Titolo originale | Retrato de um certo oriente |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Brasile, Italia, Libano |
Durata | 93 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Marcelo Gomes |
Attori | Wafa'a Celine Halawi, Charbel Kamel, Zakaria Kaakour, Eros Galbiati, Rosa Peixoto Nando Azevedo, Tuna Dwek. |
Uscita | giovedì 30 gennaio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Kavac Film |
MYmonetro | 3,25 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 27 gennaio 2025
Fine anni '40. A bordo di una nave diretta in Brasile si consuma una relazione ritenuta intollerabile. Ritratto di un certo Oriente è 155° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 38,00 e registrato 841 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Fratello e sorella, Emir ed Emilie vengono da una famiglia di libanesi cattolici ma hanno perso i genitori in modo traumatico. Con il paese in guerra, Emir decide di emigrare in Brasile in cerca di una nuova vita, trascinando con sé la ragazza che invece è più riluttante. Nel lungo viaggio in nave Emilie incontra Omar, commerciante di tessuti musulmano, e a lui si avvicina approfittando del fatto che Emir è confinato in cuccetta perché senza biglietto. Ma il suo desiderio di controllo sulla sorella, unito alle diversità religiose con Omar, mette i due uomini in rotta di collisione proprio mentre il gruppo sbarca nel "nuovo mondo" brasiliano.
Ottava regia per il cineasta brasiliano Marcelo Gomes, che adatta il romanzo "Ricordi di un certo oriente" di Milton Hatoum facendone uno studio sulla gelosia, l'attrazione e le sottili dinamiche di controllo familiari e di genere.
Il tutto in una forma estetica elegante e senza tempo, di un bianco e nero particolarmente evocativo, che attorno al delicato equilibrio del triangolo di protagonisti ben dipinge anche una classica parabola di migrazione e adattamento culturale. Per quanto il focus sia sempre a stretta distanza dai tre personaggi principali, dei quali Gomes osserva con granulare sensibilità il velenoso groviglio di attrazione e devozione, il contesto più ampio non si fa mai semplice sfondo. La macchina da presa è animata da un'energia languida che si sofferma sugli altri passeggeri della nave, ognuno con le sue storie di vita diversissime ("Peggio di così, è impossibile" mormora un migrante italiano sullo stato dell'Europa del dopoguerra), e poi più avanti sullo shock dell'esperienza del Brasile, per chi arriva come per la popolazione indigena che li accoglie. Dall'oceano fino alla foresta che conduce verso la città di Manaus, Portrait of a Certain Orient mette in chiaro che il passato e la memoria continuano a guidare le nostre azioni anche quando ci illudiamo di poter fuggire a continenti di distanza. Non a caso il film inizia e finisce su delle fotografie, entrambe motivo di dolore. Eppure, in un finale particolarmente riuscito, Gomes fa in modo di rendere inconoscibili quei confini tra felicità e tristezza, costrette loro malgrado a migrare per sempre l'una nell'altra.
È una condizione di finta stasi quella che domina la prima parte di Ritratto di un certo Oriente, il nuovo film di Marcelo Gomes tratto dal romanzo omonimodi Milton Hatoum. Una immobilità "farlocca" dovuta alle due imbarcazioni trasformate in set, necessarie a raccontare le due tappe del viaggio che, a partire dal Libano, conduce i fratelli cattolici Emir e Emilie prima in Brasile e poi, più nello [...] Vai alla recensione »
Emir e Emilie, fratello e sorella libanesi, vendono tutto e fuggono in Brasile nel 1949, mentre è guerra con Israele, e dopo la morte dei loro genitori, cristiani maroniti, per mano musulmana. Sul piroscafo Emilie, novizia strappata al convento dal fratello armato, s'innamora di Omar, mercante libico, ma Emir, pazzo di gelosia incestuosa e crescente odio religioso, cerca di impedirne l'idillio, anche [...] Vai alla recensione »
Forse aveva ragione T. S. Eliot quando scriveva che "il viaggio, non la meta, è ciò che conta". Jack Kerouac avrebbe adottato questa filosofia per realizzare un testo che ha fatto scuola, Sulla strada. A sposare questo pensiero negli ultimi anni è stato anche il regista brasiliano Marcel Gomes. Il bellissimo Cinema, Aspirins and Vultures (da recuperare) raccontava di un venditore di "aspirine" che [...] Vai alla recensione »
Libano, fine degli anni '40: altre diaspore, altre storie di vita cercata altrove. Lo spunto viene dal romanzo del brasiliano Milton Hatoum Relato de um Certo Oriente, racconto stratificato di generazioni di brasiliani originari del Libano, in cui lo scrittore alla fine degli anni '80 rievocava le proprie origini. Marcelo Gomes (Cinema, Aspirins and Vultures, 2005) ne fa una trasposizione parziale [...] Vai alla recensione »