leonilde58
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lunedì 10 marzo 2014
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virzì non ce la conta giusta
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Film ottimo, che non concede sconti e che descrive efficacemente l'Italia della Finanza di oggi con personaggi reali, meschini, arroganti, gradassi, inutili e disperati.
Vorrei solo aggiungere il mio commento sulle polemiche scatenate dai leghisti. La Lega, con il suo "la Brianza non è così" ha dimostrato proprio il contrario e tutta la sua meschinità. Per contro, se è vero quello che afferma Virzì, che la location è stata scelta perchè il luogo è bello e il film ha caratteri universali, dagli Stati Uniti all'italia, conoscendo profondamente i toscani è in particolare i livornesi, posso dire con cognizione di causa che Virzì non avrebbe mai ambientato questo film in Toscana, anche se vi avresse trovato locazion più belle.
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marmau
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lunedì 3 marzo 2014
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ma che meraviglia!
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Ma che bello: "Il capitale umano" è davvero un capolavoro!!! Che sapienza nel scegliere e mettere in scena questa storia... siamo noi, è l'italia del nostro tempo descritta con impareggiabile puntualità: cafoneria, piaggeria, solitudine, soliderietà, egoismo, superficialità, amore, disperazione: c'è tanta roba in questo film, e concatenata e raccontata con insuperabile maestria sia da autori che attori. Un'opera che rimarrà nella storia del cinema italiano, una fotografia puntuale dei nostri tempi.
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joker 91
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giovedì 20 febbraio 2014
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un film sociologico potentissimo
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Paolo virzi forse più di Sorrentino rappresenta la nostra società in modo limpido,vero e senza sbavature. Un film di forte denuncia nel quale il regista ci fa immedesimare con la sua divisione in capitoli in tutti i suoi tragici personaggi che somigliano a noi tutti in modo spaventoso ricollegandoli alla tragica italia berlusconiana,il cinema deve raccontare la realtà e Virzi dimostra di saperlo fare in modo eccellente. Una critica feroce ed indiretta al berlusconismo che ha distrutto la nostra società portandoci a una pochezza di valori indescrivibile. Un cast azzeccatissimo sul quale svetta Bentivoglio con un personaggio medio spaventosamente reale e figlio degli ultimi disgraziato 30 anni di società,Gifuni magnetico e la Bruni Tedeschi ci regala una interpretazione da fare invidia alle migliori attrici di hollywood portando sullo schermo la donna macchietta perfetta della nostra ultima disgraziata Italia,i giovani attori sono tutti bravissimi con una forte nota di merito a Matilde Gioli.
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Paolo virzi forse più di Sorrentino rappresenta la nostra società in modo limpido,vero e senza sbavature. Un film di forte denuncia nel quale il regista ci fa immedesimare con la sua divisione in capitoli in tutti i suoi tragici personaggi che somigliano a noi tutti in modo spaventoso ricollegandoli alla tragica italia berlusconiana,il cinema deve raccontare la realtà e Virzi dimostra di saperlo fare in modo eccellente. Una critica feroce ed indiretta al berlusconismo che ha distrutto la nostra società portandoci a una pochezza di valori indescrivibile. Un cast azzeccatissimo sul quale svetta Bentivoglio con un personaggio medio spaventosamente reale e figlio degli ultimi disgraziato 30 anni di società,Gifuni magnetico e la Bruni Tedeschi ci regala una interpretazione da fare invidia alle migliori attrici di hollywood portando sullo schermo la donna macchietta perfetta della nostra ultima disgraziata Italia,i giovani attori sono tutti bravissimi con una forte nota di merito a Matilde Gioli. Bel film
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carlotta_new
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mercoledì 19 febbraio 2014
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lo sfigato: una speranza
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Un capolavoro, un intuizione coltivata ed attentamente valorizzata.
L'intuizione sta nel decidere di spiegare la malattia della società italiana di oggi mettendo sotto i riflettori il sintomo maggiore: la solitudine.
L'intuizione è quindi valorizzata con una raffinata regia dei tempi, delle inquadrature ed alcuni stratagemmi: la maggior parte degli incontri avvengono quando qualcuno parte e qualcun altro arriva; la storia smontata e ricostruita con gli occhi di ciascun personaggio che la vive, in tutta evidenza, da solo.
Non so come sia sta fatto il casting e da chi, ma anche qui emerge un risultato meticolosamente ricercato e poi, evidentemente condotto sul set: nessun attore è mai troppo o troppo poco.
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Un capolavoro, un intuizione coltivata ed attentamente valorizzata.
L'intuizione sta nel decidere di spiegare la malattia della società italiana di oggi mettendo sotto i riflettori il sintomo maggiore: la solitudine.
L'intuizione è quindi valorizzata con una raffinata regia dei tempi, delle inquadrature ed alcuni stratagemmi: la maggior parte degli incontri avvengono quando qualcuno parte e qualcun altro arriva; la storia smontata e ricostruita con gli occhi di ciascun personaggio che la vive, in tutta evidenza, da solo.
Non so come sia sta fatto il casting e da chi, ma anche qui emerge un risultato meticolosamente ricercato e poi, evidentemente condotto sul set: nessun attore è mai troppo o troppo poco. La misura e la dedizione al proprio personaggio sono sorprendenti.
Lo spaccato sarebbe desolante se il registra non ci lasciasse una speranza che è anche una indicazione precisa:
l'unico momento nel quale si manifesta la voglia di fare un progetto insieme, di immaginare un futuro in comune è nella scena finale quando la figlia dell'Ossola va a trovare "lo sfigato" in carcere.
L'indicazione sta in una moderna parabola del figliol prodigo dove lo sfigato rappresenta il popolo italiano che ne ha fatte di tutti i colori, involontariamente o preterintenzionalmente o colposamente o volontariamente. È lui secondo me il filo rosso della trama dove zone rappresentati i vizi e le virtù del popolo italiano: sensibile (il ritratto), indulgente (i pipistrelli festosi sulla vetrina), autolesionista (pluri-suicida), spaccone (che ci vuole a portare un SUV). Ciò che ci vuole all'Italia, infatti, è una donna caparbia, coraggiosa, complice, sensuale, compassionevole: una mamma!
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funkycharlotte
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domenica 16 febbraio 2014
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coinvolgente
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L'ennesimo capolavoro italiano, un film che fa riflettere sulla superficialità da cui ogni giorno siamo circondati. L'amore per l'apparenza, il voler arrivare, il voler essere "l'amico di..", perdendo la strada del vero senso della vita.
Un mondo in cui tutto ha un prezzo, in cui si è disposti a bypassare ogni tipo di legame e affetto per raggiungere una temporanea soddisfazione economica.
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 15 febbraio 2014
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film di grande livello
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Tanto di cappello di fronte a questo film di Paolo Virzì (Tutti i santi giorni e La prima cosa bella) che ho trovato di una bellezza straordinaria, sotto molti punti di vista.
Innanzi tutto nel raccontare la vita personale dei protagonisti e non soltanto i tre su cui si sofferma il regista.
Raccontando la stessa storia vista da tre diversi punti di vista, infatti, si riesce a comprendere anche la vita anche degli altri personaggi, il loro modo di pensare e la motivazione delle loro azioni.
Il film è un affresco dei tempi moderni, con una grande vastità di personaggi ambientato nel milanese.
C’è il ricco imprenditore che vive in una villa da sogno, con moglie annoiata e figlio al college fidanzato con la figlia di un piccolo imprenditore, la compagna di quest’ultimo psicologa nella sanità pubblica.
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Tanto di cappello di fronte a questo film di Paolo Virzì (Tutti i santi giorni e La prima cosa bella) che ho trovato di una bellezza straordinaria, sotto molti punti di vista.
Innanzi tutto nel raccontare la vita personale dei protagonisti e non soltanto i tre su cui si sofferma il regista.
Raccontando la stessa storia vista da tre diversi punti di vista, infatti, si riesce a comprendere anche la vita anche degli altri personaggi, il loro modo di pensare e la motivazione delle loro azioni.
Il film è un affresco dei tempi moderni, con una grande vastità di personaggi ambientato nel milanese.
C’è il ricco imprenditore che vive in una villa da sogno, con moglie annoiata e figlio al college fidanzato con la figlia di un piccolo imprenditore, la compagna di quest’ultimo psicologa nella sanità pubblica.
Attorno a questi 5 personaggi se ne aggiungono altri in un affresco milanese di grande attualità che ruota attono ad una festa per vip e a diversi drammi familiari.
Ottima la trama, e l’interpretazione degli attori, ma tra tanti nomi famosi come Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi, a me è piaciuta la giovane Matilde Gioli: al suo debutto come attrice, ha dimostrato grande personalità, capacità dialettica, espressività e tante altre doti.
Siamo di fronte ad un gran bel film, insomma, realizzato con abile regia, ottime inquadrature, con i personaggi tutti abilmente collegati tra di loro, che merita di essere visto.
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vallypally
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venerdì 14 febbraio 2014
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un'efficace panoramica sulla "miseria umana"
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Il film di Virzì riesce ad essere coinvolgente e a stimolare profonde riflessioni sul significato del potere, dell'immagine sociale e sulla "pochezza" di molte nostre scelte di vita. L'aspetto più accattivante del film è la capacità del regista di analizzare i vissuti emotivi e le scelte fatte dai diversi protagonisti facendo partecipare attivamente lo spettatore nel rivedere le stesse scene, con prospettive diverse, a seconda del protagonista che in quel momento occupa la scena. Per ognuno dei numerosi protagonisti, Virzì riesce ad osservare, anche impietosamente, ogni piccola, intima parte che racchiude la loro storia di vita, le aspirazioni e le.
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Il film di Virzì riesce ad essere coinvolgente e a stimolare profonde riflessioni sul significato del potere, dell'immagine sociale e sulla "pochezza" di molte nostre scelte di vita. L'aspetto più accattivante del film è la capacità del regista di analizzare i vissuti emotivi e le scelte fatte dai diversi protagonisti facendo partecipare attivamente lo spettatore nel rivedere le stesse scene, con prospettive diverse, a seconda del protagonista che in quel momento occupa la scena. Per ognuno dei numerosi protagonisti, Virzì riesce ad osservare, anche impietosamente, ogni piccola, intima parte che racchiude la loro storia di vita, le aspirazioni e le...miserie.
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lia_manelli
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giovedì 13 febbraio 2014
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finlamente
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Sorprendente. Ogni volta che cambia il punto di vista della storia, tutto quello che hai immaginato nella parte precedente si evolve, arricchendosi di dettagli nuovi e, appunto, sorprendenti. Cast notevole: tutti gli attori interpretano perfettamente i personaggi che risultano credibili e centrati, in un'analisi del mondo attuale che ti fa inevitabilmente riflettere e puntuale. E' come se li conoscessimo, se davvero i personaggi possano essere persone che nella vita abbiamo incontrato o potremmo incontrare. Non manca niente di realistico in loro. Originale la trama e la sua struttura. E' il caso di dire: finalmente. E' questo quello che vogliamo dal nostro cinema. Un film intelligente e ben pensato che durante la proiezione ci faccia guardare alla realtà da cui non sempre si può sfuggire.
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Sorprendente. Ogni volta che cambia il punto di vista della storia, tutto quello che hai immaginato nella parte precedente si evolve, arricchendosi di dettagli nuovi e, appunto, sorprendenti. Cast notevole: tutti gli attori interpretano perfettamente i personaggi che risultano credibili e centrati, in un'analisi del mondo attuale che ti fa inevitabilmente riflettere e puntuale. E' come se li conoscessimo, se davvero i personaggi possano essere persone che nella vita abbiamo incontrato o potremmo incontrare. Non manca niente di realistico in loro. Originale la trama e la sua struttura. E' il caso di dire: finalmente. E' questo quello che vogliamo dal nostro cinema. Un film intelligente e ben pensato che durante la proiezione ci faccia guardare alla realtà da cui non sempre si può sfuggire. Il cinema, d'altronde, è anche questo.
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desmo76
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lunedì 10 febbraio 2014
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..film mucciniano...
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..Caro Virzì ..l'hai fatta bassa !
...e anche la critica finale sul valore di una persona ...non mi ha spettinato...
..il resto è un mescolio di vita quotidiana di nevrotici....
..molto mucciniano....
...E' stato molto più bello il film di tuo fratello Carlo....
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enzo70
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domenica 9 febbraio 2014
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virzì fotografa l'italia
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La grande novità è la promozione che ha preceduto l’uscita del film, del tutto inusuale per le pellicole di casa nostra. E così il capitale umano appena arrivato in sala era già un evento. Ma passiamo al film, Virzì conosce bene il pubblico nostrano, film che nelle declinazioni dei dialetti dimostra, purtroppo, i limiti nazionali, e gira un film intelligente che affonda il naso nella asfissia dei valori italiani. Ottime le caratterizzazioni, dal brianzolo ignorante e privo di dignità, nessun sussulto, per carità, alla moglie del finanziere che cerca nella cultura il riscatto di un matrimonio naufragato senza naufragio. Una commedia che assume il tono della tragedia, o una tragedia che viene spesso portata al livello di una commedia di Paese.
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La grande novità è la promozione che ha preceduto l’uscita del film, del tutto inusuale per le pellicole di casa nostra. E così il capitale umano appena arrivato in sala era già un evento. Ma passiamo al film, Virzì conosce bene il pubblico nostrano, film che nelle declinazioni dei dialetti dimostra, purtroppo, i limiti nazionali, e gira un film intelligente che affonda il naso nella asfissia dei valori italiani. Ottime le caratterizzazioni, dal brianzolo ignorante e privo di dignità, nessun sussulto, per carità, alla moglie del finanziere che cerca nella cultura il riscatto di un matrimonio naufragato senza naufragio. Una commedia che assume il tono della tragedia, o una tragedia che viene spesso portata al livello di una commedia di Paese. Le tensioni sociali stanno sullo sfondo di una storia tutta italiana, dove il capitale umano di Virzì è la capacità di fotografare l’incapacità degli italiani di reagire con orgoglio a questa crisi, alla rincorsi di modelli culturali che appartengono ad un passato che ha caratterizzato il presente e pesa sul nostro futuro. E non mi riferisco sono al finanziere che sull’orlo del baratro si salva solo perché ha avuto la lungimiranza di scommettere sul fallimento dell’Italia, ma anche alla manichea cultura del professore di teatro interpretato da Lo Cascio. Dino Ossola, l’agente immobiliare scemo, è la macchietta di chi crede che il sogno sia quello di Briatore & C. Il futuro è nel capitale umano di questo Paese, quello che non è scritto nelle tabelle attuariali delle società assicuratrici.
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