50 giorni di cinema internazionale di Firenze 2023
50 giorni di cinema internazionale di Firenze, il programma dei 185 film. Firenze - 5 settembre/12 dicembre 2023. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Un film che contempla la notte e racconta con cura la vita di un uomo refrattario ai media pervasivi. Documentario, Italia2023. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di un pastore esasperato dalla burocrazia a causa della quale non riesce a fare quello che ha sempre fatto. Espandi ▽
Antonio è un pastore del Cilento che trova una reale comprensione solo dagli animali. Le leggi e la burocrazia sembrano agire di concerto contro di lui. Un regolamento comunale di recente emissione gli impone una tassa per portare le sue bestie al pascolo sulla montagna del Cervati che da sempre è stata dedicata a questa funzione. Il terreno di cui è proprietario non può usufruire dell'allacciamento dell'acqua impedendogli quindi l'allevamento delle sue amate capre. Ma Antonio non cede.
Vanina Lappa mette il suo sguardo in favore di un uomo che non si arrende dinanzi alla scomparsa delle tradizioni che avvicinano alla Natura.
Tenendosi a distanza di sicurezza da quei documentari naturalistici che sanno di artefatto, Lappa (che sa anche come mettersi quasi accanto ad animali che liberamente si accostano all'uomo, ci mostra un mondo che ancora resiste, nonostante un accerchiamento che si fa sempre più stringente. Recensione ❯
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Una ragazza appena adolescente deve fare i conti con la sua terra devastata dalle conseguenze del riscaldamento globale. Espandi ▽
Il Brahmaputra è un fiume che attraversa Tibet, India e Bangladesh. Lungo il suo corso resiste, tra un'isola di fango e un'altra, una popolazione poverissima, che le inondazioni recenti, dovute al cambiamento climatico, hanno messo in ginocchio. Il regista e reporter Angelos Rallis dal 2017 filma per cinque anni la quotidianità di Afrin, dodicenne incontrata durante le sue ricerche. Temporaneamente ospitata dalla zia perché orfana di madre e con padre lontano, la ragazzina combatte quotidianamente con le piogge torrenziali, cerca di arginare i danni raccogliendo e accatastando rami e canne di bambù attorno alla sua precaria abitazione. Le inondazioni hanno distrutto tutto, sostentarsi è sempre più difficile.
Ecco perché il padre di Afrin è andato a cercare una nuova vita a Dacca, la metropoli capitale del Bangladesh. Lì si sposterà anche la ragazzina, per cercare il padre e sfuggire al possibile matrimonio, visto che a quattordici anni in quella parte del mondo si è già considerate "da marito".
Mix di documentario di osservazione e invenzione finzionale, realtà e fantasia, Afrin nel mondo sommerso va accolto come la testimonianza preziosa di un disastro ecologico e sociale ma anche come una fiaba magica e nera, un coming of age che invita a una nuova consapevolezza del pianeta. Recensione ❯
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Ventura vaga tra le macerie della periferia di Lisbona. Ogni giovane che incontra è per lui come un figlio. Drammatico, Portogallo, Francia2004. Durata 154 Minuti.
Nel quartiere periferico di Fontainhas, a Lisbona, gli immigrati capoverdiani vivono senza avere nulla e senza essere nessuno. Espandi ▽
Gli ultimi giorni del quartiere capoverdiano di Fontainhas, alla periferia di Lisbona. La maggior parte dei suoi 9000 abitanti sta per essere trasferita in nuovi appartamenti più a nord. Clotilde, non riesce a dimenticare il mare di Capo Verde e gli squali che nuotano in quelle acque, e a 75 anni decide di lasciare il marito Ventura. Ventura è diventato in po' matto da quando lavorando in un cantiere è precipitato da un'impalcatura. Rifiuta ogni cambiamento credendo che la vecchiaia possa essere come la giovinezza. Recensione ❯
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Una panoramica di quello che devono vivere gli abitanti a nord di Siracusa, territorio sacrificato sull'altare del progresso. Espandi ▽
Nella costa est della Sicilia, si patiscono le conseguenze dovute alla presenza del polo petrolchimico siracusano che tanto lavoro ma anche tante conseguenze sul versante della salute ha portato agli abitanti.
Un regista francese e un fotografo palermitano uniscono le loro professionalità per dare voce a chi non ne ha o si è stancato di averne. Non ci sono solo le pur indispensabili e giuste proteste in questo film. C'è anche il ricordo di un mondo che è stato cancellato per fare posto ai fumi delle ciminiere. A rievocarlo è Nino, ora non vedente, che, accompagnato dalla moglie, percorre spazi ormai degradati facendo a sua volta spazio però alla memoria di ciò che un tempo li rendeva vivi e abitabili.
La testimonianza più toccante finisce così con l'essere quella di un bambino che alla richiesta della mamma se voglia andare a vedere dove lavora il papà (ovviamente al petrolchimico) risponde: "No. Perché posso anche morire". Recensione ❯
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Testimonianze raccolte tra il 2020 e il 2023 nell'isola di Lesbo, nella Repubblica di Cipro e nella Repubblica Turca di Cipro del Nord, tra i luoghi di primo approdo per chi decide di entrare in Europa. Espandi ▽
"Credo che l'amore sia l'unica forma di resistenza a cui le persone si aggrappano mentre sono ancora lì, in attesa di arrivare". Sono le parole pronunciate da uno degli intervistati, in questo documentario asciutto ma pulsante, una tessitura intima di racconti di chi emigra verso l'Europa. Recensione ❯
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Cosmo in un doc musicale sui generis, in parte coming of age, in parte spaccato della desolazione emozionale di provincia. Documentario, Italia2023. Durata 60 Minuti.
Il ritratto del musicista Cosmo, dagli inizi in provincia all'affermazione nazionale. Espandi ▽
Un doc sul musicista Cosmo, il racconto di un giovane che è uscito dalla provincia per abbracciare la musica come strumento di affermazione e salvezza. Gli inizi indie-rock dell'artista e delle sue band si mescolano al ritratto di Ivrea, una provincia un po' folle, come se quel che è seguito fosse una conseguenza inevitabile di quel luogo e di quegli umori. Con la voglia di raccontarsi a parole e in musica, il ritratto generazionale di uno spaesamento nei suoni di uno dei musicisti più originali della scena italiana contemporanea. Recensione ❯
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La fabbrica delle vacanze sulla costa adriatica. Un doc ricco di contenuti a cui manca l'elemento novità. Documentario, Austria, Italia2023. Durata 80 Minuti.
Un film che va dietro le quinte del turismo di massa del nord Adriatico. Espandi ▽
Il documentario segue, da febbraio sino alla fine della stagione balneare ad ottobre, l’attività di tutti coloro che operano nella grande industria del turismo balneare nell’area dell’alto Adriatico. Julia Gutweninger e Florian Kofler sono entrambi nati a Merano e osservano la costiera adriatica e la vita che vi si svolge, tutta focalizzata sulla soddisfazione degli aderenti al turismo di massa, con lo sguardo di chi vive altrove e affronta il tema con una curiosità che potremmo definire socio entomologica. Non ci sono interventi esplicativi, nulla che possa essere definito come intervista o affine. E c’è tutto quello che un italiano mediterraneo già conosce. Ecco allora che, se si cambia latitudine, ciò che ai due registi appare degno di osservazione si trasforma in un deja-vù a cui manca, fatta salva la ricerca accurata sul piano delle inquadrature, l’elemento novità. Recensione ❯
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Una potente storia di formazione ambientata in un piccolo villaggio dominato dallo spaccio di droga e dalla costante minaccia del traffico di esseri umani. Espandi ▽
Il film segue le vite di tre ragazze di Guerrero, la cui infanzia è minacciata dalla forte presenza del cartello locale. Il film ruota attorno alle vicende di Ana (interpretata in momenti diversi da Ana Cristina, Ordóñez González e Mayra Membreño) e delle sue amiche, i cui destini sono controllati da chi vuole trasformarle in schiave o in fantasmi. Addestrate dalle loro madri a fuggire in qualsiasi istante e costrette a misure estreme per sfuggire alla cattura, queste giovani donne dovranno imparare ad abbandonare la loro femminilità per sopravvivere a questo ambiente ostile. Recensione ❯
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Un documentario intelligente che prova a fare i conti con la 'violenza' di Carmelo Bene, tanto irrispettosa quanto 'dislocante'. Documentario, Italia2022. Durata 54 Minuti.
Filippo Timi ci guida in un documentario sorprendente alla ricerca di una risposta possibile alla domanda: chi era davvero Carmelo Bene? Espandi ▽
Samuele Rossi, contro i detrattori e la pigrizia intellettuale, firma un documentario intelligente che prova a fare i conti con la 'violenza' di Carmelo Bene, tanto irrispettosa quanto 'dislocante'. Quale uomo di cultura oggi potrebbe intitolare il suo "Amleto" (1988), "Hommelette for Hamlet"? Nel bene e nel male, Carmelo Bene era indicibile. Tuttavia Bene! Vita di Carmelo, la macchina attoriale raccoglie la sfida e prova a dirlo, al di là delle semplici notazioni cronachistiche e cronologiche.
Prova a raccontare quel cuore in piena e quella festa di colori feriti, quel corpo non più vettore dell'azione, della poesia e del senso ma del loro schianto, quella voce come un tesoro da trovare e ascoltare e quei capelli rossi che portava sempre come maschera d'attore, insieme a un residuo di fard e a labbra dipinte male.
A 'interpretarlo' sullo schermo è Filippo Timi, che interrompe come tuono gli interventi critici e familiari. Le voci di Pietrangelo Buttafuoco (giornalista) o Franco Ungaro (studioso), di Lydia Mancinelli (ex compagna e attrice) o di Salomé Bene (la figlia), inciampano su quella sbucciata di Timi che sbriciola le parole e 'appare alla Madonna". Recensione ❯
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Un gruppo di persone si ritrova ricordando la tragedia che li ha colpiti quando erano studenti delle merdie. Espandi ▽
Un gruppo di ex compagni e compagne di scuola si ritrova dopo 40 anni: sono tra i sopravvissuti della "tragedia del Melarancio" dell'aprile 1983, quando un pullman con due classi della scuola media Nicolardi di Napoli in gita verso il lago di Garda si schiantò all'interno del tunnel nei pressi di Firenze contro un automezzo che procedeva in senso opposto. Undici le vittime tredicenni e oltre la ventina i feriti, ma chi è ancora in vita non è rimasto comunque illeso. Recensione ❯
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Miriam, accusata ingiustamente, torna a casa, e in un viaggio tra paese e memoria del carcere racconta crudeli realtà. Espandi ▽
Un gruppo di persone innocenti è accusato di traffico di esseri umani e per questo gettato in prigione. Le autorità annunciano che hanno inferto un duro colpo alla criminalità organizzata; il pubblico è rassicurato. "Pagadores" è il nome dato alle vittime innocenti di tali procedure in Messico. Nel suo secondo documentario, Tatiana Huezo racconta il viaggio di una giovane madre attraverso l'inferno: innocente, derubata della sua libertà, la donna si consegna a coloro per i quali sta pagando con la vita, in una prigione privata controllata dal Cartello del Golfo.
Tempestad è un road movie: 2000 chilometri in autobus da Matamoros a Cancun, attraverso un paese tetro e ventoso e la regista Tatiana Huezo in questo viaggio vi filtra con sensibilità i racconti delle due donne per comporre il quadro a tinte forti di un Paese vittima della criminalità e della corruzione elevate a sistema ineludibile. Recensione ❯
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Il lungo viaggio intrapreso da migliaia di rifugiati, sfidando qualunque condizione atmosferica per superare le frontiere. Espandi ▽
Il “gioco” di cui parlano i protagonisti del documentario Shadow Game è un macabro termine largamente diffuso tra i migranti per riferirsi alla rischiosa azione di passare da un paese all’ altro, attraversando i controllatissimi confini europei. Davanti alla telecamera non c’è motivo di nascondere le regole, i giocatori conoscono il rischio che affrontano e raccontano di vita e morte senza paura, ridendo e scherzando, affascinati dagli ostacoli che hanno superato e quelli che progettano di lasciarsi alle spalle, apparentemente sprezzanti del pericolo ma pienamente consapevoli dei chilometri che hanno percorso. Saltando da storia in storia il progetto di Eefje Blankevoort e Els van Driel mostra egregiamente la crudeltà delle forze dell’ordine che si scagliano armate e violente contro minorenni come se fossero pericolosi criminali ma cogliendo simultaneamente anche i cambiamenti che subiscono le vite dei giovani migranti, i quali, esposti a contesti sempre in cambiamento, pronti a subire e vivere violenze e dolore, rimanendo ancora legati a una ingenuità infantile, sono in grado di trasformare un crudele viaggio che sfida la morte in un gioco documentato tra video su TikTok e vari social. Recensione ❯
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Film-ritratto su Pete Doherty, tra musica, popolarità e dipendenze. Espandi ▽
Un ritratto intimo del musicista e artista più iconico della sua generazione: Peter Doherty, cantante e cantautore punk inglese e leggendario frontman dei Libertines, mentre sprofonda negli abissi della dipendenza, nel momento di massimo successo.
Per un periodo di 10 anni, Peter Doherty è stato filmato in maniera intima dalla regista-musicista Katia de Vidas, che ha girato oltre 200 ore di filmati esclusivi. Attraverso le parole dell'artista stesso, la lotta toccante e carica di emozioni di Doherty per superare i suoi demoni e riemergere dalle tenebre verso la luce. Recensione ❯
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Un ritratto intimo della grande leggenda di Joan Baez, tra carriera e momenti più personali. Espandi ▽
Questo ritratto intimo e schietto della leggenda della musica americana e attivista per i diritti civili Joan Baez intreccia le immagini del suo tour di addio con filmati inediti e situazioni molto intime sulla sua vita e le sue emozioni. Non solo per i fan di Baez. Recensione ❯
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Un film che documenta la pressione psicologica a cui sono sottoposti i giovani rifugiati. Espandi ▽
Come si fa, da bambini, a gestire l'enorme pressione mentale del viaggio, con autorità diffidenti e messaggi inquietanti dal fronte interno? The Mind Game è un documentario intimo sulla pressione psicologica che i giovani rifugiati devono affrontare, per lo più filmato da una prospettiva di prima mano. Recensione ❯
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