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martedì 23 aprile 2024
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precisazione
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Buscetta non era un capo della mafia, era un soldato semplice
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alex
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sabato 26 agosto 2023
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bellocchio ti sei superato
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Commento: il traditore
"Il traditore" un film diretto dal grande regista Marco Bellocchio, che espone, senza filtri e censure, la vita afflitta e continuamente tormentata del coscienzioso Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), vissuta nel dolore più totale, tra tradimenti di coloro che venivano considerati "amici" e continui lutti in famiglia. Il film va a rappresentare la Palermo mafiosa anni 80/90 divisa in due fazioni: i palermitani contro i corleonesi, in cui il regista ci dimostra per filo e per segno il comportamento sadico e perfido dei malavitosi mafiosi, che hanno un solo obbiettivo: il potere e il denaro.
Nella pellicola sono presenti tra i più importanti esponenti della mafia palermitana, tra cui: Totó Riina, il responsabile dell'attentato a Falcone del "92, Salvatore Contorno che fu il secondo pentito nella storia della mafia italiana, interpretato con maestria da Luigi lo Cascio e infine Pippo Calò, l'uomo che più di tutti fu d'intralcio nella vita di Buscetta.
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Commento: il traditore
"Il traditore" un film diretto dal grande regista Marco Bellocchio, che espone, senza filtri e censure, la vita afflitta e continuamente tormentata del coscienzioso Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), vissuta nel dolore più totale, tra tradimenti di coloro che venivano considerati "amici" e continui lutti in famiglia. Il film va a rappresentare la Palermo mafiosa anni 80/90 divisa in due fazioni: i palermitani contro i corleonesi, in cui il regista ci dimostra per filo e per segno il comportamento sadico e perfido dei malavitosi mafiosi, che hanno un solo obbiettivo: il potere e il denaro.
Nella pellicola sono presenti tra i più importanti esponenti della mafia palermitana, tra cui: Totó Riina, il responsabile dell'attentato a Falcone del "92, Salvatore Contorno che fu il secondo pentito nella storia della mafia italiana, interpretato con maestria da Luigi lo Cascio e infine Pippo Calò, l'uomo che più di tutti fu d'intralcio nella vita di Buscetta. Analizzando invece l'aspetto tecnico del film, la regia è brillante, facendo trasparire al massimo la spossatezza di Buscetta, scappando giorno per giorno dalla malavita palermitana, andando dall'Italia al Brasile per poi rifugiarsi a Miami, nel quale si godrà gli ultimi anni di vita.
La fotografia è intinta nel rosso pure dei morti palermitani , con le inquadrature che variano da intensi sguardi di Favino ad altre di estrema malvagità. Lo spettatore durante il film è avvolto da un coltre di angoscia e ira, alleviato però da un amore che non si infrange, tra Buscetta e sua moglie, che anche nei momenti più critici, rimangono insieme. L'umanità di Buscetta traspare molto nel film, percorrendo un vero e proprio percorso mentale, trasformandosi da mafioso a paladino di giustizia, aiutando nell' istituzione per il così detto "Maxi processo", in cui riuscì ad incarcerare più di 300 mafiosi, di cui il traditore brutale Pippo Calò.
Un film che ti porta ad assaporare con tanta amarezza la criminalità mafiosa, e soprattutto il cambiamento umano che ebbe Buscetta nel corso della sua vita, un cambiamento che rivoluzionò in positivo la vita palermitana, che fino a quel momento era sotto dominio mafioso.
Favino, grazie alla sua interpretazione, riesce a far immedesimare lo spettatore a pieno nel film, rappresentando con una grande veridicità Buscetta, sia nei modi che nell'aspetto. Dopodiché a rendere il tutto più magico, la pellicola è involta nella soave colonna sonora " Es la historia de un amur" che fa da sottofondo al lugubre mondo mafioso, smorzandolo però con la sua incantevole melodia, rendendo il film una vera e propria opera artistica.
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alex
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sabato 26 agosto 2023
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bellocchio ti sei superato
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Commento: il traditore
"Il traditore" un film diretto dal grande regista Marco Bellocchio, che espone, senza filtri e censure, la vita afflitta e continuamente tormentata del coscienzioso Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), vissuta nel dolore più totale, tra tradimenti di coloro che venivano considerati "amici" e continui lutti in famiglia. Il film va a rappresentare la Palermo mafiosa anni 80/90 divisa in due fazioni: i palermitani contro i corleonesi, in cui il regista ci dimostra per filo e per segno il comportamento sadico e perfido dei malavitosi mafiosi, che hanno un solo obbiettivo: il potere e il denaro.
Nella pellicola sono presenti tra i più importanti esponenti della mafia palermitana, tra cui: Totó Riina, il responsabile dell'attentato a Falcone del "92, Salvatore Contorno che fu il secondo pentito nella storia della mafia italiana, interpretato con maestria da Luigi lo Cascio e infine Pippo Calò, l'uomo che più di tutti fu d'intralcio nella vita di Buscetta.
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Commento: il traditore
"Il traditore" un film diretto dal grande regista Marco Bellocchio, che espone, senza filtri e censure, la vita afflitta e continuamente tormentata del coscienzioso Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), vissuta nel dolore più totale, tra tradimenti di coloro che venivano considerati "amici" e continui lutti in famiglia. Il film va a rappresentare la Palermo mafiosa anni 80/90 divisa in due fazioni: i palermitani contro i corleonesi, in cui il regista ci dimostra per filo e per segno il comportamento sadico e perfido dei malavitosi mafiosi, che hanno un solo obbiettivo: il potere e il denaro.
Nella pellicola sono presenti tra i più importanti esponenti della mafia palermitana, tra cui: Totó Riina, il responsabile dell'attentato a Falcone del "92, Salvatore Contorno che fu il secondo pentito nella storia della mafia italiana, interpretato con maestria da Luigi lo Cascio e infine Pippo Calò, l'uomo che più di tutti fu d'intralcio nella vita di Buscetta. Analizzando invece l'aspetto tecnico del film, la regia è brillante, facendo trasparire al massimo la spossatezza di Buscetta, scappando giorno per giorno dalla malavita palermitana, andando dall'Italia al Brasile per poi rifugiarsi a Miami, nel quale si godrà gli ultimi anni di vita.
La fotografia è intinta nel rosso pure dei morti palermitani , con le inquadrature che variano da intensi sguardi di Favino ad altre di estrema malvagità. Lo spettatore durante il film è avvolto da un coltre di angoscia e ira, alleviato però da un amore che non si infrange, tra Buscetta e sua moglie, che anche nei momenti più critici, rimangono insieme. L'umanità di Buscetta traspare molto nel film, percorrendo un vero e proprio percorso mentale, trasformandosi da mafioso a paladino di giustizia, aiutando nell' istituzione per il così detto "Maxi processo", in cui riuscì ad incarcerare più di 300 mafiosi, di cui il traditore brutale Pippo Calò.
Un film che ti porta ad assaporare con tanta amarezza la criminalità mafiosa, e soprattutto il cambiamento umano che ebbe Buscetta nel corso della sua vita, un cambiamento che rivoluzionò in positivo la vita palermitana, che fino a quel momento era sotto dominio mafioso.
Favino, grazie alla sua interpretazione, riesce a far immedesimare lo spettatore a pieno nel film, rappresentando con una grande veridicità Buscetta, sia nei modi che nell'aspetto. Dopodiché a rendere il tutto più magico, la pellicola è involta nella soave colonna sonora " Es la historia de un amur" che fa da sottofondo al lugubre mondo mafioso, smorzandolo però con la sua incantevole melodia, rendendo il film una vera e propria opera artistica.
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cinephilo
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sabato 4 giugno 2022
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capolavoro
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Film di una bellezza incredibile. Bellocchio in stato di grazia aiutato da un cast incredibile, davvero stellare. Immenso Pierfrancesco Favino ma anche Luigi Lo Cascio, entrambi davvero inarrivabili.
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fabio 3121
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lunedì 4 gennaio 2021
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tutti i premi italiani meritati per "il traditore"
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Il film del regista Marco Bellocchio sulla vita di Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino) è decisamente un'ottima pellicola che ricostruisce i principali eventi dal 1980 al 2000. La bravura del regista nonchè coosceneggiatore è stata quella di dare una sequenza cronologica di date, luoghi e personaggi (con tanto di sovrascritte) tali da far seguire in modo semplice e con molto interesse l'intera complessa vicenda giudiziaria. L'utilizzo anche dei sottotitoli in italiano per buona parte dei dialoghi non stanca, anzi ascoltare gli attori recitare in siciliano, portoghese e inglese ha rappresentato un valore aggiunto al film attribuendogli grande originalità.
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Il film del regista Marco Bellocchio sulla vita di Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino) è decisamente un'ottima pellicola che ricostruisce i principali eventi dal 1980 al 2000. La bravura del regista nonchè coosceneggiatore è stata quella di dare una sequenza cronologica di date, luoghi e personaggi (con tanto di sovrascritte) tali da far seguire in modo semplice e con molto interesse l'intera complessa vicenda giudiziaria. L'utilizzo anche dei sottotitoli in italiano per buona parte dei dialoghi non stanca, anzi ascoltare gli attori recitare in siciliano, portoghese e inglese ha rappresentato un valore aggiunto al film attribuendogli grande originalità. La storia inizia in Sicilia con una festa dove si incontrano vari appartenenti a Cosa Nostra per poi spostarsi in Brasile a Rio de Janeiro (per questo Buscetta veniva chiamato "il boss dei 2 mondi"). Dopo il suo arresto e l'estradizione in Italia viene convinto dal giudice Falcone a collaborare anche se in tutte le occasioni affermerà di non essere un pentito. Lui non si considera "il traditore" perchè a tradire erano stati invece coloro che appartenevano alla organizzazione piramidale di Cosa Nostra per essere venuti meno ai valori morali con vendette trasversali. Molto spettacolare risulta il successivo maxiprocesso del 1986 nell'aula-bunker di Palermo con il confronto diretto con Pippo Calò (Fabrizio Ferracane) e con la testimonianza tutta in siciliano stretto di Salvatore Contorno (Luigi Lo Cascio). Dopo gli arresti e le tante condanne ai clan dei corleonesi, conseguenti alla sentenza del processo, i 2 collaboratori di giustizia (Masino e Totuccio) si rincotrerarnno negli Stati Uniti dove lo stato italiano garantirà alle loro famiglie la massima protezione; Buscetta vi resterà fino alla morte nel 2000. Eccellente l'interpretazione di Pierfrancesco Favino; bravissimi anche Fabrizio Ferracane e Luigi Lo Cascio. Belle sia la scenografia che le musiche del maestro Nicola Piovani. Tutti meritati i premi ottenuti in Italia dalla pellicola nelle varie categorie ai David di Donatello ed al Nastro d'argento. Un peccato che il film selezionato dall'Italia per correre agli Oscar come miglior film straniero non sia poi rientrato nelle nominations.
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fivedownyouforthetruthboe
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martedì 15 settembre 2020
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se ciao smargiasso..., quasi comico film.
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queste storielle di film non ci sembrano pertinenti
all'andamento delle cose, possono anche
tentare di rimpiattarsi, non serve, abbiamo delle
persone tra le più inflenti a capo di qualche movimento
o trasmissione e di cui conosciamo
quasi a malapena le loro facce, che hanno
cacciato... con espedienti di disonestà presunte od
truffaldine operatività che sembrano gravarci sulle
spalle di cosa dovrebbe essersi in tal casi
pentito quello e di cosa volesse palare, dal momento
che sembrano e non solo quelli voler fare bizzarro
accostamento in realtà di qualsivoglia comportamento e vitruosismo,
o gli va bene così oppure ci sembrano un
sacco di gente con la coda di paglia non conformi al paese, il più e sapere
quale, per quanto tenti di raggirarci in modo comico, questo film
per quell'ignobili è stato o è (dis)onesto per forza di cose.
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queste storielle di film non ci sembrano pertinenti
all'andamento delle cose, possono anche
tentare di rimpiattarsi, non serve, abbiamo delle
persone tra le più inflenti a capo di qualche movimento
o trasmissione e di cui conosciamo
quasi a malapena le loro facce, che hanno
cacciato... con espedienti di disonestà presunte od
truffaldine operatività che sembrano gravarci sulle
spalle di cosa dovrebbe essersi in tal casi
pentito quello e di cosa volesse palare, dal momento
che sembrano e non solo quelli voler fare bizzarro
accostamento in realtà di qualsivoglia comportamento e vitruosismo,
o gli va bene così oppure ci sembrano un
sacco di gente con la coda di paglia non conformi al paese, il più e sapere
quale, per quanto tenti di raggirarci in modo comico, questo film
per quell'ignobili è stato o è (dis)onesto per forza di cose.
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la nera
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venerdì 31 luglio 2020
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si
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onufrio
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martedì 2 giugno 2020
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ritratto umano di un uomo mafioso
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Bellocchio dirige con mano ben salda una storia piena di insidie e di oscurità nel quale l'intoppo narrativo si cela dietro ogni microstoria, abile nel non cadere nel tranello degli stereotipi film di Mafia, sostenuto da un cast ricco e tecnicamente dotato, ci offre uno spaccato a tratti talmente reale da sembrare un documentario, raccontando la storia del primo pentito Tommaso Buscetta, il boss delle due mafie. Le vicende iniziano dalla Palermo in pieno business eroinomane degli anni '80, un imminente guerra mafiosa porta Buscetta lontano dalla terra natia, per poi ritornarci come collaboratore di giustizia, confessandosi di fronte al giudice Falcone.
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diskol88
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lunedì 11 maggio 2020
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le donne dei bos complici comunque.
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non possiamo però dire, piove: governo caiamano..., col
loro travaglio politico, gli scansi di persone così, alè bislacchi
e lillonate a caso, partititi nazionali e movimenti... di e de
cosa... poi se non del proprio conto e soldo, aggredire il popolo sovrano,
da mele marce uniti piramidali nel chiedere fantasia e non
nella condivisione dei soldoni,
quelle povere pecore manovrate dal riccone per equazione matematica
nonchè deduttiva, sardine che s'assumono... le sembianze leonistiche e dai
quali se ne vede i fili per deduzione matematica,
e senza togliere un euro a chi di dovere, anzi
portandogli un guadagno più lauto,
con le comparsate trailers ed interviste ai suoi mezzi, ci chiediamo allora
dove sia quel bucetta, assurto al potere
con denigrazione al popolo, additando come
errante cavaliere per non si sa qual motivo,
e un conglomerato incapace si, ma di emanare un decreto per regolare
quel famosissimo conflitto, il suo
conflitto.
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non possiamo però dire, piove: governo caiamano..., col
loro travaglio politico, gli scansi di persone così, alè bislacchi
e lillonate a caso, partititi nazionali e movimenti... di e de
cosa... poi se non del proprio conto e soldo, aggredire il popolo sovrano,
da mele marce uniti piramidali nel chiedere fantasia e non
nella condivisione dei soldoni,
quelle povere pecore manovrate dal riccone per equazione matematica
nonchè deduttiva, sardine che s'assumono... le sembianze leonistiche e dai
quali se ne vede i fili per deduzione matematica,
e senza togliere un euro a chi di dovere, anzi
portandogli un guadagno più lauto,
con le comparsate trailers ed interviste ai suoi mezzi, ci chiediamo allora
dove sia quel bucetta, assurto al potere
con denigrazione al popolo, additando come
errante cavaliere per non si sa qual motivo,
e un conglomerato incapace si, ma di emanare un decreto per regolare
quel famosissimo conflitto, il suo
conflitto... dunque e il loro, e per qual motivo virtuosi e facoltosi dovrebbe
pagarne pene, sentendo coccodrilli dire al popolo sovrano, non dobbiamo
abbassare la guardia, nani nell'aiuola della villa, senza
vedersi ne sentirsi, e ricordarsene, a contemplare le
loro parole, con la barca e il rotocalco, a farci mancare il danaro, per
il loro noar invertebrato, e di che si parlano; essendo
in dialetto secerne una recensione atipica il film.
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kalm
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lunedì 30 marzo 2020
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favino miglior attore italiano,ma...
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Favino è il miglior attore italiano che abbiamo e mi è piaciuta molto la sua interpretazione del boss Buscetta,niente da dire,ma il film non è granchè. Film da vedere con i sottotitoli perchè recitato in siciliano strettissimo...poi i dialoghi dei mafiosi durante il maxi processo sono quasi ridicoli. Voto 2 stelle
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