Il traditore |
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Un film di Marco Bellocchio.
Con Pierfrancesco Favino, Maria Fernanda Cândido, Fabrizio Ferracane, Luigi Lo Cascio.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 148 min.
- Italia 2019.
- 01 Distribution
uscita giovedì 23 maggio 2019.
MYMONETRO
Il traditore
valutazione media:
3,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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I tormenti e il riscatto del boss pentito
di Paola Zonca La Repubblica
Chi non vuole rinunciare al cinema ai tempi del coronavirus, con le sale chiuse in Lombardia dopo l' ultimo decreto ministeriale, si deve accontentare della tv. Se i canali generalisti hanno ben poco da offrire, quelli a pagamento riservano alcuni interessanti titoli di attualità, recuperabili da chi non li ha ancora visti sul grande schermo o vuole rivederli. È il caso del film di Marco Bellocchio Il traditore, presentato al Festival di Cannes 2019 e uscito il 23 maggio scorso, che ha ottenuto un buon successo al box office: lo si potrà vedere venerdì 13 su Skycinemadue alle ore 21,15.
Il regista affronta un pezzo fondamentale della storia recente d' Italia attraverso la figura di Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi, ma soprattutto il primo pentito di mafia che ha consentito di fare luce sul mondo segreto di Cosa Nostra e di dare per la prima volta un duro colpo all' organizzazione criminale, rivelando i nomi dei capi, il traffico di eroina e le collusioni con il potere politico. Il regista piacentino racconta la lotta nei primi anni Ottanta tra palermitani e corleonesi, nuovi signori della cupola, le uccisioni efferate, l' arresto di Buscetta in Brasile e l' estradizione, l' attentato al giudice Giovanni Falcone alla villa dell' Addaura, il maxiprocesso, le accuse a Giulio Andreotti. Una materia apparentemente lontana dalla cinematografia di Bellocchio, da sempre attratto da intricate storie di famiglia e guidato dalle sue ossessioni sin dal capolavoro I pugni in tasca, ma che viene " piegata" alla sua visione d' autore. Se nella prima parte si adegua ai codici del film di mafia ( la scena iniziale della festa di Santa Rosalia con tutta la "famigghia" riunita è di incredibile impatto) e non si allontana dalla cronaca con una fedele ricostruzione dei fatti, fa centro quando entra nell' animo di Buscetta, traditore per i suoi rivali che gli ammazzano per vendetta figli e fratelli, ma convinto che a tradire siano stati gli altri, Riina, Calò, i corleonesi che hanno rinnegato i principi d' onore di Cosa Nostra.
A Bellocchio interessa il dramma dell' uomo: i suoi tormenti, il suo essere controverso, mafioso sì ma che si riscatta a suo modo, per alcuni infame e opportunista per aver approfittato dei vantaggi riservati ai collaboratori di giustizia, ma anche consapevole delle sue scelte. E infine lasciato morire solo, come lo si vede nelle ultime sequenze, che fanno da contrappunto al baccanale dell' inizio: malato, con il capo coperto da una bandana, barricato in una villa a Miami col fucile sempre accanto, perseguitato dai fantasmi del passato. Ma sonda anche la coscienza di un Paese ipocrita, come già in Buongiorno, notte su Aldo Moro e La bella addormentata, ispirato alla vicenda di Eluana Englaro, nonché la doppiezza di uno Stato inesistente quando non connivente.
Fondamentale per la riuscita del film è il protagonista Pierfrancesco Favino che a differenza di quanto è accaduto con Craxi in Hammamet non imita semplicemente il suo personaggio ma ne dà un' interpretazione personale tra silenzi e sguardi malinconici.
Ottimi anche gli altri attori, da Luigi Lo Cascio- Salvatore Contorno a Pippo Calò- Fabrizio Ferracane, perfetto nel rendere l' ambiguità del mafioso diventato politico. Due ore e mezza che scorrono veloci senza cali di tensione, dove la zampata grottesca della tigre è riconoscibile in vari momenti, soprattutto nell' aula dove si svolge il processo: dietro le sbarre boss grandi e piccoli compongono un quadro folle tra chi si denuda mostrando le parti basse e altri che simulano (?) crisi epilettiche. E nel sarcastico risuonare del Va pensiero, uno dei simboli riconosciuti di appartenenza nazionale.
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