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Un'opera che si mette al servizio della Storia non sprecando un solo momento. È uno dei film più belli sull'Olocausto. Drammatico, USA2023. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film segue l'operatore umanitario britannico Nicholas Winton, che ha contribuito a salvare centinaia di bambini dai nazisti alla vigilia della seconda guerra mondiale. Espandi ▽
1938. Vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Nicholas Winton, londinese, 29 anni, agente di borsa, avvertendo la minaccia dell’invasione della Germania di Hitler organizza un piano di salvataggio, noto come “Operazione Kindertransport” per centinaia di bambini, molti di religione ebraica, prima dell’inizio del conflitto. Nella seconda metà degli anni ‘80, l’impegno di Winton viene finalmente riconosciuto pubblicamente quando ha avuto l’occasione di incontrare quei bambini ormai adulti nel corso della trasmissione della BBC That’s Life!. Alla fine ne ha salvati 669 dai campi di concentramento e verrà denominato come lo “Schindler britannico”. One Life ridefinisce autonomamente il proprio posto all’interno del “cinema sull’Olocausto”.Non c’è un momento sprecato, ogni inquadratura arriva e colpisce direttamente. Una storia emozionante raccontata benissimo, con rispetto, pudore e passione, rabbia. Quando il cinema sa mettersi al servizio della Storia. Proprio per questo One Life è già, in qualche modo, un film indimenticabile. Recensione ❯
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Girato nell'arco di cinque anni, Californie è la poetica ed avvincente rappresentazione di quante decisioni, apparentemente irrilevanti, determinino il futuro di un individuo, in bilico tra farcela e il soccombere di fronte alle difficoltà. Espandi ▽
Jamila, una ragazza di origine marocchina, vive con la sua famiglia a Torre Annunziata, in provincia di Napoli. A 9 anni ha grandi ambiziosi ma poi si isola sempre più in sé stessa, non frequenta i coetanei ed evita di andare in classe. A 12 anni, mette i soldi da parte perché vuole tornare in Marocco, anche da sola. A 13 lavora a tempo pieno come parrucchiera presso il salone Californie. Riesce a comprarsi tutto quello di cui ha bisogno, vestiti e telefono compresi. Poi una mattina, sul posto di lavoro, arriva un assistente sociale e le chiede come mai non va a scuola. Jamila viene seguita dai 9 ai 14 anni, in un percorso di crescita e di messa a fuoco della sua identità che richiama istintivamente il lavoro fatto da Richard Linklater con Boyhood. Ma soprattutto c’è il volto di Khadija Jaafari che cambia nel corso degli anni, che mantiene negli occhi la sua irrequietezza, che prevale all’interno dell’inquadratura. L’identità tra Italia e Marocco segue i naturali passaggi soggettivi, dal desiderio del ritorno a casa al suo rifiuto, con la figura del padre vista come marginale, se non assente. Un film che colpisce dritto, che ha l’impeto e la poesia del cinema di Antonio Capuano combinate con la vitalità e la grazia di quello di Sébastien Lifshitz. Recensione ❯
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Il gigante letterario Samuel Beckett: bon vivant parigino, combattente della Resistenza della seconda guerra mondiale, drammaturgo vincitore del premio Nobel, marito donnaiolo e recluso. Espandi ▽
Stoccolma, 1969. Ha vinto il Premio Nobel per la letteratura Samuel Beckett ma non sembra affatto contento. Sale sul palco, strappa bruscamente la busta dell'assegno e comincia a scalare le quinte e infilare un palco che diventa una galleria e poi un antro polveroso, dove il suo doppio lo attende. Insieme discutono chi meriterebbe davvero i soldi del premio, espiando la colpa, le tante colpe di una vita. Una lista di 'giusti' è stilata e inaugura i flashback. Dalla madre alla compagna, passando per un'amante o un amico perduto, Beckett ripercorre la sua vita: l'incontro con Joyce, la Resistenza in Francia, il teatro, il successo, il Nobel, la fine e il finale di partita.
James Marsh presenta un biopic convenzionale che non si prende i rischi della letteratura di Beckett, il drammaturgo che strappava l'infinitesimo al nulla.
Gabriel Byrne, attore segreto ed elegante che regala al protagonista un bagliore, giocando con lo spazio, interrogando e provocando. L'attore, ben oltre il dialogo, come un personaggio di Beckett, utilizza i silenzi, riproporziona lo spazio e rimanda la morte. È Vladimiro ed Estragone insieme, un atto di fede davanti al vuoto. Recensione ❯
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L'amicizia tra due nemici per natura è l'occasione per misurarsi con leggerezza con un argomento poco esplorato nel cinema per bambini. Animazione, Avventura, Commedia - Repubblica Ceca, Francia2021. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Dai creatori de La mia vita da Zucchina, l'amicizia tra una topolina e una volpe in una colorata animazione in stop motion. Espandi ▽
A lungo l’animazione per bambini ha nascosto sotto il tappeto l’argomento della morte, ma da qualche tempo pare aver puntato l’obiettivo su quell’ambito inesplorato e rimosso il tabù. Alla sofferenza di La mia fantastica vita da cane, recente animazione della romena Anca Damian, Lizzy e Red preferisce un tono dinamico e fiabesco, meno sperimentale dal punto di vista della tecnica impiegata, ma più vicino alle dinamiche narrative dell’animazione per ragazzi tradizionalmente intesa. Andare in paradiso, per Denisa Grimmová e Jan Bubenicek, significa in realtà scoprire un mondo, trovarsi fra le mani un territorio ancora tutto da inventare e provare a farlo in maniera personale e non scontata. A partire da un libro di Iva Procházková, ne hanno fatto un mondo a misura di bambino, dove puoi divertirti ma anche riabbracciare chi non c’è più, giusto il tempo perché quella persona (o quel topo) ci ricordi che in realtà c’è sempre stato, vicino vicino, nel nostro cuore. Recensione ❯
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Un'opera coraggiosa e personale che si confronta con gli spauracchi di tutti. Drammatico, Italia2023. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
È un fine settimana di gennaio a Roma, quando un'anomala ondata di caldo si impossessa della città. Espandi ▽
Roma, durante un'insolita ondata di caldo... in pieno inverno. Gianna vive nell'ossessione di Pupa, la pornostar che non si è fatta scrupolo di fare sesso con i mariti delle altre. Sua figlia Mia, che si mantiene facendo la badante di un'anziana nobildonna e ha un rapporto bulimico col cibo, cerca di far rispettare alla madre l'ordine restrittivo emanato affinché non continui a stalkerizzare Pupa. Caterina deve convivere con un altro tipo di ordine restrittivo, quello che il suo ex marito ha ottenuto per tenerla lontana dal loro figlio Max, poiché Caterina ha un passato di alcolizzata che cerca di superare grazie agli incontri organizzati in parrocchia da un prete italoamericano. Ma anche padre Bill ha la sua dipendenza.
Alla sua seconda prova di regia dopo Magari, Ginevra Elkann racconta una rete di rapporti famigliari disfunzionali, di disturbi alimentari e di ossessioni malsane ambientato nell'ambiente sociale che conosce meglio, quello dell'alta borghesia.
Il film ritrae un mondo appiccicoso e obliquo, ma anche di una bellezza pittorica languida e decadente, e si confronta con spauracchi che spaventano tutti, dalla paura di "non essere normale" a quella di finire arrostiti dall'innalzamento delle temperature - guarda caso accaduto davvero in tempi recenti. Recensione ❯
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Il manifesto di un'adolescenza tanto scatenata quanto fragile. Poca ideologia, tanta verità. Drammatico, Gran Bretagna, Grecia2023. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il debutto alla regia di Molly Manning Walker è un ritratto generazionale destinato a far discutere. Espandi ▽
Tara, Em e Skye sono tre tardo adolescenti inglesi in vacanza a Malia, sull’isola di Creta, con l’obiettivo di fare festa, sbronzarsi e giocare a “chi scopa di più”. Nel motel con vista su piscina dove sono alloggiate incontrano altri tre ragazzi più o meno coetanei, Paddy, Badger e Paige, con cui uniscono le forze e le aspettative per “la vacanza migliore di sempre”. Mia McKenna Bruce nei panni di Tara è straordinaria nel gestire i due tempi del racconto: il primo in cui è euforica, chiassosa e spaccona, e il secondo in cui diventa silenziosa, smarrita e a disagio. Aiutata anche da una fisicità che alterna una maturità ostentata al ricordo tangibile della bambina che è stata fino a poco tempo prima, McKenna Bruce incarna una sessualità inconsapevole e un senso di sé elusivo, una insicurezza che nemmeno lei sa di provare. How to have sex è il racconto di un’adolescenza che si sente onnipotente ma non si dà un valore reale, di anime che si staccano dai corpi senza trovare la sintesi fra desiderio alimentato e autentica partecipazione. Recensione ❯
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Un fantasy intimista che cresce a distanza: basta ricomporre i tantissimi pezzi sparsi. Avventura, Drammatico, Fantascienza - USA2024. Durata 107 Minuti.
Rendendosi conto che il suo matrimonio potrebbe non esistere più una volta ritornato sulla Terra, un astronauta tenta disperatamente di riappacificarsi con la moglie. Espandi ▽
L’astronauta Jakub Procházka si trova da 189 giorni da solo in una missione spaziale ai confini della galassia e si rende conto che sua moglie Lenka, rimasta incinta, potrebbe non aspettarlo più quando ritornerà sulla Terra. In un momento di disperazione, riceve un inaspettato sostegno da Hanus, una creatura aliena che si nasconde nelle viscere dell’astronave. Spaceman entra nella testa del protagonista: un flusso emotivo fatto di suoni, frammenti della propria crisi matrimoniale, riflessi come quello in cui nella mano di Jakub c’è l’immagine di Lenka. Malgrado le premesse, non è un film di immediato impatto. Perché la regia di Johan Renck, può apparire distante, in realtà lo è più dalla storia che sta adattando per lo schermo che dai personaggi. Il rapporto tra Jakub e l’alieno Hanus (che ha la voce di Paul Dano) cresce gradualmente. Un film può lasciare anche inizialmente disorientati ma poi cresce a distanza. Basta ricomporre i tantissimi pezzi sparsi di cui si può rischiare di perderne le tracce. Recensione ❯
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L'omaggio ad un film che è diventato di culto per più di una generazione. Espandi ▽
Carezza e Sorriso da bambini si fanno rubare la Dune Buggy ormai mitica. Divenuti adulti e dopo una lunga separazione si incontrano di nuovo avendo appreso che l'auto è stata messa in palio in una competizione automobilistica. A promuoverla è Torsillo, uno speculatore edilizio che vuole espropriare il circo di Miriam, una domatrice di tigri e lanciatrice di coltelli che Carezza già conosce e Sorriso imparerà a conoscere tra un scazzottata e l'altra. Mentre la Dune Buggy sembra essere diventata una meta irraggiungibile. Recensione ❯
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La fiction entra nel doc naturalistico: un esercizio straniante di notevole fattura tecnica e un'esperienza sensoriale inedita. Documentario, Francia2022. Durata 80 Minuti.
Un documentario che ritrae la natura della nostra Terra, partendo dai segreti di una quercia. Espandi ▽
Quanta vita può pulsare attorno a un solo albero? Rispettando alla lettera la promessa del titolo, il film di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux si insinua, con un drone che plana dall'alto, sotto le chiome e nel silenzio di un bosco, fino a raggiungere le radici di una farnia, o quercia peduncolata (quercus robur) risalente al 1810. Già dai primi minuti la "regina degli alberi", dai tempi antichi interpretata come simbolo di forza e resistenza, è molto più che osservata: è scandagliata, sezionata dalla macchina da presa, che la esalta come una casa fortificata e accogliente.
La quercia infatti offre rami, foglie, cavità e radici ai suoi numerosi abitanti: una colonia di piccoli topi selvatici, una coppia di ghiandaie, uno scoiattolo rosso, un balanino delle ghiande (insetto che depone le uova nei frutti dell'albero, protagonista di sequenze sorprendenti) e ancora: un astore, un picchio rosso, un tasso, un barbagianni, e più lontano, ma non troppo, caprioli, nutrie e cinghiali. È un ecosistema multiforme e complesso, basato sulla coesistenza non pacifica di tante specie.
Su tutto il film aleggia la nostalgia di un'ecologia da idillio, pre Antropocene, evocata e costruita millimetricamente attorno al più durevole e affidabile dei vegetali. Un esercizio straniante di notevole fattura tecnica, un'esperienza sensoriale inedita e ipermanipolata, che penetra la natura e trasforma in fiction la sua osservazione. Recensione ❯
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Un thriller soprannaturale che esplora la natura artigianale del cinema e trova felici intuizioni visive. Thriller, Horror - Italia2021. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Costretto allo sfratto, Pietro mette a punto una strategia per continuare a vivere dentro casa sua. Un giorno, però, una madre disperata stravolgerà i suoi piani. Espandi ▽
La casa non è più un rifugio ma una minaccia. Come in Avati (La casa dalle finestre che ridono) e Argento (Profondo rosso), è lei la principale protagonista di L’angelo dei muri. Viene invasa da sconosciuti, diventa potenziale luogo di visioni (lo stesso passato del protagonista?), ma anche di contatti segreti come quello tra Pietro e la bambina. Bianchini, più che un horror, firma un thriller soprannaturale dove, come nei suoi precedenti lungometraggi, mostra la materia del set (la polvere nell’appartamento) e utilizza in modo efficace la componente sonora come nel rumore del vento che apre le finestre. L’angelo dei muri è l’esempio di un cinema di genere indipendente che, a prima vista, può anche apparire quasi silenzioso e sottratto perché non cerca il facile effetto sorpresa, ma alla fine riesce a portare a casa il risultato. Recensione ❯
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Viscerale, impulsivo, sanguigno e passionale, un horror malato del desiderio che racconta i residui dell'Italia degli anni '80. Drammatico, Italia2023. Durata 87 Minuti.
Rossosperanza è nera come le nostre anime e rossa come il sangue che ha lavato i nostri peccati. Espandi ▽
Italia, 1990. C'è una tigre che si aggira libera. Stacco. Una strada buia. Quattro ragazzi fanno l'autostop. Salgono in macchina ma si avverte un'atmosfera sinistra. Vengono così fatti scendere con forza dal proprietario. Loro sono Zena, Marzia, Alfonso e Adriano. Sono tutti figli di alcune famiglie benestanti e in vista presso l'alta società. Il padre di Zena, per esempio, è il medico del Santo Padre. I loro genitori li hanno mandati in un istituto prestigioso e costosissimo, Villa Bianca, a causa del loro comportamento e vogliono che diventano 'normali'- Ma anche lì, sul posto, prevale il loro malessere e la loro inquietudine. E nascondono le pulsioni più nascoste. Tra l'amore e la morte.
C'è un disco rosso che gira. Può andare avanti e indietro. Come Rossosperanza, diviso tra il prima e il dopo, il passato e il presente, la natura sociale e quella invece più libera dove la violenza è faticosamente trattenuta prima di esplodere negli interni di Villa Bianca e delle abitazioni, nel disagio dell'alta borghesia, nei party sfarzosi ed esibizionisti dove sono invitati personaggi in vista e monsignori. Zambrano punta a un horror malato sul desiderio, con i fasci rossi/mélo della fotografia di Laurent Brunet che potrebbero arrivare dallo strepitoso Dracula di Bram Stoker, forse il vero aggancio temporale visto che il film di Coppola è stato realizzato nl 1992. Rossosperanza è un film sul corpo, sulla sessualità, forse anche un fantasy intimo sui superpoteri in un Italia che, nella sua sfacciata corruzione dove i segni del male si moltiplicano attraverso i personaggi interpretati da Andrea Sartoretti e nella presunzione che 'tutto era concesso', pensava di non averne bisogno. Ma è anche un film che racconta l'Italia di quegli anni. Recensione ❯
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Una regia agile che esplora il tema del genere e ci fa porre delle domande, impedendoci di chiamarcene fuori. Drammatico, Spagna2023. Durata 125 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una madre dovrà fare i conti con una crisi personale e con quella di suo figlio. Espandi ▽
Aitor detto Cocò ha otto anni e un alter ego, Lucia: se Aitor è nato biologicamente maschio, Lucia è la femmina che il bambino ha sempre sentito di essere. La madre percepisce questa differenza in suo figlio e cerca di accoglierla, mentre la nonna, pur essendo molto affezionata al nipotino, la rifiuta tout court, e anche la comunità rurale che circonda la famiglia non è pronta a venire a patti con il concetto stesso di un'identità transgender in via di sviluppo. Durante un'estate trascorsa in campagna vicino alle arnie dei produttori locali di miele tutti dovranno confrontarsi con la possibilità che esistano ventimila specie diverse di api e almeno altrettante identità di genere, scegliendo da che parte stare nello spettro dell'accettazione di questa variegata diversità.
20.000 specie di api è l'opera prima della sceneggiatrice e regista spagnola Estibaiz Urresola Solaguren ed è già valsa l'Orso d'Argento al Festival di Berlino per la Migliore attrice a Sofia Otero, la bambina che interpreta il ruolo di Aitor comprendendone a fondo e restituendone in mille sfumature tutto il tormento identitario: un'interpretazione davvero strabiliante per sensibilità e per mimesi di genere. Recensione ❯
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Una tragedia arcaica a forte tasso simbolico che pesca la verità umana nel mare di Sicilia e nel suo malessere. Drammatico, Italia2023. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di un ragazzo cresciuto da tre prostitute amiche della madre. Espandi ▽
Da qualche parte in Sicilia, in un borgo marinaro e fatiscente, le donne fanno le mamme di giorno e le puttane di notte. A governarle tutte è un miserabile guercio, che ha ucciso a botte la madre di suo figlio, Arturo, anima semplice e altrove, cresciuto a giri di maglia e di amore da Betta e Nuccia. Tra miseria e mare un giorno arriva Anna, giovane prostituta a cui piace soltanto la cioccolata. Naïf e bellissima, fa corpo con Betta e Nuccia contro il predatore che chiede la pelle di Arturo. Ma a quel ragazzo antico, dervisci che gira sulla spina dorsale del (loro) mondo, le mamme putative hanno apparecchiato un futuro migliore. Emma Dante lo ha fatto di nuovo, ha pescato nel ‘mare di Sicilia’ e nel suo ‘malessere’ la verità umana, quella in carne e sangue, mai astratta e mai triviale. La vulcanica regista ha costruito negli anni un’opera imponente fra teatro, lirica e letteratura, abitata da nonne, zie, mamme sovente sottomesse agli uomini. Per Emma Dante il teatro e il cinema sono mezzi per esorcizzare la loro scomparsa e per denunciare le loro vite sacrificate. Recensione ❯
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Mollata dal suo capo prima del viaggio inaugurale della crociera, Isabelle si vendica portando sulla nave Rémy, un vero disastro di uomo. Espandi ▽
Isabelle, la responsabile delle risorse umane di una compagnia di crociere ha commesso il grave errore di avere una relazione con il suo capo. Ma prima di intraprendere la crociera inaugurale della nave ammiraglia della compagnia, il suo capo decide di rompere con lei e di licenziarla. Per vendicarsi, alcune donne scelgono il veleno, altre le armi o lo scandalo. Ma Isabelle sceglie Rémy, un vero disastro di uomo, un disoccupato esuberante che, avendo sbagliato tutto sulla terra ferma, pensa di avere più possibilità in mare aperto. Lei lo assume come animatore.
Su quel magnifico palazzo galleggiante, Rémy si rivela subito come il peggior incubo dell'amministratore delegato, ma anche di Richard, il direttore della crociera. Poi però, poco per volta, Rémy trova la sua strada e così anche l'amore e il successo, cambiando il suo destino e quello di tutti i passeggeri. Recensione ❯
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Con una regia dalla qualità ipnotica, il film esplora il tema dell'identità, non solo di genere, attraverso immagini essenziali e rigogliose. Drammatico, Italia, Albania, Svizzera, Albania, Germania, Kosovo2015. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Girato tra l'Albania e Bolzano, il film è liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Elvira Dones. Espandi ▽
Hana, orfana albanese, viene accolta in casa da Gjergi, un montanaro con moglie e una figlia più o meno dell'età della ragazza, Lila. Ma la cultura arcaica che abita quelle regioni, seguendo il severo codice del Kanun, mortifica e reprime il femminile, e Hana si ritrova a compiere una scelta drastica: diventare una vergine giurata, ovvero giurare verginità eterna e assumere un'identità maschile. Da quel momento sarà Mark e condurrà la sua vita come un uomo, ovvero con maggiore autodeterminazione, ma al prezzo di un rifiuto radicale della propria femminilità. Recensione ❯
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