Regista, sceneggiatore e attore australiano. Un talento formatosi a teatro ma esploso al cinema, letteralmente, visto che il suo stile è volutamente esagerato, estroso, accattivante. Un grande maestro della regia, sa gestire diversi codici narrativi, accostando film, musica e pittura in un unico meraviglioso calderone.
Il debutto a teatro
Trascorre i primi anni di vita in campagna assieme alla famiglia. È ancora un bambino quando i genitori firmano il divorzio e Baz si trasferisce così a Sidney, con la madre e i fratelli. La grande città gli offre la possibilità di perfezionare il suo innato interesse per il cinema frequentando il prestigioso National Institute of Dramatic Arts. Qui scopre l'amore per il teatro, passione che coltiverà soprattutto nei primi anni della sua carriera ma che influenzerà in modo incisivo anche il suo personalissimo stile cinematografico. Studia recitazione (debutta al cinema con Winter of Our Dreams di John Duigan, il thriller The Dark Room e in tv nel serial Wandin Valley), scrittura e regia teatrale fino a ideare l'opera "Strictly Ballroom" (1987), spettacolo messo in scena dalla compagnia Six Year Old Company, presentato con strepitoso successo in numerosi teatri australiani.
L'esordio al cinema a passo di danza
Malgrado la piccola esperienza come interprete cinematografico, gli anni Ottanta sono caratterizzati da lunghi tour teatrali, con spettacoli da lui prodotti e diretti, tra i quali spicca la rivisitazione de "La Bohème" di Giacomo Puccini. La fama di regista teatrale lo aiuta a farsi strada nel cinema. Inaugura la sua carriera di regista con la macchina da presa nel 1992 con il film Ballroom - Gara di ballo, tratto dal suo omonimo spettacolo teatrale. La pellicola sbanca il botteghino e, malgrado la storia sia piuttosto banale (una coppia di ballerini di diversa estrazione che trova nell'amore per la danza un glorioso riscatto sociale), rappresenta già una precisa e ambiziosa dichiarazione di poetica. Le caratteristiche essenziali del cinema di Luhrmann ci sono tutte: l'abbondanza di costumi colorati ed esagerati, la rivisitazione di codici narrativi tradizionali e l'uso fondamentale della colonna sonora come elemento portante dell'architettura del film.
Verona Beach e la Parigi più bohemien che si sia mai vista
Nel 1996 dirige Romeo + Giulietta di William Shakespeare, trasposizione della famosa opera inglese nel mondo moderno, dove le lotte tra Montecchi e Capuleti si battono a suon di colpi di pistola e musica pop. Il film lancia anche l'attore Leonardo DiCaprio nello star system americano, trasformandolo in breve tempo in uno degli attori più famosi e pagati di Hollywood, e facendolo diventare protagonista di un fenomeno mediatico eccezionale. Rimanendo in linea con i lavori precedenti, nel 2001 realizza il musical Moulin Rouge con Nicole Kidman ed Ewan McGregor, un concentrato postmoderno di kitch e melodramma, dove l'equilibrio si regge su una sceneggiatura ricchissima di suggestioni che prende ispirazione da canzoni di Madonna, cita Gli uomini preferiscono le bionde e dà voce al pittore Henri de Toulouse-Lautrec. La pellicola viene premiata con l'Oscar per i costumi e la scenografia e la protagonista femminile vince il Golden Globe come migliore attrice in un film brillante: un bagaglio di premi che conferma il talento visionario di Luhrmann.
I kolossal Australia e Il Grande Gatsby
Scrittura nuovamente Nicole Kidman per il successivo Australia (2008), storia di una temeraria aristocratica inglese rimasta vedova, decisa a combattere per la propria terra, lottando contro i pregiudizi e la difficoltà di una vita faticosa, ma con un nuovo compagno d'avventure molto affascinante, interpretato da Hugh Jackman. Anche stavolta il regista si cimenta in un racconto denso di sentimenti, che guarda al cinema del passato (Via col vento) per attualizzarlo e dire qualcosa sul mondo d'oggi. Senza pretendere di essere realistico.
Del 2013 è invece la sua versione 3D di uno dei classici della letteratura americana contemporanea: Il grande Gatsby, con Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire e Carey Mulligan, film d'apertura del 66. Festival di Cannes. Tornerà a Cannes nel 2022 con l'attesissimo biopic Elvis, interpretato da Austin Butler e Tom Hanks.
Baz Luhrmann, australiano, classe 1962, è uno dei cineasti più rappresentativi della contemporaneità, figlio (forse degenere) di quegli anni 90 disorientati perché cerniera tra l'horror vacui del decennio precedente e la forzata ripresa di tragicità del nuovo millennio. Ex attore, ex commediografo, regista e produttore di opere debordanti, molto personali, provocatorie sin dalla scelta delle "fonti"
Sguardi australiani C'era una volta l'emigrante cinematografico. Con un cappello e una valigia piena di cinema da girare bussava alle porte di Hollywood, dove veniva velocemente globalizzato, trasformando il proprio immaginario nell'immaginario di un popolo che non conosceva, o dove magari resisteva alla corte americana, proseguendo una personale ricerca sull'immagine. C'erano una volta auttori (e attori) australiani "esiliati" da una cinematografia "agli Antipodi" e di passaggio e addestrati alla cultura americana
L'Australia al di là dell'arcobaleno Arrivano a Roma Baz Luhrmann, Nicole Kidman e Hugh Jackman per promuovere Australia, un melodramma ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale che affronta il problema delle generazioni rubate. Attraverso la figura di Nullah il regista fa luce su tutti quei bambini "mezzosangue" nati da relazioni tra bianchi e aborigeni che venivano deportati in colonie - una sorta di campi di rieducazione - per essere preparati alla loro nuova vita nella società dei bianchi