamente un'ottima pellicola che ricostruisce i principali eventi dal 1980 al 2000. La bravura del regista nonchè coosceneggiatore è stata quella di dare una sequenza cronologica di date, luoghi e personaggi (con tanto di sovrascritte) tali da far seguire in modo semplice e con molto [...] Vai alla recensione »
Il Traditore di Marco Bellocchio è un film stupendo. Un Capolavoro di realismo, messo in scena con una tale delicatezza e accuratezza che è impossibile non lodare il film. Pierfrancesco Favino è perfetto, degno del miglior Brando. Una pellicola che racconta la storia di Tommaso Buscetta, ripercorrendo soprattutto il Maxi Processo e gli incontri fra Buscetta e Falcone.
Di fronte ad un avvocato Caino che ce la mette tutta per inchiodarlo. Buscetta si autodefinisce un uomo semplice- ben piu articolata la frase autentica. Non credo sia finta umilta. Piuttosto Buscetta, mai pentitosi, assume forse consapevolezza di essere uomo profondamente ignorante, probabilmente, che in piu ha condotto una vita dissoluta, fuori da vincoli etici e persino riguardanti la sua [...] Vai alla recensione »
Quando un ottimo regista si trova a lavorare con ottimi interpreti, difficilmente il risultato finale è scadente e deludente. E questo film non sfugge a questa regola, sebbene non sempre scontata.Pierfrancesco Favino si conferma ancora una volta un ottimo attore, superando però ogni precedente interpretazione. Si cala a dovere nel personaggio controverso di Tommaso Buscetta, con i suoi valori, la sua [...] Vai alla recensione »
Tommaso Buscetta, mafioso al servizio del clan dei Bontade, arrestato e fuggito due volte in Sudamerica, miracolosamente scampato alla faida interna a Cosa Nostra portata avanti dai Corleonesi di Toto’ Riina, che gli ha fatto uccidere due dei suoi otto figli. Tommaso Buscetta che, al momento i iniziare a collaborare con lo Stato italiano, non si definisce mai un pentito e men che meno un traditore, [...] Vai alla recensione »
L’atmosfera cupa delle prime sequenze, girate in una villa antica e decadente, in cui si svolge la scena della temporanea pax mafiosa tra personaggi immersi nell’ombra, affacciata su un mare scuro ed ostile in una notte buia illuminata soltanto dalle fiaccole, simbolo di luce catacombale, e dai fuochi pirotecnici della festa religiosa, mentre si inneggia a Santa Rosalia, comunica [...] Vai alla recensione »
Grandioso.Il Maestro Bellocchio ha fatto centro con il suo film forse meno "bellocchiano", che non rinuncia alla classica dimensione onirica del suo cinema ma che racconta i fatti calandoli nelle vicende realmente accadute. Favino superlativo, non è un'eresia paragonarlo ai grandissimi del cinema crime americano. La sequenza inziale è già bellissima con una fotografia [...] Vai alla recensione »
Bellocchio realizza un importante film sull’identità, quella che Don Masino falsifica più volte confidando nella validità del solo nome. Identità intesa come ruolo e come etichetta: Buscetta, che poi diviene Don Masino, o il boss dei due mondi, diventa la mafia stessa quando vincolato a essa, poi il traditore e un bersaglio quando, vincolato alla giustizia, diviene [...] Vai alla recensione »
A un ccerto punto una frase mi accende una luce smagliante: "la mafia non esiste". E' l'Innominato dei Promesi sposi, Buscetta è l'Innominato e Falcone è Federico Borromeo. Buscetta alla fine dice "mi ha dato l mano!". Si può non credere nella divina provvienza ma in questo caso si fa fatica a non vederla nel grande Falcone che sa guardare negli [...] Vai alla recensione »
Una storia italiana degli anni '80 e ' 90 portata sullo schermo da un grande maestro della nostra regia. Un cast di atori di grandissimo livello tra i quali emergono un grande Pierfrancesco Favino ( Tommaso Buscetta ) , un eccezionale Fausto Russo Alesi ( magistrato Falcone ) e un bravissimo Luigi Lo Cascio . Sicilia- Palermo- Brasile- FAMIGLIA- famiglie - America- Roma- Palermo- [...] Vai alla recensione »
Ho visto il film ieri sera e sono uscito dalla sala, a dire il vero , un po' titubante. Dividerei il mio giudizio in due fasi: la prima parte , dalla scena nella villa al ritorno in Brasile di Masino , incentrata su un realismo scenico, una fluidita' dei dialoghi e un' intensita' recitativa del protagonista ( favorita da un' ottima recitazione in siciliano e in portoghese [...] Vai alla recensione »
Film bellissimo da vedere assolutamente. Gli attori sono tutti bravi ma Favino giganteggia su tutti con un'interpretazione straordinaria che conferma le sue eccezionali doti di attore. Sono andata a vedere il film quasi controvoglia, invece ho gustato tutte le seguenze che riproducono perfettamente la Sicilia degli anni ottanta. Favino è completamente dentro al personaggio e ogni espressione [...] Vai alla recensione »
Un ottimo film, Bellocchio è bravissimo e Favino strepitoso fa a mare un personaggio di cui purtroppo si parla sempre meno ma senza il quale non ci sarebbe stato il maxi processo. Il ritratto di un uomo non solo di un criminale. anche per chi vuole fare un rapido ripasso degli eventi. Consigliatissimo
ho volutamente dato una stella a quello che poteva essere un grandissimo film. ottima realizzazione, belle scene, coinvolgente, recitato in maniera esemplare anche dall'ultima delle comparse...perché rovinare un film con dialoghi incomprensibili alla maggior parte degli spettatori?? non potevano doppiarlo in Italiano con un semplice accento siciliano? nooo, bisogna sempre fare i fenomeni [...] Vai alla recensione »
Il Traditore. L'han visto così a Cannes e hanno applaudito. Per chi mette a nudo criticità che non siano di casa loro i francesi non frenano l'entusiasmo. Quanto a Favino, speriamo che non si monti la testa dopo questa memorabile prestazione. Come Don Masino, potrebbe fuggire in America per non farsi accoppare dalla mediocrità dei suoi connazionali macchiettari.
“Il traditore” è un bel film asciutto, privo di retorica. Il rischio che poteva correre il regista alle prese con questo tema era quello di mostrare una sicilianità ridondante, fatto che non ci è stato, e non è stato sfruttato in senso folcloristico. Il film si apre con la scena della festa di Santa Rosalia a bordo mare, con le splendide immagini dei fuochi d’ar [...] Vai alla recensione »
So di essere controcorrente con l'"Osanna collettivo" ma l'ultima fatica cinematografica di Marco Bellocchio "Il traditore" è deludente.Dopo una prima parte efficace la narrazione dall'incontro di Tommaso Buscetta con Giovanni Falcone in poi diventa debole, poco incisiva e a tratti surreale: il primo interrogatorio fra don Masino e il grande giudice siciliano [...] Vai alla recensione »
Questo film biografico sul pentito per eccellenza Tommaso Buscetta è un One Man Show di Pierfrancesco Favino. Questo fantastico attore è sempre più sorprendente nelle sue capacità linguistiche, complimenti. Anche le altre interpretazioni sono ottime. Per il resto, la storia è molto ben esposta e lo spettatore è costantemente "dentro" le vicende, senza [...] Vai alla recensione »
Uno spaccato dell'italia portato allestremo, da vedere, fa pensare, impressionante la somiglianza Favino quando indossa gli occhiali, sala al completo.
Affresco intelligente e critico di un capitolo importante della storia italiana. Si presta a varie chiavi di lettura. Peccato che non abbia preso nessun premio a Cannes!
I fatti sono noti, perchè già ampiamengte documentati da trasmissioni televisive, ma quello che rende il film memorabile è la capacità di indurre un senso di vergogna per un paese che , ancora oggi, non è mai stato capace di liberarsi da una cultura così radicata della sopraffazione e della ottusità del vivere.
Film di una bellezza incredibile. Bellocchio in stato di grazia aiutato da un cast incredibile, davvero stellare. Immenso Pierfrancesco Favino ma anche Luigi Lo Cascio, entrambi davvero inarrivabili.
queste storielle di film non ci sembrano pertinenti all'andamento delle cose, possono anche tentare di rimpiattarsi, non serve, abbiamo delle persone tra le più inflenti a capo di qualche movimento o trasmissione e di cui conosciamo quasi a malapena le loro facce, che hanno cacciato... con espedienti di disonestà presunte od truffaldine operatività che sembrano gravarci [...] Vai alla recensione »
Bellocchio dirige con mano ben salda una storia piena di insidie e di oscurità nel quale l'intoppo narrativo si cela dietro ogni microstoria, abile nel non cadere nel tranello degli stereotipi film di Mafia, sostenuto da un cast ricco e tecnicamente dotato, ci offre uno spaccato a tratti talmente reale da sembrare un documentario, raccontando la storia del primo pentito Tommaso Buscetta, [...] Vai alla recensione »
per parlare del traditore la prima cosa che viene in mente è il carattere che unisce i protagonisti di questa storia: sono siciliani e sono assetati di potere. si potrebbe dire che un altro elemento di comunanza è il fatto di essere mafiosi; ma così si escluderebbe l'unico personaggio non mafioso del film, Giovanni Falcone, l'uomo di cui il traditore buscetta s'innamora [...] Vai alla recensione »
La vita da pentito di mafia Tommaso Buscetta e le confessioni che rilasciò in presenza di Giovanni Falcone diventano nelle mani di Marco Bellocchio, di ritorno in scena con una grande produzione internazionale, una marcia asettica e forzata di un uomo incapace di rinnegare quello nel quale ha sempre creduto ciecamente, al punto di definire altri i traditori degli ideali di ‘cosa [...] Vai alla recensione »
Bellocchio è un grande maestro e lo conferma anche in questo che non sembra essere proprio un suo film. Da vedere
Un film da non perdere perché racconta magistralmente uno spaccato del Paese imprescindibile; perché è girato in maniera maestrale; perché è impreziosito da alcune interpretazioni straordinarie (Favino in testa). Merita tutto il bene di cui si è parlato!!! Straconsigliato..!!!!
Un film dal ritmo serrato, magistralmente interpretato da Favino, con un regista che riesce a non cadere nel luogo comune. Le scene del processo mi hanno richiamato le tragedie greche:i mafiosi processati a fare da coro, Buscetta uno scomodo protagonista e "l'organizzazione" che incombe ineluttabile come il fato. Uno spettacolo di forza straordinaria
Visto. Nulla da eccepire sulla qualità recitativa degli attori e della regia, che stimo entrambi. Ma mi sono interrogato sulla necessità di un film come questo. Proprio per la totale aderenza ai colloqui dei personaggi nei vari documentari già visti e visibili in rete....Ho letto una recensione che lo colloca tra i film di gangster.
Avrebbe giovato, a mio parere, una più stretta focalizzazione sul personaggio, sulle sue ombre, sulle sue ossessioni e rimorsi, e sogni, e paure, che pure sono disseminate nel film, ma la minuziosa ricostruzione cronachistica ne indebolisce la forza drammaturgica e visionaria. Così come straordinarie possibilità avrebbe potuto offrire il rapporto con Giovanni Falcone, con [...] Vai alla recensione »
ho deciso di vedere questo film perche' racconta la nostra storia anche se cruda e dolorosa. E' un film che andrebbe fatto vedere ai ragazzi delle scuole come educazione civica. un grazie al regista , agli attori e tutti coloro che hanno lavorato per questo film . ho sempre sostenuto che i film sono delle opere d'arte , questo in particolare.
non possiamo però dire, piove: governo caiamano..., col loro travaglio politico, gli scansi di persone così, alè bislacchi e lillonate a caso, partititi nazionali e movimenti... di e de cosa... poi se non del proprio conto e soldo, aggredire il popolo sovrano, da mele marce uniti piramidali nel chiedere fantasia e non nella condivisione dei soldoni, quelle povere pecore manovrate [...] Vai alla recensione »
Favino è il miglior attore italiano che abbiamo e mi è piaciuta molto la sua interpretazione del boss Buscetta,niente da dire,ma il film non è granchè. Film da vedere con i sottotitoli perchè recitato in siciliano strettissimo...poi i dialoghi dei mafiosi durante il maxi processo sono quasi ridicoli. Voto 2 stelle
Film che narra le vicende di Tommaso Buscetta,il pentito di COSA NOSTRA che rilasciò dichiarazioni scottanti sulla mafia,sullo stato e sui Corleonesi a Giovanni Falcone. Si tratta di un film ben girato e recitato ancora meglio da un grande Pierfrancesco Favino,forse il miglior film sull'argomento. Musiche e cast azzeccato,secondo me ha buone possibilità di prendere una nomination [...] Vai alla recensione »
Marco Bellocchio ama di tanto in tanto occuparsi della vita politica italiana, lo ha fatto con Aldo Moro e adesso si occupa di mafia, attraverso la storia del pentito Masino Buscetta. Personaggio controverso ma che consentì a Falcone di far condannare capi e gregari della mafia a cominciare da Riina e Pippo Calò. Il film è pieno di sparatorie ed è sorrentiniano ma [...] Vai alla recensione »
Fin dalla prima sequenza, dove la vecchia mafia e la nuova Cosa Nostra stanno cercando di accordarsi sul traffico di droga, nel contesto della festa palermitana di Santa Rosalia, Marco Bellocchio esplicita il suo intento. Quello di lavorare sulla dimensione teatrale del gesto mafioso. In effetti, uno dei criminali afferma da subito, rispondendo ai dubbi di Buscetta sulla credibilità del patto che si stava stringendo, "è tutto teatro".
In effetti, tutto Il traditore (guarda la video recensione) sembra possedere due anime, talvolta imperscrutabili. La prima è quella della "performance".
I personaggi - e non è certo la prima volta in Bellocchio - recitano continuamente una parte, sia all'interno della comunità criminale sia nei luoghi pubblici dove devono esplicitare un'identità. In questo modo, il tribunale - che occupa quasi metà del film, come set e come arena - è il luogo performativo per eccellenza, non importa se sia aperto al pubblico o chiuso in un bunker. Il confronto a due tra il "traditore" Buscetta e i giudici, o tra Buscetta e gli ex compagni, o persino tra Buscetta e Riina, diventano segni recitativi enfatici e lirici (altra tradizione, quest'ultima, nel DNA di Bellocchio, che ne utilizza il repertorio e la tradizione per esprimere alcune delle immagini più trasparenti, potenti del film, come la lettura delle sentenze del maxi-processo coperte dal Va' pensiero). Questo per il teatro. Per il cinema, invece, si apre un confronto molto più complesso, e certamente meno previsto per Marco Bellocchio. Il regista piacentino ha confessato in pubblico che Il traditore doveva essere inizialmente una mini-serie - e chissà che non sia questo il motivo per la scelta di focali corte e piani ristretti, oltre che per il tipo di immagine utilizzata, volutamente piena di aloni ed effetti televisivi. Poi che si è trasformato in un singolo film, che al primo montaggio era molto lungo, quindi tagliato fino a raggiungere le due ore e mezza con cui lo vediamo oggi nelle sale.
Si può dire qualcosa di nuovo su uno degli snodi fondamentali della storia recente d' Italia? Si possono trovare immagini nuove per raccontare ciò che i media hanno mostrato mille volte, rivedere la strage di Capaci, il pianto della vedova Schifani ai funerali, il primo maxiprocesso di Palermo o la "guerra di mafia" degli anni 80? E soprattutto: si possono schivare i luoghi comuni di quello che ormai, [...] Vai alla recensione »
«Poi si muore, e basta», dice Tommaso "Masino "Buscetta, uno straordinario Pierfranco Favino, prima che nel buio si chiuda Il traditore (Italia, Francia, Brasile e Germania, 2019, 142'). La morte è il filo conduttore del film di Marco Bellocchio e dei suoi cosceneggiatori Valia Santella, Ludovica Rampoldi, Francesco Piccolo. E con la morte il potere.
Doppiatelo e intitolatelo "Il padrino - parte IV", farà un mucchio di soldi. Dava il consiglio - via tweet - un critico americano che pur sforzandoci non riusciamo a ritrovare. A Marco Bellocchio farà molto piacere e un po' dispiacere. Piacere, perché non capita tutti i giorni di essere paragonati a Francis Ford Coppola (quando era bravo, gli ultimi film girati in libertà sono un riuscitissimo spot [...] Vai alla recensione »
Nella Sicilia dei primi anni Ottanta si cade come foglie. I corleonesi di Totò Riina sterminano le vecchie famiglie: nessuno è al sicuro, non Totuccio Contorno (Luigi Lo Cascio), non Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino). Tra lui e Totò u Curtu, infiniti gradi di separazione: "Per Riina comandare è meglio che fottere, per me è il contrario". Amante delle donne e della bella vita, Masino rimarrà soldato [...] Vai alla recensione »
Chi non vuole rinunciare al cinema ai tempi del coronavirus, con le sale chiuse in Lombardia dopo l' ultimo decreto ministeriale, si deve accontentare della tv. Se i canali generalisti hanno ben poco da offrire, quelli a pagamento riservano alcuni interessanti titoli di attualità, recuperabili da chi non li ha ancora visti sul grande schermo o vuole rivederli.
Marco Bellocchio si ostina a rileggere le pagine più cupe della storia italiana attraverso uno sguardo libero, audace, in grado di riportare in vita i fantasmi del potere e delle colpe, dei delitti e dei castighi. Affrontando la mafia, Bellocchio mette in scena la "famiglia" come scena primaria del potere, creando un labirinto di rara potenza espressionista.
Carismatico, affascinante, vanitoso, don Masino Buscetta è nella cosca di Stefano Bontate sterminata dai Corleonesi. Negli anni 80 si rifugia in Brasile, vive alla grande con la terza moglie ma, arrestato ed estradato, collabora con il giudice Giovanni Falcone. Racconta la sua affiliazione a 16 anni e l'architettura di Cosa Nostra. «Non sono un pentito» dice: è il brutale clan di Totò Riina che non [...] Vai alla recensione »
Nei primi anni Ottanta scoppia una vera e propria guerra tra le vecchie famiglie della mafia palermitana e i Corleonesi di Totò Riina per il controllo sul traffico di droga. Tommaso Buscetta, il "boss dei due mondi", fugge in Brasile mentre due suoi figli e il fratello vengono uccisi a Palermo. Arrestato ed estradato in Italia, l'uomo, convinto che il prossimo a morire sarà lui, decide di incontrare [...] Vai alla recensione »
A Cosa Nostra Buscetta aderisce da ragazzino, ricevendo il compito di assassinare un tizio durante il battesimo del figlio. Nel timore di colpire il piccolo di cui quello si fa scudo aspetta anni prima di ucciderlo. È un delinquente, che rispetta la famiglia, e non spaccia droga per una sua morale personale. Tutto il contrario di Riina che capo dei Corleonesi vuole estirpare la "semenza" (l'intero [...] Vai alla recensione »
Una delle prime cose a colpire del cinema di Marco Bellocchio è la qualità; alleata, questa, alla voglia di capire del proprio autore. E' quanto ritorna alla mente a partire dalle prime immagini de Il traditore; che subito, nella loro densità espressiva come nella logica con la quale si organizzano, riconducono l'autore ottantenne ai tempi dei suoi momenti più creativi e al tempo stesso posseduti. Vai alla recensione »
Lo anticipa il titolo, questo è un film sul tradimento. In senso ampio, universale. Che ha inizio una notte del 1980, in Sicilia, durante la festa di Santa Rosalia, mentre si sugella un patto tra cosche presto disatteso per finire nel sangue. I Corleonesi hanno dichiarato guerra alle vecchie famiglie di Cosa Nostra per il controllo del traffico di droga.
Delle quasi due ore e mezzo di cui è composto Il traditore, l'ultimo lungometraggio (il n. 30, tra fiction e documentari, a 54 anni dallo splendido debutto con I pugni in tasca) di Marco Bellocchio, forse ingiustamente ignorato dall'ultimo palmares di Cannes, restano in mente soprattutto le concitate, drammatiche, istruttive scene del maxiprocesso di Palermo, avviato nel 1986 con 475 imputati e conclusosi [...] Vai alla recensione »
Tommaso Buscetta ama le belle donne, veste solo abiti di alta sartoria, canta ballate spagnole. È questa la chiave di Il traditore, l'ultimo film di Marco Bellocchio, ora nelle sale dopo la presentazione a Cannes: raccontare il lato privato del "boss dei 2 mondi" più che il profilo pubblico del più grande pentito della storia nazionale. Certo, in questa lunga cavalcata non mancano i maxi-processi, [...] Vai alla recensione »
"Lo sguardo è l'espressione della realtà". Che ci fa questa frase di Michel Butor, romanziere e teorico del nouveau roman, in bocca a uno degli imputati del maxi-processo di Palermo contro gli affiliati di Cosa Nostra? In un film così rigorosamente attento al rispetto delle fonti documentali come Il traditore, questa frase è forse l'unica anomalia.
Sono diversi anni ormai che Marco Bellocchio ha deciso di prendere di petto la storia d'Italia. Non ci sono molti film altrettanto belli e originali come Buongiorno notte sul terrorismo italiano o come Vincere sul fascismo. Da qualche anno, però, si ha come la sensazione che abbia messo a disposizione il proprio capitale simbolico capace di garantire anche un budget decisamente importante, uno sforzo [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Marco Bellocchio contro il gran teatro di Cosa Nostra. Il regista dell'inconscio, dei sogni, delle verità nascoste, contro una delle peggiori macchine di morte e menzogna mai concepite. Le forze aere e dell'immaginazione contro quelle terrestri (e scolpite nella memoria) del crimine e del suo rovescio, la giustizia, con relativi apparati: il maxiprocesso, Falcone, le intemerate in aula, [...] Vai alla recensione »
Nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci (il 23 maggio), è passato in concorso al Festival di Cannes ed è contemporaneamente uscito in sala il film Il traditore di Marco Bellocchio, dedicato alla figura tanto articolata del "pentito" Tommaso Buscetta, detto Masino. E la scena dell'attentato, ormai a fine film, deflagra con violenza inattesa e feroce, ma più che mai efficace.
Basta dire che "Il traditore" è un grandissimo film e che Marco Bellocchio a 79 anni sembra il più giovane, indomito e versatile dei registi? No, non basta perché nella storia ufficiale del nostro cinema vige la pigra la tendenza a beatificare gli autori consacrati e spedirli al pantheon senza stare tanto a sottilizzare, mentre nel corso della sua carriera votata alla ricerca, alla classe, all'indipendenza [...] Vai alla recensione »
"Il traditore", il nuovo film di Bellocchio uscito nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci, ha ricevuto dodici minuti di meritatissimi applausi al 72° Festival di Cannes. Ripercorre due decenni di storia italiana incentrandoli sulla figura controversa di Tommaso Buscetta detto Masino, il boss dei due mondi che divenne il più famoso pentito di Cosa Nostra.
All'inizio degli anni '80 infuria la guerra tra le famiglie mafiose per il controllo del traffico di eroina. Si celebra una tregua tra Totò Riina e i Corleonesi con una grande festa, durante la quale Tommaso Buscetta - "soldato semplice" di Cosa Nostra - intuisce l'imminente pericolo e decide di emigrare in Brasile con la ultima moglie e alcuni dei suoi figli.
"Si muore sempre per qualcosa. La morte ci accompagna" dice Giovanni Falcone a Tommaso Buscetta durante un interrogatorio. Si muore e basta. Il traditore è quasi un film gemello di Fai bei sogni. È un altro affresco sulla morte e soprattutto sulla sua (impossibile) rimozione. Il Tommaso Buscetta di Marco Bellocchio e Pierfrancesco Favino ripete a tutti di non aver paura di morire, ma viene continuamente [...] Vai alla recensione »
Storia e destino di Tommaso - anzi: Masino - Buscetta, l'uomo che mise in ginocchio la Mafia. «Non sono un pentito. Non sono uno spione. Non sono un infame. Sono pronto a pagare il mio debito con la giustizia», così uno dei più importanti criminali affiliati a Cosa Nostra (così si chiamano tra di loro) permette a Giovanni Falcone di riempire con le sue rivelazioni oltre 400 pagine di documenti di accusa. [...] Vai alla recensione »
Marco Bellocchio ri-processa Giulio Andreotti e lo condanna. È solo un dettaglio del suo "Il Traditore", che lo riporta per la settima volta nel concorso principale di Cannes ( ha vinto 43 anni fa per i protagonisti di"Salto nel vuoto", Anouk Aimée e Michel Piccoli). Ma di sicuro sarà materia di polemica e discussione, per l'ultimo grande autore italiano vivente abilitato ad esprimere un giudizio [...] Vai alla recensione »
Si inizia di notte, in Sicilia durante la festa di Santa Rosalia (1980), sotto i fuochi d'artificio, dopo il grande patto tra i capi mafiosi, che sarà, al contrario disertato in brevissimo tempo; si termina in un'altra notte (2000, in Florida), dove Tommaso Buscetta, malato, attende la morte ormai incipiente, rammentando quando finalmente, sempre di sera, riuscì a uccidere un mafioso che doveva eliminare [...] Vai alla recensione »
Quando Tommaso Buscetta è morto, nel 2000, era già parte dell'immaginario collettivo: l'atterraggio con le manette nascoste dalla coperta, l'aula bunker, le accuse ad Andreotti, la chirurgia plastica... Il volto e le parole del superpentito che dichiarò guerra a Cosa nostra hanno segnato un'epoca, e a distanza di anni la sua figura è tornata ad abitare gli schermi: tra gli accusatori di Andreotti in [...] Vai alla recensione »
Bellocchio incanta e Buscetta canta. Il nostro unico regista in Concorso e il pentito di mafia più celebre di sempre si incontrano in un gangster movie firmato dal maestro del thriller psichico. Più epico che edipico? Apparentemente sì. Al centro il Boss dei Due Mondi. Non diceva l'età come le dive, si tingeva i capelli, scopava con regolarità dentro l'Ucciardone dopo pasti ad aragoste e champagne, [...] Vai alla recensione »
«Il traditore racconta di un uomo, Tommaso Buscetta, che tradisce Cosa nostra convinto che non sia lui a tradirla ma i Corleonesi, i rivali del suo schieramento ... Perciò non si sentiva né un traditore, né uno spione né un infame... La sfida del film è proprio questa, rendere un personaggio duplice, forse triplice senza altarini né condanne». Così scrive Marco Bellocchio nelle note del pressbook a [...] Vai alla recensione »
Pur ispirandosi ai fatti - diversamente da un Rosi, indiscusso maestro del cinema politico - Marco Bellocchio non deve aver realizzato il film Il Traditore solo per rievocare il glorioso episodio del Maxi processo palermitano che privò la mafia della sua aura di impunità ma soprattutto perché con la sua contraddittoria personalità, Buscetta, il discusso pentito di Cosa Nostra, devi essergli sembrato [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Marco Bellocchio è sempre stato un incrocio tra la dimensione privata, intima, dei suoi protagonisti e quella politica, pubblica. A volte, preferendo la prima, al punto da prescindere, senza mai stravolgerla, dalla fedeltà storica, come gli rimproverò Francesco Rosi in occasione di Buongiorno, notte, il film sul sequestro Moro. Il suo è sempre stato un lavoro di introspezione, di comprensione, [...] Vai alla recensione »
Era un uomo complesso e sofisticato il cosiddetto boss dei due mondi, all'anagrafe Tommaso Buscetta detto Masino. Seppur con licenza elementare, il suo sguardo sapeva di profetico e la sua dignità non gli permetteva di nascondere il tormento legato a sensi di colpa e scelte sbagliate. Non stupisce che una figura tanto contraddittoria quale il più famoso pentito di Cosa Nostra sia diventata oggetto [...] Vai alla recensione »
Tommaso Buscetta è stato il boss dei due mondi. La sua figura viene raccontata a partire dall'arresto in Brasile e dall'estradizione di Buscetta in Italia, passando per l'amicizia con il giudice Falcone e gli irreali silenzi del maxiprocesso alla mafia. Ed è proprio nel momento in cui la giustizia sembra aver segnato un punto a suo favore, che Cosa Nostra ricorda a Buscetta e all'Italia che la sua [...] Vai alla recensione »
"Mi interessa il personaggio di Tommaso Buscetta perché è un traditore. Ma in verità chi ha veramente tradito i principi 'sacri' di Cosa Nostra non è stato Tommaso Buscetta, ma Totò Riina e i Corleonesi. Come si vede due modi opposti di tradire. Nella storia tradire non è sempre un'infamia. Può essere una scelta eroica. I rivoluzionari, ribellandosi all'ingiustizia anche a costo della vita, hanno tradito [...] Vai alla recensione »
A Cannes Il traditore è stato accolto con tredici minuti di applausi e le critiche sono state entusiaste. Se non la Palma d'oro, uno dei più belli e più riusciti film del grande Marco Bellocchio (148 minuti volano in un secondo) meritava almeno un riconoscimento per il talento di Pierfrancesco Favino, un perfetto Tommaso Buscetta. Certamente non un eroe.
Marco Bellocchio ha dimostrato come il suo cinema possa interpretare, forse capire, la storia italiana attraverso la prospettiva del sogno e della fantasia: un mondo di fantasmi personali che intercetta l'ombra di fantasmi collettivi. Il segno della croce dei brigatisti in Buongiorno, notte, la via crucis per le strade di Roma in L'ora di preghiera, l'esibizionismo a metà tra imitazione e derisione [...] Vai alla recensione »