Titolo internazionale | Where I've Never Lived |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Paolo Franchi |
Attori | Emmanuelle Devos, Fabrizio Gifuni, Giulio Brogi, Hippolyte Girardot, Isabella Briganti Giulia Michelini, Fausto Cabra, Jean-Pierre Lorit, Alexia Florens, Naike Rivelli, Valentina Cervi, Yorgo Voyagis, Isabella Briganti, Naike Rivelli, Emanuele Fortunati, Marina Benedetto, Anna Bonasso, Diyana Skoric, Aartza, Luigi Cilumbriello, Deirdre Corrigan, Anna Cuculo, Angelo Eterno, Fulvio Ferrari, Pier Sandro Freglio, Giuseppe Minnelli, Edoardo Rossi (II). |
Uscita | giovedì 12 ottobre 2017 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,26 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 dicembre 2017
Lavorando insieme, Massimo e Francesca scopriranno una grande sintonia professionale e un sentimento che li porterà a confrontarsi con se stessi. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Dove non ho mai abitato ha incassato 349 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Massimo è il delfino e il "figlio putativo" di Manfredi, celebre architetto della Torino bene. Francesca è la vera figlia del luminare, anche lei architetto di talento: ma con grande disappunto del padre la donna ha deciso di abbandonare la professione e trasferirsi in Francia con un marito che, secondo Manfredi, non vale un centesimo di quello che vale lei. Quando Francesca torna a Torino per fare visita al padre, Manfredi le affida l'incarico di portare a termine la ristrutturazione di una magnifica villa alle porte della città, affiancando Massimo nell'impresa. Il celebre architetto non sa (o forse sì) che fra Massimo e Francesca nascerà una forte attrazione, dovuta anche alle similitudini fra i due caratteri: entrambi introversi e timorosi di abbandonarsi alla vita e alle sue sorprese.
Paolo Franchi mette a frutto le sue qualità naturali, in particolare la familiarità con il ceto altoborghese e la capacità di gestire cinematograficamente gli spazi. Sono infatti gli spazi, o meglio, il modo in cui i personaggi si relazionano ad essi, i protagonisti della storia.
Massimo e Francesca si ritrovano incastonati in ambienti ricchi di privilegio e poveri d'aria, limitandosi a costruire per gli altri le case dei sogni, e tenendo invece intrappolati dentro di sé i loro desideri. Come suggerisce il titolo del film Franchi descrive spazi in cui nessuno, tranne il vulcanico e iconoclasta Manfredi, abita pienamente, e non è un caso che l'architetto 84enne appartenga ad una generazione lontana, mentre i cinquantenni Massimo e Francesca sono figli di un'epoca in cui il coraggio e l'iniziativa personale erano già compressi e frustrati. Franchi racconta la sua storia con estrema precisione di sguardo, avvalendosi della splendida fotografia di Fabio Cianchetti che sottolinea luci e ombre, e del montaggio rigoroso e pudico di Alessio Doglione che ci trattiene sulla soglia dei sentimenti. La recitazione di Fabrizio Gifuni ed Emmanuelle Devos nei panni di Massimo e Francesca è un gioco di sguardi che svela un'interiorità incandescente e di corpi che la trattengono a stento, mentre Giulio Brogi regala a Manfredi quella simpatia e fragilità che temperano il suo egocentrismo e la sua vanità d'artista.
Dove non ho mai abitato racconta due solitudini e fotografa un'empasse borghese, nel solco di Antonioni e di Visconti, delimitata da pareti che apparentemente accolgono e in realtà comprimono fino a soffocare. Il soggetto vede fra gli autori la scrittrice Mariolina Venezia, la sceneggiatura è di Paolo Franchi con Rinaldo Rocco e Daniela Ceselli, e i dialoghi di Franchi e Rocco punteggiano con esattezza una storia fatta soprattutto di silenzi e di "non detti". Le musiche di Pino Donaggio sembrano composte per un thriller, ed è giusto così, giacché non c'è peggior crimine della soppressione di un anelito profondo e vitale. La cinepresa di Franchi mette spietatamente a fuoco ciò che conta e sfoca volutamente tutto il resto, ammorbidendo e sfumando una trama che è spietata nel raccontare un mondo di creature invisibili intente ad attraversare un silenzio interrotto solo dallo scricchiolio discreto di parquet di squisita fattura, a ricordarci che è l'immobile (reale e metaforico) il vero e unico padrone. E ad insinuare che lo spazio vuoto all'interno di Massimo e Francesca non sia fatto per essere riempito.
DOVE NON HO MAI ABITATO disponibile in DVD o BluRay |
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Un film da vedere perchè diverso e forse perfino fuori moda ma per niente noioso . Anzi con lo scorrere del tempo l'attenzione e l'interesse aumentano . Sotto il cielo di una Torino appena accennata due personalità che si sentono incompiute , si cercano , si trovano e poi si lasciano, quasi senza volerlo . Il tutto in un'atmosfera priva di retorica dove , anche [...] Vai alla recensione »
Può la passione sovvertire le nostre vite? Seppure l’abbiamo riposta rinunciandovi, nel difficile lavoro quotidiano di cercare un possibile equilibrio, siamo capaci di tacitarla per sempre? Sono le domande che Paolo Franchi si e ci pone nel raccontare la storia d’amore di “Dove non ho mai abitato”. Manfredi, famoso architetto torinese (Giulio Brogi), ha un infortunio [...] Vai alla recensione »
Il film è ambientato a Torino dove si sviluppa la passione tra i due protagonisti Francesca (Emanuelle Devos) e Massimo (Fabrizio Gifun) entrambi architetti. Massimo ha sempre esercitato la professione sotto l’ala protettrice del padre di Francesca, anch’egli architetto di gran fama (Giulio Brogi), mentre Francesca dopo la laurea ha seguito suo marito a Parigi dove si è realizzata [...] Vai alla recensione »
"Dove non ho mai Abitato" è un film intimistico che racconta la crisi esistenziale e sentimentale che i due protagonisti stanno vivendo e che scaturisce al loro incontro ed alla loro conseguente frequentazione. Francesca (Emanuelle Devos) è la figlia di un famoso ed ormai anziano architetto (Giulio Brogi) che ritorna a trovare, non senza rancori da entrambe le parti, a [...] Vai alla recensione »
Il film ha una tematica antica di cui i film italiani non parlano più: i turbamenti amorosi della buona borghesia. Solo che i registi che lo hanno fatto erano agli inizi degli anni ’60 in una città in pieno boom economico e sviluppo industriale come per La notte di Michelangiolo Antonioni, che era del 1961. Lì il senso di insoddisfazione che serpeggia nella società [...] Vai alla recensione »
Fantastico film. Ho avuto il privilegio di vederlo in una anteprima a torino. Attori da brivido. Storia d'amore delicata e profonda piena di echi dolci e malinconici. Regia sublime. Un film che ti porti dentro e ti commuove profondamente. Da vedere.
Penso che questo film mi resterà nel cuore, attori bravissimi,scelti bene per interpretare i loro personaggi,anche per aspetto fisico.Recitazione sublime. La storia potrebbe sembrare banale ma è stata raccontata bene e con eleganza.Regista e attori fanno vivere con partecipazione i sentimenti che raccontano,anche le musiche appropiate e piacevoli. Secondo me, da non perdere.
Allora ditelo. I film da sempre si contraddistinguono per "genere". Se uno legge "drammatico", si aspetta qualcosa di profondo, o almeno di coinvolgente dal punto di vista mentale e spirituale. "Dove non ho mai abitato" è invece un film decisamente "sentimentale". Una debolissima soap opera, dove tutto il contorno di personaggi noiosamente borghesi e stereotipa [...] Vai alla recensione »
Che bel film... All'uscita tante persone commosse... Non mi capitava da tanto tempo vedere un film così struggente e profondo... Lo consiglio davvero a tutti... Si esce molto emozionati e si ripensa a quel sentimento che tutti noi abbiamo incontrato nella nostra vita. C'è chi lo ha vissuto e chi, per paura, è fuggito... L'amore con la a maiuscola...
Grazie all'ottobrata romana bellissima serata con clima primaverile, aria di festa sui volti delle persone. Stranamente sala del film più piena del solito, e questo già fa ben sperare, clienti over 50, il film e molto bello e raffinato però triste, molti si riconosceranno in questa storia sia in ambito lavorativo che di coppia, un film che lascia un po così, uno specchio [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film! Magari facessero film così in Italia. Magari!!!
il migliore film che ho visto al festival di Bari. Tra i film scelti dal festival come i migliori della scorsa stagione. Premiato il direttore della fotografia Cianchetti. L'avevo perso al cinema. Da vedere e rivedere... Non sembra un film italiano. Raffinatissimo. Splendida Emmanuelle Devos. Grande Giulio Brogi. Musica di Donaggio superlativa. Regia di rara eleganza. commovente!
Finalmente un film europeo con un cast raffinato e di grandi attori. Non le solite facce. Stile magnifico. E soprattutto tanto commovente. Ma una commozione profonda, mai ricattatoria e banale. Romanzo di altri tempi. Da vedere e rivedere. Il cinema italiano è rinato!
Trama poco realistica, dialoghi forzati e al limite del ridicolo. Recitazione pessima, la protagonista ha la stessa espressione per tutto il film. Mi dispiace per Fabrizio Gifuni, in questo film ne esce male anche lui.Al regista per caso piace Chet Baker? Scena in auto: Massimo guida, al suo fianco c'è Francesca, di sottofondo c'è un pezzo languido e piacevole di jazz, scena apprezzabile.
Trama che si comprende al primo minuto. Dialoghi banali e soprattutto personaggi non credibili. Anche Gifuni vacilla su una recitazione stereotipata. Scena in cui i due architetti fanno l'amore nella casa che consegnano ai proprietari la mattina dopo e' al livello di Centovetrine.
Una storia di architetti: padre, madre, figlia, allievo prediletto. Una storia di reticenze, di silenzi, di rancori, di sofferenze. Una storia prevedibile, scialba, poco interessante. Un film recitato malissimo,con dialoghi spesso soffiati e sussurrati, inadeguati e poco espressivi.
Tra uno sbadiglio e l'altro, tra una dormitina e l'altra, lo sprovveduto spettatore si pone due domande: perché si devono dare dei soldi dei contribuenti a opere simili, giudicate di alto livello culturale?Ma i critici come fanno a esprimere giudizi così colti, entusiastici a pellicole di tal fatta? Ma allora è proprio vero che i commentatori di professione si scrivono addosso per far vedere che ne [...] Vai alla recensione »
Il film tra i più insulsi che io abbia mai visto, mi sono quasi vergognata ad essere tra il pubblico. Un'accozzaglia di stereotipi, luoghi comuni, sembrava di guardare una fiction. Salvo solo lo stile degli arredi e gli occhiali da sole di Francesca.
Quarta prova del regista Paolo Franchi. Diversa dalle precedenti. Che erano La spettatrice con Barbora Bobulova, Nessuna qualità agli eroi con Elio Germano che concorre al Leone d'oro, E la chiamano estate con Isabella Ferrari. Sempre storie di passioni ma osservate con stile algido. Stile e personalità di sguardo non mancano al regista, ma i suoi film- che non disdegnano la provocazione - suscitano [...] Vai alla recensione »
Tra una manovra di atterraggio e un viaggio verso l'aeroporto Dove non ho mai abitato il nuovo film di Paolo Franchi occupa lo spazio di un intervallo di tempo in cui racchiudere un'attrazione erotica controllata. Non solo i due principali protagonisti, Francesca e Massimo (Emmanuele Devos e Fabrizio Gifuni) ne subiscono l'effetto, ma anche gli altri personaggi con gradazioni diverse, sentimenti piuttosto [...] Vai alla recensione »
È la «non storia» d'amore fra un uomo e una donna: lui, Fabrizio Gifuni, figlio putativo del celebre architetto Giulio Brogi; lei, Emmanuelle Devos, sua figlia vera che, imbozzolandosi in un matrimonio borghese, ha tradito le aspettative del padre. I due si incrociano negli eleganti interni della Torino bene in piena maturità, quando i giochi sembrano fatti, ma una comune esperienza di lavoro e [...] Vai alla recensione »
Da architetto dal futuro luminoso a moglie dal vissuto già antico. Francesca (Devos, intensa), italo-francese sulla cinquantina, se ne rende conto solo tornando a Torino dal padre, burbero professionista di grido, occasionalmente vittima di un incidente domestico e pertanto bisognoso di cure figliali. Qui Francesca ripercorre il suo passato, immagina un futuro diverso, abbozza un bilancio fra i due, [...] Vai alla recensione »
Pretenzioso e barbosissimo dramma sentimentale del recidivo Paolo Franchi. Dove si racconta la dolorosa storia d'amore tra due architetti, Francesca (Emmauelle Devos) e Massimo (Fabrizio Gifuni). Un micidiale "breve incontro" costellato di dialoghi involontariamente comici. PS. I due piagnucolosi protagonisti hanno l'aggravante di aver progettato la villa più brutta d'Italia con orrendo sopralzo.