Dove non ho mai abitato

La malinconia delle occasioni mancate

Quarta prova del regista Paolo Franchi. Diversa dalle precedenti. Che erano La spettatrice con Barbora Bobulova, Nessuna qualità agli eroi con Elio Germano che concorre al Leone d'oro, E la chiamano estate con Isabella Ferrari. Sempre storie di passioni ma osservate con stile algido. Stile e personalità di sguardo non mancano al regista, ma i suoi film- che non disdegnano la provocazione - suscitano forti controversie. Dove non ho mai abitato ha un tono morbido, è e vuole avere un impianto più classico, un po' scherzando e un po' consapevole delle proprie scelte il regista lo definisce romantico e destinato a un pubblico di signore. Un vecchio architetto di fama (Giulio Brogi); sua figlia che vive a Parigi (Emmanuelle Devos) con un ricco marito finanziere e che il padre accusa di aver rinunciato alla carriera di architetto per passività; l'allievo di lui freddo e ambizioso, che ha faticato a guadagnarsi la posizione (Fabrizio Gifuni ). Tutto ruota intorno alla costruzione di una villa che il vecchio malandato, ma sempre autoritario, delega al giovane collega riuscendo con uno stratagemma a coinvolgere anche la figlia. La trama dei sentimenti che nascono tra i due-figlia e allievo - e il filo contraddittorio delle occasioni mancate e/o delle scelte vengono dipanati all'insegna di una grazia non comune cui ben si intonano le impennate melò.
Da La Repubblica, 12 ottobre 2017


di Paolo D'Agostini, 12 ottobre 2017