gianleo67
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sabato 21 marzo 2015
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"transumanar significar per verba..."
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In un mondo reso sterile dallo sfruttamento intensivo delle risorse naturali e avviato ad una inevitabile desertificazione, le colture estensive si sono ormai ridotte alle poche specie che possono sfamare una popolazione sempre più numerosa e dove l'agricoltura sembra l'unica attività di sussistenza in grado di mantenere un sistema economico e sociale sempre più fragile e precario. Già ingegnere, abile pilota della NASA e padre di due figli orfani di madre, Cooper manda avanti tra mille difficoltà la sua fattoria aiutato dall'anziano genitore e dal giovane figlio Tom. Quando, grazie all'aiuto della figlia Murph, scopre per caso dell'esistenza di un programma spaziale segreto di viaggi interstellari che ha lo scopo di trasmigrare l'umanità verso altri mondi extra-solari, viene coinvolto nel progetto da un suo vecchio professore che lo costringe a scegliere tra la sua famiglia e la salvezza del genere umano.
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In un mondo reso sterile dallo sfruttamento intensivo delle risorse naturali e avviato ad una inevitabile desertificazione, le colture estensive si sono ormai ridotte alle poche specie che possono sfamare una popolazione sempre più numerosa e dove l'agricoltura sembra l'unica attività di sussistenza in grado di mantenere un sistema economico e sociale sempre più fragile e precario. Già ingegnere, abile pilota della NASA e padre di due figli orfani di madre, Cooper manda avanti tra mille difficoltà la sua fattoria aiutato dall'anziano genitore e dal giovane figlio Tom. Quando, grazie all'aiuto della figlia Murph, scopre per caso dell'esistenza di un programma spaziale segreto di viaggi interstellari che ha lo scopo di trasmigrare l'umanità verso altri mondi extra-solari, viene coinvolto nel progetto da un suo vecchio professore che lo costringe a scegliere tra la sua famiglia e la salvezza del genere umano. La missione, difficile e perigliosa, si rivelerà foriera di scoperte sensazionali in grado di sovvertire la stessa concezione del genere umano ed il suo ruolo centrale nell'universo.
"Transumanar significar per verba non si poria. Però l'essemplo basti, cui esperienza grazia serba"; per dirla come Dante la rappresentazione di un'esperienza che trascende l'umana percezione delle dimensioni a noi conosciute (lo spazio ed il tempo) dovrebbe rimanere confinata nell'ambito di una suggestiva allusività che ne preservi il mistero pur rendendone immediata la complessità di significati che essa si porta dietro. Questo pare non sia l'avviso della pubblicistica nella tradizione cinematografica a stelle e strisce, nè tantomeno del prolifico e magniloquente Nolan che pure a confronto con generi più umanistici ('Memento'- 2000, 'Insomnia' 2002) aveva dato prova di saperci fare con 'l'inner space' delle ossessioni e dei labirintici percorsi della mente umana. Frutto di un adattamento ipertrofico delle teorie divulgative del fisico teorico Kip Thorne e pienamente inserito in un filone fantascientifico dove gli ingredienti melodrammatici legati all'amor di patria (USA VS Resto del Mondo) e di famiglia (unità minima di aggregazione sociale d'oltreoceano) ne rappresentano i cardini ideologici, questa prolisso eppur godibile blockbuster action-adventure targato Warner e Paramount (165 milioni di dollari!) ci vuole stupire con effetti speciali ed in larga parte non si sottrae dal farlo, pur demandando ad un immaginario del già visto tra Star Treck e l'Odissea nello spazio che fu (correva l'anno,ricordiamolo, 1968!) quell'armamentario iconografico e figurativo che ci saremmo aspettati di trovare. Reggendo egregiamente (il montaggio ha fatto davvero miracoli) le quasi tre ore di metraggio e portando alle estreme conseguenze la tesi buonista secondo cui gli eroi non muoiono mai (anche se attraversano la schiacciante gravità di un buco nero ribattezzato secondo l'uso corrente al pari di una comune 'tempesta tropicale' e rimangono senza ossigeno alla deriva nello spazio cosmico) nè tantomeno i loro figli, questa salvazione del mondo a misura di famiglia (altro che legge di Murphy) è una summa di come la sfrontatezza irriverente e pragmatica di certo cinema americano abbia in dispregio tanto il ridicolo di alcuni passaggi inverosimili (una pioniera dei viaggi interstellari e figlia d'arte in cerca di un innamorato disperso tra le stelle) che una retorica da 'topgun' in grado di attraccare una stazione orbitale senza controllo ed in caduta libera, semplicemente attraverso l'annullamento in sincrono del momento angolare. Ma, si sa, lo spettacolo non ama (giustamente) la coerenza e si fonda sul (sacrosanto) diritto di confondere il vero col verosimile, facendoci godere di panorami mozzafiato dove la risacca di maree da 'Black Hole' ti fa arrivare l'acqua alle caviglie per poi annientarti con onde chilometriche, o palpitare per le conseguenze melodrammatiche di una 'perdita di tempo' (in lustri) dettata dalla relatività generale. Tornado all'assunto dell'incipit poi, rimane confinato nel solco di una tradizione disneyana la trovata di una multidimensionalità 'gravitazionale' che, scimmiottando la ricaduta di una teoria delle stringhe e dei paradossi di conoscenza delle circuitazioni temporali, conduca un padre a dialogare con una figlia ancora piccola convinta dell'esistenza dei fantasmi od a lanciarsi messaggi dal futuro nella speranza di convincere sè stesso che a volte è il caso di starsene tranquilli in casa invece di andarsene a zonzo per il periglioso Universo-Mondo. Così tra il nichilismo romantico di Dylan Thomas e le stazioni idroponiche orbitanti su Saturno tutto sembra risolversi per il meglio ed un padre, avendo salvato capra e cavoli, può congedare la figlia invecchiata e morente attorniata dalla numerosa discendenza, negletto a parentado tutto ed all'intera opinione pubblica che ne sconosce le gesta e l'eroismo; allora tanto vale riprender la strada delle stelle sulle tracce dell'amor perduto...(to be continued). Premio Oscar 2015 per i Migliori effetti speciali e spledide musiche di Hans Zimmer.
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cinemaniac98official
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giovedì 19 marzo 2015
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interstellar .. un quasi capolavoro
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Mi aspettavo di meglio , molto meglio , invece è solamente un bel film , parecchie buone idee , bravissimi gli attori , soprattutto il caro Matthew , la trama è stupenda peccato che Nolan anche nei film che potrebbe riuscire al cento per cento , riesce ad infilarci dialoghi puramente insensati come quello della Hathaway .... Personaggi stupidi che fanno cose stupide , ne è un esempio la attrice resa famosa da Il diavolo veste Prada , citata prima .
bellissime le musiche , fantastico l'immaginario di Kip Thorne , ma il buco nero e ciò che c'è dentro ... Per me non funziona , non mi da l'idea di realtà a cui tanto aspirava Nolan girando questo film .
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Mi aspettavo di meglio , molto meglio , invece è solamente un bel film , parecchie buone idee , bravissimi gli attori , soprattutto il caro Matthew , la trama è stupenda peccato che Nolan anche nei film che potrebbe riuscire al cento per cento , riesce ad infilarci dialoghi puramente insensati come quello della Hathaway .... Personaggi stupidi che fanno cose stupide , ne è un esempio la attrice resa famosa da Il diavolo veste Prada , citata prima .
bellissime le musiche , fantastico l'immaginario di Kip Thorne , ma il buco nero e ciò che c'è dentro ... Per me non funziona , non mi da l'idea di realtà a cui tanto aspirava Nolan girando questo film ..... Buone idee , bravi gli attori , belle le musiche , ma Nolan alla perfezione ancora non ci arriva , un film di due ore e cinquanta che annoia a tratti e a tratti sorprende .... Fantastica sorpresa il mutato nell'animo , Matt Damon , che sorprende e non te lo aspetti ... Bel film , ma Moon di Duncan Jones lo supera alla grande e lo supera alla grande anche il fantastico e spettacolare Gravity del mitico Cuaron .
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lordhope
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mercoledì 18 marzo 2015
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per chi ama la fantascienza
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Film sicuramente molto lungo ma che vale la pena vedere se siete attirati da tutto quello che è fantascientifico ,(SPOILER) ho sentito molti criticare la parte in cui lui entra nel buco nero , dicendo che è irrealistico e che non è possibile....cari miei se è un film FANTASCIENTIFICO non potete aspettarvi il professore universitario che vi spiega tutte le teorie giuste , quindi mettetevi l'animo in pace .
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(di ciappami)
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salva66
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mercoledì 18 marzo 2015
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unico!!!
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Poche parole, per questo film che nel suo genere è a dir poco geniale! A mio parere, il più bel film di fantascienza!
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thega
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venerdì 6 marzo 2015
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l'arte non è perfezione
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Quando ci si avvicina ad un film di Nolan ci si dovrebbe attrezzare mentalmente come quando ci si avvicina ad un'opera d'arte.
Con quest'ottica le inesattezze e le mancanze di questo film non hanno più il ruolo centrale, ma diventano accessorie all'aspetto artistico di questa opera.
L'apparato scientifico del film è debole senza dubbio, Il personaggio interpretato da Caine non rende onore in termini di profondità psicologica alla sua bravura interpretativa e l'eccesso filosofico attribuito ai personaggi li rende tutt'altro che realistici (come succede ormai nella quasi totalità dei film di produzione statunitense). Sicuramente ci sono numerose altre cose che Nolan potrà migliorare.
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Quando ci si avvicina ad un film di Nolan ci si dovrebbe attrezzare mentalmente come quando ci si avvicina ad un'opera d'arte.
Con quest'ottica le inesattezze e le mancanze di questo film non hanno più il ruolo centrale, ma diventano accessorie all'aspetto artistico di questa opera.
L'apparato scientifico del film è debole senza dubbio, Il personaggio interpretato da Caine non rende onore in termini di profondità psicologica alla sua bravura interpretativa e l'eccesso filosofico attribuito ai personaggi li rende tutt'altro che realistici (come succede ormai nella quasi totalità dei film di produzione statunitense). Sicuramente ci sono numerose altre cose che Nolan potrà migliorare.
Ma restiamo al prodotto artistico: si tratta di una pellicola indiscutibilmente unica. Un racconto poetico e ricco di azione, in cui l'equilibrio non è un elemento presente nell'arco dell'intero film, ma che caratterizza le singole scene, spostando l'accento emotivo su questa o quella emozione. Una scenografia ed una fotografia di classe e di qualità accompagnano il protagonista, immergendoci in ambienti che sono specchio e produttore di emozioni: in questo modo ogni scena risulta bilanciata, armonica, ma completamente slegata dalle altre; la mia sensazione è stata quella di vedere una serie a puntate, più che un film singolo. Considero questo aspetto positivo.
La magistrale colonna sonora firmata Zimmer non fa che completare, ma forse dovrei dire "rendere possibile", questa opera di immersione e coinvolgimento totale in ogni scena come se fosse l'ultima.
La sceneggiatura risulta prevedibile in alcuni aspetti, soprattutto quelli legati ai personaggi: ne soffre la qualità dei profili di ciascuno di essi. Tuttavia le prove d'attore convincenti aiutano a far passare questo limite in secondo piano (ed anche questa cosa è praticamente una costante nel cinema statunitense degli ultimi anni: grandi attori che riescono a tirare in piedi personaggi scarsamente approfonditi). Ma in ogni caso la grande forza della sceneggiatura è la sua ambizione, il coraggio di portarci con le mani e coi piedi su altri pianeti, di spingerci dentro un buco nero, in mezzo a cinque dimensioni spaziali. Siamo nel cuore della fantascienza, quella d'altri tempi. Il paragone con Kubrik è scontato ed è legittimo. Quella di Kubrik non è un'opera sacra ed ha essa stessa i suoi difetti, di cui non sono degno di fare nota. Di certo i film sono diversi e forse Nolan paga qualcosa nel voler dare una chiusura comprensibile al film ed al suo messaggio a tutti i costi. Ma d'altra parte Nolan vince nella capacità di spingersi oltre nella fantascienza rispetto a Kubrik, regalandogli anche alcune godibili scene di omaggio.
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killbillvol2
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martedì 3 marzo 2015
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interstellar (spoiler)
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Si esce frastornati dopo la visione dell'ultimo film di Christopher Nolan. A causa delle tre ore di film, dall'accumularsi infinito di eventi e colpi di scena, dalle immagini meravigliose che ci opprimono solo come lo spazio (ovvero l'unico luogo senza fine che conosciamo) riesce a fare. Intrattenimento, digressioni a volte futili, ma, soprattutto, ambizione spropositata.
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Si esce frastornati dopo la visione dell'ultimo film di Christopher Nolan. A causa delle tre ore di film, dall'accumularsi infinito di eventi e colpi di scena, dalle immagini meravigliose che ci opprimono solo come lo spazio (ovvero l'unico luogo senza fine che conosciamo) riesce a fare. Intrattenimento, digressioni a volte futili, ma, soprattutto, ambizione spropositata. E' proprio questa che a tratti rischia di tarpare le ali ad Interstellar, che gli impedisce di essere un'unica e definita cosa, in favore di molte altre, meno complicate di quanto vogliano sembrare, più vaghe e derivative. Ma è proprio grazie a questa ambizione e al coraggio legato ad essa, entrambi enormi come il buco nero dove Cooper si lascia precipitare, che da semplice opera di intrattenimento commerciale come erano stati gli ultimi film del regista, Interstellar si trasforma in qualcosa di più, in vero cinema. Le cadute di stile sono molteplici, come quelle di tensione, così anche le incongruenze e gli episodi inopinati, ma tutto è funzionale, tutto fa parte dell'imbroglio che è il cinema, tutto è volto ad estasiare. Per questo non ha errato del tutto Tarantino, citando Malick e Tarkovskij, paragone che, nonostante rimanga azzardato (siamo lontani dalla perfezione stilistica dei due autori), risulta più veritiero di quanto possa sembrare in apparenza. Nolan è riuscito nella non facile impresa di congiungere e (quasi) fondere intrattenimento e buonismo Spielberghiano alla visionarietà e alla teorica del Kubrick di 2001, evidente onte di ispirazione (il riflesso del buco nero sul vetro del casco indossato da Cooper è preso di peso dal capolavoro del 1969). Ma, prima che i puristi si scandalizzino, spieghiamo meglio: Nolan non vuole "fare" Kubrick, ma sa perfettamente che, girando una space opera intimista e esistenzialista, non si può non confrontare e scontrare con il genio del cinema. Perciò, invece di nascondere l'ispirazione, la mette in scena e in bella vista, in modo assolutamente inequivocabile. Ma, così facendo, non eccede, non pecca di tracotanza, ma al contrario, si inchina umilmente al maestro, probabilmente sapendo di non poterlo mai eguagliare del tutto. Perché, nonostante tutto, Nolan è pur sempre Nolan, e il regista londinese sa sempre tutto, persino cosa c'è nella quinta dimensione e chi l'ha creata. Sa che gli uomini si evolveranno e riusciranno a salvarsi dalla distruzione e sa che cosa c'è oltre l'ignoto. Forse sta proprio qui il difetto che molti accusano in Interstellar e in molto cinema del regista: il bisogno di spiegare tutto e di non lasciare niente di irrisolto e irrisolvibile. Così anche in Inception, altra opera che cadeva quando mirava alla SPIEGaziONE di quanto di più inspiegabile e misterioso, paragonabile solamente allo spazio infinito, appunto. Ma questo è lo stile e l'ossessione del regista, così come il tempo: che si avvolge, si capovolge, si comprime, si dilata e si annulla. Il tempo è fondamentale in Interstellar ed è la chiave per capire tutto ciò che accade: non a caso, la risoluzione dell'enigma viene comunicata proprio attraverso un orologio rotto. Enigma, però, facilmente prevedibile e risolvibile molto prima della metà della pellicola (sinceramente, si può capire anche dopo una sola mezz'ora di film), cosa che tradisce la natura semplice, ma non sempre semplicistica, del lungometraggio. Il messaggio è sempre quello: l'amore trascende il tempo e lo spazio. Ma la decisione, seppur non originale, di rappresentare questo amore come quello asessuato e puro tra padre e figlia (e non tra uomo o donna, nonostante la possibilità ci fosse), è vincente. Forse è proprio per questo che il film accumula twist narrativi e cambi di prospettiva (il più azzeccato è quello legato al personaggio di Michael Caine): a tratti si vergogna di essere un intrattenimento familiare e già visto. Ma grazie alla mano di Nolan, che, qualsiasi cosa si dica, dietro la macchina da presa ci sa fare (meravigliose le inquadrature statiche sull'astronave mentre intorno ad essa succede il putiferio), ciò che è già visto ci appare, se non nuovo, rinato e affascinante. Un po' (senza fare paragoni) come le frasi fatte presenti in The Tree Of Life (è perciò si ritorna all'intervento di Tarantino). Non troppo convincente l'episodio eccessivamente lungo e abbastanza confuso dedicato a Matt Damon, il quale però riesce a dare il giusto spessore al personaggio. Però, al di sopra di tutto il cast, si trova Matthew McConaughey, in evidente stato di grazia: basta la sua reazione all'assistere impotente ai 23 anni di vita del figlio (il quale viene però dimenticato per strada) che passano inesorabilmente su uno schermo per applaudire. Schermo anch'esso molto simile a quello dell'Odissea Nello Spazio, con il quale però non condivide l'avversità per le macchine e per la tecnologia: qui il computer di bordo è un simpaticone che sa far dell'ironia (mai invasiva), cosa che riconduce Interstellar all'intrattenimento per famiglie dal quale disperatamente cerca di prendere le distanza e al quale inevitabilmente approda. Ma bisogna ricordarsi di una cosa: siamo pur sempre davanti a un film prodotto da una major hollywoodiana che ha speso milioni di dollari per realizzarlo. Qualcosa non funziona, qualcosa non torna, qualcosa è scontato, ma davanti a un'opera fiume (sono pur sempre 169 minuti) come questa, munita e fiera del suo grandissimo coraggio (non è mica facile propinare minuti di inquadrature silenziose di pianeti alle platee di oggi), bisogna soltanto prenderla, accettarla e godersela.
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nico_c
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sabato 28 febbraio 2015
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l'armonia contorta della fisica
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Il grandissimo capolavoro fantascientifico del ventunesimo secolo, Odissea nello Spazio, protagonista negli effetti speciali e nella trama é stato quasi sorpassato da un film con magari un'"idea portante" più banale ma con una grandissima intensità sia emotiva che d'azione. Ecco a voi un capolavoro per farvi innamorare della magia della scienza più contorta, scritto con la grandissima cura scientifica del fisico Kip Thorne, una stella brillante in cui si fondono l'empiricitá delle emozione e la rigorosa matematica della fisica, un film che stupisce con scene soprannaturali ma naturali accompagnate da effetti speciali molto sorprendenti, per farvi scoprire la bellissima paura di addentrarsi in qualcosa di sconosciuto, qualcosa che ci permette di scoprire la bellezza della relatività del tempo, che ci dona la capacità di ragionare in un mondo multi-dimensionale, che soffoca la mente provocando contorti pensieri.
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Il grandissimo capolavoro fantascientifico del ventunesimo secolo, Odissea nello Spazio, protagonista negli effetti speciali e nella trama é stato quasi sorpassato da un film con magari un'"idea portante" più banale ma con una grandissima intensità sia emotiva che d'azione. Ecco a voi un capolavoro per farvi innamorare della magia della scienza più contorta, scritto con la grandissima cura scientifica del fisico Kip Thorne, una stella brillante in cui si fondono l'empiricitá delle emozione e la rigorosa matematica della fisica, un film che stupisce con scene soprannaturali ma naturali accompagnate da effetti speciali molto sorprendenti, per farvi scoprire la bellissima paura di addentrarsi in qualcosa di sconosciuto, qualcosa che ci permette di scoprire la bellezza della relatività del tempo, che ci dona la capacità di ragionare in un mondo multi-dimensionale, che soffoca la mente provocando contorti pensieri. Un film che è in grado di mostrare l'insensibilità umana verso la scienza, sollecitare il desiderio di scoprire nuovi mondi, dimensioni, pianeti e soprattutto a immaginarli, a pensare per rimanere esseri pensanti, una pellicola che é ricca di frasi filosofiche molto profonde, innate per "un film di fantascienza": "Dobbiamo imparare a pensare come specie non come individui.". Una storia con una scena pre-finale stupefacente e intrigante ed un finale che commuove tutti e che ci fa perdere nei meandri dei nostri pensieri. Un grandissimo capolavoro la cui bellezza non é compresa dalla massa, ma solo dai critici più sensibili e da chi percepisce l'armonia contorta della fisica.
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teofac
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martedì 24 febbraio 2015
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stellare
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Film che personalmente mi è piaciuto moltissimo,penso che Nolan sia uno dei migliori registi attualmente in circolazione,trama relativamente complicata ma molto appassionante. Interpretazioni magistrali sia di Mcconaughey che della chastain. Film Super consigliato.
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degiovannis
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sabato 21 febbraio 2015
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un'umanità rinnovata
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Il film ha un primo grande merito: fa discutere; quindi, non fosse che per questo, vale la pena di vederlo. Ma non è solo per questo. Infatti si rimane attaccati alla poltrona per quasi tre ore perché le immagini sono belle, la storia scorre con ritmo, si rimane affascinati e un po' sconcertati dai problemi scientifici che il film pone e affronta come se fossimo in un futuro molto prossimo. E questa è la prima caratteristica interessante: non si tratta di fantascienza pura, perché l'ambientazione e la collocazione temporale fanno in modo che noi possiamo sentire la storia come molto plausibile e che ci riguarda da vicino. Siamo cioè portati ad immedesimarci nei protagonisti non solo perché facciamo il tifo per uno o per l'altro, ma perché i problemi che affrontano potrebbero essere i nostri problemi di un domani non molto lontano.
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Il film ha un primo grande merito: fa discutere; quindi, non fosse che per questo, vale la pena di vederlo. Ma non è solo per questo. Infatti si rimane attaccati alla poltrona per quasi tre ore perché le immagini sono belle, la storia scorre con ritmo, si rimane affascinati e un po' sconcertati dai problemi scientifici che il film pone e affronta come se fossimo in un futuro molto prossimo. E questa è la prima caratteristica interessante: non si tratta di fantascienza pura, perché l'ambientazione e la collocazione temporale fanno in modo che noi possiamo sentire la storia come molto plausibile e che ci riguarda da vicino. Siamo cioè portati ad immedesimarci nei protagonisti non solo perché facciamo il tifo per uno o per l'altro, ma perché i problemi che affrontano potrebbero essere i nostri problemi di un domani non molto lontano.
Tuttavia l'aspetto che mi ha colpito di più è che il film è molto ambizioso e che in realtà, parlando del domani, parla dell'oggi. I vari personaggi infatti sono sottoposti a situazioni che scuotono la loro coscienza e la nostra. Per es. è giusto cercare di risolvere un problema collettivo, dando la precedenza ai nostri affetti? e' giusto comprimere i nostri sentimenti nell'illusione che ciò possa servire alla causa? E'giusto sacrificare vite umane, quando si è certi che il sacrificio è inutile? E si potrebbe continuare, in quanto il film ambisce a parlare dell'uomo: delle sue debolezze e delle sue risorse che sono enormi e che potrebbero essere meglio utilizzate per risolvere i problemi della nostra convivenza. Alla fine l'impressione è che, nonostante tutto, prevalga la fiducia nella bontà della nostra specie e nella possibilità di farcela. In sostanza: l'uomo può commettere errori, come ha fatto e continuerà a fare sicuramente, ma ha gli strumenti per porvi riparo e cercare di garantirsi un futuro dignitoso e possibilmente sereno
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epassp
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giovedì 19 febbraio 2015
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film fantasioso ma coinvolgente
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Film molto fantascientifico con qualche spunto fondato sull'attuale conoscenza dell'universo. Spettacolare e coinvolgente, ricco di umanità. Finale commovente.
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