cress95
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lunedì 13 aprile 2015
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il miglior film fantascientifico degli ultimi 50 anni?
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Ci sono davvero pochissimi film in grado di trasmettere ininterrottamente brividi costanti dalla prima scena fino ai titoli di coda, e quei pochi sono detti capolavori. Ebbene, definire "capolavoro" un film come "Interstellar" appare, almeno al sottoscritto, riduttivo. L'ultima fatica di Christopher Nolan (perfettamente paragonabile al sontuoso capolavoro fantascientifico del Kubrik "2001 Odissea nello spazio") concilia infatti una trama profonda e ben riuscita con una realizzazione tecnica di prim'ordine e con un cast di attori la cui recitazione sfiora la perfezione.
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Ci sono davvero pochissimi film in grado di trasmettere ininterrottamente brividi costanti dalla prima scena fino ai titoli di coda, e quei pochi sono detti capolavori. Ebbene, definire "capolavoro" un film come "Interstellar" appare, almeno al sottoscritto, riduttivo. L'ultima fatica di Christopher Nolan (perfettamente paragonabile al sontuoso capolavoro fantascientifico del Kubrik "2001 Odissea nello spazio") concilia infatti una trama profonda e ben riuscita con una realizzazione tecnica di prim'ordine e con un cast di attori la cui recitazione sfiora la perfezione. Ma andiamo per ordine.
Protagonista assoluto della storia è senza dubbio alcuno il sentimento umano più puro, l'unico in grado di trascendere tempo e spazio e di vincere persino la morte: l'amore di un genitore per un figlio (nella fattispecie per una figlia). Un film capace di ispirare trascendentali riflessioni metafisiche ma al contempo di rimanere estremamente godibile ai più grazie ad una trama avvincente e ricca di colpi di scena: ecco, questo è "Interstellar" in poche parole.
Il particolare che più di qualsiasi altro merita secondo me di essere sottolineato in questa sede è la sopracitata realizzazione tecnica (premiata tra l'altro con un oscar per i migliori effetti speciali) tramite la quale "Interstellar" riesce a distinguersi categoricamente dalla massa. Gli effetti speciali del capolavoro in questione godono infatti di una rigida base scientifica: buchi neri e wormhole sono rappresentazioni grafiche delle elaborazioni matematiche del dott. Kip Thorne, fisico teorico di fama mondiale. E la collaborazione di un fisico di tale calibro si fa sentire per tutta la durata del film, a causa delle molte leggi fisiche (come la teoria della relatività di Einstein) spesso citate dai personaggi. Anche per questo motivo ritengo "Interstellar" un film adatto ad un pubblico abbastanza colto e maturo, capace insomma di godersi in pieno l'ultima brillante fatica del Nolan.
Detto ciò "Interstellar" inscena, nel drammatico palcoscenico di una Terra morente, l'eterno conflitto tra lo scetticismo e la certezza scientifica. Il capolavoro del Nolan mette a nudo l'intima e conflittuale realtà dell'uomo, così fragile eppure così indistruttibile al tempo stesso, e lo fa nella spettacolare e al contempo claustrofobica immensità dell'universo che, alla pari dell'animo umano, è profondo e misterioso.
Sul fronte della recitazione gli attori danno, a mio avviso, il meglio di loro stessi, con prestazioni di altissimo livello. Applausi a scena aperta per Matthew McConaughey (Cooper) e per la piccola (ma bravissima) Mackenzie Foy (Murphy bambina).
Per quanto concerne la realizzazione sonora, è stata molto apprezzata, almeno dal sottoscritto, la scelta di omettere gli effetti sonori durante le scene ambientate nello spazio profondo. Scelta anch'essa sostenuta da solide teorie scientifiche.
La colonna sonora accompagna perfettamente l'andamento drammatico della vicenda, agevolando il costante crescendo di immedesimazione dello spettatore e risultando a tratti epica.
A conti fatti "Interstellar" è un film che farà molto parlare di sé, anche e soprattutto negli anni a venire, essendo diventato (di pieno diritto) nuovo termine di paragone del genere fantascientifico contemporaneo.
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mirko bradley
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venerdì 10 aprile 2015
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l’epica fantascientifica di christopher nolan
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In un futuro tanto prossimo quanto indeterminato, la piaga (un’anomalia atmosferica) minaccia di estinguere a breve la vita sulla Terra. La NASA organizza una spedizione spaziale, ideata dal Professor Brand (Michael Caine), per tentare di salvare la specie umana dalla catastrofe imminente. L’astronave è pilotata dall’esperto Cooper (Matthew McConaughey) e ospita a bordo scienziati di massimo livello, tra cui Amelia (Anne Hathaway), figlia del Professor Brand. Il cast annovera anche Matt Damon, che veste i panni del perfido Dottor Mann.
Il film (diretto da Christopher Nolan che l’ha anche scritto assieme al fratello Jonathan) ruota attorno a due perni principali: il desiderio di conoscenza, allegoricamente rappresentato dall’ambizione di guardare il nucleo di un buco nero per svelare i misteri della meccanica quantistica, e il sogno di tornare indietro nel tempo, per porre rimedio agli errori commessi.
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In un futuro tanto prossimo quanto indeterminato, la piaga (un’anomalia atmosferica) minaccia di estinguere a breve la vita sulla Terra. La NASA organizza una spedizione spaziale, ideata dal Professor Brand (Michael Caine), per tentare di salvare la specie umana dalla catastrofe imminente. L’astronave è pilotata dall’esperto Cooper (Matthew McConaughey) e ospita a bordo scienziati di massimo livello, tra cui Amelia (Anne Hathaway), figlia del Professor Brand. Il cast annovera anche Matt Damon, che veste i panni del perfido Dottor Mann.
Il film (diretto da Christopher Nolan che l’ha anche scritto assieme al fratello Jonathan) ruota attorno a due perni principali: il desiderio di conoscenza, allegoricamente rappresentato dall’ambizione di guardare il nucleo di un buco nero per svelare i misteri della meccanica quantistica, e il sogno di tornare indietro nel tempo, per porre rimedio agli errori commessi. L’epos che si respira sin dall’inizio, esaltato dalla fotografia di Hoyte Van Hoytema, si condensa nell’idea di chi è giunto sin qui (in un’altra galassia) «usando il cervello, più lontano di chiunque nella storia», e rivela l’angoscia dell’influenza provata da Nolan nei confronti di Kubrick (2001: Odissea nello spazio, 1968). Nolan non ha inteso fare un film di fantascienza, ma il film di fantascienza, una sorta di summa fantascientifica. Vi è anche un omaggio alla celebre e spericolata serie televisiva Lost, nella citazione «ci vediamo dall’altra parte», che si riferisce all’oltrepassamento della barriera spazio-tempo.
Il risultato è un’opera di un gradino sottostante al capolavoro. Il limite, paradossalmente, consiste nell’eccessiva perizia impiegata nella cura dei dettagli, nel disegno quasi ossessivo di voler incasellare tutte le tessere del mosaico, il che produce una certa sovrabbondanza drammatica. La mancanza di sfumature lascia scarso spazio all’immaginazione dello spettatore. Trappola in cui Kubrick non cadde.
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gimbola
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mercoledì 8 aprile 2015
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meraviglioso, capolavoro.
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Chi ha scritto Interstellar è un genio, punto e basta.
Voi guardatelo, e vedrete che non perderete una parola. Interstellar vi attrae come una forza di gravità e vi viete l'attenzione vigile dall'inizio alla fine.
Per il resto, non dico niente, perchè voglio tenermi tutto nel cuore: l'amore supera il tempo.
Voi guardatelo.
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denzelbani
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martedì 7 aprile 2015
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armonico
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Un film decisamente bello, io nella mia convinzione della mediocrita e seduto sul mio divano intento a vedere un film ,lungo quasi 3 ore, che pensavo (nella mia completa stupidità) fosse l'ennesimo film spazzatura nello spazia mi ha risvegliato. Ottima la fotografia e le musiche.
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giorpost
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martedì 7 aprile 2015
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tra sociologia e scienza, un capolavoro incompiuto
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Nel 2060 la Terra è ormai senza risorse alimentari e sotto l’ assedio di una misteriosa piaga. Improvvise tempeste di sabbia coprono ogni cosa, i giorni sono cupi e la razza umana è sull’ orlo dell’ estinzione. In un punto imprecisato di un’ America diversamente civilizzata vive un nucleo familiare composto da Cooper, capo-famiglia ex pilota di jet oltre che esperto agricoltore, i figli Tom e Murphy e nonno Donald. A seguito di strani fenomeni magnetici verificatisi nella stanza di “Murph”, ragazza dallo spiccato intelletto ma con tendenze ribelli, padre e figlia scoprono strane coordinate apparse inspiegabilmente sul pavimento e, scegliendo di assecondarle, raggiungono dopo un breve viaggio in auto nientemeno che il quartier generale della NASA.
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Nel 2060 la Terra è ormai senza risorse alimentari e sotto l’ assedio di una misteriosa piaga. Improvvise tempeste di sabbia coprono ogni cosa, i giorni sono cupi e la razza umana è sull’ orlo dell’ estinzione. In un punto imprecisato di un’ America diversamente civilizzata vive un nucleo familiare composto da Cooper, capo-famiglia ex pilota di jet oltre che esperto agricoltore, i figli Tom e Murphy e nonno Donald. A seguito di strani fenomeni magnetici verificatisi nella stanza di “Murph”, ragazza dallo spiccato intelletto ma con tendenze ribelli, padre e figlia scoprono strane coordinate apparse inspiegabilmente sul pavimento e, scegliendo di assecondarle, raggiungono dopo un breve viaggio in auto nientemeno che il quartier generale della NASA. Da molti anni le esplorazioni scientifiche sono illegali e i governi hanno deciso di orientare i propri sforzi verso la salvaguardia della vita sulla Terra rispetto alla ricerca spaziale, e allora perché una base segreta dell’ agenzia che un tempo era la più importante del mondo? Le risposte vengono presto dispensate: l’ uomo è ormai un morto che cammina, perfino l’ allunaggio è stato dichiarato nient’ altro che un enorme bluff propagandistico servito solo all’ affondamento economico dell’ URSS; i voli interstellari non interessano più nessuno ma, alla fine del percorso, la natura ha smesso di funzionare ed ecco che le uniche speranze di dare un seguito alla nostra specie ricadono comunque sulla scienza ed in particolare sulle ricerche del professor Brand, il quale scopre una scorciatoia spazio-tempo (chiamata in gergo warmhole, “buco di verme”) apparsa nei dintorni di Saturno e che potrebbe consentire di accorciare i viaggi intergalattici. Ma l’ unico modo per arrivarci ed attraversarla è affidarsi all’ ultimo pilota esperto rimasto sul nostro pianeta, dunque ecco spiegato l’ insolito “invito” rivolto a Cooper.
Pur indeciso, egli accetta l’ incarico ben sapendo di dover abbandonare i figli e proprio per questo Murph non la prende bene, avendo già perso la madre, scegliendo la linea dura e negando il saluto al papà in procinto di partire per un viaggio che, al 99%, sarà senza ritorno e che sin da subito pare essere ai limiti dell’ impossibile. L’ astronave Endurance traghetta 3 uomini più la figlia di Brand, Amelia, nell’ esplorazione più importante della Storia, con a bordo due robot tuttofare dalle forme stravaganti.
Il film di Nolan va diviso in 3 fasi: c’è un incipt molto soft e poco fantascientifico dove viene messa in risalto la figura di Murph, oltre che dare spazio ai princìpi base dell’ agricoltura ed allo stato sociale a cui il mondo si è dovuto allineare. La parte centrale è pura azione, senza pausa, ove il bravo Matthew McConaughey prende il timone e consegna il pacco in orario, tra il risveglio dall’ ipersonno (Pandorum) e conflitti interiori, riuscendo a tenere testa alle idee del regista. Nel finale dell’ opera, come diversi illustri critici hanno già messo in risalto, Nolan attinge a piene mani da Kubrick, cercando di spalmare filosofia sul toast fatto di tecniche ed immagini indubbiamente fascinose, allorquando il vascello entra nel tunnel spazio-temporale per poi raggiungere uno ad uno i 3 esopianeti che presumibilmente possono garantire l’ attecchimento dei “semi” dell’ uomo, scopo vero di una missione fatta di bugie e colpi di scena. Il buco nero “Gargantua” fa da traino (in senso lato, visto che inghiotte ogni cosa abbia una massa nei suoi dintorni) ai restanti 30 minuti ove viene fuori il Cristopher Nolan che conosciamo, quello delle curvature della materia, ed in particolare dei paesaggi, già vista in Inception, quel Nolan che mette in scena il “tesseratto” (Cube, Hypercube), un vero rompicapo come del resto tutta la sceneggiatura e come quasi tutta la sua filmografia che ha come fil rouge la complessità delle storie. Interstellar (USA, UK, 2014) è un puzzle di fisica quantistica e antimateria, un mix di scienza pura, presa in prestito dal fisico americano Thorne, gran sostenitore di viaggi interstellari, e fantascienza vera e propria che sfocia altresì, e solo per alcuni tratti, nel fantasy in stile A.I., anche se in maniera non troppo spinta. Nel complesso il lungometraggio si fa guardare nonostante l’ eccessiva durata (quasi necessaria per questa tipologia di film) e verrà ricordato per il finale atipico. Faccio notare le prove della Hathaway, senza troppi virtuosismi, e del grande Michael Caine, perfetto nel ruolo dello scienziato che muore senza aver risolto l’ ultima equazione, fondamentale per lui e per l’ umanità. Ma purtroppo c’ è il classico personaggio senza il quale la fine dei giorni sarebbe inevitabile e non si tratta del pilota ma di sua figlia e, a guardar bene, dell’ amore stesso, e qui certamente un piccolo richiamo ad Il Quinto Elemento è d’ obbligo e forse è proprio questo il limite di un film interessante ma troppo banale nella scelta della soluzione, pur nel labirintico plot. Nota stonata la presenza di Matt Damon nei panni di uno dei 3 esploratori partiti anni prima alla scoperta dei pianeti papabili: poteva essere scelto qualcuno più credibile? Si, con tutto il rispetto per il biondo interprete bravissimo in pellicole ambientate sulla Terra.
Questo, dicevo, è indubbiamente un bel film ma è inutile fare paragoni, 2001: Odissea nello spazio è ancora lontano anni luce e non c’ è warmhole che possa accorciare distanze da quell’ opera e non c’è robot più o meno mobile che possa sostituirsi ad HAL9000. Almeno al momento quel capolavoro resta inarrivabile.
Voto: 7,5 (soprattutto per gli effetti visivi e la tesissima colonna sonora)
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fabiopotter
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martedì 7 aprile 2015
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capolavoro!!
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Un film stupendo visibilmente meraviglioso storia bellissima peccato che abbia vinto solo un oscar perché è un capolavoro meritava molto di più
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cinemalove
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mercoledì 1 aprile 2015
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impressionante
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Che venga capito a pieno o meno, va dato a Nolan il premio di essere un regista di un altra dimensione. Interstellar è un monumento eretto per la scienza, per l'ignoto e per la razionalità, un viaggio tra buchi neri e wormhole che ti catapultano a metà film con la sensazione di essersi persi. Esattamente quello che si voleva far capire, più delle terminologie scientifiche e quant'altro.
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fabgan
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martedì 31 marzo 2015
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senza parole
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Bellissimo film, non racconto nulla perchè finirei con il rovinarvi la ...
Vi accenno solamente che se vi piacciono i film di fantascienza e fantasy questo è un capolavoro!! Aggiungiamoci anche un pizzico di suspance... ed abbiamo il massimo che si possa chiedere....
Consigliato Assolutamente!!
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strikefight
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mercoledì 25 marzo 2015
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il cinema di fantascienza e' un altra cosa
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Che noia di film solo tanto ma tanto sonno; dei dialoghi insensati , un cast che per tutta la durata del film canta continuamente la canzone della ninna nanna accompagnata da una noiosissima e lunghissima colonna sonora di sottofondo, pensavo forse tutta un altra cosa cmq nota positiva mi sono fatto una bella dormita nella comoda poltrona del cinema che per fortuna era comoda altrimenti me ne sarei andato. Più che un film mi è sembrato di vedere un documentario fantascientifico ma non ho capito praticamente niente. Il cinema di fantascienza è tutta un altra cosa.
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ciappami
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lunedì 23 marzo 2015
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non chiamatela fantascienza.....
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Fanta... forse, ma di scienza neanche l'ombra. Nolan legge i titoli - e forse qualche frase quà e là - di una manciata di teorie scientifiche (da quelle classiche newtoniane ed einsteiniane a quelle più discusse oggi - teoria delle stringhe, universi paralleli, ecc) e le butta nel frullatore di Interstellar, aggiungendoci i sentimenti strappalacrime del rapporto tra padre-eroe e figlia-prodigio, l'amore battibeccato tra l'eroe e l'eroina, la battaglia ttra l'eroe e l'antieroe -'improbabile scienziato brillante-macho-robinsoncrosue-impazzito, e il lieto fine con il salvataggio della principessa abbandonata nella torre (pianeta) dimenticata.
Il tutto con l'aggiunta di robot parallelepipedi dalla forma più improbabile ed anti-ingegneristica possibile, onde alte come montagne su un pianeta in cui la profondità delle acque è di mezzo metro (e dove cazzo si prende l'acqua per formare cotanti tzunami ????)
LA CHICCA: buchi neri costruiti dall'uomo nel futuro (azz che tecnologia devono aver raggiunto.
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Fanta... forse, ma di scienza neanche l'ombra. Nolan legge i titoli - e forse qualche frase quà e là - di una manciata di teorie scientifiche (da quelle classiche newtoniane ed einsteiniane a quelle più discusse oggi - teoria delle stringhe, universi paralleli, ecc) e le butta nel frullatore di Interstellar, aggiungendoci i sentimenti strappalacrime del rapporto tra padre-eroe e figlia-prodigio, l'amore battibeccato tra l'eroe e l'eroina, la battaglia ttra l'eroe e l'antieroe -'improbabile scienziato brillante-macho-robinsoncrosue-impazzito, e il lieto fine con il salvataggio della principessa abbandonata nella torre (pianeta) dimenticata.
Il tutto con l'aggiunta di robot parallelepipedi dalla forma più improbabile ed anti-ingegneristica possibile, onde alte come montagne su un pianeta in cui la profondità delle acque è di mezzo metro (e dove cazzo si prende l'acqua per formare cotanti tzunami ????)
LA CHICCA: buchi neri costruiti dall'uomo nel futuro (azz che tecnologia devono aver raggiunto...) per far cosa??? per consentire all'eroe di mandare messaggi in alfabeto morse su un orologietto che dopo 27 anni ancora funziona...... che spreco... E poi scusate: la stramirabolante soluzione della famosa formula della 5° dimensione, alla fine, a che cazzo è servita??? a mandare in orbita una stazione orbitante-fattoria??? visto che avevano già inviato navi spaziali nell'orbita di Saturno, non mi sembra che la formula abbia fatto fare grandi passi avanti....
In sintesi, una porcheria....
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