Un'ode comica e malinconica sulla condizione umana. Un film toccato dalla grazia, con Toni Servillo che giganteggia. Drammatico, Italia2025. Durata 131 Minuti.
Ritratto immaginario di Mariano De Santis, Presidente della Repubblica alla fine del mandato. Tra dilemmi morali sulle grazie e vita privata, dovrà scegliere. Espandi ▽
Mariano De Santis, il Presidente della Repubblica, è a fine mandato; è infatti entrato nel semestre bianco. Vedovo da otto anni della moglie Aurora, ha due figli. Si trova davanti a due dilemmi morali. Il primo riguarda la richiesta di grazia per Isa Rocca che ha fatto fuori il marito nel sonno dopo essere stata a lungo maltrattata e per Cristiano Arpa, che ha ucciso la moglie malata di Alzheimer. Il secondo: non sa se firmare o no la legge sul diritto all'eutanasia.
La grazia non è un film sulla nostalgia ma sulla memoria che riaffiora nelle parole, nei pensieri, nelle cose che non si sono fatte, nel rapporto con i figli, in particolare Dorotea, dove risalta l'ottima prova di Anna Ferzetti.
Nel film si incrociano le pause del cinema di Sorrentino ma in realtà non c'è un attimo di tregua. La forma, che segna sempre l'identità della sua opera, accompagna il piacere autentico del racconto. Per questo, oltre ad essere sorretto da Toni Servillo che giganteggia, è un dramma privato, una commedia dell'assurdo, un film sentimentale. Un'ode sulla condizione umana. Allegra e triste. Comica e malinconica. Un film toccato dalla grazia. Recensione ❯
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Fine anni '80: il giovane tennista Felice viaggia con l'ex campione Raul tra tornei, sconfitte e bugie, scoprendo libertà e un legame inatteso. Espandi ▽
Estate, fine anni Ottanta. Dopo anni di allenamenti duri e regole ferree, Felice, tredici anni e sulle spalle tutte le aspettative del padre, arriva finalmente ad affrontare i tornei nazionali di tennis.
Per prepararlo al meglio il padre si affida al sedicente ex campione Raul Gatti, che vanta addirittura di un ottavo di finale al Foro Italico.
Di partita in partita, i due iniziano un viaggio lungo la costa italiana, che tra sconfitte, bugie e incontri bizzarri porterà Felice a scoprire il sapore della libertà e Raul a intravedere la possibilità di un nuovo inizio.
Così, in questa strana estate, tra i due nasce un legame profondo e inatteso. Recensione ❯
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Il ritratto spiazzante e coraggioso di Piero Pelù che diventa anche invito a tornare a guardarsi negli occhi. Documentario, Italia2025. Durata 82 Minuti.
Il racconto intimo diretto dal regista Francesco Fei su un capitolo cruciale nella vita dell'icona del rock italiano Piero Pelù. Espandi ▽
Ha inizio con un ronzio persistente il film di Francesco Fei: un disturbo uditivo invasivo e menomante, destinato a ritornare sotto varie forme in Rumore dentro, documentario dedicato a Piero Pelù, ex frontman dei Litfiba, band simbolo del rock italiano dagli anni Ottanta in avanti.
Non sappiamo se fosse un'idea originaria, ma certo è che, a conclusione del film, "acufene" risulta essere la parola pronunciata più volte dal protagonista. È una condizione fisica concreta, ma anche il perno metaforico di un racconto: la difficoltà di convivere con un suono interiore che non si spegne mai, e che per un musicista abituato a vivere di decibel, energia e volume è una condanna difficile da accettare.
Il film è un ritratto spiazzante e coraggioso e non è il rilancio di una carriera - parola che Pelù rifiuta e disprezza - ma un invito a ripensare la comunità, a tornare a guardarsi negli occhi. Recensione ❯
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Ciò che colpisce di Non essere cattivo è l'energia vitale di cui è imbevuto, la fame di rivalsa, la voracità con cui Vittorio e Cesare azzannano la vita. Drammatico, Italia2015. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film, ambientato nella periferia romana, è prodotto dall'attore Valerio Mastandrea. Espandi ▽
Ostia, 1995. Vittorio e Cesare sono amici da una vita, praticamente fratelli. Cresciuti in un quartiere degradato campano di espedienti, si drogano, bevono e si azzuffano con altri sbandati come loro. A casa Cesare ha una madre precocemente invecchiata che accudisce una nipotina malata, la cui madre è morta di Aids. Vittorio invece sembra non avere nessuno al mondo, e quando incontra Linda vede in lei una possibilità di costruire una vita normale. Trova lavoro e cerca di coinvolgere anche Cesare, che nel frattempo si è innamorato di Viviana, una disperata come lui ma piena di voglia di costruirsi un futuro. Riusciranno Rosencrantz e Guildenstern a diventare protagonisti della loro vita? Recensione ❯
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Guadagnino accende coraggiosamente un riflettore su un argomento scomodo e divisivo accettando di mostrarne le ombre. Thriller, Drammatico - USA, Italia2025.
Dal visionario regista Luca Guadagnino, un avvincente dramma psicologico scritto da Nora Garrett. Espandi ▽
Una professoressa universitaria (Julia Roberts) si trova in un momento cruciale della sua vita personale e professionale, quando una studentessa modello (Ayo Edebiri) muove delle accuse verso uno dei suoi colleghi (Andrew Garfield) e un oscuro segreto del suo passato rischia di venire alla luce. Recensione ❯
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Il film è tratto dall'omonimo libro Tre Ciotole di Michela Murgia, edito in Italia da Mondadori con oltre 200 mila copie vendute. Espandi ▽
Dopo sette anni insieme, Marta viene lasciata da Antonio. Marta soffre la sua assenza, anche fisicamente, ma prosegue nel lavoro di insegnante di educazione fisica al liceo, continua a mangiare in maniera disordinata, e manda stroncature sotto falso nome al ristorante di cui Antonio è proprietario e chef. La sorella Elisa cerca di stare vicino a Marta, soprattutto quando i mal di pancia si rivelano dovuti non solo alle "schifezze" che mangia.
La regia di Coixet è fatta di momenti, tessere di un mosaico che trova la sua definizione solo alla fine, e la sceneggiatura, della stessa Coixet e di Enrico Audenino, ha la delicatezza di una fiaba, e allo stesso tempo quell'onestà cruda che era la cifra esistenziale e comunicativa di Michela Murgia.
L'invito è a "smetterla di occuparsi delle cose stupide" e a "fare della propria vita ciò che vogliamo", fregandosene di quello che pensa la gente. Recensione ❯
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Lucia, timida e sensibile, è una ragazzina che frequenta il coro di una scuola cattolica e si trova ad affrontare i primi turbamenti e interrogativi della vita. A chi appartiene il mio corpo? Espandi ▽
Lucia ha sedici anni, è una ragazza timida, introversa, ma curiosa. Viene da un’educazione familiare e scolastica molto rigida, per cui il corpo e le sue esternazioni sono sinonimo di peccato. L’arrivo degli operai, corpi maschili finora sconosciuti, porterà scompiglio in lei e nell’istituto gestito dalle suore che frequenta. Un delicato film di formazione e, insieme, di iniziazione sessuale. Djukic firma un film suggestivo, mai volgare, molto casto nel suo raccontare anche il rapporto spesso conflittuale tra il desiderio e il rispetto delle norme religiose. Ne esce un affresco luminoso di un percorso che non ha nulla di morboso, o perverso: il film è universale perché mira a portare sullo schermo i turbamenti che tutti attraversano durante l’adolescenza, nell’esigenza di scoprire il proprio corpo e quello altrui, nelle molteplici interazioni possibili. La regista dimostra alla sua opera prima di avere uno stile originale e un controllo della materia narrativa, che non deborda e non annoia. Recensione ❯
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Ritratto intimo di Ferdinando Scianna, grande fotografo e narratore, che ripercorre una vita tra arte, malattia, amicizie e riflessioni sul senso delle immagini. Espandi ▽
Ferdinando Scianna a 80 anni ripercorre, con la saggezza dell’età unita alla vivacità di un giovane, quasi un secolo di storia della cultura italiana ricordando incontri e scelte di vita che lo hanno reso Maestro, talvolta inconsapevole di molti intellettuali italiani e non. Roberto Andò realizza un ritratto magistrale di un artista che è stato suo maestro ed è diventato un amico capace di rendere vivo e attuale anche il ricordo più remoto. Ci sono documentari che travalicano i limiti, talvolta angusti, che si attribuiscono al genere, per aprirsi a una dimensione altra che condensa in sé una molteplicità di aspetti e di valenze. È quanto accade in questo accostarsi di Roberto Andò a un artista cosciente del proprio percorso. Recensione ❯
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Un intenso legal drama su una coppia separata che affronta una dolorosa battaglia giudiziale per la gestione del loro figlio. Espandi ▽
Marta e Guido si sono separati. La loro separazione è resa problematica dall'affidamento del figlio Andrea di 8 anni; entrambi, infatti, vorrebbero trascorrere più tempo con lui. Così si rivolgono al tribunale dei minorenni per richiedere una sentenza giudiziale che stabilisca in via definitiva quanti giorni il bambino debba passare con la madre e quanti con il padre. Tra Marta e Guido si scatena così una sotterranea guerra psicologica.
In L'isola di Andrea è notevole il livello di scrittura, ad opera dello stesso Capuano. Non c'è drammatizzazione e teatralità nei dialoghi ma la sceneggiatura coglie la verità di un profondo disagio e malessere di entrambi. In più la camera crea dei movimenti circolari, a cominciare da quelli dentro l'appartamento proprio all'inizio del film prima del ballo di Marta proprio per catturare tutta l'incertezza emotiva ed esistenziale di entrambi i protagonisti e il loro rapporto col figlio.
C'è poi la grande interpretazione di Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni. Per l'attrice si tratta della quarta collaborazione con il regista. Ma è sorprendente anche Marchioni quando mostra i segni di instabilità del suo personaggio. Recensione ❯
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Un road movie che riesce a raccontare un'Italia vera con una sua energia lenta e sul finale commovente. Drammatico, Italia, Germania2025. Durata 100 Minuti.
Nel Veneto rurale, due amici di bevute inseguono la leggenda di un tesoro nascosto dal loro compagno Genio. Con loro un giovane architetto in cerca di sé. Espandi ▽
Doriano, detto Dori, e Carlobianchi (sì, tutto attaccato) sono amici di bevute, in un Veneto rurale che pare quasi il Far West. Credono alla leggenda metropolitana secondo cui il loro storico amico Genio ha nascosto da qualche parte un tesoretto ricavato dalla vendita di frodo di occhiali dal sole. Per questo, e perché gli vogliono bene, devono andare a prenderlo all’arrivo dall’Argentina. Lungo il loro percorso incontrano Giulio, studente di Architettura timido e insicuro, che si unisce al loro viaggio. Le città di pianura è l’opera seconda del regista e sceneggiatore Francesco Sossai: un road movie sbullonato con per improbabili protagonisti due cinquantenni che rimpiangono gli anni Novanta. Il film riesce a raccontare un’Italia vera, lontana dai riflettori e dai set delle commedie mutuate dall’estero. Trova una sua energia laconica che cresce lentamente e alla fine commuove, perché forse il segreto del mondo – o almeno di una vita alternativa a quella frenetica e arrivista di oggi - Dori e Carlobianchi l’hanno scoperto davvero. Recensione ❯
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Buffalo Bill insegue Santino, buttero fuggitivo con Rosa, per raccontarne l'impresa più che per la taglia. Un'avventura tra mito e frontiera italiana. Espandi ▽
Bill Cody, detto Buffalo Bill, è arrivato nell’Italia da poco unita come star del Wild West Show, in cui ricostruisce (a modo suo) la storia della conquista della frontiera e della sconfitta dei nativi americani. Si ritiene innanzitutto un cantastorie, e forse ha appena trovato il nuovo racconto di avventura da immortalare sul suo taccuino: la fuga di Santino insieme a Rosa, moglie del possidente locale che Santino – così dicono - ha ucciso. È chiaro: Testa o croce? è un western in piena regola, solo ambientato (e non semplicemente girato) nelle campagne italiane. Alessio Rigo De Rigi e Matteo Zoppas, qui all’opera seconda, aggiungono un gusto personale per la leggenda. Un film animato da una fame di rimettersi in gioco e sperimentare con il cinema popolare tanto italiano quanto americano, attingendo tanto alla letteratura della frontiera quanto agli spaghetti western. Il film appartiene ad Alessandro Borghi, che si conferma uno dei grandi attori del cinema italiano contemporaneo, mantenendo il perfetto equilibrio fra agiografia e realtà. Recensione ❯
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Il film ripercorre la vita del poeta, gettando luce sugli aspetti meno noti e conosciuti, dando risalto, in particolare, al periodo giovanile, al suo animo inquieto e ribelle che lo portò a lottare contro le ingiustizie negli anni dell'università. Espandi ▽
Giovanni Pascoli è morto e un treno, su cui si trovano parenti, studenti e autorità, parte da Bologna per trasportare il feretro al paese natale, Castelvecchio di Barga. Attraverso il ricordo della sorella Mariù ripercorriamo la vita del poeta a partire dall'uccisione del padre per poi scoprire il suo impegno politico, i rapporti non sempre facili con Giosuè Carducci e la sua vita con le sorelle Ida e Mariù.
Giuseppe Piccioni ci fa conoscere aspetti spesso dimenticati della vita di uno dei poeti più famosi in Italia. E porta in primo piano quegli slittamenti del cuore e dell'affettività che hanno innervato la sua filmografia.
Da parte degli esegeti della sua opera non sono mancate le illazioni sui motivi che spinsero Pascoli a non sposarsi. Piccioni ci offre la sua lettura cercando, ancora una volta, l'essere umano nella sua essenza liberata dall'immagine che di lui gli altri si sono creata. Recensione ❯
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Una regia ispirata e la presenza scenica di Bruni Tedeschi per un film sul dubbio e sul fallimento. Biografico, Italia, Francia2025. Durata 120 Minuti.
Eleonora Duse, tornata sulle scene dopo la guerra, affronta crisi artistiche e familiari tra fallimenti teatrali, D'Annunzio e un'Italia in cambiamento. Espandi ▽
Sul finire della prima guerra mondiale, la “divina” Eleonora Duse è una star del teatro che manca dalle scene da quasi un decennio. La fine del conflitto e un ritrovato stato di salute, oltre alle difficoltà economiche, la spingono a rimettersi in gioco recitando Ibsen assieme alla sua troupe. Spinta dalle parole di Sarah Bernhardt, la Duse prova poi a intercettare il nuovo che avanza affidandosi a Giacomino. Lo spettacolo è un fallimento e metterà in crisi l’attrice, che tornerà ad avvicinarsi al “suo” D’Annunzio mentre la figlia Enrichetta continua a sentirsi trascurata da una madre che si consacra all’arte e alla recitazione. Lo spettacolo è un fallimento e metterà in crisi l’attrice, che tornerà ad avvicinarsi al “suo” D’Annunzio mentre la figlia Enrichetta continua a sentirsi trascurata. Pietro Marcello torna con un ritratto immaginato e finale della leggendaria Eleonora Duse. Un film sul dubbio e sul fallimento che cattura un breve momento storico in cui i personaggi sono paralizzati dal non saper decifrare il presente. Recensione ❯
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Una Napoli totalmente al di fuori delle convenzioni e degli stereotipi vista con
lo sguardo di chi ha al centro della propria indagine l'umanità. Documentario, Italia2025. Durata 115 Minuti.
Tra il Golfo e il Vesuvio, Napoli si racconta in bianco e nero: tra storia, archeologia e vita quotidiana, un viaggio nel tempo e nell'anima del territorio. Espandi ▽
La Napoli del Vesuvio. La Napoli dei Campi Flegrei con le scosse di terremoto. La Napoli dei tombaroli. La Napoli degli archeologi. La Napoli di chi fa doposcuola cercando di offrire il proprio sapere a chi più ne ha bisogno. La Napoli dei marinai siriani in rotta fissa: Odessa-Napoli e ritorno. La Napoli del centralino dei Vigili del Fuoco e della varia umanità che ne cerca l'aiuto. La Napoli dello sventramento. La Napoli com'era nella visione di un Maestro: Roberto Rossellini.
Gianfranco Rosi entra in una Napoli che è al contempo frutto di uno sguardo personale ma anche messa a disposizione delle diverse sensibilità di coloro che osservano. Recensione ❯
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Remis, un luogo misterioso e nascosto tra le montagne che al tempo stesso isolano e proteggono i suoi abitanti. Espandi ▽
Il nuovo insegnante di educazione fisica, Sergio Rossetti, arriva a Remis, un paesino nascosto in una valle isolata tra le montagne. Grazie all’incontro con Michela, il professore scopre che, dietro questa apparente serenità, si cela un inquietante rituale: una notte a settimana, gli abitanti si radunano per abbracciare Matteo Corbin, un adolescente capace di assorbire il dolore degli altri. Paolo Strippoli si ritrova perfettamente a suo agio nel cinema di genere e costruisce un intenso racconto di crescita personale portandolo fino alle sue estreme conseguenze. Ma non sono i tempi di un film che, dal thriller, si trasforma in horror, pur essendo in definitiva un dramma, a interessare il regista quanto piuttosto tutta la caratterizzazione del personaggio del giovane ‘benefattore’ Matteo Corbin Questa continua tensione tra naturale e soprannaturale, tra sacro e profano, tra padri putativi e religiosi, porta il livello del racconto a toccare questi temi con una problematicità che non si riscontra facilmente in un ‘classico’ film italiano. Recensione ❯
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