Titolo originale | Stranger Things |
Anno | 2016 |
Genere | Avventura, Horror, Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 51 minuti |
Regia di | Matt Duffer, Ross Duffer, Shawn Levy |
Attori | Winona Ryder, David Harbour, Finn Wolfhard, Millie Bobby Brown, Gaten Matarazzo Caleb McLaughlin, Noah Schnapp, Natalia Dyer, Charlie Heaton, Matthew Modine, Cara Buono, Joe Keery, Kevin Glen Kavanaugh, Jamie Campbell [II]. |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Netflix |
MYmonetro | 3,25 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 15 luglio 2024
Un ragazzo scompare improvvisamente e senza lasciare traccia. Gli amici e le famiglie vicine cercheranno di scoprire cosa si nasconde dietro a questo mistero. La serie ha ottenuto 2 candidature a Golden Globes, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 10 candidature e vinto 2 SAG Awards, 1 candidatura a Writers Guild Awards, 1 candidatura a CDG Awards, 1 candidatura a Producers Guild, La serie è stato premiato a AFI Awards, 2 candidature a Critics Choice Super,
CONSIGLIATO SÌ
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Ambientata in Indiana a partire dal 1983, Stranger Things è una dichiarazione d'amore per i classici degli anni '80 che hanno entusiasmato un'intera generazione. La serie racconta la storia di un ragazzino che scompare nel nulla. I suoi amici, la famiglia e la polizia locale si mettono alla ricerca di indizi, ma vengono presto coinvolti in una trama misteriosa, con esperimenti top secret, terrificanti poteri soprannaturali e una ragazzina molto particolare.
La quinta stagione della serie
Recensione di a cura della redazione
Lettera d'amore ai classici film di genere degli anni '80 che hanno affascinato una generazione intera, Stranger Things è un drama emozionante ambientato nell'apparentemente normale cittadina del Midwest di Hawkins, Indiana. Dopo che un ragazzo scompare nel nulla, il suo affiatato gruppo di amici e familiari cerca delle risposte e viene trascinato in una serie di eventi rischiosi e mortali. Sotto la superficie della loro ordinaria cittadina si nasconde uno straordinario mistero soprannaturale, insieme a esperimenti governativi top-secret e a un pericoloso portale che collega il nostro mondo a un regno potente e sinistro. Le amicizie saranno messe alla prova e le vite saranno sconvolte, perché ciò che scopriranno cambierà Hawkins e forse il mondo, per sempre.
Si conclude la quarta stagione: senza grandi sorprese e meno atmosfera horror
Recensione
di Andrea Fornasiero
Stagione 4 - Parte 2
Nancy riceve un terrificante visione da Vecna e ne realizza l'identità oltre che i piani. Quello che una volta era Henry Creel, oltre che il primo ragazzo telepatico e telecinetico su cui ha lavorato Martin Brenner, ora è il tetro signore del Sottosopra. Se riuscirà a mietere una quarta vittima, aprirà uno stabile portale sulla Terra, naturalmente a Hawkins. Undici ha però recuperato i propri poteri e ritiene di essere pronta ad affrontarlo, ma il tenente colonnello Jack Sullivan e le sue truppe sono sempre più vicini alla base segreta, dove si stanno recando anche Mike e gli altri. Nel mentre in Russia, Hopper e Joyce devono evadere e soprattutto tornare in America. A Hawkins intanto, Nancy e i suoi amici architettano un pericoloso piano per attaccare Vecna nella sua stessa tana.
Si conclude con due lunghi episodi la quarta stagione di Stranger Things, che disperde però l'atmosfera horror delle precedenti puntate in favore di una prevedibile avventura.
Una regola non scritta del cinema prevede che, se vediamo qualcuno formulare nei dettagli un piano, allora le cose andranno in tutt'altro modo. Nella quarta stagione di Stranger Things le cose vanno però solo un poco storte rispetto a quanto pianificato, anzi in realtà presto l'intreccio segue prevedibilmente tutti i passi previsti. Anche quanto accade precedentemente non riserva peraltro grandi sorprese. Le carte migliori sembrano già essere state giocate e i due episodi finali cercano solo, faticosamente, di riannodare tutti i fili.
Non si tratta di un'impresa semplice, considerato che i personaggi sono divisi in ben tre gruppi tra loro geograficamente molto distanti. Più che a una tradizionale sessione del continuamente evocato Dungeons & Dragons, questo finale sembra guardare a una campagna multitavolo, in cui più gruppi partecipano - in parallelo e dunque senza incrociarsi - alla risoluzione di un solo obiettivo. Si tratta di un modello di narrazione che, in un contesto lineare come una serie TV, diventa sovraffollato e dispersivo, problematico anche perché difficilmente tutte le parti avranno lo stesso valore. Infatti la vicenda in Russia continua a essere la meno convincente del mazzo, così come il ruolo di Mike, Will e gli altri insieme a Undici finisce per essere di spettatori o poco più.
L'ambizione era di creare una vicenda tanto d'ampio respiro da essere epica, ma la spropositata durata delle puntate, con l'ultima che arriva quasi a due ore e mezza, non fa nulla per alleggerire la meccanicità dell'intreccio. Naturalmente ci sono scene che prese singolarmente funzionano bene e spesso sono quelle accompagnate da una canzone, in particolare qui spicca Master of Puppets dei Metallica. Così come l'alchimia tra i vari gruppi di protagonisti, con diversi dialoghi a cuore aperto, è molto efficace, in particolare per Nancy e Steve e per Will con il fratello Jonathan e con Mike.
Vecna invece si rivela un villain progressivamente deludente, tutto parole e pochi fatti, tanto che la tragicità promessa dai registi e sceneggiatori unici, i Duffer Brothers, finisce con la morte più prevedibile e in fondo più indolore per i fan della serie. Il resto è rinviato alla prossima stagione, e qui sta la principale novità ma pure il limite di questo finale. Il cliffhanger apertissimo prepara come mai prima d'ora la stagione a venire, quella conclusiva, ma arrivare dopo due ore mezza a non avere una risoluzione più netta lascia abbastanza delusi. C'è però una consolazione: i protagonisti sono stati riuniti e il finale non dovrà, si spera, fare altri numeri da giocoliere per tenerli tutti in moto.
Una prima tranche di episodi che tornano alle origini e sono ancora più drammatici
Recensione
di Andrea Fornasiero
Stagione 4 - Parte 1
Undici e la famiglia Byers si sono adattati, bene o male, alla propria nuova vita a Lenora. La ragazza attende con ansia la visita di Mike durante lo Spring Break e nel mentre cerca di sopportare le angherie della compagna di classe Angela. A Hawkins gli altri giovani si barcamenano tra la scuola, il lavoro in un noleggio di VHS e le partite a D&D con l'Hellfire Club, a cui però Lucas fatica a partecipare. È infatti entrato nella squadra di basket, che gli apre la porta ad amicizie più "popolari". Infine Jim Hopper è imprigionato in Kamchatka. La quiete di tutti loro sarà presto spezzata da nuovi omicidi legati al mondo del Sottosopra e da una lettera di riscatto che potrebbe portare alla liberazione di Hopper.
Prima metà della quarta stagione per Stranger Things, che abbraccia ormai più cittadine e un cast molto nutrito, diviso infatti fra più linee narrative, non tutte però allo stesso livello.
Se nella stagione precedente per esempio la commedia romantica tra Joyce e Hopper era il versante più piacevole e adulto della serie, quest'anno la loro storia è diventata un'avventura molto più drammatica, a cui non basta una ridicola spalla comica per compensare. Per altro si tratta di una linea narrativa che si muove al rallentatore: sappiamo fin dal finale della stagione precedente che c'è un mostro del Sottosopra nella base russa, ma questi non entra in gioco che negli ultimissimi episodi di questa prima tranche. Non va meglio con i ragazzi che vivono a Lenora, in California e quindi lontano dagli omicidi che avvengono a Hawkins.
Il loro problema non arriva dal Sottosopra, quanto dagli interessi di varie branche più o meno governative intenzionate, ancora una volta, a mettere le mani su Undici (Eleven per chi guarda in inglese, cosa consigliatissima). Qui rientrano in scena anche Matthew Modine, lo scienziato che l'ha cresciuta, e Paul Reiser, nei panni del fisico Sam Owens, esperto del sottosopra e più empatico verso la ragazza. Ma mentre Undici vive un cammino individuale, i suoi amici rimangono con poco da fare e infatti sono spesso assenti sullo schermo. Ad aver più fortuna sono i ragazzi che rimangono a Hawkins: formano un gruppo ben amalgamato, con qualche new entry a movimentare e tensioni romantiche ben costruite, che si evolvono dalle stagioni precedenti.
Come sempre abbondano il citazionismo e gli easter egg, per esempio la storia di Eleven quest'anno inizia strizzando l'occhiolino a Carrie - Lo sguardo di Satana, anche se con esiti ovviamente meno splatter. Poi si sposta nel territorio di Akira, nell'istituto tra bambini telepatici, ma non mancano anche passaggi dedicati a una sorta di casa infestata e a un bambino demoniaco che non stonerebbe ne Il presagio. I nomi dei nuovi personaggi poi manderanno in solluchero il pubblico più nerd, a partire dal nuovo villain Vecna: la più celebre nemesi dei mondi di D&D, dalle origini del gioco negli anni Settanta fino a Critical Role. C'è poi l'Hellfire Club, ossia il Club Infernale di molte celebri storie degli X-Men, e dalle storie di mutanti Marvel cui proviene anche il nome del presunto serial killer Victor Creel, che non può non ricordare Victor Creed, alias Sabretooth, il nemico di Wolverine (senza contare che anche Creel con la L è un cognome Marvel, quello del villain l'uomo assorbente). Il master di D&D che suona in una band heavy metal si chiama invece Eddie Munson, che assona con Manson e viene infatti accusato di avere un culto, inoltre il nome Eddie è lo stesso del mostro al centro di tutte le copertine dei dischi degli Iron Maiden.
Quella di Eddie è la vicenda per altro più interessante, apparentemente sopra le righe per come D&D venga davvero preso sul serio come un rituale satanista, richiama in realtà un caso reale, quello di Damien Echols che anche per la sua partecipazione al mondo dell'heavy metal fu condannato per l'omicidio di alcuni bambini (la sua storia è stata raccontata in Devil's Knot - Fino a prova contraria). Tra le new entry del cast spicca il Jaqen H'ghar de Il trono di spade, nei panni di una guardia della prigione russa, inoltre Robert Englund, alias Freddie Krueger, concede un cameo nel ruolo dello sfigurato e adulto Victor Creel. Dietro la macchina da presa torna Shawn Levy e ovviamente non mancano gli autori della serie, i Duffer Brothers, ma arriva anche Nimród Antal, che al cinema ha avuto il suo momento anni fa, ma ha continuato la carriera in Tv per esempio con l'ottima Servant.
Nel complesso, questa prima tranche della penultima stagione di Stranger Things, sembra voler tornare alle origini, puntando sulla storia di Undici e sull'horror kinghiano nella provincia americana, con l'aggiunta della parte russa che è un po' un corpo estraneo. Più drammatica della precedente, riesce nell'intento nonostante la lunghezza spropositata degli episodi, che molto spesso si aggirano sui 75 minuti di durata. La tranche finale, è già noto, sarà di solo due puntate, che saranno però ancora più lunghe. Siamo dunque di fronte a una forma seriale anomala e l'esperimento sulla durata non convince del tutto: molti di questi episodi potevano essere tranquillamente spezzati a metà e avrebbero anche avuto il cliffhanger al punto giusto. I Duffer Brothers sembrano avere l'ambizione di offrire un'esperienza ormai cinematografica con ogni episodio, ma le puntate non hanno la compattezza narrativa e tematica di un film. I fan comunque apprezzeranno gli abbondanti minuti dedicati ai loro beniamini.
il gruppo ritrova l'affiatamento in una stagione ricca di sottotrame, citazioni e nostalgia
Recensione
di Andrea Fornasiero
Dopo due stagioni contro un'agenzia paragovernativa e i suoi folli esperimenti, arrivano i veri cattivi degli anni 80: i russi, a loro volta interessati alla dimensione del Sottosopra. Eleven nel mentre ha superato la sua fase punk e vive una relazione con Mike, che Jim Hopper ritiene sia fin troppo affettuosa, forse per invidia visto che il suo affetto verso Joyce non sembra corrisposto. Dustin, tornato dal campeggio, dice di aver incontrato una ragazza meravigliosa, ma gli altri non ci credono e si crea così una piccola spaccatura nel gruppo dei quattro amici. Steve, non essendo stato ammesso al college, lavora nel nuovo centro commerciale in un franchise di gelati al fianco di Robin, che si rivela dotata di un fenomenale talento linguistico, un elemento cruciale quando Dustin intercetterà un messaggio radio sovietico dando inizio al precipitare degli eventi.
Alla terza stagione Stranger Things fa tesoro delle critiche ricevute per l'annata precedente e non manda i protagonisti in missioni solitarie, mantenendo invece vivo lo spirito di gruppo della serie, che continua anche ad affastellare nostalgiche citazioni agli anni 80.
In questa stagione si guarda a La cosa di Carpenter, si omaggiano Ritorno al futuro e La notte dei morti viventi, c'è poi un russo che pare Terminator, inoltre La storia infinita entra in modo spiazzante ed esilarante, ma si va pure più indietro fino a L'invasione degli ultracorpi e Fluido mortale (che ebbe un remake nel 1988 con il titolo Il fluido che uccide).
L'ambientazione di larga parte degli episodi in un centro commerciale è occasione per numerosi product placement - anche se la catena di gelaterie al centro di molte scene è del tutto fittizia - e tra bibite, fast food e negozi di vestiti non poteva comunque mancare Dungeons & Dragons. Anche la colonna sonora sguazza nella nostalgia, in particolare nei primi episodi dove abbondano le hit del periodo, ma alla fine, per chiudere, si sceglie invece 'Heroes 'di David Bowie nella versione di Peter Gabriel del 2010.
Il budget appare molto ricco e gli effetti speciali sono di ottima qualità, con la sola eccezione di una sequenza di combattimento a base di fuochi d'artificio poco riuscita. I poteri di Eleven sono più presenti che mai (le sue scene di telepatia continuano a richiamare Under the Skin) e la minaccia filtrata dal sottosopra questa volta è gigantesca, inoltre abbondano nuove location, come il già citato centro commerciale e una base militare russa. La trama tiene insieme tutto questo dividendo il cast in quattro gruppi su base anagrafica, destinati comunque a riunirsi: da una parte ci sono i teenager con le loro prime esperienze in amore, quindi ci sono i giovani e il loro rapporto con il mondo del lavoro e infine ci sono gli adulti che cercano di ripartire. C'è poi un gruppo misto con Dustin, Steve, Robin e la piccola Erica dove si gioca su più registri, da quello sentimentale a quello intergenerazionale.
Questa suddivisione del cast si rivela una scelta vincente, ritrovando nell'alchimia tra gli attori il punto di forza della serie e facendone un prodotto davvero mirato per diverse fasce d'età, dove ognuno avrà i personaggi e le sottotrame più adatte ai suoi gusti. Non tutto però fila perfettamente liscio e la vicenda si fa a tratti troppo patetica, soprattutto per il personaggio di Will, oppure eccessiva, come in una sorta di blockbuster televisivo dove al terzo capitolo la minaccia è sempre più grande e pure internazionale: un po' troppo per i ragazzini della provincia americana, che in fondo erano più a loro agio nel respiro kinghiano della prima stagione.
Poco male comunque, visto che soprattutto Winona Ryder e David Harbour, corpulento e fiero di sfoggiare la pancia, hanno modo di brillare nel battibecco da commedia sentimentale e d'azione. Questa è la loro stagione, anche se nelle prime puntate hanno più spazio che in passato anche i giovani adulti, dove in particolare Nancy se la deve vedere con il maschilismo dilagante della redazione giornalistica presso cui lavora come stagista.
Sebbene sia ambientato negli anni 80, Stranger Things è diventato una serie del presente e fa proprie le istanze del #timesup con il crescere di personaggi femminili, che si rivelano spesso più efficienti dei maschi e che sanno spassarsela anche senza di loro, superando a pieni voti il test di Bedchel (quello per cui, tra le altre cose, i personaggi femminili devono avere conversazioni tra loro che non riguardino gli uomini) e allargando così il piacere dell'intrattenimento.
La seconda stagione. Bentornati a Hawkins
Diverse cose sono rimaste in sospeso al termine della prima stagione di Stranger Things: il varco verso il Sottosopra (Upside Down in inglese) nel laboratorio; le sorti di Undici, a cui lo sceriffo Hopper (David Harbour) sembra lasciare dolci nella foresta, e ovviamente la condizione di Will, che non solo vede ancora il Sottosopra, ma che ha anche sputato una lumaca. Tutti fili che saranno ripresi a quanto dice David Harbour, mentre nessuno sembra fare menzione di Martin Brenner, interpretato da Matthew Modine, che non sappiamo se sia o meno sopravvissuto. L'attore non pare fare parte del cast della nuova annata, ma questo non garantisce che sia morto: l'informazione potrebbe essere stata nascosta, oppure potrebbe tornare in stagioni successive.
Una cosa buona di questa stagione è che non sparisce un ragazzino nei primi 10 minuti, per cui non sono tutti agitati dal fatto che devono salvare il loro amico. Avremo occasione di conoscere i personaggi nella loro vita normale per un po' e divertirci con loro. Ma quando poi le cose inizieranno ad andare male, lo faranno molto in fretta e il finale sarà follemente intenso.
Ross Duffer
Gli autori presentano i nove nuovi episodi della serie dicendo che se la prima stagione era stata ispirata da Spielberg, Cronenberg e Carpenter, ora ci sarà anche un po' di James Cameron, per la sua capacità di fare "sequel di successo che sono molto diversi senza perdere quello che si è amato dell'originale". La nuova stagione è infatti considerata dai fratelli Duffer come un sequel compiuto più che come la prosecuzione di un racconto seriale. Inoltre sarà più dark e più grande, non solo perché esplorerà di più il Sottosopra e uscirà anche dai confini della cittadina dell'Indiana dov'è ambientata, ma pure per l'episodio in più, il budget più ricco e soprattutto il cast molto più nutrito.
Tra i nuovi personaggi troviamo Sean Astin (il Sam del Signore degli Anelli, che da ragazzo era stato nel cult anni 80 I Goonies), nel ruolo di Bob Newby, ex compagno di scuola di Joyce (Winona Ryder) e Hopper che ora sarà il nuovo ragazzo di Joyce, oltre che una sorta di figura paterna per i protagonisti più giovani. Paul Reiser, che era stato nel cast di Aliens, sarà il Dr. Owens del Dipartimento dell'energia, incaricato di contenere gli eventi scatenatisi nella cittadina. La quasi esordiente Linnea Berthelsen interpreterà Roman, una giovane magnetica ma problematica, che ha subito una grave perdita ed in qualche modo connessa ai fatti di Hawkins. E poi: Brian Gelman sarà un giornalista in disgrazia; Sadie Sink sarà Max, una ragazza molto sicura di sé che ama andare sullo skateboard; Dacre Montgomery, reduce da Power Rangers, sarà il fratello maggiore di Max, il carismatico e seduttore Billy che nasconde una natura oscura.
Sebbene fosse scomparsa alla fine della precedente annata, è già stato svelato dai trailer il ritorno di Millie Bobby Brown nei panni della misteriosa telecineta Undici (Eleven in inglese), inoltre sono stati promossi tra i protagonisti della serie Joe Keery, che interpreta Steve Harrington, e Noah Schnapp, che l'anno scorso nei panni di Will Byers è stato a lungo assente in quanto prigioniero del Sottosopra.
Tornano ovviamente gli altri ragazzini, ossia Dustin, Lucas e Mike, con sua sorella Nancy, così come è di nuovo nella serie anche il tormentato fratello di Will, Jonathan. Soprattutto rivedremo la madre di Will, Joyce, interpretata da Winona Ryder, figura iconica del cinema fantastico, tra Tim Burton e il Dracula di Coppola, e come tale elemento chiave per il successo della prima stagione. Infine di nuovo nella seria anche David Harbour che, dopo aver fatto per anni più o meno il caratterista, deve a Stranger Things il salto di carriera che l'ha reso il nuovo atteso Hellboy.
Autori della serie rimangono saldamenti i fratelli Matt e Ross Duffer, affiancati alla regia, oltre che da Shawn Levy come nella prima stagione, anche da Andrew Stanton (Wall-E) e da Rebecca Thomas (Sweet/Vicious). Confermati anche i musicisti della band S U R V I V E alla colonna sonora. Ai produttori era stato chiesto da Netflix di realizzare consecutivamente terza e quarta stagione, ma hanno rifiutato perché non avrebbero potuto mantenere la qualità della serie. La quarta stagione comunque probabilmente si farà nel 2019 e sembra che sarà quella conclusiva.
Gli anni '80 sono tornati
Gli autori del progetto sono il team dinamico composto dai fratelli sceneggiatori e registi Matt e Ross Duffer, mentre il produttore esecutivo è Shawn Levy, che ha diretto anche due episodi. La nuova serie con sceneggiatura originale di Netflix Stranger Things è ambientata nel 1983 nella cittadina di Hawkins, Indiana. La storia racconta la misteriosa scomparsa di un dodicenne e gli strani avvenimenti che hanno luogo nella cittadina del Midwest.
"Abbiamo tanta nostalgia e affetto per quel periodo. Volevamo portare in televisione qualcosa che fosse ispirato ai film classici che abbiamo amato nella nostra giovinezza: quelli di Spielberg, di John Carpenter, oltre ai romanzi di Stephen King. Per noi queste storie sono particolarmente affascinanti ed evocative perché esplorano il luogo magico dove l'ordinario e lo straordinario si confondono".
Matt Duffer
Stranger Things è stato girato sia in teatri di posa sia su set allestiti ad Atlanta. Screen Gems Studios ha ospitato gli interni delle case Wheeler e Byers, oltre che il laboratorio governativo. La produzione ha girato in esterni nelle cittadine intorno ad Atlanta per ricreare il look di Hawkins, Indiana. Tra i luoghi delle riprese in Georgia: il centro di Jackson, una scuola a Stockbridge e un edificio del periodo della guerra fredda, vicino all'Emory University di Atlanta.
Nel cast di Stranger Things troviamo Winona Ryder (Joyce Byers), David Harbour (capo di polizia Hopper), Finn Wolfhard (Mike Wheeler), Natalia Dyer (Nancy Wheeler), Charlie Heaton (Jonathan Byers), Millie Brown (Eleven), Caleb McLaughlin (Lucas Sinclair), Gaten Matarazzo (Dustin Henderson), Cara Buono (Karen Wheeler) e Matthew Modine (dottor Brenner).
Il filo narrativo verte sulla ricerca da parte dei bambini dell'amico scomparso. Sulla scelta dei bambini, Ross Duffer ammette che 'nessun altro bambino avrebbe potuto interpretare meglio la parte. I due giovani attori prescelti sono i personaggi in tutto e per tutto. Li abbiamo cercati in tutto il mondo, con audizioni a cui hanno partecipato migliaia di giovani. Trovati i quattro bambini principali, ci siamo ispirati a loro per la sceneggiatura e la caratterizzazione'. A Gaten (Dustin), ad esempio, manca un incisivo per una displasia cleidocranica, quindi i fratelli Duffer hanno integrato questo dettaglio nella storia del personaggio. Mike, Lucas, Dustin e Will sono dei bambini studiosi che vivono in un loro mondo e amano, tra le altre cose, i videogiochi e gli astrusi esperimenti scientifici.
Il cast è capitanato da Winona Ryder, attrice di grande talento, che interpreta Joyce, una ragazza madre che con difficoltà cerca di far crescere i suoi due figli.
David Harbour, nei panni del capo di polizia Hopper, ama il suo ruolo di uomo segnato dalla vita e l'antagonismo con il personaggio di Joyce. Hopper non crede alle storie magiche, ma vuole giungere alla verità.
Assegnare il ruolo di Eleven non è stato facile per i Duffer, ma Millie Brown è stata la scelta perfetta. Ha la stessa età di quando Winona Ryder cominciò a lavorare nel cinema e i suoi colleghi le riconoscono un talento più maturo della sua età.
Il talentuoso Matthew Modine veste i panni del sinistro dottor Brenner, 'Da un lato puoi considerarlo come un carceriere, ma puoi anche vederlo come lui vede se stesso, cioè l'unico in grado di capire Eleven. È la persona che l'ha allevata e che forse le vuole bene.' ammette il produttore esecutivo Shawn Levy.
Iniziamo col dire che si tratta di un prodotto sicuramente ben diretto, gestito con passione da gente che aveva ben chiaro in testa dove voler arrivare. La regia è molto curata, la fotografia è ottima e i protagonisti sanno riscuotere simpatia. Il fatto però di poggiarsi su una trama così priva di originalità (a E.T. fischieranno parecchio le orecchie) e così scilaba a mio parere non le permette di [...] Vai alla recensione »
La seconda stagione, composta da 9 episodi, inizia con ottime intenzioni, mantenendo salda l'attenzione dello spettatore, con il piccolo Will alle prese con il mondo oscuro. La seconda parte si perde un pò dietro le tante storie che escono fuori, quando i personaggi si dividono ed il ritmo e l'atmosfera un pò ne perde (vedi l'episodio di Undici che incontra la sorella, necessario [...] Vai alla recensione »
Eccoci qui per questa serie molto bella e appunto la consiglierei a coloro che amano vivere di come affrontare le paure. penso che sia una serie completa in tutti i sensi e penso che sia da vedere sempre perchè è un cult. Penso che più ne siamo nel vederla e più ci sono speranze nella 5 stagione quindi mi raccomando ragazzi e ragazze vedetela...è speciale.
Ormai lontani dai fasti della prima stagione, al momento insuperabile, la terza stagione vede l'ingresso dei russi intenti a riaprire la porta del sottosopra, intanto il Mindflayer è in libertà ed inizia ad acquistare sempre più forza cibandosi prima di topi e poi usando le persone. Come sempre piacevole alla visione e divertente, però che degli adolescenti continuino [...] Vai alla recensione »
Una serie tv che è una vera e propria dichiarazione d'amore per gli anni '80, prendendo anche più spunti dai vari film horror usciti in quel periodo. La storia è ambientata in un paesino dell'Indiana, nel 1983, la scomparsa del piccolo Will mette in subbuglio l'intera città che assiste sgomenta ad una serie di strani eventi.
E' un compendio del cinema (e letteratura) fantastico anni 80; C'è di tutto "I Goonies", "La cosa", "Nightmare", "Aliens", "Stand by me Ricordo di un estate", "Firestarter - Fenomeni Paranormali Incontrollabili" e molta letteratura targata Stephen King dell'epoca come "It" e "La nebbia".
Dopo il fulmineo successo delle prime due stagioni di Stranger Things, la prima divenuta in brevissimo tempo un cult e cavallo di punta del catalogo Netflix, e la seconda capace di ampliare l'universo narrativo dei Duffers Brothers mantenendo integre le peculiarità della serie, non era facile tenere alta l'asticella. Eppure la stagione 3, vuoi per attaccamento ai protagonisti, vuoi per una rinnovata [...] Vai alla recensione »
Significative ricorrenze sul piccolo e il grande schermo recenti: i "russi" (da I Romanoff a Chernobyl alla cronaca politica) e i luna park (da Westworld a Noi a Shazam a Dumbo, etc.). Nella terza annata di Stranger Things, serie-frullato d'immaginari, a un certo punto ci sono i russi in un luna park: russi cattivissimi, naturalmente (tranne uno, il povero Alexei, subito entrato nelle simpatie dei [...] Vai alla recensione »
È passato un anno ma tutto è cambiato a Hawkins. È l'estate del 1985, le scuole sono chiuse, le piscine aperte, in tv danno Magnum P.I., gli zombie di Romero terrorizzano dal grande schermo. Undi, Mike, Will, Dustin, Max e Lucas non sono più bambini. L'avventura del Sottosopra, gli ormoni e le emozioni li hanno trasformati. La terza stagione di Stranger Things, sempre firmata dai fratelli Duffer, è [...] Vai alla recensione »
Nessun altro show della nuova era della tv ha puntato sull'adagio "questa non è una serie, è un lunghissimo film" quanto Stranger Things. I riferimenti anni '80 di questo pastiche horror e nostalgico sono tutti i film (oppure libri trasformati in lungometraggi) usciti nell'era d'oro di autori come Steven Spielberg, John Carpenter e Stephen King. Stranger Things è serializzato in purezza: invece di [...] Vai alla recensione »