Un'opera che non pone domande e non innesca un messaggio. La realtà sembra rimanere chiusa fuori. Drammatico, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Negli anni '60, un amore impossibile tra due ragazze nasce per caso tra le mura di un ospedale psichiatrico, più simile a una prigione che a un istituto di cura. Espandi ▽
Girasoli è la storia di una fanciulla affatto folle ma disturbata da un’infanzia traumatica, che guarda i pazzi ‘veri’ con sguardo ora annegato, ora lucido. Questo “nido del cuculo” che Marlon attraversa con poca grazia e nessuna pratica della sublimazione, è una bolla separata che non cerca mai un rapporto dialettico con la realtà, da qualche parte là fuori e mai chiamata in causa. Alla fine dell’internato dell’infermiera protagonista, nonostante gli scoppi di violenza e gli abusi telefonati, la sensazione è di aver assistito a un corso di osservazione comportamentale, da cui si esce come si è entrati, lasciando i pazzi al loro destino. Coniugato al femminile, Girasoli cavalca lo spirito dei tempi senza rendere un buon servizio alla causa di ‘coloro che sono perdute’, di chi ha perso la strada, senza innescare nemmeno il messaggio che denuncia da sempre il cinema avventurandosi negli ospedali psichiatrici: in nome di cosa, di quale teoria medica o di quale pregiudizio dichiariamo malato qualcuno? Recensione ❯
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Un cast affiatato e ben diretto, al servizio di una storia famigliare che rimanda a Monicelli e Scola. Drammatico, Italia2024. Durata 103 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una commedia corale che esplora le tensioni familiari di sei fratelli nati dallo stesso padre e da madri diverse. Espandi ▽
Guido, Marco, Leo, Gaelle e Mattia sono, in ordine di età, i cinque figli di Manfredi Alicante, padre egoista e narciso che si è appena tolto la vita. All'apertura del suo testamento i cinque figli scopriranno di avere anche una sorella, Luisa. I sei litigano fra di loro, alcuni anche a causa di antiche ruggini, e trovare un'intesa su come gestire l'allevamento di ostriche che hanno collettivamente ereditato, e che il padre ha trasformato in una utopistica coltivazione di perle, non è facile. Ci saranno discussioni e rappacificazioni, intese e ostilità nella cornice di Bordeaux, ultima residenza del padre e della terza moglie francese.
Sei fratelli, scritto da Luca Infascelli e Simone Godano e diretto da Godano stesso, parte da una buona premessa e va a toccare un tema eminentemente cinematografico, ovvero la complessità del rapporto fra fratelli e sorelle, soprattutto all'interno di una famiglia allargata.
Se da un lato è divertente osservare le interazioni di un cast affiatato di attori abili e ben diretti, dall'altro si sente la mancanza di un maggiore coraggio nell'esporre le piccinerie e le contraddizioni che fanno parte della natura umana, in particolare all'interno delle dinamiche famigliari. Recensione ❯
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Winterbottom firma un esperimento coraggioso che parla della Palestina, tra thriller politico, archivi originali e love story. Thriller, Gran Bretagna, Italia2023. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un thriller politico ambientato negli anni Trenta che affronta il modo in cui l'estremismo politico e la violenza creino una separazione tra le persone costringendole a scegliere da che parte stare. Espandi ▽
Shoshana Borochov è un'ebrea arrivata a Tel Aviv alla fine degli anni Venti con madre e fratello dall'Ucraina, insieme ad altri circa centomila europei. Una popolazione di esuli che a metà anni Trenta raggiungerà il mezzo milione di individui. È il periodo tra le due guerre, detto Mandatory Palestine, ossia la Palestina mandataria sotto il controllo britannico (1920-1948). Un prologo di immagini tratte da immagini di cronaca e cinegiornali d'epoca commentate dalla voce di Shoshana in voce fuori campo riassume i primi scontri tra arabi e ebrei per la rivendicazione della Palestina.
Shoshana sceglie di concentrarsi su un aspetto meno noto della questione israelo-palestinese, cioè il ruolo del colonialismo britannico tra le due guerre, per criticarne violenza e paternalismo.
Si tratta di un esperimento coraggioso, che torna ad un tempo antecedente alla fase più violenta del conflitto, è più che apprezzabile lo sforzo di approfondire una pagina storica dimenticata e di mettere la questione in relazione al contesto più ampio e complesso delle conseguenze della Prima guerra, dell'imminenza della Seconda, e dei pesi in gioco sullo scacchiere della politica globale. Recensione ❯
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In un futuro prossimo esiste la possibilità di salutare le persone che non ci sono più, cercando un modo per alleviare il dolore del distacco. Cosa resta di tutto l'amore che i corpi si promettono quando il loro tempo finisce? Espandi ▽
Sal ha perso la compagna Zoe in un incidente d'auto. La sofferenza è tale che l'uomo arriva a tentare il suicidio, e a quel punto la sorella Ebe lo spinge a cercare una soluzione in Another end, una tecnologia d'avanguardia in grado di caricare la personalità e i ricordi di una persona scomparsa nel corpo di un volontario, per una serie di incontri pensati per preparare l'addio che non si è potuto avere in caso di morte improvvisa. Dopo aver ritrovato la sua Zoe, però, Sal non riesce a staccarsi da lei e inizia a pregare la sorella, che lavora per l'azienda proprietaria del programma Another end, di dargli più tempo. Ci è voluto qualche anno per rivedere quel Piero Messina che nel 2015 aveva portato il suo primo lungometraggio L'attesa in concorso a Venezia, con un'opera lontana dai canoni del cinema italiano e che mostrava una prospettiva già pienamente formata. Ill suo secondo film Another end è un progetto ambizioso, di respiro internazionale e dalle leggere inclinazioni sci-fi.
Come ne L'attesa, al centro c'è il dolore e l'assenza di una persona scomparsa. Stavolta però Messina ci crea attorno un immaginario e un mondo visivamente impressionante, fatto di paesaggi urbani indecifrabili che si arrotolano attorno ai personaggi, in un uso espressionista dell'architettura cittadina. Recensione ❯
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Thriller, dramma giudiziario e trattato sociologico insieme. Per un esito più scontato che sorprendente. Thriller, Italia2024. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Tratto dal romanzo omonimo di Antonella Lattanzi. Una storia di violenza e di tentato riscatto. Espandi ▽
Carla è francese, ha tre figli e un marito violento, Vito, che per un ventennio l'ha riempita di botte e di minacce. Grazie all'aiuto di una struttura per donne vittime di violenza domestica, è riuscita a separarsi. Ma Vito non si rassegna. Per il suo quinto compleanno la figlia minore della coppia, Mara, chiede alla madre di festeggiare anche col papà, e Carla acconsente. Quel che succede dopo condurrà alla morte di Vito e all'arresto di Carla con l'accusa di omicidio premeditato e non, come asserisce la donna, per legittima difesa. Tantopiù che anche lei ha un amante che potrebbe averla assistita nell'organizzare il delitto.
Con Una storia nera Leonardo D'Agostini porta sul grande schermo la vicenda narrata nel romanzo omonimo di Antonella Lattanzi, che firma la sceneggiatura insieme a lui e a Ludovica Rampoldi. Forse il problema principale del film è un finale che appare come un tradimento di quanto abbiamo appreso sui personaggi fino a quel momento: non un colpo di scena alla Sesto senso, ma una contraddizione drammaturgica.
Il rapporto fra Nicola e Carla andrebbe molto meglio esplorato, così come il comportamento di Rosa, la seconda figlia di Carla e Vito, cui presta la sua grazia naturale Lea Gavino. Tutto è possibile, ma va descritto in modo convincente, mostrando sfumature e dettagli che qui purtroppo vengono a mancare. Recensione ❯
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Bocciata per il ruolo di Giulietta, una giovane attrice ritenta sotto falsa identità per dimostrare il suo talento. È così che si trasforma in Otto Novembre, si propone per il ruolo di Romeo e ottiene la parte. Cosa fare a quel punto? Espandi ▽
Vittoria è un'attrice che ha commesso un grosso errore: spacciare per proprio un testo teatrale, ricavandone un'accusa di plagio e l'impossibilità di presentarsi ai casting. Federico Landi Porrini è un regista teatrale geniale ma intrattabile. Vittoria, miracolosamente arrivata ad ottenere un provino per la parte di Giulietta, viene allontanata malamente da Landi Porrini. La giovane donna allora decide di imbastire un imbroglio ai danni del regista, travestendosi da uomo e proponendosi per il ruolo di Romeo. Inaspettatamente Federico viene conquistato proprio da quel Romeo sui generis, e Vittoria rinuncerà temporaneamente a svelare l'inganno, prendendo gusto alla possibilità di calcare di nuovo le tavole del palcoscenico.
Un po' Shakespeare in Love, un po' Tootsie, molto Victor Victoria (di cui la protagonista ha anche il nome), e ovviamente "La dodicesima notte" scespiriana, Romeo è Giulietta è una commedia degli equivoci gradevole e ben scritta da Pilar Fogliati, Nicola Baldoni e Giovanni Veronesi, che dirige con mano più leggera del solito, rispettando l'afflato gentile del testo.
Il film racconta bene la peculiarità del mondo degli artisti teatrali che "tengono più al ruolo che all'orgoglio", che sono disposti anche a truffare pur di rimanere in scena, che non conoscono altra vita che quella del palcoscenico e fanno del proprio narcisismo una bandiera. Recensione ❯
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Un uomo perde il lavoro e si reinventa come rider. Avrà anche un nuovo amore ma è un ologramma creato da un'app... Espandi ▽
In un futuro prossimo possibile, Arturo Giammareresi ha creato un algoritmo per aiutare i dipendenti della sua società a lavorare meno e lavorare meglio, ma l'algoritmo gli si ritorce contro e decide che è superfluo, così l'azienda lo licenzia in tronco. Anche la ricca ed esigente fidanzata lo lascia perché un altro algoritmo ha deciso che il loro indice di affinità di coppia è negativo. Infine un ennesimo algoritmo lo esclude dalla possibilità di rientrare nella forza lavoro perché gli over 40 sono fuori mercato. Ad Arturo non resta che diventare rider per la multinazionale Fuuber: farà consegne secondo un meccanismo di incentivazione che premia o penalizza chi non sta alle regole del gioco. In E noi come stronzi rimanemmo a guardare si avverte una disperazione vera e un’impotenza strutturale, e la scelta di veicolarle attraverso una commedia dove comunque si ride, con tre protagonisti (De Luigi, Pastorelli e Pif stesso) da grande pubblico, denota una voglia di dare la sveglia a tutti prima di arrivare al punto in cui non avremo “casa e scarpe, soldi e classe, amici e istruzione, abiti e lavori”. Recensione ❯
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Un buon prodotto da pubblico, con una regia che racconta bene il rombo dei motori. Drammatico, Sportivo - Italia, Gran Bretagna, Irlanda2024. Durata 109 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'incredibile storia del Campionato del mondo di rally del 1983, in cui i coraggiosi sfavoriti del team Lancia, guidati dal carismatico Cesare Fiorio, affrontarono il potente team Audi in un'impresa che sembrava impossibile. Espandi ▽
1983. Cesare Fiorio, direttore sportivo della Lancia, vuole vincere il campionato del mondo di rally, ma la germanica Audi è dotata di un comparto finanziario e industriale superiore, e soprattutto ha dotato le sue nuove macchine da corsa di quattro ruote motrici, rendendole imbattibili. La risposta di Fiorio sarà creare la Lancia 037. Fiorio si lancia in un duello non solo contro l'Audi ma anche contro il direttore sportivo della casa tedesca, Roland Gumpert. Il pilota giusto per sconfiggerlo, secondo Fiorio è, paradossalmente, un tedesco, Walter Rohrl, che al contrario del direttore sportivo non vuole vincere a tutti i costi e si interessa all'apicultura quanto ai rally.
Race for Glory è un buon prodotto da pubblico, con i suoi eroi e antieroi, le sue sfide e le sue astuzie come quella (inventata) di spostare da un parcheggio all'altro le Lancia prodotte affinché sembrassero abbastaza numerose da passare il vaglio della Fédération Internationale de l'Automobile: uno stratagemma di mussoliniana memoria.
Il mondo dei rally viene rappresentato come un universo analogico minacciato dalle alte tecnologie, più schietto e sincero di ciò che l'avrebbe seguito. La regia di Mordini asseconda l'andamento di gara e racconta bene il rombo dei motori e l'incalzare della strada dal punto di vista dei piloti, ma si mantiene su un terreno di mezzo che non restituisce appieno la febbre della corsa. Recensione ❯
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Nel paesino di Velianova cominciano a scomparire dei ragazzi e la comunità rivive l'incubo di dieci anni prima quando un "mostro" aveva ucciso alcuni giovani. I carabinieri cominciano ad indagare. Espandi ▽
Nel paesino di Velianova scompaiono due ragazzi di buona famiglia, e subito la comunità rivive l’incubo di dieci anni prima, quando un “mostro” mai identificato aveva rapito, torturato e ucciso alcuni giovani. Questa volta però uno dei due ragazzi scomparsi è il figlio del Capitano dei Carabinieri Rio, che non ha intenzione di restare a guardare. Della stessa caserma fa parte anche il tenente Meda, che tiene malamente a bada una violenza repressa e frequenta prostitute, una delle quali gli chiede aiuto per trovare sua figlia Irina, scomparsa da giorni.
Un thriller dall’impianto tradizionale, realizzato secondo tecniche cinematografiche contemporanee. La sceneggiatura è un gioco ad incastro e funziona piuttosto bene, anche se le sottolineature sono pesanti e incessanti, e la regia d’azione è buona. Ma il film risente di un eccesso di finzione. A salvare la storia sono le interpretazioni di Massimo Popolizio e soprattutto di Edoardo Pesce, che invece conoscono bene il valore del lavorare “in levare” e dunque affrontano dialoghi spesso retorici togliendo loro letterarietà e aggiungendo spessore: del resto lo dice una battuta stessa del copione: “Il dolore non è quello che dici, è quello che taci”. Recensione ❯
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L'immutabilità della saga è una delle ragioni del suo successo e non cambierà mai. Ma il cinema sta da un'altra parte. Commedia, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Dopo le avventure nell'Antico Egitto, Luì e Sofì vorrebbero solo riposarsi, ma una nuova minaccia incombe sulla Terra. Espandi ▽
Un nuovo pericolo minaccia la terra. C'è infatti una fonte magica nascosta nella giungla che, se viene contaminata, rischia di trasformare il pianeta in un luogo deserto e senza vita. Viperiana e il suo assistente Serpe ne sono venuti a conoscenza. Luì e Sofì sono così costretti a tornare in azione. Si inoltrano nella giungla assieme a Chicco, l'assistente di Pongo e lì incontrano una guida, Serenino, dal comportamento ambiguo che si unisce a loro. Inoltre vengono inizialmente accolti in modo ostile dalla tribù dei Pesantosi, ma poi Tara, la figlia del loro capo tribù, li aiuta nella ricerca della fonte magica.
Forse è proprio l'immutabilità il successo di Me contro Te, la consapevolezza che i bambini sanno già quello che vedono e lo vogliono fare anche più volte e creano proprio per loro dei film d'avventura colorati, pieni di ottimismo e un po' di suspense che non guasta mai.
Ma probabilmente il limite diventa a questo punto proprio la visione e l'interpretazione critica davanti a un format del genere. Il format Me contro Te è stato e sarà sempre così. Il cinema sta da un'altra parte, ma a questo punto non ha più importanza. E il finale annuncia già il quinto film. Recensione ❯
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Luchetti ritrova Starnone e realizza il suo film più complesso e maturo. Dietro il thriller c'è molto di più. Drammatico, Italia2024. Durata 136 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Pietro è un professore di liceo che ha una relazione, una volta diplomata, con Teresa una sua ex studentessa. Un giorno lei gli propone di confessarsi vicendevolmente un segreto mai detto a nessuno. Dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone. Espandi ▽
Pietro, professore di liceo amato dai suoi studenti, trova l’amore, nel senso pieno del termine, con Teresa, un’ex studentessa. Da quando lei gli propone di confidarsi reciprocamente un segreto mai rivelato a nessuno le cose cambieranno profondamente. Luchetti torna ad occuparsi di un romanzo di Starnone e realizza il suo film più complesso e ricco di sollecitazioni nei confronti dello spettatore. Il regista (e dietro di lui Starnone e Piccolo) è molto abile nel non cadere nelle trappole narrative made in USA modello Attrazione fatale. Qui non ci sono coniglietti bolliti e Teresa non è una pazza alla ricerca di vendetta. È qualcosa di più e di diverso. È la rappresentazione fisica della cattiva coscienza di Pietro. È in questa capacità di approfondire anche le minime sfumature che Luchetti ci mostra la solidità e la totale capacità di immergersi nella narrazione della sua regia. Sarebbe troppo semplicistico leggere questo film come un thriller. È molto di più. Recensione ❯
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Feel-good movie travolgente e dalla carica sovversiva. L'esordio di Margherita Vicario augura un po' di liberté per tutte. Drammatico, Italia, Svizzera2024. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film racconta la storia di Teresa, una giovane dal talento visionario, inventa una musica ribelle, leggera e moderna. Espandi ▽
All'alba del 1800, l'istituto religioso Sant'ignazio deve prepararsi a un evento storico: dal conclave veneziano emerge il nuovo Papa Pio VII, che per l'occasione visiterà tutte le chiese del Veneto e a Sant'ignazio presenzierà a un concerto organizzato per lui. A capo del coro composto da ragazze orfane cresciute nell'istituto c'è Perlina, il quale però è in crisi d'ispirazione e scarica la frustrazione sulle povere musiciste, oltre che sulla cameriera Teresa, una ragazza che non parla ma possiede un grande talento musicale. Con il concerto che si avvicina a grandi passi, saranno le giovani a prendere in mano il destino dell'istituto per proporre una musica decisamente poco classica.
È un fulmine a ciel sereno questo esordio di Margherita Vicario, giovane attrice e cantante oltre che figlia d'arte. Cinema e musica fanno evidentemente parte del suo DNA, ma lascia comunque stupiti il livello del suo primo film, un travolgente "feel-good movie" dalla carica sovversiva che remixa il basso e l'alto, e il classico e il contemporaneo.
Film fresco che cavalca l'onda di tempi che cambiano, come quella rivoluzione francese di cui si mormora a mensa e che pare porterà finalmente un po' di liberté per tutte. Recensione ❯
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Una saggio poetico gioiosamente esagerato e profondamente sincero. Si prende dei rischi ma fa respirare cinefilia viva. Drammatico, Francia, Italia2024. Durata 120 Minuti.
Questa è la storia di una donna di nome Chiara. È un'attrice, figlia di Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve. Durante un'estate Chiara decide di vivere come suo padre. Espandi ▽
Dopo una sigaretta e una canzone, Chiara Mastroianni si veste da uomo e ‘diventa’ suo padre Marcello. Davanti allo specchio si incolla i baffi, infila gli occhiali e il cappello e si mette a parlare in italiano. Fuori Parigi scorre sotto i suoi passi, intorno i suoi cari si inquietano. Non c’è giornalista francese o straniero che non abbia chiesto prima o poi a Chiara Mastroianni di parlargli di suo padre e di sua madre. E Chiara probabilmente ha risposto sempre, dissimulando l’ineluttabilità della domanda dietro l’humour. Ma l’ironia non l’ha mai messa al riparo da quello che evidentemente è il suo tallone di Achille. Marcello mio prova a esorcizzare quella vulnerabilità, a lavorare sull’idea di essere ‘figlia di…’. Non tutti possono essere la figlia di Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni. E in quella singolarità sta tutta la questione e tutto il film di Christophe Honoré che continua il suo lavoro sulla famiglia e sulla rielaborazione della perdita dei propri cari in un film che conferisce alla sua narrazione un côté “privato”, una terapia familiare in cui ci domandiamo discreti cosa siamo venuti a fare. Tutto è vero ma niente lo è davvero in questa disforia struggente, un saggio poetico, gioiosamente esagerato e profondamente sincero, sui grandi dolori ordinari, dove tutti interpretano se stessi ma in una versione sfalsata della realtà. Recensione ❯
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Un film dal fascino retrò dei b-movie anni '50. Divertente, intelligente con la voglia di approfondire senza senza nessuna spocchia. Drammatico, Italia2023. Durata 95 Minuti.
Nel quartiere "Tiburtino III", nella periferia di Roma, cade dal cielo un piccolo asteroide. Nei giorni successivi, quasi tutti gli abitanti del quartiere iniziano a comportarsi in modo inspiegabilmente strano. Espandi ▽
Tiburtino III, periferia di Roma. Una sera un meteorite arriva nel quartiere dal cielo e viene raccolto da Leonardo de Sanctis che lo porta a casa. Di notte però avviene qualcosa di strano: un verme esce dal meteorite ed entra nella narice di Leonardo. L’uomo diventa il leader di altri abitanti, anche loro invasati, e con loro decide di alzare le barricate e non far entrare più nessuno nel quartiere. La guerra del Tiburtino III ha il fascino retrò di un B-movie anni ’50 ma è anche un film coloratissimo: riesce a creare l’equilibrio giusto tra commedia e fantasy grazie a una cinefilia mai esasperata ma che diventa occasione per adeguarla a una storia che, come nel primo film della regista, parla di intolleranza, razzismo e degrado. Un cinema che ha voglia di giocare, raccontare, approfondire senza nessuna spocchia. Recensione ❯
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Cupo come un mystery e debordante come un mélo, un film ambizioso che restituisce in maniera efficace l'incandescenza della passione. Drammatico, Italia2017. Durata 113 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
In una Napoli sospesa tra magia e sensualità, ragione e follia, un mistero avvolge l'esistenza di Adriana travolta da un amore improvviso e un delitto violento. Espandi ▽
Adriana, anatomopatologo a disagio coi vivi, incontra Andrea, un giovane uomo che la seduce e la ama una notte intera, appassionatamente. Adriana è travolta, finalmente viva. Al risveglio gli sorride e dice sì al primo appuntamento. Ma Andrea a quel rendez-vous romantico non si presenta. È l'inizio di un'indagine poliziesca ed esistenziale che condurrà Adriana nel ventre di Napoli e di un passato, dove cova un rimosso luttuoso. Recensione ❯
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