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Quel fenomeno di Emma Stone, l'ultima erede delle dive

Già Golden Globe e BAFTA per la miglior interpretazione in Povere creature!, potrebbe vincere il suo secondo Premio Oscar dopo La La Land. Ecco perchè è lei a identificare la nostra epoca. 
di Pino Farinotti

Emma Stone (Emily Jean Stone) (35 anni) 6 novembre 1988, Scottsdale (Arizona - USA) - Scorpione.
lunedì 19 febbraio 2024 - Celebrities

Emma Stone è candidata all’Oscar 2024 come attrice protagonista del film Povere creature! diretto da Yorgos Lanthimos. La nomination è scontata e ultrameritata, se non ci saranno giochi di potere delle major o di politicamente corretto Emma vincerà il suo secondo Oscar dopo quello per La La Land (guarda la video recensione). La sua performance nel film tratto dal romanzo di Alasdair Gray (1934-2019) - pittore e poeta britannico autore completo, e si vede - è fenomenale e trova pochissimi riscontri, forse nessuno, nella storia della recitazione in cinema. E ha già vinto il Golden Globe e il BAFTA come miglior protagonista.

Sintesi del tema. Una donna morta, incinta di un feto ancora vivo: una sorta di Frankenstein pazzo e geniale le ridà vita e trapianta il suo cervello nel neonato. Nasce Anna che cresce e affronta il mondo attraverso sentimenti lontani da ciò che è riconosciuto e accreditato. Il percorso di Anna-Emma è straordinario e inquietante. Lanthimos non fa prigionieri: tutto è espresso senza filtri. E il “tutto” è nelle mani della Stone. Il regista ha detto che solo Emma avrebbe potuto interpretare quel ruolo. Nella miriade di significati che si possono attribuire a quella storia emerge di getto il ruolo della donna, che da “niente” arriva a scoprire tutto e su “tutto” ad agire. Anna all’inizio si muove come un animale appena nato. Fatica a camminare, a esprimersi, qualche sentimento in embrione è schiacciato nella suo recondito. Poi verrà fuori, eccome.

Decisiva è la scoperta del piacere della masturbazione. Il passo successivo è il sesso. Diventa, all’inizio, la sua ragione di vita, grazie al compagno Duncan. Anna fa sesso estremo, in tutte le modalità. E Emma non lesina, anche lei non fa prigionieri, aderisce nuda e stravolta. E certo è bellissima. E inventa, da quel fenomeno di attrice che è. In La La land (guarda la video recensione) aveva timidamente ballato con Ryan Gosling. Qui si scatena con una danza travolgente, mosse aggressive e senza regole. Sono due aspetti di espressione attoriale. Poi c’è il percorso intellettuale della donna, che si è liberata dei vincoli di chi l’aveva creata e di chi le ha fatto fare le prime scoperte vitali. Anna gira per Lisbona e vede il mondo normale: è il primo passo della sua emancipazione. Seguiranno la filosofia e il sociale, l’esperienza, certo utile e umana, in un bordello, e poi il socialismo, infine la medicina chirurgica e l’anatomia. Emma ha risalito la vita, e non era facile. Adesso è una donna che ha molto da offrire. Eccola la lettura fondamentale detta sopra.       

Gli aggettivi sulla Stone li ho scritti sopra. Ritengo di collocare l’attrice nel percorso del cinema nelle epoche. Da chi arriva il testimone d’oro che adesso è nelle sua mani. Emma è l’ultima erede delle dive, magari “divine”, che da quando esiste il cinema hanno dettato bellezza, moda, comportamento. Sono donne… importanti.
 


LEGGI LA RECENSIONE DI POVERE CREATURE!
In foto Emma Stone durante la serata di premiazione dei BAFTA, avvenuta ieri sera al Royal Festival Hall di Londra. L'attrice ha ricevuto il premio come Miglior protagonista femminile per Povere creature!.

A fronte di sue colleghe che del cinema sono state eroine e modelli, torniamo indietro. Regine come Dietrich, Garbo, Katharine Hepburn, Bette Davis, dominavano per bravura e appeal i primi decenni d’oro del cinema. Erano divinità impossibili da toccare dal braccio, pur teso, delle signore che andavano al cinema.

Anche la generazione successiva, che identifico in Audrey, Marilyn e Grace continuava a ospitare modelli intoccabili, seppure con qualche segnale di appartenenza al normale genere umano. Poi arriva un’attrice che raccoglie l’eredità delle tre citate mettendoci un plusvalore anche culturale. È Jane Fonda. Brava, bella intelligente, ha portato contenuti poco definiti prima: il dolore, la presa di coscienza sociale, la lotta per i diritti, una militanza allora sconosciuta. Era diva e donna. E, a 87 anni, lo è ancora. 

Poi arrivano coloro che hanno raccolto la definizione riferita a Jane: belle e normali. Sono Julia Roberts, Nicole Kidman e Meg Ryan. Come non ricordare Julia in Pretty Woman, un ruolo che fa parte della memoria del cinema e di quella popolare. La Kidman si è fatta legittimare dal gran maestro Kubrick in Eyes Wide Shut, poi si è imbruttita nel ruolo di Virginia Wolf, che le ha dato l’Oscar in The Hours. Harry ti presento Sally è un altro titolo “da memoria”. Sally era Meg Ryan.

Una citazione d’onore non può non appartenere a Meryl Streep (3 Oscar), attrice capace di segnare tutte le sue stagioni, di adeguarsi nei ruoli a tutte le età. Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie, La mia Africa, alcuni, fra i molti, dei “suoi” titoli. Un’erede all’altezza è Angelina Jolie, che si è costruita un buon piedestallo, sa fare tutto, dalla virtuale Lara Croft dei videogiochi alla madre disperata in Changeling.

Un’attrice che prevale in questa epoca è Cate Blanchett australiana, classe 1969, perfetta in ogni ruolo, fascino esclusivo e maturo, Premio Oscar per Blue Jasmine di Allen. Presenta inoltre uno sponsor potente, Giorgio Armani, che l’ha scelta come testimonial del suo marchio. Lo stilista ha detto: “Cate rappresenta la donna per la quale io creo”.

Purtroppo lo spazio mi ha costretto a una selezione e a dei privilegi. Mi dispiace.

E riecco Emma Stone. Così giovane ha già ottenuto molto, quasi tutto. Quelle sue iridi grandi e azzurre, quel sorriso che racconta, quella grazia che le divinità del cinema hanno concesso con parsimonia, la “novità” del sesso nella sua ultima performance, fanno di lei l’attrice che sta identificando questa epoca.


LEGGI LA BIOGRAFIA DI EMMA STONE

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