fabal
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domenica 16 agosto 2015
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oltre kubrick, oltre i simboli
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In un futuro imprecisato una piaga costringe gli agricoltori a coltivare mais, unica coltura in grado di sopravvivere. La Nasa non esiste più, il pianeta è vittima di tempeste magnetiche e di sabbia, ben presto diventerà inospitale. Cooper, ex pilota, compirà un viaggio attraverso un buco nero alla ricerca di un nuovo mondo da abitare.
Con Interstellar ci troviamo di fronte all'audacia di Nolan che punta ancora più in alto rispetto al già ambizioso Inception. Ma l'esplorazione fornita da Interstellar agisce molto più in profondità nella riflessione cosmica, lasciando davvero "qualcosa" nello spettatore.
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In un futuro imprecisato una piaga costringe gli agricoltori a coltivare mais, unica coltura in grado di sopravvivere. La Nasa non esiste più, il pianeta è vittima di tempeste magnetiche e di sabbia, ben presto diventerà inospitale. Cooper, ex pilota, compirà un viaggio attraverso un buco nero alla ricerca di un nuovo mondo da abitare.
Con Interstellar ci troviamo di fronte all'audacia di Nolan che punta ancora più in alto rispetto al già ambizioso Inception. Ma l'esplorazione fornita da Interstellar agisce molto più in profondità nella riflessione cosmica, lasciando davvero "qualcosa" nello spettatore. Che approccia un film inizialmente angosciato dal meccanicismo apocalittico. Successivamente però, Nolan è in grado di convertire in un sentimento totalizzante le esatte fonti scientifiche di cui si avvale, trovando un nesso coraggioso non solo tra teorie einsteniane e quantistiche, ma anche con la temporalità umanamente vissuta. Lo fa con un continuo raffronto tra l'esperienza di Cooper nello spazio e della figlia ancora sulla Terra, prima creando un senso di separazione incolmabile, poi riunificando le due vite nella bellissima sequenza finale.
Splendida fotografia sia terrestre che spaziale, mai portata all'eccesso. Lunghe sequenze senza musica non possono che introdurre uno scontato raffronto visivo con 2001, che Nolan cita senza malizia, ma con la volontà di provare ad andare oltre. Interstellar si addentra nella spiegazione anche a costo della forzatura, ma con il coraggio di tradurre in immagini di positiva angoscia quel che Kubrick si era limitato a illustrare con i simboli.
La ricerca di un'intima coerenza di fondo, pur sempre fantascientifica e infarcita di sentimentalismo, non può lasciare indifferenti: l'ambizioso film di Nolan si preoccupa di dare speranza, di offrire un senso finale all'analogia tra macro e microcosmo. Una lezione di fantascienza imbastita da kolossal, ma passata realtivamente in sordina: se pensiamo al pluripremiato Gravity dell'anno precedente, è lecito chiedersi perché Interstellar meritasse un solo Oscar per gli effetti speciali.
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gdahlia
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mercoledì 5 agosto 2015
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esperienza a 360°
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Interstellar è più di un comune film di fantascienza, e chi lo critica per il suo essere scientificamente inverosimile non ha compreso quello che a mio avviso era il reale intento di Nolan, ovvero far vivere un'esperienza EMOTIVA allo spettatore che, posto di fronte alla vastità del nostro sconfinato universo, (attraverso effetti visivi SPETTACOLARI) non può non uscire dalla sala domandandosi CHI SIAMO? DA DOVE VENIAMO? PERCHÈ SIAMO QUI? Ma al di là degli effetti visivi e dei complessi concetti scientifici, che senza dubbio aiutano l'immedesimazione dello spettatore, ciò che per me rende questo film unico è come Nolan abbia saputo fondere la SCIENZA con la SPIRITUALITÀ: "l'amore trascende il tempo e lo spazio".
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Interstellar è più di un comune film di fantascienza, e chi lo critica per il suo essere scientificamente inverosimile non ha compreso quello che a mio avviso era il reale intento di Nolan, ovvero far vivere un'esperienza EMOTIVA allo spettatore che, posto di fronte alla vastità del nostro sconfinato universo, (attraverso effetti visivi SPETTACOLARI) non può non uscire dalla sala domandandosi CHI SIAMO? DA DOVE VENIAMO? PERCHÈ SIAMO QUI? Ma al di là degli effetti visivi e dei complessi concetti scientifici, che senza dubbio aiutano l'immedesimazione dello spettatore, ciò che per me rende questo film unico è come Nolan abbia saputo fondere la SCIENZA con la SPIRITUALITÀ: "l'amore trascende il tempo e lo spazio". Voto 4/5
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jackmalone
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lunedì 3 agosto 2015
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il mito del buco nero
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Gli amanti del cinema di fantascienza saranno rimasti sicuramente delusi; paragonare" Interstellar" a"2001 odissea nello spazio" è un sacrilegio se si pensa che il film di Kubrick è stato persino studiato da semiologi ed esperti di comunicazione come uno degli esempi più efficaci di letteratura dell'esotismo.Quando sono stati esauriti tutti i luoghi più esotici da visitare sulla nostra beneamata terra abbiamo bisogno di andare nello spazio a cercare qualcosa di bello , di unico, un'esperienza indimenticabile da raccontare,un viaggio da ricordare, da trasmettere a chi non è così fortunato da poterci andare. Non può essere un incubo , uno strazio, una fatica sovrumana e insensata senza nè capo nè coda e di cui sono del tutto oscure le motivazioni.
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Gli amanti del cinema di fantascienza saranno rimasti sicuramente delusi; paragonare" Interstellar" a"2001 odissea nello spazio" è un sacrilegio se si pensa che il film di Kubrick è stato persino studiato da semiologi ed esperti di comunicazione come uno degli esempi più efficaci di letteratura dell'esotismo.Quando sono stati esauriti tutti i luoghi più esotici da visitare sulla nostra beneamata terra abbiamo bisogno di andare nello spazio a cercare qualcosa di bello , di unico, un'esperienza indimenticabile da raccontare,un viaggio da ricordare, da trasmettere a chi non è così fortunato da poterci andare. Non può essere un incubo , uno strazio, una fatica sovrumana e insensata senza nè capo nè coda e di cui sono del tutto oscure le motivazioni. Solo grandi geni della narrazione come Kubrick e i suoi sceneggiatori hanno saputo raccontare il viaggio nell'ignoto come l'ultima frontiera dell'esotismo : il viaggio nell'ignoto, lo stupore, la meraviglia della conoscenza , della scoperta che l'uomo stesso può essere il creatore dell'universo e che lo sta creando proprio mentre lo conosce con lo stupore di un bambino e senza tediare nessuno con l'aridità di astrusi e inconcludenti ragionamenti matematici .Considerando la valanga di assurdità pseudoscientifiche, che avvicinano il film al genere fantasy, gli effetti speciali gia visti , gli attori scarsi , 2 comparsate di Matt Damon e Michael Caine da sbattere sulla locandina per fare cassetta, c'è solo da chiedersi perchè sprecare tante energie e tanti soldi per comunicare il nulla. Continuiamo a porci domande sulle nostre origini celestiali per affrancarci dai nostri antenati scimmieschi ma é meglio non saper dove andremo:probabilmente proprio da nessuna parte.
La nostra cara terra é vissuta alla grande per milioni di anni senza la presenza della specie sapiens e continuerà tranquillamente così anche quando la nostra specie si sarà estinta, come tante altre prima di noi nel passato, senza lasciare nulla di importante dietro di sé se non qualche fossile .Di noi non rimarrà nulla, neanche i bellissimi film di Kubrick; probabilmente le specie dominanti che prenderanno il nostro posto troveranno in piedi solo le piramidi da studiare per capire chi erano quei mammiferi tanto intelligenti ma forse anche un pò stupidi e perchè passavano il tempo a spostare dei grandi massi nel deserto.
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great steven
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giovedì 30 luglio 2015
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vitalità narrativa e movimentati piani-sequenza.
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INTERSTELLAR (USA/UK, 2014) diretto da CHRISTOPHER NOLAN. Interpretato da MATTHEW MCCONAUGHEY, ANNE HATHAWAY, JESSICA CHASTAIN, MICHAEL CAINE, JOHN LITHGOW, MACKENZIE FOY, ELLEN BURSTYN, CASEY AFFLECK, MATT DAMON, TOPHER GRACE, WES BENTLEY, WILLIAM DEVANE
Uno dei film più originali del 2014. E finalmente un’opera di science-fiction che riesce ad abbracciare uno scenario distruttivo e apocalittico e contemporaneamente inserire nella trama un significato la cui profondità va di pari passo con una positività che troppo spesso manca ai messaggi di questo genere cinematografico. La vicenda ruota intorno a Cooper, ex pilota che ora fa con passione l’agricoltore, padre di un maschietto e una femminuccia, il quale si ritrova costretto a riprendere il suo vecchio mestiere di aviatore, ma questa volta per la più responsabile e impossibile delle missioni: salvare il genere umano da un cataclisma nucleare senza precedenti che rischierebbe di annientare completamente i nostri simili.
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INTERSTELLAR (USA/UK, 2014) diretto da CHRISTOPHER NOLAN. Interpretato da MATTHEW MCCONAUGHEY, ANNE HATHAWAY, JESSICA CHASTAIN, MICHAEL CAINE, JOHN LITHGOW, MACKENZIE FOY, ELLEN BURSTYN, CASEY AFFLECK, MATT DAMON, TOPHER GRACE, WES BENTLEY, WILLIAM DEVANE
Uno dei film più originali del 2014. E finalmente un’opera di science-fiction che riesce ad abbracciare uno scenario distruttivo e apocalittico e contemporaneamente inserire nella trama un significato la cui profondità va di pari passo con una positività che troppo spesso manca ai messaggi di questo genere cinematografico. La vicenda ruota intorno a Cooper, ex pilota che ora fa con passione l’agricoltore, padre di un maschietto e una femminuccia, il quale si ritrova costretto a riprendere il suo vecchio mestiere di aviatore, ma questa volta per la più responsabile e impossibile delle missioni: salvare il genere umano da un cataclisma nucleare senza precedenti che rischierebbe di annientare completamente i nostri simili. In che modo? Cercando un luogo di sopravvivenza sicura al di fuori del nostro sistema solare e addirittura esternamente ai confini della stessa Via Lattea. Lo accompagnano nella missione due astronauti professionisti, un uomo di carnagione scura e un’intrepida donna, ma l’impresa si preannuncia estremamente minata e pericolosa fin dal principio, contando anche il fatto che i tre viaggiatori spaziali raccolgono da una distesa d’acqua siderale un ingegnere che intende sacrificare l’umanità per un conveniente ma ristrettissimo progetto di conservazione. Lavorando insieme ai premi Oscar McConaughey e Hathaway, il regista di Inception e della trilogia de Il cavaliere oscuro ha saputo portare a termine il colpo grosso: l’esito è un kolossal fantascientifico che inventa, attraverso un deserto montuoso brullo e sconfinato, un mondo alternativo da popolare con i superstiti alla catastrofe (geniale l’idea di farla sempre intendere senza mai chiarirla apertamente) che, come i protagonisti sanno, sterminerà gli animali più intelligenti e produttivi che la Terra abbia mai veduto. Il movimento e l’azione sono distribuiti in modo pressoché uniforme nel corso dell’intera durata, ma si avverte un’eccezionale concentrazione in particolar modo nella scena dell’attraversamento in parallelo della piantagione di pannocchie all’inseguimento del drone volante e nella superba sequenza dell’onda marina dalle sembianze di tsunami: un paio di pezzi di bravura veramente irripetibili e dal sensazionalismo mozzafiato. L’idea di far parlare i robot pensanti che assistono gli astronauti durante il viaggio interstellare non è cattiva, anche se risulta un po’ ingenua e ripetitiva, in quanto già usata e abusata in prodotti che non reggono affatto il confronto con questa pellicola dai tratti ondivaghi che sa alternare con incredibile abilità il pessimismo orwelliano con la ricerca di una serenità interiore da estendere ai soggetti cari ai personaggi. McConaughey è sublime nel tracciare con un’ammirevole precisione recitativa il suo agricoltore/pilota che diventa alla fine vecchissimo pur mantenendo inalterato il suo aspetto e rivolge sempre lo scopo delle sue azioni, anche le più sconsiderate, alla famiglia che rimane costantemente al centro dei suoi pensieri. Una A. Hathaway in un ruolo insolito per le sue corde abituali e appunto per questo motivo costruito benissimo e sostenuto con pervicacia inarrestabile, una J. Chastain sentimentalmente tenace e mai noiosa e un M. Caine nei panni di un eccentrico professore di fisica quantistica scopritore di una formula che permette al bizzarro e mastodontico mezzo spaziale di solcare l’universo grazie ad una rielaborazione della teoria della relatività. Qualche elaborazione intellettuale di troppo che probabilmente gli ha negato un ampio successo nelle sale, ma il tutto è potentemente riscattato da una forza espressiva che ne esalta le intime qualità elevandolo al rango di capolavoro discutibile ma pur sempre emozionante e travolgente, nonostante le possibili divergenze di apprezzamento.
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enrimaso
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lunedì 29 giugno 2015
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lunga vita a nolan!
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Interstellar a molta critica non è piaciuto: troppi buchi neri nell'odissea interstellare di Nolan. Così era stato per Inception e per la trilogia del Cavaliere Oscuro.
Eppure, con questo film, Nolan si conferma come il nuovo Spielberg: forse, uno dei pochi cineasta del nuovo Millennio capace di realizzare filmoni di puro entertainment proponendo uno stile personale ed originale e contribuendo ad arricchire il linguaggio cinematografico classico.
Da questo punto di vista, Interstellar è un film magnifico e ambizioso, chiaramente imperfetto (troppo audace la sceneggiatura che - in alcuni salti spazio-temporali - mette a dura prova l'attenzione dello spettatore), ma da vedere a rivedere.
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ciotla
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lunedì 22 giugno 2015
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nolan stupefacente anche in questa regia
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Film di straordinaria fattura, il cast è di prima scelta ma poco influisce una volta entrati nel wormhole. Da quel momento in poi la storia decolla e con essa anche le capacità scenografiche e registiche del Grande Nolan.
Nel susseguirsi di complessi eventi, il regista, riesce comunque nell'intento di seguire una logica semplice ed efficace che via via permette allo spettatore di non avere punti interrogativi alla fine del lungometraggio.
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willparry
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venerdì 29 maggio 2015
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the nolan space center
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Come già anticipato dalla recensione di MyMovies, Christopher Nolan non è solo un regista ma un “ingegnere cinematografico”. Ho sempre apprezzato moltissimo la sua capacità di gestire una storia complicatissima ed estremamente poco lineare che comunque, inevitabilmente, arriva ad un finale nitido, chiaro e determinato. Interstellar è proprio questo: una complicatezza notevolissima. Un film che esige che le nostre capacità di concentrazione siano mobilitate totalmente. La “filosofia” di Nolan, proprio per questa ragione, è basata sulla conoscenza, sul risultato; il finale dei suoi film è come l’esito della una missione spaziale: il frutto della mobilitazione di enormi risorse tecnologiche, umane e finanziare (come la conquista dello spazio e della Luna) arriva ad una conclusione semplice ma il cammino per arrivarci è lungo e complesso.
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Come già anticipato dalla recensione di MyMovies, Christopher Nolan non è solo un regista ma un “ingegnere cinematografico”. Ho sempre apprezzato moltissimo la sua capacità di gestire una storia complicatissima ed estremamente poco lineare che comunque, inevitabilmente, arriva ad un finale nitido, chiaro e determinato. Interstellar è proprio questo: una complicatezza notevolissima. Un film che esige che le nostre capacità di concentrazione siano mobilitate totalmente. La “filosofia” di Nolan, proprio per questa ragione, è basata sulla conoscenza, sul risultato; il finale dei suoi film è come l’esito della una missione spaziale: il frutto della mobilitazione di enormi risorse tecnologiche, umane e finanziare (come la conquista dello spazio e della Luna) arriva ad una conclusione semplice ma il cammino per arrivarci è lungo e complesso. E’ un modo di vedere le cose e il cinema molto diverso dall’enigmaticità di Kubrick ma, a mio parere, non rappresenta un difetto come dicono, a torto, molte persone. E’ un punto di forza. Le caratteristiche tecnico-artistiche del film sono di altissima qualità e fattura. Ottima la colonna sonora di Hans Zimmer, elegantissima e sofisticata la qualità degli effetti speciali e della fotografia. Buona la sceneggiatura (dico così perché pur essendo molto amabile non mi aspettavo dialoghi alla Quentin Tarantino). Pur non essendo un fisico, il film, da un punto di vista strettamente scientifico, mi sembra accurato. Molto interessante l’incipit che presenta una sorta di mondo post-apocalittico mai visto prima: la distruzione è molto “sottile”. Essa non solo è presentata come semplice “mancanza di cibo” o semplicemente come una civiltà che è regredita ad una cultura contadina molto vicina a noi nel tempo; è anche una distruzione “spirituale” della persone che non credono più nella scienza e nella storia passata: tutto ben rappresentato dal fatto che nelle scuole si insegnava che le missioni Apollo furono una cospirazione. Ottima è anche la raffigurazione delle leggi astrofisiche che, pensandoci bene, a volte, mettono più loro alla prova la nostra razionalità che i complicati pensieri religiosi (vedi il padre che, nel film, a causa della relatività dello spazio-tempo, si ritrova ad essere più giovane della figlia e molte altre cose che non voglio spoilerare!!!!!). Molto interessante il tema dell’amore. Esso può apparire banale, ma, secondo il regista, l’amore non ha solo una finzione sociale. Non è stato “inventato” dagli esseri umani, è quasi come una legge fisica, in questo caso indefinibile e irrazionale, che riesce, quasi come la gravità, ad influenzare le persone trascendendo lo spazio e il tempo. Sono molto belle e raffinatissime le citazioni delle altre opere di fantascienza presenti nel film: spero solo di averle colte tutte!!! Per concludere posso solo dire: GREAT MOVIE!!!!
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marx821966
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giovedì 21 maggio 2015
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nolan non sbaglia un colpo
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Ragazzi che film! Sono un appassionato di fantascienza....credevo che il livello di "2001","Blade Runner","Gravity", la saga di "Alien" (soprattutto i primi 3) etc... fosse impossibile da raggiungere.....ma Nolan, ancora una volta stupisce.
Dalla sceneggiatura, gli attori, gli effetti etc. Nolan ci regala un'altra perla della sua collezione di capolavori e si conferma regista eclettico dalla tecnica sopraffina.
Matthew McConaughey ad altissimo livello e anche gli altri attori non sono da meno.....che dire......SEMPLICEMENTE M E R A V I G L I O S O!!!!!!!!!!!!!!!
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kronos
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giovedì 21 maggio 2015
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di tutto di più
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Dopo aver firmato il capolavoro "The Prestige", il cui script era tratto da un romanzo preesistente, Nolan è in preda a una sorta di bulimia filmica che lo porta ogni volta a tentar di superare, in complessità narrativa e suggestioni visive, i migliori esiti d'inizio carriera.
L'ambizione, appunto, è quella del prestigiatore che vuol dare sempre qualcosa in più al suo pubblico, tentando d'esorcizzare il rischio dell'assuefazione o del già visto.
Ma il troppo stroppia, specialmente se ci si vuol improvvisare sceneggiatori su progetti che richiederebbero una capacità di controllo che solo i migliori specialisti al mondo possiedono.
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Dopo aver firmato il capolavoro "The Prestige", il cui script era tratto da un romanzo preesistente, Nolan è in preda a una sorta di bulimia filmica che lo porta ogni volta a tentar di superare, in complessità narrativa e suggestioni visive, i migliori esiti d'inizio carriera.
L'ambizione, appunto, è quella del prestigiatore che vuol dare sempre qualcosa in più al suo pubblico, tentando d'esorcizzare il rischio dell'assuefazione o del già visto.
Ma il troppo stroppia, specialmente se ci si vuol improvvisare sceneggiatori su progetti che richiederebbero una capacità di controllo che solo i migliori specialisti al mondo possiedono.
Il risultato è che i lavori recenti in cui Nolan ha avuto carta bianca dagli studios ("Inception" oltre che il qui presente "Interstellar") risultano essere dei mastodontici di tutto di più filmici, ambiziosi ma confusi.
Quello che vorrebbere essere il "2001 odissea nello spazio" del terzo millennio, è un film tonitruante nel montaggio, nella colonna sonora, nell'incessante accumularsi di trame e sottotrame, nella ricerca ad ogni costo dell'epico e del meraviglioso, ma che alla fine lascia poco, a parte la stanchezza.
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nicola1
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giovedì 14 maggio 2015
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finché c'è birra c'è speranza.
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Sono molto indeciso su quante stelle dargli. Due forse sono poche ma tre sono decisamente troppe. Mai avuto la Nolanmania grazie a Dio, e questo film ne è un’ulteriore conferma. I tre Batman tanto decantati li trovo ai livelli delle ragazzate di Abrams e Bay. Inception confusionario a dismisura, va bene invece con Prestige e Memento. Su questo, che dire, così così. Da apprezzare il rigore scientifico che è stato dato sia allo script che alle scelte visive. Ma dall’altra parte invece certi passaggi di sceneggiatura sono di una banalità incredibile tanto che avvolte ti sembra di star a guardare uno schizofrenico montaggio tra un documentario di Discovery Channel e una soap opera.
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Sono molto indeciso su quante stelle dargli. Due forse sono poche ma tre sono decisamente troppe. Mai avuto la Nolanmania grazie a Dio, e questo film ne è un’ulteriore conferma. I tre Batman tanto decantati li trovo ai livelli delle ragazzate di Abrams e Bay. Inception confusionario a dismisura, va bene invece con Prestige e Memento. Su questo, che dire, così così. Da apprezzare il rigore scientifico che è stato dato sia allo script che alle scelte visive. Ma dall’altra parte invece certi passaggi di sceneggiatura sono di una banalità incredibile tanto che avvolte ti sembra di star a guardare uno schizofrenico montaggio tra un documentario di Discovery Channel e una soap opera. Tralasciando tutto l’aspetto campestre che pervade gran parte del film (stanno morendo di fame ma la classica birra sulla veranda col discorso virile tra suocero e genero nel classico stile hollywoodiano non manca) se da una parte i discorsi sul viaggio nello spazio e gli inevitabili riscontri con le teorie di Einstein (mai trattati dal cinema di fantascienza) sono molto godibili, dall’altra, quelli della Hathaway, che l’amore è la prima forza dirompente del creato, sono di una banalità che neanche i programmi tv pomeridiani avrebbero mai enunciato. Le battutine (o le spie) comiche dei robot sono insopportabili. Se volevano creare un anti-HAL9000 hanno toppato alla grande. Va bene che in un film ci vuole pathos ma senza esagerare! Sono stati scoperti fino ad ora circa 2000 pianeti extrasolari, hanno scelto proprio tre intorno ad un buco nero? Il cattivo Damon è addirittura inguardabile. Poteva essere approfondito molto di più e molto meglio gli sfasamenti temporali, non tanto quello con il rincontro con la figlia vecchia ma quello col loro compagno sull’astronave dopo 23 anni. Niente da dire sull’aspetto tecnico del film, begli effetti speciali tra miniature e il digitale, forse dopo Inception, Nolan ha imparato che una sovrabbondanza di azione frenetica non è il massimo nel montaggio. L’apparente lentezza di questo giova di gran lunga. Un appunto per i critici: smettetela di tirare in ballo 2001 (l’avete fatto anche per Gravity e non era proprio il caso) Un appunto per chi crede che questo film sia un capolavoro: andatevi a guardare quel piccolo gioiello che è Moon.
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