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Un'autofiction rigorosa che riscrive e rimette a fuoco un decennio di conquiste sociali supersoniche. E altrettante contraddizioni. Documentario, Drammatico - 2022. Durata 61 Minuti.
La scrittrice francese Annie Ernaux, Premio Nobel 2022 per la Letteratura, ci apre il baule dei ricordi, tirando fuori video amatoriali girati tra il 1972 e il 1981. Espandi ▽
Nel 1972 Annie Ernaux e suo marito Philippe, rispettivamente insegnante (non ancora scrittrice) e segretario comunale, vivono ad Annecy. Quando acquistano una cinepresa Super 8, tra le novità tecnologiche portatili di quegli anni, a filmare è quasi sempre Philippe. Dopo la separazione tra i due, nei primi anni '80, quelle immagini rimangono a lungo non viste, finché non vengono riportate alla luce dal figlio David. Si tratta di istantanee di vita familiare, ricorrenze, escursioni all'aperto e di alcuni viaggi compiuti dai quattro tra il 1972 e il 1981. Il figlio David (1968) ne immagina un nuovo assemblaggio, se pure osservando l'ordine cronologico e propone alla madre di apporre ad esse un commento critico, antidescrittivo, da incidere con la propria voce narrante.
Una nuova narrazione, con l'occhio dell'autrice riconosciuta, che ha il lusso e l'onere di potersi riguardare con la distanza non solo temporale ma emotiva con cui scrive i propri libri.
Una autofiction rigorosa, quasi un documentario naturalista, scientifico, non privo di punti di tensione, che sul piano della colonna audio non lascia spazio a facili commozioni - moderati gli interventi sonori e rumoristici sulle immagini altrimenti mute (ma la playlist di riferimento è nominata, a favore di chi vuole recuperarla). Recensione ❯
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La canzone più famosa nel mondo diventa un documentario diretto da Giulia Giapponesi Espandi ▽
Con oltre un miliardo di visualizzazioni online, Bella Ciao è la canzone italiana più ascoltata nel mondo negli ultimi anni. Come canzone di lotta e resistenza è stata recuperata nell'ultimo quarto di secolo da decine di realtà di protesta, dalla primavera araba alle proteste #occupy Usa e #occupy Mumbai, dalla lotta alla globalizzazione alla lotta ai cambiamenti climatici, dai funerali dei vignettisti di Charles Hebdo alle rivolte in Sudan e ai movimenti di piazza in Libano, in Cile, in Turchia. Ma è anche diventata un fenomeno tipico della globalizzazione: canzone simbolo della serie Casa di carta, jingle per vendere un prodotto in Messico, musica per promuovere Netflix in Arabia Saudita. Recensione ❯
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Guzman racconta le proteste di piazza del 2019 in Cile attraverso lo sguardo delle donne. Documentario, Cile2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia recente del Cile che portato alla riscrittura della costituzione. Espandi ▽
Nell’ottobre del 2019 qualcosa di enorme accade di nuovo in Cile, dopo tanti anni. Un movimento di massa nuovo, apartitico e senza leader di sorta, porta in piazza un milione e mezzo di persone. Giovani, soprattutto, ma non solo. Domandano rispetto dei diritti umani, sostegno dallo stato, in una parola democrazia. È la seconda rivoluzione cilena e, per il regista, la realizzazione inaspettata di un desiderio profondo. Per raccontare gli eventi dell’autunno del 2019 a Santiago, e ciò a cui hanno portato, c’erano tanti modi possibili e tante, tantissime immagini a disposizione. Patricio Guzmán decide di leggerli da una prospettiva ben precisa, quella femminile. Attraverso le loro narrazioni, il regista pone la questione delle donne a monte e a valle di tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo, suggerendo che la condizione di povertà ed urgente necessità delle madri in Cile sia stata tra le micce più incendiarie della protesta popolare, a tutti i livelli sociali, dalle università alle baraccopoli, che la loro rabbia abbia motivato e raccolto le tante anime del movimento, e che non ci sia un destinatario più urgente e centrale delle donne, nello scacchiere sociale, cui il nuovo corso politico dovrà guardare e rispondere. Recensione ❯
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Un ritratto d'osservazione quotidiana che conferma la sensibile ricerca cinematografica del suo autore. Documentario, Italia2022. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Gigi è un vigile di campagna dove sembra non succedere mai niente. Un giorno, però, una ragazza si suicida sotto un treno. Non è la prima volta. Comincia un'indagine su questa inspiegabile serie di suicidi. Espandi ▽
Alessandro Comodin prosegue nel suo lavoro di ricerca cinematografica sensibile e percettiva, ai confini tra il documentario, la finzione e la semplice realtà. Erano i tratti dei fortunati film precedenti e tornano oggi nel curioso Gigi la legge, un ritratto d'osservazione quotidiana attorno alla figura di un poliziotto di provincia. Comodin eccelle nel diluire il singolo momento fino a farlo divenire straniante. Qui gli bastano le poche suggestioni fuori dall'ordinario del rapporto del protagonista con la natura per infondere un'atmosfera surreale nel resto della sua esistenza, e in qualche modo far maturare uno sviluppo che arriverà soltanto alla fine, con un ultimo viaggio nell'auto di pattuglia e una sorprendente quanto sommessa conversazione su una panchina. Recensione ❯
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Giornalismo serrato, in tempo reale. Un documento destinato a diventare riferimento per altri film a venire. Documentario, USA2022. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alexei Navalny ripercorre la storia del suo avvelenamento in Russia. Espandi ▽
Agosto 2020. Dopo una trasferta in Siberia “per fare un bel film sulla corruzione locale”, Alexei Navalny, avvocato russo fondatore del movimento Russia del futuro e della Fondazione anti corruzione, aperto oppositore di Putin, si sente male mentre è sul volo con cui da Tomsk sta rientrando a Mosca. Qualche giorno poco emerge la causa: avvelenamento da Novichok, agente nervino, in uso nell’esercito russo. Approfittando della riabilitazione di Navalny in un paesino della Foresta nera, il regista Daniel Roher coglie l’occasione di intervistarlo. Apologia di un self made man, testimone di Chernobyl, eroe fin troppo solitario (lo suggerisce la sequenza nella neve, ripresa dall’alto), instant movie, inchiesta collaborativa, Navalny è documento destinato a diventare punto di riferimento per altri film a venire. Recensione ❯
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Il regista indaga l'energia nucleare ottenendo l'accesso all'industria francese, russa e statunitense. Espandi ▽
Una storia del nucleare e del rapporto complicato che l'umanità ha sempre avuto con una fonte d'energia ancora oggi malvista e associata ai peggiori scenari apocalittici, ma in realtà più pulita e sostenibile dei carburanti fossili. Dalla creazione della terra alla scoperta di atomi d'uranio nella crosta terrestre, dalla liberazione nel XX secolo di un'energia potenzialmente distruttiva alle bombe di Hiroshima e Nagasaki, dagli incidenti di Three Miles Island, Chernobyl e Fukushima alla psicosi collettive, il terrore e l'ambivalenza verso il nucleare ne hanno rallentato la diffusione. Nel momento in cui però il cambiamento climatico diventa un processo irreversibile, è forse necessario sfidare il destino del pianeta e superare convinzioni dure a morire.
Oliver Stone filma un documentario informativo e assertivo, in cui la convinzione della bontà e della necessità dell'energia nucleare rende chiaro il suo discorso togliendogli però inevitabilmente complessità.
Tutto gli torna utile, insomma, per confermare la sua visione, anche se il suo film, più che una visione complessa su uno dei temi che segnerà gli anni a venire, sembra una pubblicità progresso, lasciando del grande regista di un tempo solamente il nome. Recensione ❯
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La parola ai bambini, nell'esercizio di dialogo di una classe elementare romana. Prove di socialità di un cinema 'della verità'. Documentario, Italia2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Alcuni bambini ridono, discutono su delle domande universali, formando di volta in volta un cerchio dove insieme si relazionano, si ascoltano e scoprono qualcosa di nuovo, anche su loro stessi. In poche parole: crescono. Espandi ▽
Roma, 2015, quartiere Esquilino, scuola Daniele Manin. I genitori accompagnano i bambini al primo giorno di scuola elementare. Per i più piccoli della prima inizia un ciclo di apprendimento, ma oltre alle canoniche lezioni frontali previste dal programma, per loro è previsto un momento extra didattico, parimenti, se non più formativo: seduti a terra, in cerchio, in mezzo ai banchi, in presenza dell'insegnante, accettano di essere ripresi dalla regista Sophie Chiarello mentre ragionano su tante questioni, ponendosi domande molto diverse tra loro.
Cinema documentario e scuola stanno in un rapporto estremamente fecondo, potenzialmente infinito, estremamente ricco di spunti narrativi e di occasioni di liberazione emotiva.
Chi guarda è catapultato, ma senza ricatti o facili strizzate d'occhio, nella condizione forse mai completamente abbandonata di avere dieci anni, come nella canzone di Alain Souchon. Un'esperienza di scoperte affascinanti. Recensione ❯
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La tragedia della guerra in Ucraina testimoniata da un resoconto di stampo televisivo e poco cinematografico. Documentario, Ucraina, Gran Bretagna, USA2022. Durata 118 Minuti.
Un Instant Movie che il regista ha iniziato a girare il giorno dello scoppio dell'attuale conflitto in Ucraina. Espandi ▽
Dal giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo, il 24 febbraio 2022, il popolo ucraino resiste alla violenza e alla devastazione della propria terra. A Kiev, Mariupol, Odessa, Melitopol, Leopoli, Kharkhiv, bombardamenti d'aria e di terra hanno distrutto le vite di migliaia di civili, portando nel cuore dell'Europa un conflitto fino a quel momento inaspettato anche per chi da otto anni conviveva con la realtà degli scontri nelle aree separatiste del Donbass e del Lugansk. Come ha resistito il popolo ucraino? Cosa hanno visto gli occhi di un intero paese, e di conseguenza del mondo intero, di questa guerra fratricida? Recensione ❯
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Un gruppo di artisti è al lavoro a un nuovo progetto ispirato al Ginger e Fred di Fellini. Espandi ▽
A partire da un soggetto di Deflorian e Tagliarini, con la collaborazione di Barbara Iannarilli, il film è al tempo stesso il racconto di come lo spettacolo sia uno modo per i due protagonisti di “riallinearsi”, proseguendo nella ostinata, certosina ricerca del senso in ogni motto e azione. Una testimonianza pulsante e insieme lieve della complementarità dialettica della coppia, della loro intesa creativa. A documentare con tocco sensibile ciò che è arduo spiegare in una recensione, perché di per sé imprendibile ed effimero come la preparazione di uno spettacolo teatrale, sono Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri. Con un titolo che è già un manifesto esistenziale, Siamo qui per provare, si offre come un segno, un lampo di vita, una traccia intenzionale che tenga memoria del buio intravisto e respinto. Rispecchiando il lavoro degli autori, ciò che il film ribadisce ad ogni scena è che si può far teatro con tutto, anche con pochissimo, e che tutto è teatro. Recensione ❯
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Un'esperienza, è così che questo documentario viene definito da coloro che l'hanno visto.
Nel cuore degli anni '60 il Brefotrofio di "Viale Villa Pamphili" a Roma è stato un luogo di
rifugio per numerose madri desiderose di garantire un futuro migliore ai propri figli anche
attraverso l'adozione. "Dimmi chi sei, ti dirò chi sono" segue la storia di Giovanni, che
intraprende un viaggio commovente alla ricerca della sua madre biologica.
A 60 anni, Giovanni si immerge nella storia, nella legalità e nelle rivelazioni personali,
confrontandosi con la cruda realtà del suo passato sconosciuto. Recensione ❯
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Il ritratto di una generazione di ucraini devastata dagli eventi politici del 2014. Espandi ▽
Il film ritrae la giovane generazione ucraina segnata dalla guerra e dagli sconvolgimenti politici dal 2014. Il punto di partenza è la preparazione di uno spettacolo teatrale basato sull'Amleto di Shakespeare. Un potente ritratto di una generazione che deve confrontarsi con i traumi della guerra e fare i conti con un passato doloroso, che ora, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, è sia il presente che il loro futuro. Recensione ❯
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Per migliaia di anni le donne sono state escluse dal suonare i tamburi Taiko. Ora on più. Espandi ▽
Un gruppo di donne e persone non binarie, un ritmo intrecciato alle loro storie, una performance, una rivoluzione. Il ritmo di un tamburo, il taiko, una forma di percussione tradizionalmente limitata agli uomini, in questo documentario sradica i ruoli e la performance artistica, in uno spettacolo messo in scena da donne di tutto il mondo che, con un ritmo che descrive allo stesso tempo la forza fisica della performance a quella più sottopelle che si innesta tra le donne/tra loro, riscopriranno le loro vita in una piccola grande rivoluzione culturale in Giappone. Recensione ❯
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Un documentarista visionario come Cousins rilegge il periodo fascista attraverso l'occhio del cinema. Documentario, Italia2022. Durata 97 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Archivi inediti si affiancano al personaggio di Anna e insieme a lei ci accompagnano in un mondo di mascolinità tossica, isteria nazionale e fake news. Espandi ▽
Il 28 ottobre del 1922 i fascisti marciano sulla capitale, nell’evento che segna l’avvio del ventennio mussoliniano. Mark Cousins ripercorre le cause e le tappe di quel momento storico attraverso materiali dell’Istituto Luce e film dell’epoca come A noi! di Umberto Paradisi, o È piccerella di Elvira Notari. Le libere associazioni tipiche del regista diventano una meditazione sul fascismo dal punto di vista della cultura dell’immagine. Un documentario su Roma, sull’Italia e sul fascismo che si interessa alla semiotica e alla psicologia dei simboli che li pervadono. Lo firma Mark Cousins, voce fuori dal coro, autore sui generis, che i più conoscono per la serie-fiume sulla storia del cinema The story of film. Non tutto va preso alla lettera nei flussi cognitivi di Cousins, famoso per i suoi salti e le sue omissioni ma anche per gli esempi geniali di pensiero laterale che connettono fili inusuali della storia del cinema. Sono ispirazioni e suggestioni che rendono sempre fresco il suo lavoro, specialmente quando si applica a un soggetto solitamente circondato da un dibattito stantio e asfissiante. Recensione ❯
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Una coppia sfida il sistema totalitario dell'Uganda. Espandi ▽
Il documentario segue in tempo reale la vita di Bobi Wine e di sua moglie Barbie. Dagli slum del ghetto di Kampala, Bobi e` riuscito a diventare una delle piu` amate superstar del suo Paese: e` il talento musicale a favorire la sua ascesa, a incoraggiare milioni di persone che prima non avevano voce. Bobi usa la musica come forma di attivismo e diventa un membro indipendente del Parlamento, per difendere i diritti della sua gente, la gente del ghetto. Pur di restargli accanto, Barbie e` disposta a vivere in una situazione di incertezza. Il film analizza l'inquietante abuso dei sistemi legale e parlamentare, due presunte colonne della democrazia: le istituzioni del paese sono infatti controllate dallo Stato per assicurare che il presidente Museveni - un autocrate, l'uomo forte che detiene il potere dal 1986 - continui a governare l'Uganda. Bobi e Barbie devono rischiare tutto, la propria vita e il proprio futuro, per sfidarlo, perche´ lo Stato e` determinato a zittire non solo loro, ma chiunque sostenga la loro causa. Il film non e` una storia dedicata solo all'Uganda: e` una storia dedicata a tutti coloro che lottano oppressi da regimi totalitari. Coloro che si oppongono a essi scoprono ben presto che le democrazie occidentali hanno interessi che non si spingono fino a chiedere conto ai dittatori delle loro responsabilita`. Questa storia non e` mai stata cosi` importante. Recensione ❯
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