La storia di un uomo senza più memoria alla ricerca di un vecchio amore di gioventù. Espandi ▽
Professore di etnomusicologia, Gian si affaccia ormai alla terza età e viene tradito dalla memoria. A volte non riconosce Miriam, sua figlia, che è venuta a vivere con lui assieme al figlioletto Elyas, e tenta perfino il suicidio. Vedendolo perso nei frammenti di un passato che non riesce più a tenere insieme, Miriam gli consegna un diario da lui scritto in gioventù, raccontando l'incontro con il suo primo amore, Leila. Dal fatidico incontro fino all'appuntamento che i due ragazzi si erano dati in Tunisia per rivedersi, Gian deve ripercorrere le tappe di quell'amore per ritrovare se stesso.
Film d'amore nel senso più profondo del termine, il primo lungometraggio di Sara Fgaier pone il sentimento amoroso come base di tutto, non solo del rapporto con l'altro ma come mappa di noi stessi.
L'idea del film è avvolgerci nella percezione sfuggente del Gian di Andrea Renzi, che è giocoforza ossessiva e limitata perché quel rapporto è l'unica cosa a cui può aggrapparsi nel tentativo di non scivolare nell'oblio. Fgaier lo segue con convinzione, dimostrando di avere una sua voce autoriale che non aspetta altro di evolversi e prendere il volo. Recensione ❯
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La vicenda, non ancora conclusa, della reporter Katsaryna Andreyeva perseguitata dal regime bielorusso. Espandi ▽
Katsaryna Andreyeva e la sua camerawoman Darya Chultsova sono finite in carcere a Minsk solo per aver fatto giornalismo d’inchiesta e, in particolare, per aver ripreso le manifestazioni antigovernative represse dalla polizia del premier Lukashenko. Il film testimonia la sua azione e ciò che il marito ha messo in atto per difenderla. L’opera prima della regista polacco-bielorussa Mara Tamkovic è stata realizzata grazie ad un finanziamento del governo polacco nell’ambito di un progetto denominato Microbudget per registi esordienti. Il regolamento stabilisce che la cifra a disposizione non è alta. Ciò spiega le costrizioni necessarie che hanno finito con il divenire la forza del film. Tamkovic, su cui non si trovano notizie in rete (e non è un buon segno) compie un’operazione coraggiosa che merita la visione. Ogni volta che un/una regista mette la propria creatività al servizio della denuncia di un sopruso (da qualsiasi parte provenga) va sostenuto/a. Si tratta di un tipo di cinema di cui abbiamo bisogno che rischia invece di essere soffocato da un mercato saturo di altri tipi di narrazione. Recensione ❯
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Paolo Cognetti debutta alla regia di un film con il racconto del suo amore per il Monte Rosa. BIGLIETTI QUI »Espandi ▽
Cognetti, insieme a Laki, il cane con cui si fanno reciproca compagnia, sale verso le quote più alte del Monte Rosa spinto dal desiderio di comprendere per quale ragione non arrivi più acqua nella casa in cui abita. Lungo il percorso incontra persone che conosce da tempo che raccontano quale senso abbia per loro il vivere in montagna.
Cognetti in questa prima totalmente personale ci mostra senza retorica una montagna che vive e tiene in vita."Mio padre aveva il suo modo di andare in montagna. Poco incline alla meditazione, tutto caparbietà e spavalderia". Così inizia "Le otto montagne", il romanzo che ha ampliato in maniera esponenziale la notorietà di Paolo Cognetti. In Fiore mio il suo è un passo che deve tenere conto della presenza di Laki e che si propone allo spettatore come un'occasione di incontri. Recensione ❯
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Un documentario sulla sofferta gestazione dell'ultimo capolavoro di Miyazaki, dolente riflessione sulla morte. Documentario, Giappone2024. Durata 120 Minuti.
Uno sguardo sul passato e sul futuro di Miyazaki e sugli eventi e le persone che hanno influenzato umanamente e professionalmente le sue opere. Espandi ▽
Il genio di Hayao Miyazaki è celebrato in un documentario che si sofferma sulla difficoltosa realizzazione di Il ragazzo e l’airone, ennesimo “ultimo film” del grande regista di animazione, seguito ad annunci di ritiro e clamorosi ritorni alla regia. Un documentario pervaso da riflessioni sulla morte e su come questa abbia portato via amici, colleghi e rivali di Miyazaki, ormai ottantatreenne, durante la concezione di un film che, inevitabilmente, si confronta con la caducità dell’esistenza umana. Come rendere interessante l'ennesimo doc su Miyazaki e sui suoi ritiri annunciati e ritrattati? Per Kaku Arakawa la risposta sta nel concentrarsi al massimo sui ritiri e sulle marce indietro, sulle eccentricità e i simbolismi dell'inafferrabile maestro (e inaffidabile narratore, su se stesso e sulle sue opere). Dopo Never Ending Man: Hayao Miyazaki Arakawa ritorna dietro la macchina da presa per un lavoro biografico sul sensei del cinema di animazione: una missione di vita condotta in maniera maniacale, inseguendo il soggetto del documentario tra pubblico e privato, cercando di carpire ogni riflessione espressa ad alta voce dal maestro, alle prese con dubbi esistenziali sempre più pressanti. Senza alcun ricorso alla voce narrante - a parlare è quasi esclusivamente Miyazaki, oltre al bonario produttore Suzuki – il dispositivo di Hayao Miyazaki e l’airone si affida a un montaggio frenetico e a riprese spesso condotte con camera a spalla, quasi “rubate”, per replicare il flusso dei pensieri di Miyazaki e per tracciare associazioni tematiche ed emozionali tra elementi biografici e opere del maestro. Recensione ❯
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Salvatores sceglie un tono fiabesco per un film dalla regia sicura, un'estrema cura formale e grandi interpretazioni. Drammatico, Italia2024. Durata 124 Minuti.
Documento fresco dell'Italia postbellica e racconto rocambolesco si intrecciano in una storia dal finale sorprendente. Espandi ▽
Napoli, 1949. Un rombo assordante, e la casa dove la piccola Celestina abitava non c'è più. Con la casa se ne è andata anche la zia della bambina. L'unico amico rimasto alla bambina è Carmine, un ragazzino un po' più grande di lei che vive di espedienti per le strade di Napoli. Carmine incontra George, un gigantesco cuoco afroamericano che lavora su una nave della Marina degli Stati Uniti. Carmine e Celestina finiranno su quella nave diretta a New York, dove la bambina spera di ritrovare la sorella.
Ci sono comunque molte cose buone in Napoli-New York: la regia sicura e competente di Salvatores, la sua abilità nel dirigere i giovanissimi (bravi e intensi Dea Lanzaro e Antonio Guerra), l'estrema cura formale, i colori del sogno americano, il montaggio secco di Julien Panzarasa, la fotografia vintage di Diego Indraccolo, e una colonna sonora di brani utilizzati come supporto narrativo che mette insieme Jimmy Durante e la Nuova compagnia di canto popolare.
Ottimi, secondo il registro della favola, l'interpretazione di Pierfrancesco Favino e lo strepitoso cammeo di Antonio Catania nei panni del direttore di un quotidiano per la comunità italiana a New York. Recensione ❯
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Un film-tripudio di colori sgargianti e acuti vibranti che canta di un universo terribilmente polarizzato, specchio del nostro. Fantasy, Drammatico - USA2024. Durata 160 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Il primo di un adattamento cinematografico in due parti del musical di Broadway. Espandi ▽
La perfida strega dell'ovest è morta e il regno di Oz festeggia la liberazione della più malvagia delle creature. Anche Glinda, la buona strega del nord, si presenta per appiccare il fuoco al fantoccio della sua arci rivale. Eppure c'è stato un tempo in cui le due erano addirittura migliori amiche. Glinda sognava di studiare con la decana degli studi di stregoneria, Madame Morrible, ma la professoressa aveva messo gli occhi su Elphaba, una ragazza che non aveva amici per via della sua pelle di colore verde, ma aveva già grandi e incontrollati poteri.
In principio, la storia di Elphi e Glinda era un romanzo di Gregory Maguire, poi, in un crescendo di trucco, costumi ed effetti speciali, come vogliono le regole del mondo di Oz, è diventata un musical, e infine un film-tripudio, una fantasmagoria kitsch in due parti.
Il film è un lungo ma rapido alternarsi di colori sgargianti, acuti vibranti, premesse archetipiche e sviluppi ancora nascosti dietro il tendone, per scoprire i quali occorrerà attendere un anno intero. Con Cynthia Erivo e Ariana Grande, le protagoniste perfette dell'universo di Oz: incarnazioni di due colori complementari, che non possono mescolarsi o si smarrirebbero, ma rendono benissimo conto di un universo polarizzato, specchio del nostro. Recensione ❯
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I pochi mesi in cui gli ultimi re e regina di Francia con i loro due figli vennero incarcerati in un castello alle porte di Parigi, in attesa di essere giustiziati. Espandi ▽
Luigi XVI e Maria Antonietta vengono condotti alla Tour du Temple dove verranno rinchiusi in attesa del processo che poi li condurrà alla morte. Lo scorrere dei giorni fa emergere i diversi atteggiamenti nei confronti di quanto sta accadendo evidenziando i caratteri di ognuno. L'attesa di una fine ineluttabile letta indagando su ruoli pubblici e psicologie individuali. Recensione ❯
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Johnny Depp alla regia di un biopic su Amedeo Modigliani. Tratto da un testo di Dennis McIntyre e adattato da Jerzy e Mary Kromolowski. Espandi ▽
Settantadue ore nella vita dell'artista bohémien Amedeo Modigliani (Riccardo Scamarcio)
- "Modi" per gli amici - in cui si susseguono un vortice di eventi nella Parigi del 1916, dilaniata
dalla guerra. In fuga dalla polizia, il desiderio di Modi di porre fine alla sua carriera e
abbandonare la città è ostacolato dai suoi colleghi Maurice Utrillo (Bruno Gouery) e Chaim
Soutine (Ryan McParland) e dalla sua musa Beatrice Hastings (Antonia Desplat). Modi
chiede così consiglio al suo amico e mercante d'arte Leopold Zborowski (Stephen
Graham). Tuttavia, dopo una notte di allucinazioni, il caos nella mente di Modi raggiunge
il culmine quando si trova di fronte a un collezionista americano, Maurice Gangnat (Al
Pacino), che ha il potere di cambiare la sua vita. Recensione ❯
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Elegante, ambizioso, imperfetto. Un melò tra passato e futuro in cui si riconosce la firma di un grande autore. Drammatico, Fantascienza - Francia, Canada2023. Durata 145 Minuti.
Una donna decide di liberarsi da tutte le emozioni tornando alle vite precedenti. Espandi ▽
Grande affresco spazio-temporale in cui l’amore diventa questione metafisica, e il melò si fa fibra connettiva del tempo. Ci restituisce un Bertrand Bonello che torna a spiegare le ali della sua ambizione di cineasta. In un film denso e ricco di ispirazioni, parte dell’anima viene da “La bestia nella giungla” di Henry James. In questa versione se ne prendono saggiamente solo alcune parti ma rimane l’idea evocativo-paranoica di una catastrofe sempre dietro l’angolo. Bonello ci va a nozze, dipingendo tre presenti senza futuro, collegando la vera alluvione di Parigi del 1910 all’angoscia di guerre civili potenziali nel presente, fino a un domani “pacificato” in cui la risorsa a rischio di estinzione sono i turbamenti imperfetti dell’animo umano. Un’impalcatura elegante che fa risplendere il film intero. Sontuoso nel disseminare leitmotiv visivi e poetici qua e là, mozzafiato nel disegnare istantanee di vita urbana futura e deserta per le strade di Parigi, Bonello fa un film vulnerabile e imperfetto, opera non del tutto compiuta ma nella cui anima riconosciamo inconfondibile i meriti di un grande autore. Recensione ❯
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Il coming of age particolare e universale di una studentessa problematica. Un'opera che rimane impressa. Commedia, Francia2022. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Stella alle prese col complesso anno della maturità attraverso una commedia sofisticata piena di vita e di vitalità, a ritmo di musica. Espandi ▽
Parigi, fine anni Ottanta. Stella è una studentessa con una serie di problemi, personali, psicologici e familiari. Vive nel bar di sua madre, fin quando non viene venduto per debiti. Ha una famiglia problematica, una madre disoccupata, un padre assente, una scuola che non la stimola, tutto sembra remare contro la sua felicità. Finché un giorno, insieme alle inseparabili amiche, incontra in discoteca un ragazzo che le piace tantissimo e con cui, per la prima volta, si lascia andare.
Un coming of age che è anche una storia di amicizia raccontata a partire da un contesto di disagio sociale. La regia di Sylvie Verheyde sa raccontare bene, anche da un punto di vista estetico, le altalene emotive dell'adolescenza calandole realisticamente nei loro contesti, tra banchi di scuola, pista da ballo, chiacchierate tra amiche sotto le luci stroboscopiche come al buio di una camera.
Una parabola che sa coinvolgere chi guarda non perché si distacchi da altre opere simili, ma per il suo tentativo di essere universale e transgenerazionale: racconta le difficoltà di individuare un posto nel mondo, di capire chi si è e chi si possa diventare, che tutti almeno una volta nella vita hanno provato. Recensione ❯
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Un'opera per tornare a riflettere sulla vicenda di Mimmo Lucano grazie alla sua stessa comunità. Documentario, Italia, Francia, Belgio2024. Durata 97 Minuti.
Dopo vent'anni di armonia, l'arresto del sindaco Lucano costringe Riace, modello per l'accoglienza dei migranti, a un doloroso dilemma: resistere o scomparire. Espandi ▽
Mimmo Lucano, accogliendo i primi 200 migranti giunti sulle vicine coste della Calabria ha fato il via ad un modello di integrazione che ha rivitalizzato strutture del paese ormai improduttive. Qualcuno però non apprezzava il modello e, denunciandolo con l’accusa di diversi reati, ha interrotto l’attività costringendo di fatto molti dei nuovi arrivati e ormai integrati ad andarsene. Il documentario segue tutta la vicenda illustrando motivazioni ed accuse.
Siamo di fronte a un reportage di una lunga, troppo lunga, vicenda di diffamazione (così è di fatto visto che in definitiva tutte le accuse tranne una minore sono state alla fine ritenute prive di fondamento) che si schiera nettamente dalla parte di Lucano.
Ci sono documentari che consentono di ripercorrere in sintesi ciò che la cronaca ci aveva proposto un po’ alla volta. Permettono così di tornare a riflettere sull’accaduto e assumere una nuova e più circostanziata lettura perché offerta, in questo caso, dall’interno di una comunità attiva e, come suggerisce il titolo, resistente. Un paese di resistenza appartiene alla categoria. Recensione ❯
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Deva è una giovane ragazza segnata da una scelta dolorosa: l'aborto di un figlio. L'incontro casuale con un bambino le restituirà la vita. Espandi ▽
Deva vive in una roulotte con sua madre e si impegna al meglio che può per guadagnarsi da vivere attraverso lavori occasionali. Un giorno incontra Carla al mercato del pesce, diventa la sua aiutante e, oltre a badare alla sua pescheria, impara a prendersi cura del suo nipotino. Si svilupperà un legame importante con il bambino, che le cambierà la vita.
Un film delicato e intenso sul senso di essere madre, al di là del sangue e della biologia. Un film sulle madri ma anche sulle donne lavoratrici, che faticano ad arrivare con onestà a fine giornata, e su quelle che invece soffrono di dipendenze. Chiantini sceglie di raccontare le ultime e lo fa scegliendo attrici brave e generose, e una protagonista in grado di portare sulle spalle un gravoso carico di dramma e dignità.
In un film tutto al femminile che sa emozionare e far riflettere sul senso ultimo della maternità agli uomini restano piccoli ruoli, come il brutale vicino di roulotte interpretato da Francesco Salvi, che ben si presta a raccontare lo squallore di una vita senza speranza. Recensione ❯
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Un capolavoro pop che dà nuova vita a situazioni cinematografiche ultra-classiche. Hard boiled, USA1994. Durata 150 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Quattro storie di violenza s'intersecano in una struttura apparentemente circolare che va avanti e indietro nel tempo. Espandi ▽
Los Angeles. Due rapinatori, Zucchino e Coniglietta, decidono di mettere in atto il prossimo colpo nella caffetteria in cui stanno facendo colazione. I killer Vincent Vega e Jules Winnfield recuperano una valigetta dal contenuto segreto, puliscono la loro macchina insozzata del sangue di uno spacciatore con l'aiuto di Mr. Wolf e finiscono nel locale della prima storia. Vincent Vega deve portare a ballare Mia, la moglie del boss Marsellus Wallace, dalla quale è subito attratto. Il pugile Butch dovrebbe cadere al tappeto in un incontro truccato, ma l'orgoglio glielo impedisce.
Con una capacità incomparabile di mescolare alto e basso, generi e loro riscrittura, il regista poco più che trentenne orchestra un capolavoro pop fatto di citazioni e rimandi interni con il fine primo di traghettare lo sguardo in un gioco, di godibilissima fattura, in cui la forma della "digressione" la fa da padrone, dando nuova vita a situazioni cinematografiche ultra-classiche.
Tra le sequenze entrate nella storia citiamo il ballo tra Vincent Vega e Mia Wallace al "Jack Rabbit Slim's" sulle note di You Never Can Tell di Chuck Berry. Colonna sonora epocale e attori, quasi tutti, in stato di grazia. Ottima la fotografia di Andrzej Sekula. Un cult. Recensione ❯
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Incarnando un'epoca ribelle e irripetibile, Ilie Nastase è il protagonista di
un ritratto straordinariamente umano. Documentario, Romania2024. Durata 103 Minuti.
L'anno 1972 nella carriera e nella vita di Ilie Nastase. Espandi ▽
Ilie Nastase, nato a Bucarest nel 1946, è stato il primo bad boy del tennis. Estroso e istrionico, elegante e imprevedibile, si è affermato come uno dei più grandi campioni della racchetta nella prima metà degli anni Settanta, vincendo gli US Open e il Roland Garros in singolare e in doppio, e Wimbledon nel doppio e nel doppio misto. Ma soprattutto, con il suo stile di gioco, i comportamenti e l'esuberanza dentro e fuori dal campo, ha impresso al tennis una scossa rivoluzionaria. Perfetto esempio di genio e sregolatezza, è stato il primo tennista a travalicare i confini del proprio sport, diventando un'icona. Recensione ❯
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Un'opera cinematografica che spinge i confini della narrativa visiva, affrontando le complesse sfaccettature dell'amore e delle conseguenze emotive della violenza domestica. Espandi ▽
Tu cerchi l'Amore! Rachele ride allo sconosciuto col quale sta chattando su webcam. Lei all'amore
non crede. E ci accompagna a scoprire l'unico sentimento che conosce, il legame
fortissimo velenoso che unisce i suoi genitori. In pubblico si mostrano affettuosi e
innamorati, ma dietro porte chiuse, è tutto possesso sottomissione paura e dolore.
Rachele vuole essere diversa. Ma può veramente esserlo, se l'unica forma di amore che
conosce è violenza? Recensione ❯
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