18a edizione della Festa del Cinema di Roma, il programma dei 73 film genere drammatico. Roma - 18/29 ottobre 2023. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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I cittadini del Bhutan si devono confrontare con le prime elezioni democratiche. Espandi ▽
Bhutan 2006. Il re rinuncia a parte dei suoi poteri decidendo di indire per la prima volta elezioni democratiche. In un Paese in cui la comunicazione passa ancora attraverso la radio e i televisori con tubo catodico, funzionari statali vengono mandati nei villaggi per spiegare direttamente le dinamiche elettorali. In uno di essi un Lama decide di dotarsi di almeno un fucile per 'mettere le cose a posto'. Al suo secondo film Pawo Choyning Dorji affronta le tematiche legate al suo popolo con uno stile diverso rispetto a Lunana - Il villaggio alla fine del mondo. Dal punto di vista occidentale un corpo elettorale formato da unità familiari e non da individui non può costituire un esempio di democrazia completamente attuata ma il film riesce ad offrire, con semplicità ma anche con sguardo acuto, la lettura di quali fossero le aspettative della monarchia e quanta confusione regnasse tra i sudditi.
Ci viene chiesto di interrogarci, senza che nessuno pretenda di farci la morale, su scelte e valori molto differenti dai nostri. Recensione ❯
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Un esordio autoriale e divulgativo che è pura emanazione dei codici etici ed estetici della sua autrice. Drammatico, Italia2023. Durata 118 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Paola Cortellesi fa il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra. Espandi ▽
Delia è “una brava donna di casa” nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però “ha il difetto che risponde”, in un’epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua “mancanza”. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa. C’è ancora domani è l’esordio alla regia di Paola Cortellesi, ed è una pura emanazione della sua persona. Il tono è divulgativo, pensato per raggiungere il più ampio pubblico possibile, ma questo non va a scapito della sua vocazione autoriale. L’aspetto più sorprendente del film è che, di fatto, è un horror, ma raccontato attraverso il filtro gentile della sensibilità di Paola Cortellesi, nel suo stile riconoscibilmente “leggero” che riassume ciò che abbiamo finora appreso di lei: la capacità di parlare di cose serissime rendendole appetibili, il rispetto della propria e altrui dignità. Recensione ❯
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Un cinema che cerca strade diverse. Porta in secondo piano la cronaca per fare spazio ai turbamenti dell'adolescenza. Drammatico, Italia2023. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Veronica, dopo un lungo processo e due anni di prigione per l'omicidio della madre e del suo amante, viene riconosciuta innocente. Ha solo vent'anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro. Espandi ▽
Dopo un lungo processo e 22 mesi di prigione, Veronica torna in libertà; è stata infatti scagionata dall'accusa di aver ucciso la madre e il suo amante. Rivede la sua migliore amica Giada e, proprio nella sua prima sera fuori dal carcere, va con lei in discoteca. Sui social escono subito le foto. La ragazza cerca di tornare a vivere una vita normale ma quello che le è successo a ha lasciato dei segni che non si possono cancellare. Ha infatti spesso i giornalisti e i fotografi che la assediano ogni volta che la vedono ed è continuamente osservata se non pedinata, come il giorno in cui è andata al cimitero alla tomba della madre. Assieme a Giada ripercorre tutto quello che è accaduto prima e durante la sera della tragedia, dal rapporto conflittuale con la madre che era spesso severa nei suoi confronti e la svalutava per il suo aspetto fisico, al legame con un padre affettuoso ma assente, fino all'incontro con i ragazzi olandesi della squadra di beach volley che hanno pernottato all'hotel e che lei e Giada hanno frequentato proprio poco prima l'omicidio all'Hotel Holiday. Recensione ❯
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L'incaricato alle vendite di un'agenzia immobiliare deve fare i conti con gli abitanti del palazzo di cui si sta occupando. Espandi ▽
Nel cortile di un condominio borghese di Berlino viene eretto un contenitore nero nel quale prende posto l'incaricato dell'agenzia immobiliare che sta vendendo gli appartamenti del palazzo. Malumori, battibecchi, ripicche tra gli abitanti, che compongono un microcosmo variegato, solo a tratti solidale, più spesso indispettito e sospettoso. L'arrivo della polizia che impedisce a chiunque di uscire fa dilatare la tensione. Recensione ❯
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Una donna decide di cambiare vita e andare a vivere nella Spagna rurale. Non sarà così facile però adattarsi all'ambiente. Espandi ▽
Nat fa la traduttrice e ogni giorno si trova a tradurre le storie tragiche e terribili delle donne immigrate. Stressata, molla tutto e va ad abitare a La Escapa, un paesino della Spagna rurale. La casa è malconcia e fa, letteralmente, acqua da tutte le parti. Il padrone di casa è aggressivo, il vicinato sospettoso, i maschi, in generale, corteggiatori e predatori. Come Andreas, il vicino grande e grosso che si offre di ripararle il tetto. In cambio di qualcosa. Nat, in compagnia di una cagna semirandagia, resiste all'ambiente ed entra nel gioco di una passione ossessiva. Recensione ❯
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Una ragazza cerca una comunità all'interno di Fremont, una città della Bay Area. Espandi ▽
Fremont, città della Bay Area, viene chiamata anche Little Kabul, perché ospita una delle più grandi enclave di afghani negli Stati Uniti, là immigrati in cerca di un senso di comunità. Questo è ciò che Donya sta cercando: comunità, connessione, amore. Recensione ❯
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I figli di un celebre avvocato intraprendono un loro personale percorso di giustizia. Espandi ▽
Argomento scomodo: l'abuso famigliare e il silenzio. Il belga Joachim Lafosse, al suo decimo lungometraggio, plasma un film sensibile e profondo affidandosi alle sfumate interpretazioni di Daniel Auteuil ed Emmanuelle Devos. L'equilibrio familiare di un celebre avvocato crolla improvvisamente dopo venticinque anni, quando i figli decidono di iniziare la loro personale ricerca di giustizia. Recensione ❯
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Una donna iscrive sui figlio di diciassette anni a un seminario di riconversione sessuale. Espandi ▽
Cubatão, città della regione metropolitana di São Paulo, che si vanta di un primato ecologico ma è tra le più industrializzate del Brasile, sospesa tra il verde della campagna e i fumi della polluzione. Lo skyline contraddittorio di Cubatão domina il secondo film di Carolina Markowicz, e tra le pieghe della città si muovono Suellen, addetta al pagamento del pedaggio sulla trafficatissima autostrada, e suo figlio Tiquinho, diciassettenne appassionato di dive classiche, che si riprende mimando le loro canzoni, indossando golfini rosa e circondato di luci stroboscopiche. Le esibizioni di Tiquinho finiscono on line e Suellen è in imbarazzo, per cui decide di iscrivere il figlio a un seminario di riconversione sessuale. Surreale e quotidiano, un dramma di tutti i giorni intinto nell'ironia. Recensione ❯
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Un insegnante in aspettativa si trova ad avere a che fare con un giovane rom implicato in una rapina. Espandi ▽
Un insegnante di storia che va in aspettativa dopo uno scontro con uno studente e che non crede nemmeno più alla sua missione di insegnante. E un ragazzino rom di quattordici anni che una sera rapina un negozio insieme a due compagni più grandi e viene bloccato, proprio dal professore. Rapporto a due, paziente da una parte, recalcitrante dall'altra. Recensione ❯
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Una parabola travolgente e carica di tensione. Con una protagonista imperscrutabile che ci ricorda Breaking Bad. Drammatico, Bulgaria, Germania2023. Durata 114 Minuti.
Una donna viene rapinata. Dovrà inventarsi qualcosa per andare avanti. Espandi ▽
Capitolo finale di una trilogia dedicata all’esplorazione del degrado sociale in Bulgaria, Blaga’s Lessons racconta la capitolazione morale di una donna imperscrutabile, splendidamente interpretata dalla star del cinema bulgaro Eli Skorcheva. Il film segue il breaking bad di un’ex insegnante in pensione incapace di sottrarsi alla crudeltà del mondo che la circonda. Portata a dissanguarsi economicamente per acquistare un lotto di terra abusivo dove seppellire il marito e costretta ad arrotondare la sua misera pensione impartendo lezioni di bulgaro, Blaga si trova inaspettatamente risucchiata in un implacabile vortice di violenza. Come una novella Walter White, l’anziana donna è immersa in un contesto sociale in cui sembra impossibile poter vivere un’esistenza dignitosa. La parabola discendente di Blaga ci travolge impetuosamente: l’ottima interpretazione di Skorcheva e il frequente utilizzo della camera a mano contribuiscono infatti ad aumentare il senso di spaesamento e tensione. Il finale, poi, colpisce dritto allo stomaco, lasciandoci inermi e disorientati di fronte all’irreversibilità degli eventi mostrati. Recensione ❯
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In una Lima malinconica un padre settantenne e tre figli grandi fanno i conti con le rispettive vite. Espandi ▽
Tra la Casta Diva interpretata da Maria Callas e le canzoni di Elvis amate da un barista fanatico, tra il rosso di lampade velate e delle pareti di una stanza da letto e il nero della notte che s'infila in un'auto parcheggiata, nella quale un padre settantenne e tre figli grandi fanno i conti con le rispettive vite: si sviluppa così, in pochi giorni, il girovagare stizzito di Toribio tra caffè, ospedale, farmacia, bordello, ex fidanzate e prostitute, e dei suoi figli, disastrati, bizzarri, umanissimi. Recensione ❯
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Una famiglia chiede giustizia per la morte di un ragazzo di venticinque anni. Espandi ▽
In un quartiere di immigrati di Strasburgo, un'auto brucia. Karim, venticinque anni, muore dopo essere stato arrestato dalla polizia. La sua famiglia, musulmana, piccolo-borghese, tranquilla, è riunita dal dolore. Mentre la polizia tenta di mascherare gli eventi - perquisisce, minaccia - la sorella Malika si ostina a cercare la verità e chiede giustizia. Trainate soprattutto dalle donne, le veglie si trasformano in proteste. Recensione ❯
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Un viaggio di due fuggitivi attraverso l'Iran. Una fuga che prenderà svolte inaspettate. Espandi ▽
Nel debutto cinematografico di Farhad Delaram, due fuggitivi iraniani - un ex cineasta consumato dall'ira e dal dolore, spezzato dal solo sistema politico che la sua generazione abbia mai conosciuto, e una prigioniera politica da tempo internata in un ospedale psichiatrico - si uniscono per sfuggire alla presa di un governo corrotto. Il loro viaggio attraverso l'Iran li porterà in luoghi suggestivi, da Teheran al lago prosciugato di Urmia nella provincia nord-occidentale di Shabestar, fino al Mar Caspio e ai confini con la Turchia, in una fuga che segnerà le loro vite in modi del tutto imprevedibili. Il film trae ispirazione dall'esperienza personale del regista durante la repressione delle proteste in Iran ed è una potente testimonianza della lotta per la libertà e delle conseguenze delle azioni individuali sulla collettività. Recensione ❯
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Un debutto curioso fatto di ritmi pacati e momenti sospesi, che guarda al cinema gentile di Moretti e Di Gregorio. Drammatico, Italia2023. Durata 88 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Indecisioni, timidezze, distrazioni e clamorose maldestrezze dei giovani, raccontati al suo esordio nella regia da Filippo Barbagallo, anche autore della sceneggiatura e interprete. Espandi ▽
Lungometraggio di debutto scritto, diretto e interpretato da Filippo Barbagallo, Troppo azzurro è un film curioso, e la supervisione artistica di Gianni Di Gregorio è un segnale importante, perché il ritmo pacato, che segue l’indolenza del protagonista, ricorda quello del regista di Il pranzo di Ferragosto. Solo che qui parliamo di ventenni, e dunque l’inedia di Dario fa più impressione di quella di un boomer: ma è assolutamente realistica, perché molti ragazzi (maschi) della sua generazione sono spaventati dalla vita e si tirano indietro davanti ai rapporti con gli altri, in particolare quelli sentimentali. L’esordio alla regia di Barbagallo è il ritratto di un ipocondriaco dell’anima. E il neoregista, senza grandi velleità ma con molta gentilezza, fa bene il punto su un tipo umano che conosce, e che sembra essere molto frequente nella contemporaneità. Recensione ❯
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La storia della mitica dinastia di armatori e imprenditori protagonista di un'epoca d'oro della Sicilia dell'800. Espandi ▽
1802. Paolo Florio fugge da Bagnara Calabra devastata dal terremoto insieme alla moglie Giuseppina e al fratello Ignazio. La famiglia si rifugia a Palermo dove i Florio aprono un'aromateria che raggiunge il successo nonostante l'ostilità dei potenti locali. Alla morte di Paolo suo figlio Vincenzo rileva una tonnara ed espande i suoi affari - compresi i prestiti ad alto interesse - accrescendo la sua reputazione di imprenditore di intuito. L'incontro con Giulia Portalupi, giovane di estrazione borghese, gli farà mettere in discussione il proposito di acquisire un titolo nobiliare.
Nella figura di Florio si concentra il divario sociale insanabile nella Sicilia dell'Ottocento, e il desiderio di rivalsa di chi ritiene di meritare dalla vita un risarcimento per ciò che non ha avuto in dote. Il suo personaggio è ben delineato in sceneggiatura e molto bene interpretato da Michele Riondino, che tiene sempre a mente il Gattopardo di Burt Lancaster ma non se ne lascia dominare, proprio come farebbe Vincenzo Florio.
In generale, pur gestendo con coraggio il ricco materiale del romanzo su cui è basata, la sceneggiatura sembra non approfittare fino in fondo del respiro ampio della serialità televisiva, affidando più agli attori che al testo il compito di inserire nuance e scollineamenti. Recensione ❯
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