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max821966
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mercoledì 6 giugno 2018
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inavvicinabile
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L'ho visto per la prima volta a sei anni, ieri all'Arcadia di Melzo l'ho rivisto per la 16a volta, ragazzi, la rimasterizzazione in 4k ha fatto miracoli: il problema di un capolavoro del genere sono i neri, presenti nella maggior parte dei fotogrammi, con il 4k si distinguono meglio e rendono le sequenze dello spazio VERAMENTE più profondo...... sono emersi particolari che forse solo in pellicola originale si vedevano anche prima. Un Capolavoro senza tempo, una pietra miliare della 7a arte, ha rappresentato uno spartiacque nella storia del Cinema: dal quel fatidico 2 aprile 1968, giorno dell'anteprima mondiale, ha influenzato tutto il cinema venuto dopo, non solo quello di fantascienza! Gran film: una gioia per gli occhi, per l'udito e per lo spirito.
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no_data
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martedì 5 giugno 2018
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un viaggio unico un' odissea nello spazio. grazie
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Rivederlo sul grande schermo per me che nel '68 non era ancora nato è stato un sancire nuovamente quello che già in home video era un opera stupenda.
Kubrick và capito e apprezzato come un pittore che dipinge.Nella sua odissea la storia e le immagini trascendono sui molteplici significati che ognibbolta triviamo nella visione.
La sequenza finale dell l'astronauta che indica il monolito al cinema è stata grande immensa . Lo spazio sospeso la vita la morte l infinito il ritorno e di nuovo un'inizio.
Grazie Stanley
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giannies
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lunedì 10 luglio 2017
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superlativa riflessione esistenziale
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Kubrick inscena superbamente una pellicola basata su una ben definita riflessione filosofica, ovvero quella dedicata al problema esistenziale dell'uomo, senza però lasciarsi sfuggire la trattazione di svariati temi importanti e -specialmente oggigiorno- interessanti, ossia quello dell'intelligenza artificiale, della tecnologia come strumento per ricongiungersi alla verità e soprattutto (almeno è ciò che, personalmente ho notato maggiormente) del comportamento omogeneo di qualsiasi essere vivente nei confronti di ciò che non conosciamo.
E' proprio tale problema che viene trattato durante la prima parte del film, all'alba dell'essere umano, quando ancora le scimmie popolavano la terra; come l'uomo schiavi delle proprie esigenze primarie, lottano per la loro sopravvivenza, si contendono il cibo ed arrivati ad un certo punto sentono quel primordiale bisogno di dominare (scena in cui una scimmia afferra e brandisce una clava).
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Kubrick inscena superbamente una pellicola basata su una ben definita riflessione filosofica, ovvero quella dedicata al problema esistenziale dell'uomo, senza però lasciarsi sfuggire la trattazione di svariati temi importanti e -specialmente oggigiorno- interessanti, ossia quello dell'intelligenza artificiale, della tecnologia come strumento per ricongiungersi alla verità e soprattutto (almeno è ciò che, personalmente ho notato maggiormente) del comportamento omogeneo di qualsiasi essere vivente nei confronti di ciò che non conosciamo.
E' proprio tale problema che viene trattato durante la prima parte del film, all'alba dell'essere umano, quando ancora le scimmie popolavano la terra; come l'uomo schiavi delle proprie esigenze primarie, lottano per la loro sopravvivenza, si contendono il cibo ed arrivati ad un certo punto sentono quel primordiale bisogno di dominare (scena in cui una scimmia afferra e brandisce una clava). E' questo significato la chiave per ricondurci al desiderio della scimmia, ovvero dell'uomo, di conoscere la verità: cosa che ha un limite, perché sappiamo che non a tutto c'è sempre una risposta. E questo lo spiega l'apparsa del misterioso monolite, simbolo dell'ignoto che molto spesso ci affligge, probabilmente persino di astrazione divina (possiamo notare ciò dalla perfezione peculiare di cui la lastra è provvista). Le scimmie, da esseri mortali, gironzolano attorno al corpo estraneo, cercano di conoscerlo attraverso l'utilizzo dei sensi (toccandolo, odorandolo) ma non riescono a svelarne l'effettiva essenza.
Nella seconda parte della pellicola possiamo benissimo accorgerci del comportamento praticamente congruente che hanno gli uomini moderni, curati e contenuti, rispetto alle scimmie nei confronti del monolite, ritrovato nel 1999 sotto il suolo della Luna da una compagnia di astronauti. Questo spiega come l'uomo, per quanto avanzato e tendente sempre di più alla modernizzazione, di fronte a ciò che non conosce e non può conoscere ritorni al suo stadio primordiale.
Nella terza parte dell'Odissea kubrickiana si ha la missione Giove, nel 2001: trattasi il tema dell'ibernazione, attualissimo ancora oggi, oltre che quello dell'intelligenza artificiale che, molto originalmente, pare sia così avanzata da sfociare in una situazione di sensibilità quasi umana. La tecnologia stessa si ritrova in una condizione di conflitto interiore: giurato in precedenza di non rivelare agli astronauti il vero scopo del viaggio, la mente artificiale deve dirigere il controllo dell'intera astronave oltre che tener conto di ciò che dicono gli astronauti al suo interno. Quando questi ultimi arrivano a mettere in dubbio la sua funzionalità, il cervello artificiale si ribella sentendosi in grado di dirigere da solo l'astronave ed occuparsi della missione e volendosi liberare di tutti gli umani che vi abitano, ma uno di questi riesce comunque a disattivarlo: qui colpisce la tecnologia antropomorfizzata, la paura che anche questa nutre nei confronti dell'ignoto. Lo stesso astronauta arriverà, tramite un video, a scoprire il vero scopo del viaggio: ovvero quello di ritrovare il monolite che, due anni prima, era stato ritrovato sotto il suolo della Luna. Fantastiche fino a qui le danze delle astronavi nell'universo, che paiono girare attorno senza un'effettiva meta alla ricerca di una risposta.
Nella quarta ed ultima parte del film si raggiunge Giove, immensa ed indecifrabile, non alla portata dell'uomo, la terra del monolite, la terra di Dio, di Zeus figuratamente: l'uomo sopravvissuto nell'astronave si perde nell'infinito che il pianeta trasfigura, vicina può essere l'interpretazione di una crisi esistenziale, oppure della volontà di afferrare un qualcosa che purtroppo è inafferabile. Le immagini che si susseguono sembrano quasi dipinti impressionistici, e questo in parte è stato rivelato dallo stesso Kubrick, che afferma di aver voluto creare un'esperienza visiva, « che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio. » quasi come un'impressione che lo stesso regista ha dell'infinito, dell'ignoto e di tutto ciò che non è conoscibile.
Trattasi anche del sublime, che pare sbordare dallo schermo tanto che è potente ed incontenibile, specie nelle sequenze dedicate alle tempeste e ai "mari" su Giove.
E la scena finale, come nei grandi capolavori, lascia ulteriormente gli spettatori in prossimità di un incrocio, in cui ognuno può seguire una propria interpretazione.
Il personaggio sopravvissuto al viaggio è trasfigurato in una stanza in stile imperiale, dove si lascia e "si vede" invecchiare: da notare è la scena in cui si guarda allo specchio, in un'ulteriore analisi di introspezione, chiedendosi con gli occhi chi e cosa effettivamente sia rapportato al grande universo che -con gli stessi occhi- ha contemplato.
In procinto di morire, si rivede davanti il monolite: tende verso di lui, non lo tocca ma in un certo qual modo lo raggiunge: intanto il vecchio si trasforma in un feto, che, nella scena finale, tende gli occhi verso il mondo che lo attende: la Terra, immensa ma così piccola da essere a grandezza d'uomo.
Fantastici gli effetti speciali, che infatti si sono avvalsi di un Oscar, giusta la sceneggiatura, inarrivabile la regia. Grandiosa è la fotografia, che fa di questo film una pellicola grandiosamente futuristica, veramente attuale; non sembra un film del '68 ma quasi dei giorni nostri. Un lavoro a dir poco eccellente, che in due ore rappresenta tempi e spazi dilatati all'infinito.
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gustibus
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domenica 4 giugno 2017
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rivoluzionario ma nel 1968!
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Quando ho visto questo film avevo 15anni!..ricordo che il biglietto era piu'caro..400 lire!e davano prima di entrare in sala un opuscolo con la spiegazione del film, tanto era complicato capirlo.Sinceramente non mi ha mai entusiasmato ne prima,ne ora!.Saro'la persona piu'stupida della terra ma a me nulla mi ha insegnato! Splendide le musiche e qualche parte del racconto..che so'...l'osso che si trasforma in astronave..dalla preistoria al futuro..ormai passato..ora e'il 2017!...ma non sembra eh!....di kubrik preferisco Full metal jacket...un capolavoro..ad ognuno le sue preferenze..per uno come me che montava pelliccole all'oratorio e avra'visto un 15mila film puo' dare 3stelle a "2001"?.
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Quando ho visto questo film avevo 15anni!..ricordo che il biglietto era piu'caro..400 lire!e davano prima di entrare in sala un opuscolo con la spiegazione del film, tanto era complicato capirlo.Sinceramente non mi ha mai entusiasmato ne prima,ne ora!.Saro'la persona piu'stupida della terra ma a me nulla mi ha insegnato! Splendide le musiche e qualche parte del racconto..che so'...l'osso che si trasforma in astronave..dalla preistoria al futuro..ormai passato..ora e'il 2017!...ma non sembra eh!....di kubrik preferisco Full metal jacket...un capolavoro..ad ognuno le sue preferenze..per uno come me che montava pelliccole all'oratorio e avra'visto un 15mila film puo' dare 3stelle a "2001"?..libero ARBITRIO no?..
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io
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sabato 11 marzo 2017
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noia intelettuale
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Secondo me devono trovare un altro nome a questi tipi di film, che in realta non sono film ma solo idee del regista che noi dobbiamo andare ad elaborare e capire. Non capisco come una persona non possa dormire dopo aver visto 30 minuti di niente(spazio, stelle, scimmie che giocano-per quanto filosofia ci possa essere nelle scimmie che giocano) e attendere che succeda qualcosa. Attendi per tutto il film che ci sia un qualcosa e niente. Sta tutto nella mente del regista. Se mi voglio guardare un quadro che devo cervellarmi a capire vado da un altra parte, se mi voglio guardare un film che sia anche cervellotico(tra i miei preferiti i film cervelotici) voglio che succeda qualcosa , non immaggini che devo capire a seconda dello stato d'animo che ha avuto il regista.
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Secondo me devono trovare un altro nome a questi tipi di film, che in realta non sono film ma solo idee del regista che noi dobbiamo andare ad elaborare e capire. Non capisco come una persona non possa dormire dopo aver visto 30 minuti di niente(spazio, stelle, scimmie che giocano-per quanto filosofia ci possa essere nelle scimmie che giocano) e attendere che succeda qualcosa. Attendi per tutto il film che ci sia un qualcosa e niente. Sta tutto nella mente del regista. Se mi voglio guardare un quadro che devo cervellarmi a capire vado da un altra parte, se mi voglio guardare un film che sia anche cervellotico(tra i miei preferiti i film cervelotici) voglio che succeda qualcosa , non immaggini che devo capire a seconda dello stato d'animo che ha avuto il regista. Se volevo vedere immagini, mi vedovo appunto un quadro di Picasso. Devono cambiare nome a questi film. E' come se mi dicessero che andiamo a vedere un film e mi assorbesi 2 ore di documentario. No , grazie. Mi sembra che tutti questi comenti positivi sono positivi a furia di non voler sembrare uno che non capisce di film e non sa apprezzare la vera arte. Mi ricordano molto il racconto "Gli abiti nuovi dell'imperatore". Anche se penso che il bambino in queso caso lo devono aver fatto già in tanti.
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oscar77
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giovedì 9 marzo 2017
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assolutamente da dimenticare
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a parte gli effetti speciali, tutto il resto di questa pellicola è semplicemente imbarazzante. Kubrick probabimente era talmente a corto di idee da nascondersi dietro la scusa che il film "è aperto all'interpretazione dello spettatore", scusa che ovviamente lui si può permettere, ma adottata anche tutti gli pseudo-cinefili-intellettuali, che si prodigano in frementi quanto sconclusionate lodi, per quello che di fatto è un film scadente.
questi ultimi oltretutto, molto spesso ignorano i veri capolavori di questo regista, quali "il dottor Stranamore" "rapina a mano armata" e sopratutto "Orizzonti di gloria" e quando qualcuno li nomina, loro cadono dalle nubi cercando di recuperare una situazione oramai irrecuperabile.
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a parte gli effetti speciali, tutto il resto di questa pellicola è semplicemente imbarazzante. Kubrick probabimente era talmente a corto di idee da nascondersi dietro la scusa che il film "è aperto all'interpretazione dello spettatore", scusa che ovviamente lui si può permettere, ma adottata anche tutti gli pseudo-cinefili-intellettuali, che si prodigano in frementi quanto sconclusionate lodi, per quello che di fatto è un film scadente.
questi ultimi oltretutto, molto spesso ignorano i veri capolavori di questo regista, quali "il dottor Stranamore" "rapina a mano armata" e sopratutto "Orizzonti di gloria" e quando qualcuno li nomina, loro cadono dalle nubi cercando di recuperare una situazione oramai irrecuperabile.
questo ed altri film vivono di questi personaggi e di queste montature.
film assolutamente da evitare.
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francis metal
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sabato 14 gennaio 2017
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quasi perfetto...
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l'unico difetto è la lentezza eterna... santo cielo poteva almeno farlo durare meno!
Per il resto è davvero straordinario!
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gordo95
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mercoledì 2 novembre 2016
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il film.
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2001 odissea nello spazio è senza dubbio il capolavoro dei capolavori. 1968 , Stanely Kubrick realizza uno dei film più iconici della storia del cinema. In pochi minuti riusciamo a capire subito di fronte a cosa ci troviamo: regia minuziosa, fotografia ossessivamente perfetta, colonna sonora che incornicia alla perfezione le varie situazioni. Non ci stupisce dunque quando con uno dei più famosi Jump Cut della storia, riesce a fare un balzo temporale di migliaia di anni e ci catapulta nel futuro. Il mondo del futuro ci fa rimanere ammaliati e calamitati allo schermo per tutte le minuzie che Kubrick inserisce e cerca di immaginare (dalle videochiamate, alle scarpe anti-gravità, all'ibernazione).
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2001 odissea nello spazio è senza dubbio il capolavoro dei capolavori. 1968 , Stanely Kubrick realizza uno dei film più iconici della storia del cinema. In pochi minuti riusciamo a capire subito di fronte a cosa ci troviamo: regia minuziosa, fotografia ossessivamente perfetta, colonna sonora che incornicia alla perfezione le varie situazioni. Non ci stupisce dunque quando con uno dei più famosi Jump Cut della storia, riesce a fare un balzo temporale di migliaia di anni e ci catapulta nel futuro. Il mondo del futuro ci fa rimanere ammaliati e calamitati allo schermo per tutte le minuzie che Kubrick inserisce e cerca di immaginare (dalle videochiamate, alle scarpe anti-gravità, all'ibernazione). La storia poi si apre e chiude ciclicamente con un tentativo di arrivare a capire a cosa c'è di sovrannaturale in questo mondo senza fornirci una risposta scontata e banale, ma lasciando a noi la possibilità di ipotizzare "da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?".
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kingleo53
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martedì 11 ottobre 2016
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hal = ibm
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Ho letto molte interpretazioni di questo capolavoro di Kubrick tratto da un libro di Arthur Clarke. Non capisco comunque perchè bisogna scervellarsi a cercare spiegazioni simboliche quando basta leggersi il libro di chi ha inventato questa splendida storia. In estrema sintesi. Clarke è partito da un'accostamento di due dati: la formazione degli anelli di saturno e quello del passaggio della scimmia all'uomo. Ha quindi ipotizzato che una razza aliena, il cui scopo fosse quello di diffondere l'intelligenza nell'universo, arrivata 4 milioni di anni fa sulla terra ha visto il brulicare di vita ed abbia creato un CENTINAIA di monoliti e per farlo abbia distrutto una luna di Titano ed i frammenti han formato gli anelli di Saturno.
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Ho letto molte interpretazioni di questo capolavoro di Kubrick tratto da un libro di Arthur Clarke. Non capisco comunque perchè bisogna scervellarsi a cercare spiegazioni simboliche quando basta leggersi il libro di chi ha inventato questa splendida storia. In estrema sintesi. Clarke è partito da un'accostamento di due dati: la formazione degli anelli di saturno e quello del passaggio della scimmia all'uomo. Ha quindi ipotizzato che una razza aliena, il cui scopo fosse quello di diffondere l'intelligenza nell'universo, arrivata 4 milioni di anni fa sulla terra ha visto il brulicare di vita ed abbia creato un CENTINAIA di monoliti e per farlo abbia distrutto una luna di Titano ed i frammenti han formato gli anelli di Saturno. Non potendo fermarsi in questa zona della galassia per vedere come procede il suo esperimento, ha creato 4 diversi tipi di monoliti. I primi sono discesi a caso sulla terra ed uno ha trovato la tribù di "guarda la luna" (la scimmia che scopre le potenzialità di un osso). Il monolite ha stimolato la loro intelligenza in oltre un mese di messaggi visivi (nel film non si vede). Il secondo lo ha sepolto sotto 10 metri nella luna..in stand-by fintantochè un raggio di sole lo colpisse (indice che "qualcuno" fosse stato così intelligente da andare su un'altro pianeta e disseppellire il monolite). In pochi secondi il monolite raccoglie tutta una serie di informazioni radio e tv dalla terra e li invia al terzo monolite in orbita intorno a Giove. Quando la navicella dell'astronauta si posa sulla sua superficie...si attiva e come uno STARGATE lo proietta al centro della galassia all'interno del QUARTO monolite che ha ricreato una casa con i dati presi dalle TV dal 2° monolite.Scopo di quest'ultimo è quello di far morire l'astronauta e poi farlo regredire sino allo stato prenatale e farlo rinascere come il "BIMBO DELLE STELLE" un essere che sta all'uomo attuale come la scimmia all'uomo. Il bambino con le sue immense capacità ritorna da solo sino alla terra e decide di far scoppiare tutte le atomiche al fine di creare una nuova razza umana dalle mutazioni genetiche dei sopravvissuti. Nulla di ciò si dice nel film perchè Rubrick lascia al suo pubblico la possibilità di dare ognuno una propia interpretazione. Piccola chicca: HAL è il nome IBM con le lettere spostate di una.
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paolopace
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sabato 24 settembre 2016
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fare l'amore con l'universo
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Che fondamentalmente tutto è sesso lo mostra questo film che ne è apparentemente privo, ma in cui abbondano simboli e metafore sessuali (che come molti sanno sono uno segreto subliminale del successo di molti spettacoli, dalla pubblicità alle copertine), come l'astronave Orion a forma di freccia che si posa sulla sfera celeste fino alla sfera Aries che atterra su una base circolare. Il film è ricco di immagini sessuali, uterine, ovulari e falliche. La rinascita di Bowman in forma fetale è preannunciata quando egli si espelle dallo spazio verso l'astronave. Nelle visioni finali ci sono immagini erotiche e genitali. Nel film è molto presente il complesso di Edipo, sia implicitamente nel monolito, l'autorità in generale, il padre, sia nel rapporto dell'uomo con la macchina - forse il vero protagonista del film -, che è sua figlia e che uccide i membri ibernati e l'amico di Bowman, prima di essere disattivata da questo.
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Che fondamentalmente tutto è sesso lo mostra questo film che ne è apparentemente privo, ma in cui abbondano simboli e metafore sessuali (che come molti sanno sono uno segreto subliminale del successo di molti spettacoli, dalla pubblicità alle copertine), come l'astronave Orion a forma di freccia che si posa sulla sfera celeste fino alla sfera Aries che atterra su una base circolare. Il film è ricco di immagini sessuali, uterine, ovulari e falliche. La rinascita di Bowman in forma fetale è preannunciata quando egli si espelle dallo spazio verso l'astronave. Nelle visioni finali ci sono immagini erotiche e genitali. Nel film è molto presente il complesso di Edipo, sia implicitamente nel monolito, l'autorità in generale, il padre, sia nel rapporto dell'uomo con la macchina - forse il vero protagonista del film -, che è sua figlia e che uccide i membri ibernati e l'amico di Bowman, prima di essere disattivata da questo. Su scala cosmica c'è anche la rappresentazione di quel dramma familiare sempre presente in Kubrick e che costituirà il perno di "Shining". Salvo una minoranza di entusiasti il film ci ha messo molto per aumentare sempre più nel successo popolare, cammino che prosegue a tutt'oggi rispetto a film più immediati come "Arancia meccanica" e lo stesso "Shining". "2001" è un film di metamorfosi, di fondazioni e nascite, in quel nero dello spazio astrale che è anche il nero del monolito, verso il quale l'uomo come i suoi progenitori dimostra insieme orrore e fiducia, speranza e sottomissione, paura e aspettativa, identificazione e un brivido di voluttà. Kubrick, estraneo alle mode, è qui perfettamente in sintonia (o così venne interpretato, forse a chi piacerà sarà sempre in sintonia, con qualunque credenza) col suo tempo, facendo arrivare l'uomo sulla Luna qualche mese prima e ricevendo il consenso e l'apprezzamento entusiasta degli esponenti della cultura psichedelica ma anche dalla NASA che si mise a disposizione di Kubrick (che ebbe decine di riunioni con i suoi tecnici) così come altre decine di agenzie, organizzazioni, persone in gran parte americane ma anche inglesi, francesi e persino il governo dell'Unione Sovietica per realizzare il film. Bill Kaysing, che sostiene che l'uomo non sia mai andato sulla Luna, ricorda come l'industria cinematografica sia stata sempre uno strumenti del governo per catturare le menti, si tratti di guerre, di sigarette (vedi Bogart), di automobili o vestiti da donna. Egli vede nel film la vendita, da parte del governo USA, dell'idea dei viaggi spaziali ancor prima delle missioni Apollo, ma anche di fornire la tecnologia e mezzi per spacciare per uomini sulla Luna immagini direttamente dalla Terra. Il significato del monolito (che, in coerenza con la teoria di Kaysing non è altro che uno schermo cinematografico in verticale, lo stesso del film, ad alludere ai "false flag") resta oscuro, questo è il fascino del film, il mantenere l'ignoto proprio nel momento in cui accade qualcosa di cruciale per il progresso dell'umanità. Il mistero non viene svelato, tranne il fatto che esso agisce nella soddisfazione degli istinti, come il viaggio oltre l'infinito di Bowman alla fine, prima della nuova alba (il titolo della prima parte può valere per tutto il film), volontà di potenza che si sfoga prima dell'eterno ritorno. L'immagine finale, infatti, propone lo stesso tema musicale ebbro e felice con cui la scimmia getta, sentendo il dominio (tecnico) del mondo, l'osso in cui ha scoperto l'arma per uccidere.
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