Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 113 min.
- Italia 2017.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 28dicembre 2017.
MYMONETRONapoli velata
valutazione media:
3,08
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Ozpetek non si è impegnato molto. Eppure narrare della magia come psiche funziona ed è vero. Ma Napoli non è Roma e i napoletani non sono romani. C'è un gruppetto di attrici romane o romanizzate che recitano come in una fiction. I napoletani, come Peppe Barra, non mostrano avere creato un afflato con la regia. Direi a Ozpetek che ha perso un'occasione, doveva ascoltare pienamente la Sibilla, come Enea prima di giungere a Roma.
Un'altra cosa, Napoli ha degli sguardi unici che meritano una fotografia alta e non mi sembra anche questo aspetto granché curato.
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Di questo film non scrivo nulla sulla trama perché va osservato con molta attenzione dalla prima all’ultima scena altrimenti si rischia che qualcuno (come ho letto da diverse ingiustificate recensioni negative) non né capisca il soggetto. Sono, dunque, davvero i particolari che rendono questo film del regista Ozpetek davvero un bel giallo italiano. La forza della pellicola sta nelle immagini di una città meravigliosa qual’è Napoli – ricca di storia e cultura - nonchè nella eccellente interpretazione di tutto il cast di attori (una menzione particolare va a tutte le Donne del film). Solo alla fine del film, nella Cappella Sansevero intorno al “Cristo Velato” - la scultura marmorea più famosa al mondo - la protagonista (Giovanna Mezzogiorno) ci svelerà i suoi misteri interiori.
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Di questo film non scrivo nulla sulla trama perché va osservato con molta attenzione dalla prima all’ultima scena altrimenti si rischia che qualcuno (come ho letto da diverse ingiustificate recensioni negative) non né capisca il soggetto. Sono, dunque, davvero i particolari che rendono questo film del regista Ozpetek davvero un bel giallo italiano. La forza della pellicola sta nelle immagini di una città meravigliosa qual’è Napoli – ricca di storia e cultura - nonchè nella eccellente interpretazione di tutto il cast di attori (una menzione particolare va a tutte le Donne del film). Solo alla fine del film, nella Cappella Sansevero intorno al “Cristo Velato” - la scultura marmorea più famosa al mondo - la protagonista (Giovanna Mezzogiorno) ci svelerà i suoi misteri interiori. In definitiva il regista mette in scena una serie di eventi tragici che danno corpo ad una storia che coinvolge ed emoziona. Assolutamente consigliata la visione. [-]
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Ho visto solo ieri ‘Napoli Velata’, ci ho ritrovato il solito schema narrativo tdi altri film di Ozpetek. Il protagonista deve affrontare un tragico fatto del passato che lo riguarda o in cui si trova coinvolto nel presente: un evento rimosso, accantonato o solo vagamente ricordato. Alcuni personaggi secondari accompagneranno il protagonista in un vero e proprio percorso iniziatico, che lo porterà alla consapevolezza di tale evento e soprattutto anche di se stesso. Il finale, quasi sempre, rimane aperto, ambiguo, irrisolto. Qui si vorrebbe proporre un thriller psicologico, che, non essendo il genere preferito dal regista turco, lascia intravedere citazioni in quantità: Dario Argento (Profondo Rosso), Alfred Hitchcock (Marnie, Vertigo); si strizza l’occhio a Fellini (Giulietta degli Spiriti, FelliniSatyricon) e alla Cavani (La Pelle), specie con la messinscena della figliata.
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Ho visto solo ieri ‘Napoli Velata’, ci ho ritrovato il solito schema narrativo tdi altri film di Ozpetek. Il protagonista deve affrontare un tragico fatto del passato che lo riguarda o in cui si trova coinvolto nel presente: un evento rimosso, accantonato o solo vagamente ricordato. Alcuni personaggi secondari accompagneranno il protagonista in un vero e proprio percorso iniziatico, che lo porterà alla consapevolezza di tale evento e soprattutto anche di se stesso. Il finale, quasi sempre, rimane aperto, ambiguo, irrisolto. Qui si vorrebbe proporre un thriller psicologico, che, non essendo il genere preferito dal regista turco, lascia intravedere citazioni in quantità: Dario Argento (Profondo Rosso), Alfred Hitchcock (Marnie, Vertigo); si strizza l’occhio a Fellini (Giulietta degli Spiriti, FelliniSatyricon) e alla Cavani (La Pelle), specie con la messinscena della figliata. C’è il ponte impalpabile tra il mondo dei vivi e quello dei morti (Magnifica Presenza), con richiami al cinema americano (Il Sesto Senso),(The Others), tra fantasmi, allucinazioni e desideri inconsci che diventano miraggi. Immancabili pure qui alcune scene in una camera mortuaria (come in Saturno Contro e Rosso Istanbul). E ci mettiamo pure Freud, tra Eros e Thanatos, ma senza trascurare Edipo: nell’antefatto, ci sono due sorelle che amano lo stesso uomo. Poi, nello sviluppo della trama, due fratelli (ma sono davvero due ?) che amano la stessa donna. E tanto per confondere ancora di più le idee, i due protagonisti recitano in un doppio ruolo: la Mezzogiorno, come madre e figlia adulta; e Borghi, più col corpo (nudo) che con la voce, nella parte di due fratelli gemelli mai incontratisi prima. C’è un parto tutto al maschile, grottesco e chiaramente pagano, con una valenza tutta edipica per Adriana, la protagonista.
Insomma, mancando di originalità nella sceneggiatura, si compensa con un cast già collaudato con successo e una fotografia da National Geographic, anche se della Napoli turistica non si vede poi molto. E la sede della vicenda avrebbe potuto essere Roma, come pure Torino, Firenze o Venezia. Il velo nasconde, ma neanche troppo, come riporta la battuta d’effetto che chiude la scena della figliata, che innesca le vicende del film. Non si riesce a vedere la realtà che non si vuol vedere, mentre si vede ciò che piace immaginare, insomma una situazione pirandelliana costituisce l’essenza della trama.
Una prevalenza di personaggi femminili, con qualche macchietta di contorno: lo zio effeminato, un ottimo Beppe Barra, nella parte di un “genio guida” fuoriuscito da un mondo arcaico ed esoterico; l’anziana e obesa santona-medium allettata, con la sua assistente nana. Una volta tanto, in questo film di Ozpetek, un uomo eterosessuale risulta maturo, equilibrato e concreto: è un poliziotto vedovo con un figlio piccolo; sarà lui a costituire un altro ponte, stavolta tra il mondo reale e la mente disturbata e allucinata della protagonista, ad offrirle una possibilità di ricostruirsi con lui un futuro più sereno. Inutilmente. Per fortuna, manca all’appello la solita coppia di gay piacioni e benestanti (ma niente paura, la ritroveremo puntuale nel suo prossimo film, ‘La Dea Fortuna’, in uscita nelle sale tra pochi giorni). A Napoli non poteva mancare poi la superstizione, oltre al mistero: un amuleto anti-malocchio (che in realtà rende visibile a chi lo possiede ciò che appare invisibile ai più), una maschera greco-romana ripescata dal fondo del mare; e due eventi oracolo, che in modo oscuro, getteranno qualche spiraglio di luce sulla vicenda: una tombolata tra anziani femminielli, inconsapevole rivelatrice del significato di alcuni indizi in forma di numero (per la smorfia, il caffè e il sangue), più una surreale visita alla santona-medium, che con qualche sua sibillina dichiarazione ad Adriana (‘Tu hai morti tutti attorno’,’Fidati di tua zia’) le fa una rivelazione inquietante che le apre la mente. Due oracoli che di fatto si riveleranno fatali per i due personaggi coinvolti. Non c’è un finale con una spiegazione chiarificatrice e un assassino identificato con certezza, Ozpetek non è Agatha Christie; i delitti rimangono impuniti (siamo a Napoli, no ?), lasciando libero spazio alla capacità logica dello spettatore. Un’ipotesi, tutta da verificare ? Adriana, traumatizzata dal tragico evento di cui è stata involontaria testimone da bambina, sviluppa una personalità (inconsapevolmente ?) disturbata: più a proprio agio a contatto con il corpo dei morti che con quello dei vivi, vive la propria maturità anagrafica e professionale senza scossoni apparenti, ma anche senza gratificazioni sociali e affettive. Incontra un misterioso, attraente e disinibito ragazzo, se lo porta nel suo mondo, in casa sua, dove insieme passano tutta una notte di sesso appassionato. L’esperienza sessuale, o forse le foto che scopre esserle state fatte a sua insaputa, le fanno scattare “qualcosa”, finora rimasto allo stato latente. Chiede un appuntamento al suo giovane amante al Museo Archeologico. Ci va, ma pare che lui non si sia fatto vedere. Poco dopo, le viene consegnato un cadavere da esaminare, ritrovato accanto alla sede del museo: è il suo giovane amante, cui sono stati cavati gli occhi da vivo e sfigurato il viso. Deve aver visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Uno sgarro al mercato illegale dell’antiquariato ? O qualcosa di più privato, che ha a che fare con la notte precedente ? Adriana è una serial killer inconsapevole ? Uccide come una mantide religiosa l’amante di una notte, uccide pure la medium che ha involontariamente intuito il suo recente delitto ? E fa tutto da sola ? Lasciamo al caso magari la morte dello zio, da tempo cardiopatico, per una limonata ghiacciata comprata da un venditore ambulante. Si rivelano nella Cappella del Cristo Velato del Sammartino relazioni e moventi tra i personaggi: le due socie (lesbiche ?) collezioniste di oggetti d’arte antica, la collega medico legale, che con un avanzamento di carriera subentra ad Adriana. Si intuiscono relazioni, scambi di favori tra le quattro donne, forse perfino una sorta di loro protezione complice, non disinteressata, alla persona di Adriana e ai suoi occasionali omicidi fuori controllo. Finale sgangherato, che ricorda da vicino quello di ‘The Others’: si sente il rumore dei passi di Adriana sulla strada deserta; recuperato l’amuleto anti-malocchio, Adriana diviene invisibile lei stessa. Forse però, non per tutti … [-]
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Immagino che la brava Marzia Gandolfi le cose che scrive le abbia viste davvero nell'ennesimo film meloantropologico di un regista che non sa far altro che raccontare - questa volta in maniera pasticciata e confusa - un mondo al limite dell'inverosimile popolato di figure e personaggi caricaturali che poco rendono giustizia alla cultura napoletana. Sì ha ragione nel dire che è cupo e che è solamente cupo e debordante, con una sceneggiatura sciatta e priva di dialoghi davvero significativi, ritmo bolso e un uso della macchina da presa compiaciuto. Ci sarà pure una ragione per cui Ozpetek non sfonda tanto che non si ricordano più di tanto le sue opere. Quanto alla conversione della protagonista - una Giovanna Mezzogiorno che sembrerebbe proprio non c'entrare con la storia tanto è presa dal desiderio di emulare le gesta del padre - non si vede dove avvenga e tramite quale forma di riscatto o agnizione.
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Immagino che la brava Marzia Gandolfi le cose che scrive le abbia viste davvero nell'ennesimo film meloantropologico di un regista che non sa far altro che raccontare - questa volta in maniera pasticciata e confusa - un mondo al limite dell'inverosimile popolato di figure e personaggi caricaturali che poco rendono giustizia alla cultura napoletana. Sì ha ragione nel dire che è cupo e che è solamente cupo e debordante, con una sceneggiatura sciatta e priva di dialoghi davvero significativi, ritmo bolso e un uso della macchina da presa compiaciuto. Ci sarà pure una ragione per cui Ozpetek non sfonda tanto che non si ricordano più di tanto le sue opere. Quanto alla conversione della protagonista - una Giovanna Mezzogiorno che sembrerebbe proprio non c'entrare con la storia tanto è presa dal desiderio di emulare le gesta del padre - non si vede dove avvenga e tramite quale forma di riscatto o agnizione. Poi quanto al paragone con Hitchcock, beh non è proprio il caso di citarlo.
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Un film molto particolare. Fotografia meravigliosa, attori bravissimi , inquadrature geniali. In questo film il grande Ozpetek riesce a farci vivere una Napoli meravigliosa, inquieta e magica. Una Napoli che da sempre sembra avvolta da misteri- es. il sangue di S. Gennaro- !!!???. La storia risulta a mio avviso, un po banale. Una donna non più giovane, che svolge una professioe importante e difficile, con sicure esperienze alle spalle, può veramente mettere cosi' tanto in crisi la sua vita per una notte d'amore??? Mah........Grazie
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Ozpetek, regista e sceneggiatore di chiara fama , ambienta la vicenda ivi narrata nella Città di Napoli, con le sue gioie,i dolori , le ancestrali superstizioni e l'atavico mistero che l'avvolge da secoli.
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Ozpetek, regista e sceneggiatore di chiara fama , ambienta la vicenda ivi narrata nella Città di Napoli, con le sue gioie,i dolori , le ancestrali superstizioni e l'atavico mistero che l'avvolge da secoli. La protagonista Adriana, una valente e preparata G. Mezzogiorno, medico anatomo -patologo, fredda e distaccata, durante una festa in cui viene rappresentato il tradizionale " Parto dei Femminielli" , conosce un giovane di bell'aspetto e dai modi assai sbrigativi e sfrontati, Andrea , interpretato da un talentuoso e poliforme A.Borghi. I due trascorreranno una notte infuocata dalla reciproca passione. Al risveglio Andrea si congeda , dando appuntamento alla donna per le 18.00 dello stesso pomeriggio, al Museo Archeologico. Adriana ci sarà , attonita e affascinata da quel misterioso ragazzo e desiderosa di proseguire la frequentazione. Lui non si presenterà mai e non avviserà. Apparentemente, sembrerebbe una storia come tante altre, ma ecco il primo colpo di scena; durante un'autopsia ad un cadavere reso irriconoscibile ed al quale hanno strappato i bulbi oculari, Adriana grazie ad un particolare ( un tatuaggio sul fianco) riconosce il suo giovane amante, ormai senza vita. Inizia allora una ricerca a ritroso, parallelamente alle indagini della Polizia, per capire chi fosse in realtà costui, apparso all'improvviso per morire in tragiche circostanze. Costui frequentava ambienti torbidi, era probabilmente un ladro di opere d'arte e forse aveva tentato di rifilare un falso alle persone sbagliate. Ma ecco che giunge un altro colpo di scena, quel che inizialmente sembrava suggestione si rivela, apparentemente , una realtà concreta. Adriana vede per l'ennesima volta un ragazzo che è il sosia di Andrea e riesce a fermarlo. Convinta che sia lui , va su tutte le furie, ma il giovane , timido ed introverso, spiega di essere il gemello e afferma di chiamarsi Luca, in trasferta a Napoli per conoscere suo fratello, di cui aveva appreso l'esistenza pochi giorni prima, senza poterlo incontrare, perchè quando giunge in città , il fato si era già compiuto. Si instaura tra di loro un rapporto via via sempre più confidenziale e stretto, troppo stretto da diventare un nodo scorsoio. Luca è molto possessivo e a tratti violento, ma Adriana è fatalmente attratta dall'atmosfera morbosa che scaturisce dalla presenza del giovane nella sua vita. Intanto le indagini vanno avanti e i successivi mutamenti sconvolgeranno Adriana e la sua routine verrà invasa da dubbi e misteri più grandi di lei. La presenza così soffocante si rivela molto diversa da ciò che sembra...Ma quando tutto sembra tornare alla normalità , qualcosa di superiore alla volontà della protagonista la guida nella strad senza ritorno...Ottima vicenda , ben scritta e ben narrata, con un cast d'eccezione; P.Barra, icona del teatro napoletano nel ruolo del saggio amico della protagonista, L. Sastri e I.Ferrari interpretano una coppia di antiquarie, ambigue e perfide, interessate solo al proprio tornaconto, M.P.Calzone un funzionario di Polizia da i modi ruvidi e bruschi ma che non dimentica mai di essere donna. Ottime location, come la Cappella di S.Severo ed i sotterranei , intriganti e misteriosi della Napoli esoterica e massonica. Colonna sonora di P.Catalano, molto appropriata alla narrazione.
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C'è voluta una gran pazienza per riuscire a vedere tutto il film, una trama credo volutamente contorta miscelata a scene che erano del tutto inutili fatte solo per il piacere del regista suppongo! Non si capisce se voglia essere un giallo soprannaturale o che, lascia un finale sospeso nel nulla come nullo è il senso di questo film, laddove Napoli si ritrova solo in minima parte e in scenette folkloristiche
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Dunque una bambina da piccola assiste al fatto che la madre uccide suo padre e poi si suicida questo fatto la segna a tal punto che sviluppa una schizofrenia
da grande negli anni uccide( anche 2 anni prima del fatto con il quale si apre il film successivamente all'antefatto di lei piccola... Infatti il commissario dice anche due anni prima, una persona è stata uccisa con la stessa modalità in maniera inspiegabile che non si è mai risolta) Lei ha allucinazioni che la fanno uccidere e poi non ricorda più nulla
Dunque lei va al museo archeologico uccide Andrea poi non ricorda più niente !
le persone che la circondano dalla zia alla collega sanno benissimo che è una serial killer
Infatti poi dopo avere la allucinazione della Sibilla che cambia voce e dice un messaggio che solo lei sente, ritorna e la uccide.
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Dunque una bambina da piccola assiste al fatto che la madre uccide suo padre e poi si suicida questo fatto la segna a tal punto che sviluppa una schizofrenia
da grande negli anni uccide( anche 2 anni prima del fatto con il quale si apre il film successivamente all'antefatto di lei piccola... Infatti il commissario dice anche due anni prima, una persona è stata uccisa con la stessa modalità in maniera inspiegabile che non si è mai risolta) Lei ha allucinazioni che la fanno uccidere e poi non ricorda più nulla
Dunque lei va al museo archeologico uccide Andrea poi non ricorda più niente !
le persone che la circondano dalla zia alla collega sanno benissimo che è una serial killer
Infatti poi dopo avere la allucinazione della Sibilla che cambia voce e dice un messaggio che solo lei sente, ritorna e la uccide.... perché ha sentito nominare la madre...la Sibilla ha capito che è una pluri assassina, le dice in faccia che è circondata dai morti...adriana non può lasciarla vivere! stessa cosa succede con Pasquale che si è messo a parlare dei numeri che erano un'altra sua importante allucinazione (si sa che gli schizofrenici sono molto gelosi del loro simboli allucinatori )
al figlio del poliziotto dice che vede tanti morti col suo lavoro, ma non solo...(altro doppio senso chiarissimo,lei ha sprazzi di lucidità e sa o sospetta di essere un mostro)
perché la zia e le amiche e la collega la coprono ? fanno parte di quel circolo segreto che ruba i reperti archeologici Infatti le due donne ballano con la maschera che aveva recuperato Andrea perché appunto Hanno anche loro dei crimini da nascondere e dei soldi (tanti )da salvare (anche la scatola dell occhio è rubata,non è del padre)
QUINDI, in che cosa è velata Napoli ?
nel fatto che questo gruppo di Riccone che passano la vita a trastullarsi di arte di teatro si coprono a vicenda i reati che compiono e si proteggono
in tutto questo Il Cristo è velato.... (la statua famosa che si vede al finale)cioè colui che potrebbe salvare volta anche lui gli occhi da un'altra parte
Si collega alla frase iniziale di velare la verità perché è troppo dura...
magistrale la scena della festa in ricordo della zia che non si vede ma se ne sentono i rumori che mi ha molto ricordato la scena dell' aeroporto di Almodovar
Napoli velata, film meraviglioso magistrale che in questo modo si spiega perfettamente
il finale
Quando ha l'allucinazione che la vecchia all'ingresso della stanza le dice che ha visto L'uomo con lo zaino capisce che il ricovero non è servito a niente.....
si suicida come sua madre? la fanno fuori le amiche quando adriana torna a casa dopo il ricovero ?(probabilmente l' ennesimo in una clinica privata psichiatrica, infatti torna che ha i capelli cresciuti)(ha chiesto aiuto al poliziotto l'unico che le vuole bene, e gli ha rivelato i pasti marci, negando a se stessa l'allucinazione del fratello di Andrea, ha capito che ha bisogno assoluto di essere aiutata, non COPERTA
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[+] lascia un commento a silvy »[ - ] lascia un commento a silvy »
Cari utenti, la prima cosa che mi ha esaltato di questo film è la stupenda fotografia. Bellissimi scorci, effetti tra colori e angolazioni della cinepresa che regalano effetti particolari.
All'inizio ammetto di esser rimasto spiazzato per la scena girata. Non pensavo che fosse così spinto (ecco spiegato il divieto ai minori di 14 anni).
Per il resto mi sembra un film per strutturato. Mi ha fatto piacere aver rivisto anche Isabella Ferrari che non vedevo da un po' di tempo.
In definitiva suggerisco la visione del film, occhio però all'età dello spettatore :)
[+] ozpetek non delude (di giuliana sodini)[ - ] ozpetek non delude
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