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Un ottantenne accusato dell'omicidio della nipote rivela la tragica storia di Yana-Wara, svelando il realismo magico e le tradizioni degli Aymara. Espandi ▽
Capolavoro postumo del regista Óscar Catacora, il film racconta la storia di Evaristo, un ottantenne accusato della morte di sua nipote, la giovane Yana-Wara. Attraverso il suo racconto, la comunità e le autorità vengono a conoscenza della tragica vicenda della ragazza. Sontuosa fotografia in bianco e nero per un thriller impregnato di realismo magico. Yana-Wara è uno sguardo unico e penetrante sulle tradizioni millenarie delle comunità andine degli Aymara, delle loro profonde radici culturali e spirituali. Recensione ❯
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Sol e Lucas cercano una nuova vita, ma le aspettative svaniscono, portando a una crisi che mette in discussione desideri e scopi. Espandi ▽
Sceneggiatura, firmata dal collettivo Pitucos Cine, che ci trasporta in un piccolo villaggio nell'entroterra della provincia di Buenos Aires, dove Sol, una talentuosa fotografa, e Lucas, il suo compagno, si avventurano in un nuovo progetto di vita alla ricerca della felicità e della formazione di una famiglia. Man mano che la trama si sviluppa, le iniziali aspettative dei protagonisti svaniscono e i due si trovano ad affrontare una profonda crisi esistenziale che li costringe a mettere in discussione i loro veri desideri e il loro scopo nella vita. Recensione ❯
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Un'opera il cui punto di forza è la regia con un finale che costringe a un'amara rilettura della vicenda Messina Denaro. Drammatico, Italia2024. Durata 130 Minuti.
Liberamente ispirato a un periodo della vita di Matteo Messina Denaro. Espandi ▽
Grassadonia e Piazza tornano al grande schermo per raccontare una vicenda di tradimenti e destini segnati, nel solco della tradizione letteraria di Pirandello e Tomasi Di Lampedusa, come di Sciascia e Camilleri.
Purtroppo è proprio nell’eccessiva letterarietà della sceneggiatura il limite di questo racconto (anche) kafkiano, perché mentre la corrispondenza fra Messina Denaro e Palumbo è appropriatamente di elevato livello intellettuale.
La storia, di per sé abbastanza convenzionale anche nella sua resa cinematografica, si riscatta in un finale che ne ribalta la percezione, e che si iscrive nella tradizione drammaturgica di cui sopra spingendoci ad un’amara rilettura dell’intera vicenda Messina Denaro.
Quella di Iddu è una danza macabra fra morituri che “vivono giorni contati di vita inutile” e non sanno fino a che punto verranno manipolati, come pupi appunto. Al solito la regia è il punto di forza di Grassadonia e Piazza, che sanno colorare di realismo magico e pathos anche le scene più prosaiche. Recensione ❯
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Un film coraggioso che mescola una dimensione metafisica con la durezza della realtà. E ci pone tante domande. Drammatico, USA2024. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film racconta, sullo sfondo della striscia di Gaza durante la seconda Intifada (2003), la speciale amicizia di due bambini. Espandi ▽
Striscia di Gaza, 2003. In prossimità di Gaza sono ancora presenti insediamenti israeliani, la seconda intifada è in corso. Il 43% della popolazione ha meno di 14 anni. Questo dicono le didascalie iniziali, precedute da titoli di testa, sui cui su nero rimbombano colpi di proiettile ed esplosioni. Il teatro di guerra è ben noto. Mahmud è un undicenne palestinese che vive solo a Gaza con la giovane madre Farah, vedova di un "martire" della resistenza, e la aiuta a vendere mazzi di timo, muovendosi tra allarmi, bombardamenti, coprifuoco, in una città devastata da un conflitto infinito che colpisce alla cieca i civili. Sulla spiaggia che frequenta per imparare a surfare, Mahmud vede un ragazzino muoversi furtivamente e rientrare nell'insediamento vicino ai posti di blocco sulla strada: è Alon, figlio unico di una coppia di ebrei, e ha in comune con lui la passione per la tavola da surf.
Nello sforzo di accogliere nel racconto tante situazioni e personaggi, la sceneggiatura perde di efficacia e relega volutamente gli adulti a un ruolo superficiale.
Molto più interessanti le domande legittime che Mahmud e Alon rivolgono a Ahfar e al proprio padre sulle ragioni dell'odio tra palestinesi e israeliani. Domande complesse, che ormai si perdono in un tempo distante, inattuale, di barbara arcaicità, sempre più indecifrabili. Domande che il film rilancia a chi guarda, con una chiarezza inequivocabile. Recensione ❯
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Un'opera dalla splendida messa in scena che per tematiche finisce per assomigliare a un romanzo di Dickens. Drammatico, Danimarca2024. Durata 115 Minuti.
Karoline è una giovane donna che, nella Copenaghen al termine della Prima Guerra Mondiale, nel giro di poco tempo si ritrova sfrattata dall’appartamento in cui viveva, sedotta e abbandonata dal suo datore di lavoro nonché successivamente licenziata. C’è però una donna che si dichiara disposta ad aiutarla. La sensazione di trovarsi davanti a una di quelle storie che appassionavano i lettori di inizio secolo scorso è forte. Ma a tenerla a distanza ci sono da subito due elementi. Innanzitutto la splendida fotografia in bianco e nero, ci sono poi i volti che compaiono nella lunga sequenza di apertura, destinati a deformarsi in maschere dell’orrore costituendo un potente segnale di messa in guardia. Van Horn, anche grazie alla scelta di un cast che si dimostra sempre all’altezza delle aspettative, riesce a portare sullo schermo la lotta, spesso impari, per conservare una purezza d’animo in un inferno in cui i volti sono coperti dalle maschere del perbenismo o della superiorità di classe. Recensione ❯
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Un uomo vuole indagare sulla morte del suo migliore amico d'infanzia. Espandi ▽
Tornato a Genova dopo venticinque anni per partecipare ai funerali del migliore amico della sua giovinezza,
Luca ritrova i vecchi compagni di un tempo. Tutti sembrano convinti che quella morte sia l'esito scontato di
una vita di eccessi; tutti tranne Luca, che vuole vederci chiaro, indagare, capire. Scavando nella memoria, e in una città cambiata almeno quanto lui, lascerà riaffiorare fantasmi e verità che sembravano sepolte,
insieme alla propria vera natura, che pensava di aver domato per sempre. Recensione ❯
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Un dramma potente ma senza sfumature, dove l'urgenza di scrittura e di messinscena è esibita. Drammatico, Irlanda, Gran Bretagna, USA2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La bugia di una madre ha un impatto devastante sul figlio e su tutta la comunità che la circonda. Espandi ▽
In Irlanda, in un piccolo villaggio di pescatori, vive Aileen, operaia in una fabbrica che lavora le ostriche pescate dagli uomini della zona. Impegnata a occuparsi del suocero e del piccolino nato dalla figlia Erin, Aileen rinasce quando il figlio Brian torna a casa dopo diversi anni passati in Australia. Intenzionato a riprendere l'attività di famiglia di pescatori d'ostriche, Brian spinge la madre a commettere un furto sul lavoro e per questo si scontra con il padre Con. La vita della famiglia viene ulteriormente sconvolta dall'accusa di stupro a carico di Brian, denunciato dall'ex fidanzata Sarah, ora collega di Aileen. Chiamata a testimoniare, Aileen prova a salvare il figlio, assecondando i suoi sentimenti ma tradendo la sua moralità.
Gli occhi di Emily Watson, bravissima interprete di Aileen, che nel momento in cui ritrova il figlio (è il Paul Mescal di Normal People e Aftersun) lo guarda con un misto di stupore e incredulità, dicono tutto del dolore e della fatica che stanno al cuore di Creature di Dio: sono occhi di donna, stanchi e fieri, colmi di risentimento e di amore, interrogativi e insieme esplicativi.
L'urgenza di scrittura e di messinscena è esibita, il realismo sporco delle immagini si specchia nella freddezza delle relazioni e nella durezza della lingua, lasciando allo spettatore la certezza - e la stanchezza - di assistere a un dramma potente ma senza sfumature. Recensione ❯
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Elegante, ambizioso, imperfetto. Un melò tra passato e futuro in cui si riconosce la firma di un grande autore. Drammatico, Fantascienza - Francia, Canada2023. Durata 145 Minuti.
Una donna decide di liberarsi da tutte le emozioni tornando alle vite precedenti. Espandi ▽
Grande affresco spazio-temporale in cui l’amore diventa questione metafisica, e il melò si fa fibra connettiva del tempo. Ci restituisce un Bertrand Bonello che torna a spiegare le ali della sua ambizione di cineasta. In un film denso e ricco di ispirazioni, parte dell’anima viene da “La bestia nella giungla” di Henry James. In questa versione se ne prendono saggiamente solo alcune parti ma rimane l’idea evocativo-paranoica di una catastrofe sempre dietro l’angolo. Bonello ci va a nozze, dipingendo tre presenti senza futuro, collegando la vera alluvione di Parigi del 1910 all’angoscia di guerre civili potenziali nel presente, fino a un domani “pacificato” in cui la risorsa a rischio di estinzione sono i turbamenti imperfetti dell’animo umano. Un’impalcatura elegante che fa risplendere il film intero. Sontuoso nel disseminare leitmotiv visivi e poetici qua e là, mozzafiato nel disegnare istantanee di vita urbana futura e deserta per le strade di Parigi, Bonello fa un film vulnerabile e imperfetto, opera non del tutto compiuta ma nella cui anima riconosciamo inconfondibile i meriti di un grande autore. Recensione ❯
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Presentato al Festival di Toronto e premiato a quello di Windsor. Espandi ▽
Mikuan e Shaniss sono amiche da sempre, come sorelle, e sono due ragazze innu. Hanno caratteri diversi e la loro vita si sviluppa in modo differente: una si lega a un amore sbagliato, l'altra punta a studiare ed esplorare il mondo fuori dalla riserva. Nel mezzo ci sono le tradizioni innu, l'artigianato di piume e perline, una comunità da preservare e portare avanti. Senza però rinunciare ai propri sogni.
Forte dell'interpretazione solida, convincente e a tratti memorabile delle sue attrici Sharon Ishpatao Fontaine e Yamie Grégoire, la regia sa restituire con ironia e suggestione un confronto anche culturale, mettendo in scena il divario tra una relazione volano di leggerezza e un'altra che invece si rivela castrante e violenta.
La pace, la vastità, la terra degli antenati, l'orgoglio di appartenere a un popolo che "non accetta di essere nato senza promesse o avere ambizioni limitate", ma sa guardare nuovi orizzonti, tenendo strette le piume e le perline. Tutto questo narra Kuessipan, con garbo, delicatezza, leggerezza, profondità e anche un tocco di poesia. Recensione ❯
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Dal bestseller di Viola Ardone un film epico e struggente. Un viaggio attraverso la miseria, ma anche la generosità dell'Italia del dopoguerra, vista dagli occhi di un bambino diviso tra due madri. Espandi ▽
Amerigo Speranza ha un destino nel nome: si chiama come il luogo lontano in cui suo padre (forse) è emigrato per cercare fortuna, e il cognome evoca i sentimento che convincerà sua madre a spedirlo dai Quartieri Spagnoli di Napoli ad un Nord non meglio identificato, dove forse i Comunisti mangiano i bambini, ma forse invece li salvano dalla miseria.Il treno del bambini si basa sul best seller omonimo di Viola Ardone, ed è preceduto cinematograficamente dal bellissimo documentario Pasta nera di Alessandro Piva del 2011. La storia che racconta è commovente e molto utile per i nostri tempi gretti e ingenerosi, perché mostra come aiutare qualcuno che ha bisogno fa bene sia a chi accoglie che a chi è accolto, e ci (ri)abitua ad un’idea di crescita che non lasci indietro nessuno. La vicenda tiene, e Comencini ce la offre con umiltà, su un piatto d’argento (anzi, su un bel tagliere da polenta), con calore generoso. Recensione ❯
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Marielle Heller fornisce la sua visione satirica e unica al lungometraggio basato sull'acclamato omonimo romanzo di Rachel Yoder. Espandi ▽
Un'artista sulla quarantina decide di abbandonare il lavoro e fare la mamma a tempo pieno. Ma dopo due anni di accudimento non-stop del figlio non ne può più. Lei va in giro con abiti informi e Birkenstock in una spirale di abbrutimento domestico, portandosi ancora dietro l'aumento di peso dovuto alla gravidanza, rimpiange il suo lavoro alla galleria d'arte e i suoi pennelli, e si sente intrappolata in "una prigione costruita da me stessa".
Una torta riuscita solo a metà: molto efficace nel rivelare che "nessuno ti dice che la maternità non è tutto raggi di sole e borotalco" ma può essere invece "un'esperienza violenta e brutale", come lo è il parto; meno efficace nell'inneggiare allo "status divino" delle mamme e nel giustificare alcuni gesti crudeli della protagonista in nome del proprio riscatto.
Nightbitch è uno sforzo tutto al femminile (solo il direttore della fotografia e l'autore delle musiche, peraltro fratello della regista, sono maschi) e conta fra i produttori la stessa Amy Adams, sempre molto efficace nell'interpretare le sfumature del suo personaggio, ma non adeguatamente assistita dalla sceneggiatura. Recensione ❯
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L'antica Roma rivive nella New York del futuro. Coppola realizza un film a lungo rincorso e da sempre sognato. Drammatico, Fantascienza - USA2024. Durata 138 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un architetto vuole ricostruire un'utopica New York City in seguito ad un disastro devastante. Ma il progetto è enorme e le conseguenze saranno difficili da affrontare. Espandi ▽
Cesar Catilina è un architetto che ha inventato il Megalon, un materiale da costruzione assolutamente straordinario che gli permette di avere una visione futura delle città, a partire da New York, assolutamente rivoluzionaria. A contrastare questa progettualità apparentemente utopica si erge il sindaco della città Franklyn Cicero il quale è un paladino della conservazione. Sua figlia Julia però finisce con l’innamorarsi proprio di Cesar in un’America che rimanda dichiaratamente e sotto tutti gli aspetti alla Roma vicina alla decadenza. Dopo decenni di incubazione Coppola realizza un film da sempre sognato e ormai divenuto ipertrofico. Nel corso delle innumerevoli revisioni di sceneggiatura, la tecnologia ha messo a disposizione del progetto sempre nuovi ‘megalon’ in grado di compiere miracoli sul piano della creazione di effetti. Accade così che un film che ha una sua base profondamente morale e una finalità di messa in allarme nei confronti di un futuro sempre più cupo, che necessita di sognatori anche se dalla personalità egocentrica e tormentata (e questo depone a suo favore) si espanda in maniera quasi incontrollata. La visione della città e della sua vivibilità come luogo del contendere è sicuramente interessante e il film potrà diventare materia di studio per gli aspiranti architetti. Recensione ❯
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Amelio diluisce la tensione narrativa e riduce l'azione. Rimane la potenza del messaggio. Drammatico, Italia2024. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Gianni Amelio gira un film ambientato in Friuli-Venezia Giulia, durante la Grande Guerra. Espandi ▽
Sul finire della Prima guerra mondiale. Due ufficiali medici, amici d'infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. Molti di loro però si sono procurati da soli le ferite, sono dei simulatori, che farebbero di tutto per non tornare a combattere.
Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro. Giulio, apparentemente più comprensivo e tollerante, non si trova a proprio agio alla vista del sangue, è più portato verso la ricerca, avrebbe voluto diventare un biologo. Anna, amica di entrambi dai tempi dell'università, sconta il fatto di essere donna. A quei tempi, senza una famiglia influente alle spalle, era difficile arrivare a una laurea in medicina. Ma lei affronta con grinta un lavoro duro e volontario alla Croce Rossa. Qualcosa di strano accade intanto tra i malati: molti si aggravano misteriosamente. Forse c'è qualcuno che provoca di proposito delle complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi, anche mutilati, purché non tornino in battaglia. Recensione ❯
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Un affettuoso mix di dramma e commedia sul set esplosivo di un film che non si riesce a concludere. Drammatico, Francia2023. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia ruota attorno a Simon che sta dando il via alle riprese di un film sulla lotta combattuta da un gruppo di operai per mantenere in vita la loro fabbrica e, con essa, il loro lavoro. Espandi ▽
Sul set, il regista Simon è a rischio di perdere il controllo: la storia già esplosiva degli operai di una fabbrica che lottano per salvare i posti di lavoro diventa complicata da gestire da entrambi i lati della cinepresa. Trovandosi a decidere a chi assegnare la realizzazione del “making of”, è intenzionato ad affidare il compito a una delle comparse, Joseph, giovane pizzaiolo con ambizioni da cineasta. Il regista francese Cédric Kahn gira Making of in una fase di grande fervore della carriera, nello stesso anno in cui fa uscire Le procès Goldman. Qui è il cinema stesso a essere messo alla sbarra, in una cronaca caotica delle riprese di un film in cui tutto è sempre a un passo dall’andare a rotoli. Kahn guarda al mestiere del cinema come pura sopravvivenza, impietoso pragmatismo, controllo delle masse e politica d’ufficio. Scene corali di discussione si aprono senza che lo spettatore sappia se sta assistendo all’una o all’altra. Perché cinema e lavoro sono, in fondo, la stessa cosa. Recensione ❯
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Viggo Mortensen rivisita i codici del western declinandoli al femminile e arricchendoli di suggestioni originali. Drammatico, USA2023. Durata 129 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Far West, anni '60 del 1800. Una coppia di immigrati tenta di costruirsi faticosamente una nuova vita in una San Francisco corrotta. Espandi ▽
Il punto di vista sulla conquista del West è femminile, una donna québécoise si stabilisce in Nevada nel 1860 e combatte la sua guerra mentre il suo uomo è al fronte a combattere quella assurda degli uomini. Viggo Mortensen si impegna in un processo di riflessione e di decostruzione del suo doppio fallocratico. Almeno nei film che sceglie di dirigere. Dopo aver interpretato un figlio gay (Falling - Storia di un padre), sceglie un'eroina alle prese con la vigliaccheria maschile in tutte le sue espressioni, che si tratti del marito assente o dei predatori che si aggirano come avvoltoi intorno alla vergine vestale. Uomo orchestra - è attore, sceneggiatore, regista e compositore -, l’attore rivisita i codici del genere, li declina al femminile e li arricchisce di suggestioni originali (i riferimenti ai cavalieri del romanzo arturiano, la cultura francese dell’eroina…), muovendosi tra passato e presente e interessandosi al destino di una donna che coltiva giardini, mette fiori nelle pistole e recide le ingiunzioni patriarcali. Recensione ❯
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