Non si può che partire da Checco, l'uomo che ha diviso la critica, che vanta ammiratori e detrattori, ma a cui tutti devono riconoscere l'impareggiabile abilità di intercettare i gusti del pubblico. Mai sbilanciato politicamente, abile a destreggiarsi tra satira e comicità più bassa, con Quo Vado? Zalone gira la sua opera migliore e più ambiziosa. Una parabola ricca di paradossi per raccontare le amabili storture di una Italietta più che mai prigioniera del suo malcostume.

Incasso in patria: €65.295.389

Se Checco ha spazzato via i record di mostri sacri come Celentano o Benigni, Giù al nord di Dany Boon ha detronizzato Tre uomini in fuga, con il mito nazionale Louis de Funès, che resisteva irraggiungibile dal lontano 1966. Potere della maschera comica di Boon e di una farsa sui costumi regionali, sulle differenze tra francesi della Provenza e abitanti di Calais e Dunkirk, che il pregiudizio vuole isolati dal mondo e dall'idioma incomprensibile. Il classico uovo di Colombo: un soggetto talmente semplice che nessuno l'aveva concepito, che genera gag in sequenza, che sovvertono gli stereotipi o li sfruttano. Tra i sequel e i remake, l'italiano Benvenuti al Sud con Claudio Bisio e Alessandro Siani.

Incasso in patria: $193,764,365

Dieci anni dopo le bombe di Madrid e le false accuse ai separatisti baschi, una commedia che sa di riconciliazione nazionale. Rafa è andaluso, di Siviglia, e come tale socievole, rumoroso e dai capelli impomatati; Amaia è dei paesi baschi e quindi testarda, orgogliosa e chiusa come un riccio. Di nuovo localismi come spunto umoristico, con storia romantica che compone i contrasti e vedute turistiche da cartolina. Programmato per sfondare al botteghino come puntualmente è avvenuto, fino a detronizzare The Impossible, precedente record iberico. La lezione di Giù al nord appresa perfettamente e tradotta in un altro colpaccio.

Incasso in patria: $77,000,000

L'unico film al mondo ad aver superato i 500 milioni di dollari di incasso nel mondo senza aver goduto di una distribuzione ampia nel Nord America. Se Checco Zalone è la gallina dalle uova d'oro qui da noi, Stephen Chow - dapprima regista e attore, ora solo regista - da decenni inanella successi di pubblico (spesso convincendo anche la critica locale) a Hong Kong e ora, dopo che l'handover ha unito il mercato, in Cina. L'autore di Shaolin Soccer e Kung Fusion, transitati qui da noi con alterne fortune, confeziona in The Mermaid il suo film più "disneyano": una favoletta ecologista su una famiglia di sirene che spedisce la bella Jelly Lin a sedurre e uccidere il cattivo magnate inquinatore. Ma la sirenetta si innamorerà dell'uomo e il piano sarà sconvolto, tra gag surreali e agevolate dalla computer graphics. Chow ha fatto di meglio, ma resta un maestro della comicità (King of Comedy si intitola appunto uno dei suoi capolavori), per cui lo sforzo di leggere i sottotitoli (evitare i doppiaggi!) risulta sempre ben ripagato.

Incasso in patria: $525,000,000

Sorprendentemente non è un capolavoro di Bong Joon-ho (The Host) o Park Chan-wook (Old Boy), né uno spettacolare action di Kim Jee-woon (Il buono il matto il cattivo) ad aver stabilito il record di sempre al botteghino sudcoreano. Bensì The Admiral: Roaring Currents, da noi L'impero e la gloria, film di guerra dedicato all'eroico Yi Sun-sin, ammiraglio che sconfisse la flotta dei dominatori giapponesi, salvando Joseon dal giogo nipponico. Tanto è l'amore per una pagina di storia che rende orgogliosi i coreani da aver attirato 10 milioni spettatori nei primi 12 giorni di programmazione in sala, fino a totalizzare un incasso pari a 8 volte il budget investito per produrre il film. Nonostante la storia sia un po' pomposa e con qualche prolissità, l'interpretazione di Choi Min-sik (Old Boy) nei panni di un novello Temistocle è magistrale, così come la coreografia delle battaglie navali, che caratterizzano il lungo epilogo.

Incasso in patria: $132,000,000

Va a maggior merito del Paese del Sol Levante poter vantare un incasso nazionale così qualitativo come La città incantata di Miyazaki Hayao. Un'opera che ha messo d'accordo tutti, dall'Academy Awards alla Berlinale, passando per i molti fan nostrani del sensei dell'animazione. Impossibile raccontare la miriade di momenti memorabili che caratterizza una storia insieme didattica, avventurosa, malinconica e piena di vita. Numeri straordinari i suoi al botteghino: già 200 milioni incassati prima ancora di approdare nei cinema degli Stati Uniti. Your Name. di Makoto Shinkai ha rischiato di insidiare il primato del film, prima di fermarsi a 190 milioni di dollari di incasso in patria.

Incasso in patria: $250,000,000

Anche Bollywood, nonostante il quantitativo ingente di musical, action e melò che costituiscono il grosso della produzione, vede una commedia in cima ai suoi incassi locali. PK è la bizzarra storia di un alieno arrivato sulla Terra per effettuare ricerche sugli umani. Per comunicare e conoscere deve stringere la mano, espediente che innesca una serie di gag su costumi, religioni (una storia d'amore tra una ragazza induista e uno musulmano), superstizioni e mass media. Con qualche frecciatina polemica, benché mitigata da un prodotto che vuole accontentare tutti. A vestire - o spesso svestire - i panni dell'alieno è il ballerino e funambolo Aamir Khan, muscoloso idolo delle folle.

Incasso in patria: $50,000,000

Guardando i film americani, sembra che la seconda guerra mondiale si sia combattuta prettamente nel Pacifico, sbarco in Normandia a parte. Visione piuttosto parziale, se si considera che i russi, tra militari e civili, hanno lasciato sul campo qualcosa come 23 milioni di morti. Se Hitler è stato sconfitto lo si deve principalmente all'eroica resistenza di Stalingrado, che Fedor Bondarchuk racconta con la pomposa messinscena che è lecito supporre. Stalingrad punta tutto sugli effetti speciali, sul 3D e sulla spettacolarizzazione del tutto, con ingenti dosi di retorica. Ma il pubblico russo apprezza, tributandogli un record di incassi impareggiabile: 16 milioni di dollari nel primo weekend.

Incasso in patria: $51,700,000