Titolo internazionale | Daughter of Mine |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Svizzera, Germania |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Laura Bispuri |
Attori | Valeria Golino, Alba Rohrwacher, Sara Casu, Michele Carboni, Udo Kier Michela Atzeni, Emanuela Bilancetta, Giuseppe Boy, Massimiliano Caprara, Lia Careddu, Francesco Falchetto, Maria Loi, Fiorenzo Mattu, Felice Montervino, Carla Orrù, Andrea Petrillo (II), Iacopo Pisani, Monica Piseddu, Julia Radovic, Efisio Sanna, Giada Scano. |
Uscita | giovedì 22 febbraio 2018 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,08 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 31 maggio 2018
Un viaggio in cui tre figure femminili si alternano, si cercano, si avvicinano e si allontanano, si amano e si odiano. Il film ha ottenuto 5 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Figlia mia ha incassato 83,9 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Sardegna. La piccola Vittoria (10 anni) ha una stretta relazione con sua madre Tina. In una casa in degrado fuori dal paese vive Angelica che è spesso ubriaca e cerca affetto tra le braccia di uomini che sono solo interessati al sesso. Angelica è la madre naturale di Vittoria e, nel momento in cui viene sfrattata, Tina spera di liberarsi in modo definitivo della sua presenza. Perché il rischio che riveli la propria maternità alla bambina è sempre in agguato. Ancora di più quando Vittoria e Angelica iniziano ad avvicinarsi.
Laura Bispuri, dopo Vergine giurata, prosegue la sua esplorazione nelle dinamiche della femminilità affiancata nuovamente da Francesca Manieri. Lo fa con un film la cui radice esistenziale è rinvenibile nell'aggettivo possessivo del titolo: mia.
Di chi è Vittoria? Della madre che conosce come tale, Tina, che si occupa di lei (anche se non vede o non vuole vedere quanto le coetanee la isolino)? Oppure di Angelica, che l'ha messa al mondo poco dopo il suo arrivo sull'isola e l'ha ceduta perché consapevole di non sapere rinunciare alla propria personalità in continua tensione di ricerca? Ma, soprattutto, come può applicare quel 'mia' alla sua propria personalità in fase evolutiva (come voleva lo slogan femminista "Io sono mia") se la sua acquisizione di identità è minata da un dubbio crescente?
Bispuri accompagna le sue tre eccellenti protagoniste alla ricerca di se stesse utlizzando anche piani sequenza in cui il loro 'perdersi' è accompagnato da una colonna sonora tanto invadente quanto pronta a infrangersi per lasciare posto ad altro. È la sintesi dinamica di questo film in cui l'alternarsi di scoperte e smarrimenti si scontra con le urgenze del vivere. Un vivere che deve confrontarsi con una natura che, come una madre, può essere benevola o difficile da affrontare e compiacere. Come quando Vittoria sente il bisogno di pronunciare la parola 'mamma' senza sapere che quel sostantivo farà al contempo del bene e del male, promuovendo il riemergere di tensioni solo apparentemente sopite, sepolte sotto terra come un possibile tesoro in una necropoli sperduta nella selvaggia natura di un'isola carica di mistero. Un mistero come è, in qualsiasi società e in qualsiasi condizione, ancora oggi quello della maternità.
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Figlia mia. Mia, di chi? Di Tina, colei che l’ha cresciuta e che Vittoria considera da sempre come madre? O di Angelica, madre naturale che, incapace di sostenere la responsabilità del ruolo, l’ha ceduta alla nascita? Tina è dolce, accudente, protettiva, forse troppo; Angelica è selvaggia, incoerente, incapace di prendersi cura della bambina con continuità. [...] Vai alla recensione »
Piccole donne crescono … Una di queste è Vittoria (Sara Casu), dieci anni appena, è quella che cresce a più grandi passi, ha l'aria di cominciare a capire il mondo dei grandi, si guarda intorno, osserva, percepisce. L'altra è Angelica (Alba Rohrwacher), è una giovane adulta, nelle parti di una “svitata”, sregolata, una che non si vergogna [...] Vai alla recensione »
"Figlia mia" :titolo dai caratteri e toni perentori ,autoritari,una calcatura che rispecchia comunque la personalità dei sardi...inclini al possesso in senso lato. Figlia mia=filla mia/mea, risuona l'impatto forte che il film vuole trasmettere .Se si antemponesse l'aggettivo "mia" al termine figlia ,si sentirebbe un suono più dolce, dove il possesso perderebbe [...] Vai alla recensione »
Film decisamente al femminile, scritto da due donne (sceneggiatrice e regista), diretto da una donna e con protagoniste tre donne, una bambina di dieci anni, lentigginosa e dai capelli rossi (Vittoria) e due madri, quella che l’ha cresciuta prendendosene cura e donandole tutta se stessa (Tina interpretata dalla Golino) e quella naturale (Angelica, interpretata dalla Rohrwater).
"FIglia Mia" della regista Laura Bispuri è un film dove due madri (una naturale e l'altra adottiva) si contendono l'amore per la figlia di dieci anni. Abbandonata dalla madre naturale (Alba Rohrwacher) nel giorno stesso della sua nascita, la neonata viene presa in adozione da una donna (Valeria Golino) che molto probabilmente non può avere figli ma che ha [...] Vai alla recensione »
L'estate dei suoi dieci anni è per Vittoria la scoperta istintiva di un sentimento che non aveva mai provato; divisa tra la rassicurante presenza di una madre amorevole ed il richiamo accattivante di una donna dalla vita sregolata che sembra somigliarle moltissimo. Quando il nodo dei suoi insoliti capelli fulvi viene finalmente al pettine, dovrà decidere da che parte far pendere l'ago impazzito del [...] Vai alla recensione »
Dispiace dirlo, con tante attrici di qualità, ma il film è scandaloso
Noioso e banale, senza alcun spessore. Tempo perso.
Un film dove non funziona nulla. La recitazione è falsa. La scrittura è falsa. Non si riesce a provare un minimo empatia in nulla di quello che accade. La regia disordinata e preconfezionata. Unico film italiano in concorso al Festival di Berlino 2018? ma davvero?
ngelica a far da madre alla sua bambina è ancora in atto, non sarà mai in grado di cambiare e la piccola ritornerà alla famiglia adottiva con rinnovato affetto. In tutto il film non si coglie nè il disagio nè la rabbia, nè la gelosia, insomma alcun sentimento negativo che sarebbe naturale provassero, mentre invece si nota la rassegnazione dell'una nei [...] Vai alla recensione »
La bravura di Alba Rohrwacher non basta a fare scorrere il film che inciampa su alcune banalità, la fotografia non rende merito né ai personaggi, né alla meravigliosa terra di Sardegna. Finale scontato.
Film affascinante per la selvaggia Sardegna, più vicina ai tempi di Grazia Deledda che ai tempi nostri, e per la interpretazione delle due attrici, Golino e Rohrwacker ,e della piccola dai capelli rossi. Il finale lascia sorpresi perchè adombra una solidarietà femminile fra la madre naturale Angelica (solo di nome) e Tina la madre adottiva dopo che la loro amicizia si è [...] Vai alla recensione »
Molto intenso, non condivido la scelta di esaltare le performaces delle attrici in quanto la Golino ha la stessa faccio per tutto il film, meravigliosa e sorprendente la Rohrwacher... Anche la bimba è bravissimaAndrea Firenze
Sporco, nel sonoro e nelle immagini. Aspro, nella storia. Sgradevole, nell'interpretazione "perfetta" di Alba Rohrwacher. Insomma, il cinema come piace a me.
Chissà com'è...chissà come non è, ma ogni tanto dal sottobosco del cinema Italiano spunta un piccolo ottimo film (come questo), che farò fatica a dimenticare
C'è un lascito di conoscenze che si tramanda di madre in figlia, e che contribuisce a creare l'identificazione del femminile. Un trasferimento di informazioni spesso interrotto, soprattutto nella contemporaneità. Laura Bispuri lo rimette proprio al centro del suo Figlia mia, una riappropriazione fin dal titolo. E se così spesso nel film si parla della Vergine Madre è perché con la concezione mariana della femminilità, così presente nella cultura italiana, Bispuri si confronta in modo diretto, facendo squadra con un'altra artista di talento: la sceneggiatrice Francesca Manieri.
Al cuore della storia è una bambina di quasi dieci anni, Vittoria: diversa dalle coetanee fin dai colori - rossa e lentigginosa - con una grande coda di cavallo che la accomuna fin dalla prima scena ai quei bradi non addomesticabili che animano ancora oggi i rodei in una terra, quella di Sardegna, rimasta ancora un po' Far West.
Eppure Vittoria è cresciuta obbediente come la voleva sua madre adottiva Tina, donna timorosa di tutto (e della Beata Vergine, cui si rivolge affinché tutto resti uguale) e preoccupata che la bambina esca dal suo abbraccio tentacolare per raggiungere la madre naturale: Angelica, cui Vittoria somiglia per aspetto fisico anomalo e indole ostinata e contraria. Con Angelica la bambina smette di sentirsi brutto anatroccolo e si trasforma in cigno coraggioso, va incontro alla propria sessualità e al suo essere femmina.
Ci sono due madri nel nuovo film di Laura Bispuri, appena presentato nel concorso della Berlinale e da oggi in sala, anche se non è della maternità che parla ma piuttosto dell'essere figlie, o meglio ancora della ricerca di affermare un personale modo di essere donne. Figlia mia è un romanzo di formazione che fa coincidere la scoperta di sé con quella di un femminile «aperto», da sperimentare, che [...] Vai alla recensione »
Dalle pendici montane di Vergine Giurata alla ventosa costa sarda di Figlia mia - pellicola italiana presentata con successo in concorso a Berlino - il passo sembra grande e invece è minimo. Almeno per la regista romana Laura Bispuri, i cui caratteri (sempre rigorosamente femminili) respirano in perfetta sintonia con gli umori del paesaggio ostico e selvatico che li circonda.
A Berlino, dove vanno in estasi per i film noiosi, la regista romana Laura Bispuri è già un mito. Tre anni fa presentò un Vergine giurata da svenimento. Stavolta ci riprova con Figlia mia. A legare le due opere, oltre all'infinito tedio, la presenza dell'antipatica Alba Rohrwacher. Una delle due madri sarde (con Valeria Golino) della bambina del titolo.
In una Sardegna fatta di pesca, squallidi localini, rodei e motocross, due madri si contendono una figlia. Quella naturale è una sciamannata (Alba Rohrwacher), mentre l'adottiva (Valeria Golino) ha la testa sulle spalle. Lo scontro di madri è uno scontro di star, capaci di oscurare la "figlia" interpretata dalla piccola Sara Casu. La seconda regia della promettente Bispuri, dopo Vergine giurata, sa [...] Vai alla recensione »
Tre anni dopo il suo singolare esordio con il severo Vergine giurata in questi giorni Laura Bispuri gareggia a Berlino con l'opera seconda Figlia mia. Femminilità, ambiguità, passaggi di conoscenza di sé tornano al centro dell'attenzione. Tramite il carisma della stessa Alba Rohrwacher qui in competizione con Valeria Golino e accanto alla piccola Sara Casu.
Al di là del marchio "western della maternità" questa Sardegna rurale rossa acida e polverosa di cavalli e forze ancestrali è scenario mitico ben inventato per la sfida ragione&sentimento tra Angelica (Rohrwacher) e Tina (Golino), la madre naturale selvaggia e ubriacona e la madre adottiva affidabile fino all'ansia di Vittoria, che a 10 anni scopre la verità.