Commento: il traditore
"Il traditore" un film diretto dal grande regista Marco Bellocchio, che espone, senza filtri e censure, la vita afflitta e continuamente tormentata del coscienzioso Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), vissuta nel dolore più totale, tra tradimenti di coloro che venivano considerati "amici" e continui lutti in famiglia. Il film va a rappresentare la Palermo mafiosa anni 80/90 divisa in due fazioni: i palermitani contro i corleonesi, in cui il regista ci dimostra per filo e per segno il comportamento sadico e perfido dei malavitosi mafiosi, che hanno un solo obbiettivo: il potere e il denaro.
Nella pellicola sono presenti tra i più importanti esponenti della mafia palermitana, tra cui: Totó Riina, il responsabile dell'attentato a Falcone del "92, Salvatore Contorno che fu il secondo pentito nella storia della mafia italiana, interpretato con maestria da Luigi lo Cascio e infine Pippo Calò, l'uomo che più di tutti fu d'intralcio nella vita di Buscetta. Analizzando invece l'aspetto tecnico del film, la regia è brillante, facendo trasparire al massimo la spossatezza di Buscetta, scappando giorno per giorno dalla malavita palermitana, andando dall'Italia al Brasile per poi rifugiarsi a Miami, nel quale si godrà gli ultimi anni di vita.
La fotografia è intinta nel rosso pure dei morti palermitani , con le inquadrature che variano da intensi sguardi di Favino ad altre di estrema malvagità. Lo spettatore durante il film è avvolto da un coltre di angoscia e ira, alleviato però da un amore che non si infrange, tra Buscetta e sua moglie, che anche nei momenti più critici, rimangono insieme. L'umanità di Buscetta traspare molto nel film, percorrendo un vero e proprio percorso mentale, trasformandosi da mafioso a paladino di giustizia, aiutando nell' istituzione per il così detto "Maxi processo", in cui riuscì ad incarcerare più di 300 mafiosi, di cui il traditore brutale Pippo Calò.
Un film che ti porta ad assaporare con tanta amarezza la criminalità mafiosa, e soprattutto il cambiamento umano che ebbe Buscetta nel corso della sua vita, un cambiamento che rivoluzionò in positivo la vita palermitana, che fino a quel momento era sotto dominio mafioso.
Favino, grazie alla sua interpretazione, riesce a far immedesimare lo spettatore a pieno nel film, rappresentando con una grande veridicità Buscetta, sia nei modi che nell'aspetto. Dopodiché a rendere il tutto più magico, la pellicola è involta nella soave colonna sonora " Es la historia de un amur" che fa da sottofondo al lugubre mondo mafioso, smorzandolo però con la sua incantevole melodia, rendendo il film una vera e propria opera artistica.
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