giovanniladon
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lunedì 1 gennaio 2018
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non è un thriller
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L’omicidio non è che uno spunto: non c’è la trama di un thriller. Il regista racconta gli aspetti contrastanti di Napoli (della/e sua/e anima/e), e lo fa utilizzando i personaggi, soprattutto le donne, in modo allegorico. Non a caso, la protagonista fa il medico legale e non a caso le succede di dover fare la perizia sul cadavere di Andrea, l’uomo che ha amato già la prima notte e che viene ucciso la mattina successiva nel museo archeologico (il luogo della Storia, delle radici) da altri piccoli delinquenti come lui, peggio di lui.
Così Adriana scopre che Andrea era un piccolo criminale, un ladro di opere d'arte: Andrea (dopo di lui, il suo fantasma) rappresenta chi, nella realtà, da sempre, in un modo o nell'altro, ha deturpato e deturpa Napoli, senza rispetto per le sue bellezze e per la sua storia, di cui la scenografia per tutto il film è sia la raffigurazione reale sia il simbolo.
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L’omicidio non è che uno spunto: non c’è la trama di un thriller. Il regista racconta gli aspetti contrastanti di Napoli (della/e sua/e anima/e), e lo fa utilizzando i personaggi, soprattutto le donne, in modo allegorico. Non a caso, la protagonista fa il medico legale e non a caso le succede di dover fare la perizia sul cadavere di Andrea, l’uomo che ha amato già la prima notte e che viene ucciso la mattina successiva nel museo archeologico (il luogo della Storia, delle radici) da altri piccoli delinquenti come lui, peggio di lui.
Così Adriana scopre che Andrea era un piccolo criminale, un ladro di opere d'arte: Andrea (dopo di lui, il suo fantasma) rappresenta chi, nella realtà, da sempre, in un modo o nell'altro, ha deturpato e deturpa Napoli, senza rispetto per le sue bellezze e per la sua storia, di cui la scenografia per tutto il film è sia la raffigurazione reale sia il simbolo. Adriana è un’anima (velata) della Napoli odierna, quella che assiste ai propri drammi, che si chiede ogni giorno il perché e il come dei propri morti (come un medico legale), legata in modo tormentato ai propri problemi, i quali sempre si ripresentano uguali, sempre gli stessi, ma diversi. E se Andrea incarna quei problemi e quei drammi, ecco svelato il significato e il mistero di Luca, che dice d’essere suo fratello gemello: ecco perché sin da subito Luca vuole Adriana tutta per sé, continuando poi da vivo o da morto, come fantasma (=velato) dello stesso Andrea, a tormentarla.
Un possibile, vago legame tra Adriana e Antonio, il poliziotto (un brav'uomo che è al servizio di una donna: entrambi, in modo diverso, sono la Napoli della legalità) sarebbe l’amore giusto (quello per il finale da commedia o thriller americano). E’ grazie ad Antonio che il fantasma/fratello scompare (almeno fino all’ultima scena), perché lui è lì per il bene di lei (di Napoli) e anche suo figlio (il futuro, l’alternativa ad Andrea/Luca nella Napoli di domani) la vorrebbe con sé. Adriana sembra desiderarli entrambi, ma in realtà (malgrado in quel breve momento non sia più ossessionata dalle visioni) li rifiuta (“Io non vengo con voi”). Napoli non può rinunciare a quel fantasma, non riesce a disfarsene completamente e troppo radicato nella città. E, infatti, alla fine del film, Andrea/Luca si ripresenta (come persona viva) a ossessionare Adriana oltre il film stesso.
La Sibilla grassa, vecchia e malata è il volto perfetto di una certa Napoli, quella del folklore popolare e tradizionale: l’immagine complessiva però è di quella di un simbolo impuro, contaminato (i due televisori sui lati del letto).
Viene in mente Eduardo De Filippo e “Questi fantasmi” : (a) Napoli (si) vive nonostante i fantasmi. Che siano essi "veri fantasmi" oppure finti, cioè certe persone in carne e ossa.
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emanuele1968
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sabato 30 dicembre 2017
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contentissimo
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Tre cose mi hanno colpito, la prima 9 euro manco fosse la multisala, la seconda una signora diversamente giovane si lamentava di non avere capito il finale del film, ma subito mi sono tappato le orecchie! la terza la strepitosa perfomance di Giovanna Mezzogiorno di cui abbiamo in comune una cosa, personalmente come si dice qui ha Brescia mi ha lasciato letteralmente basito! potaaaaaaaa, accidenti gia nutro molta stima ed ammirazione per la sua professionalita, ma in questo film decisamente non so che dire, pero con Giovanna un caffe una cena con lei molto volentieri. Comunque concordo me sfuggito il finale, ciao Giovanna.
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sabato 30 dicembre 2017
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napoli velata o svelata
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Ho sempre sostenuto che Ozpetek è oggi il regista che più di altri dirige gli attori in modo straordinario.Cura molto scenografia , fotografia e colonna sonora in modo eccellente.Scrive i film e partecipa alla sceneggiatura .Normale si direbbe ,Invece tutto questo spesso diventa un aspetto negativo.Ricorda il detto "Te la suoni ,te la canti ,e te la balli ".Infatti è proprio nella sceneggiatura che sta la debolezza di Napoli Velata.Un film così ambizioso , ricco di un cast straordinario ,difficile, con una storia ambigua e seducente ,secondo me aveva bisogno di una sceneggiatura molto forte .Secondo me Ozpetek ha messo troppa carne al fuoco .Troppi personaggi da "Svelare"che in 113 minuti non ci riescono .
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Ho sempre sostenuto che Ozpetek è oggi il regista che più di altri dirige gli attori in modo straordinario.Cura molto scenografia , fotografia e colonna sonora in modo eccellente.Scrive i film e partecipa alla sceneggiatura .Normale si direbbe ,Invece tutto questo spesso diventa un aspetto negativo.Ricorda il detto "Te la suoni ,te la canti ,e te la balli ".Infatti è proprio nella sceneggiatura che sta la debolezza di Napoli Velata.Un film così ambizioso , ricco di un cast straordinario ,difficile, con una storia ambigua e seducente ,secondo me aveva bisogno di una sceneggiatura molto forte .Secondo me Ozpetek ha messo troppa carne al fuoco .Troppi personaggi da "Svelare"che in 113 minuti non ci riescono .Troppe simbologie ,troppe storie che si intersecano ,che un po confondono lo spettatore .Ma nonostante questo il film è da vedere ,sopratutto perchè Ozpetek Svela una Napoli meravigliosa con immagini e fotografia molto suggestive .Ottimi tutti gli interpreti . Una raccomandazione , non uscite subito dalla sala ,ascoltate la bellissima canzone Vasame cantata da Arisa che accompagna i titoli di coda,
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zoomecontrozoom
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venerdì 29 dicembre 2017
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spezzoni rattoppati senza sbocchi
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La tematica del dramma infantile che riaffiora, è importante, ma regia e sceneggiatura non sono all'altezza. E poi c'è Napoli: Napoli città vibrante di umori colori ed eventi, è ridotta a stereotipi senza radici. Uno per tutti: l'omicidio e il successivo suicidio. Eventi quelli che diventano ricordo algido che ha il volto di una bambina-bambola, imperturbabile. Un melodramma senza verità, senza luogo: manca la collettività del sentimento napoletano che non può essere ignorato se Napoli è nel titolo. L'inespressività della Mezzoggiorno, mal si coniuga col fervore sessuale, la bellezza dell'amante nel presunto gemello, diventa ridicola perchè troppo spinta dal sentimento del possesso (di che ? di chi, se è solo un fantasma ?) .
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La tematica del dramma infantile che riaffiora, è importante, ma regia e sceneggiatura non sono all'altezza. E poi c'è Napoli: Napoli città vibrante di umori colori ed eventi, è ridotta a stereotipi senza radici. Uno per tutti: l'omicidio e il successivo suicidio. Eventi quelli che diventano ricordo algido che ha il volto di una bambina-bambola, imperturbabile. Un melodramma senza verità, senza luogo: manca la collettività del sentimento napoletano che non può essere ignorato se Napoli è nel titolo. L'inespressività della Mezzoggiorno, mal si coniuga col fervore sessuale, la bellezza dell'amante nel presunto gemello, diventa ridicola perchè troppo spinta dal sentimento del possesso (di che ? di chi, se è solo un fantasma ?) . Le presumibili lesbiche assassine..esistono o fanno parte del sogno ? I grotteschi personaggi che riesumano barlumi felliniani, sono più offensivi per la miseria dei vicoli che allegorici, se quello volevano essere. E poi la lentezza. Una lentezza senza soluzione di continuità, costante, monotona, invariabile. Si distingue Anna Bonoaiuto tra le attrici e Beppe Barra tra gli attori, ambedue credibili seppur in ruoli opposti. Un film senza sbocchi fatto di spezzoni rattoppati dove da gustare c'è solo la fotografia.
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(di vincenzo)
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evak.
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venerdì 29 dicembre 2017
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deludente e noioso
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Ozpetek con questo film delude su diversi piani.
Il regista aveva dato un cenno di ripresa con il film precedente ma sembra che la sua regia sia completamente cambiata negli ultimi anni. Scivolata in abissi poco confortanti.
Sul piano della sceneggiatura è davvero un film imbarazzante: sembra scritto a caso, per molti versi noioso e privo di qualsiasi appiglio in fatto di logica e di sentimento.
Sul piano attoriale salvo solo Giovanna Mezzogiorno per il suo valore di attrice che purtroppo qui non è valorizzato.
La regia è un fallimento pieno. Eviterei i commenti su altri attori poco capaci.
Non può dirsi che essere bravi tecnicamente faciliti la riuscita di un film.
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Ozpetek con questo film delude su diversi piani.
Il regista aveva dato un cenno di ripresa con il film precedente ma sembra che la sua regia sia completamente cambiata negli ultimi anni. Scivolata in abissi poco confortanti.
Sul piano della sceneggiatura è davvero un film imbarazzante: sembra scritto a caso, per molti versi noioso e privo di qualsiasi appiglio in fatto di logica e di sentimento.
Sul piano attoriale salvo solo Giovanna Mezzogiorno per il suo valore di attrice che purtroppo qui non è valorizzato.
La regia è un fallimento pieno. Eviterei i commenti su altri attori poco capaci.
Non può dirsi che essere bravi tecnicamente faciliti la riuscita di un film. Qui ne abbiamo la prova.
Anche sul piano estetico non si può vivere di imitazioni estemporanee se non si conosce il valore della stessa bellezza.
Bellezza che Napoli possiede senza alcun dubbio. Ma Napoli è bella anche in quei difetti pochi borghesi che vengano scartati.
Di registi esteti ne abbiamo avuti e sono indimenticabili.
Occorre che Ozpetek si fermi e rifletta bene su cosa vuole fare perché continua a perdere il centro della sua professionalità ormai diventata priva di spessore.
Salvo solo alcuni aspetti della fotografia.
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[+] deludente, noioso e imbarazzante
(di torelli)
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(di giotto0909)
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venerdì 29 dicembre 2017
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deludente
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Ha deluso le mie aspettative. Noioso. Non mi ha coinvolto minimamente.
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vivianaviolante
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venerdì 29 dicembre 2017
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una mezzogiorno decisamente brava !!!
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NAPOLI VELATA, thriller ( thriller ??? ) diretto da Ferzan Ozpetek.
Ho amato il fascino elegante della protagonista fin da “La finestra di fronte”.
E amo gli occhi magnetici di Alessandro Borghi dal personaggio Otto di “Suburra”.
Di Ozpetek adoro i colori mediterranei dei suoi interni, la coralita’ delle tavolate di amici, gli avvenimenti che stravolgono la trama, i toni “forti” e volutamente grotteschi di certi suoi personaggi.
Insomma , i presupposti che questa nuova opera del regista mi fosse gradita, c’erano tutti.
Dopo aver girato nella sua città’ natale Istanbul , il regista cambia location e ambienta quest’opera nei vicoli di una Napoli esoterica, “ disegnata” alternando salotti borghesi e opulenti a sotterranei nascosti , vicoli dove la Mezzogiorno viene letteralmente “travolta” dalla vita e dalla passione.
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NAPOLI VELATA, thriller ( thriller ??? ) diretto da Ferzan Ozpetek.
Ho amato il fascino elegante della protagonista fin da “La finestra di fronte”.
E amo gli occhi magnetici di Alessandro Borghi dal personaggio Otto di “Suburra”.
Di Ozpetek adoro i colori mediterranei dei suoi interni, la coralita’ delle tavolate di amici, gli avvenimenti che stravolgono la trama, i toni “forti” e volutamente grotteschi di certi suoi personaggi.
Insomma , i presupposti che questa nuova opera del regista mi fosse gradita, c’erano tutti.
Dopo aver girato nella sua città’ natale Istanbul , il regista cambia location e ambienta quest’opera nei vicoli di una Napoli esoterica, “ disegnata” alternando salotti borghesi e opulenti a sotterranei nascosti , vicoli dove la Mezzogiorno viene letteralmente “travolta” dalla vita e dalla passione.
Passione attraverso la quale riscopre una sensualità dimenticata, complice la “forza” di una città che è’ forse la vera protagonista del film.
Come in tutti i movie di Opzetek ..... un evento , una perdita, sono determinanti per scendere nell’abisso della mente della protagonista.
Altro non svelerei della trama.
Un pelo tirata per i capelli in verità.
Ma .....
Una scena di sesso ben girata e ben interpretata.
Una splendida ripresa iniziale della scalinata di uno stabile d’epoca che sembra omaggiare “Vertigo”.
Un incipit che mi ha ricordato Profondo Rosso.
Scenari suggestivi di geografie d’arte napoletana.
La “forza” di certe immagini.
Primi piani dove non servono parole.
I due protagonisti MAI belli come ora.
Musica che riesce a creare atmosfera.
E la bravura del regista nel far diventare tutti i personaggi napoletani doc ....permettono alla sceneggiatura, a tratti improbabile, di restare a galla.
Come sempre , come nel miglior cinema d’autore, i movimenti della cinepresa “costruiscono” emozioni.
Almeno così è’ stato per me.
Pochissimo thriller e tanto dramma familiare partenopeo Ozpetek , come sempre, mi è’ piaciuto un sacco !
Notte Family 😍
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[+] totalmente in disaccordo
(di raffaella)
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venerdì 29 dicembre 2017
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obiezione
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Recensione impeccabile ma con una caduta di stile fatale...in riferimento alle fate ignoranti definire "l'amico omosessuale del defunto marito" il protagonista maschile del film, che invece e' l'amante, l'amore di Massimo per 7 anni, significa mistificare la realtà, sminuire il senso del film e dell'opera di Ozpetek e infine mi pare un eccesso di pruderie veramente ridicolo nel 2017.
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carloalberto
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venerdì 29 dicembre 2017
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napoli abusata
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Sta diventando un’abitudine per i cineasti italiani ambientare pellicole a Napoli. Ma Napoli non è una location qualunque dove mettere in scena un dramma una commedia una tragedia, non è un palco per rappresentazioni di vario genere. Napoli è dramma è tragedia è commedia e qualsiasi storia raccontata a Napoli se non ci parla di Napoli se non dà voce a Napoli stessa, diventa superflua, trascurabile, noiosa, diventa un fatterello che si poteva ambientare a Roma a Firenze a Milano, senza essere fagocitato dalla città stessa.
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Sta diventando un’abitudine per i cineasti italiani ambientare pellicole a Napoli. Ma Napoli non è una location qualunque dove mettere in scena un dramma una commedia una tragedia, non è un palco per rappresentazioni di vario genere. Napoli è dramma è tragedia è commedia e qualsiasi storia raccontata a Napoli se non ci parla di Napoli se non dà voce a Napoli stessa, diventa superflua, trascurabile, noiosa, diventa un fatterello che si poteva ambientare a Roma a Firenze a Milano, senza essere fagocitato dalla città stessa. Detto questo, il cast è di prim’ordine e a parte la Mezzogiorno, spicca la partecipazione di Peppe Barra e di Lina Sastri, due anime della tradizione canora e teatrale napoletana che non bastano però a compenetrare la storia con la città. Se il dramma familiare e psicologico di una donna matura con un grave trauma infantile, che ne condiziona l’esistenza fino a spingerla ai margini della follia, poteva essere rappresentato ovunque, perché allora si è scelta Napoli? Perché inserire Napoli nel titolo? E perché velata? Non è sufficiente accostare le ombre e i misteri, la velatezza dell’animo umano alla meravigliosa opera del Cristo velato della cappella del principe di Sansevero, non è sufficiente inserire qualche topos partenopeo, come la tombolata dei “femminielli”, per giustificare l’uso e direi, in questo caso, l’abuso del nome di Napoli.
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[+] napoli non è una razza protetta, quindi che vuole?
(di marezia)
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giovanni
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giovedì 28 dicembre 2017
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film da non rivedere
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Giovanna Mezzogiorno è completamente imbalsamata, incapace di credibilità in ogni occasione, come la gran parte degli attori, compresa la grande Bonaiuto. La solita Napoli olografica. Turturro ha omaggiato Napoli, Ozpetek ha saccheggiato le cartoline.
[+] bho!
(di corebo)
[ - ] bho!
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