ghughyt
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domenica 12 gennaio 2014
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oh...finalmente un bel film!
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Virzì è uno dei miei registi preferiti dunque appena uscito il suo film sono andata a vederlo. Il film non mi ha deluso, anzi mi è piaciuto moltissimo!
La storia è molto ben costruita e la vicenda attorno a cui si dipana è divisa in "capitoli", uno per ogni personaggio. Il ritmo narrativo è coinvolgente, incalzante, gli attori, molto bravi, rappresentano istantantanee di un'Italia che rincorre la ricchezza, il successo oppure l'amore, la felicità ad ogni costo.
Esiste forse una trasversalità che accomuna i film di Virzì: l'amore, le relazioni autentiche, la solidarietà sincera sono i veri valori aggiunti dell'umana esistenza.
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Virzì è uno dei miei registi preferiti dunque appena uscito il suo film sono andata a vederlo. Il film non mi ha deluso, anzi mi è piaciuto moltissimo!
La storia è molto ben costruita e la vicenda attorno a cui si dipana è divisa in "capitoli", uno per ogni personaggio. Il ritmo narrativo è coinvolgente, incalzante, gli attori, molto bravi, rappresentano istantantanee di un'Italia che rincorre la ricchezza, il successo oppure l'amore, la felicità ad ogni costo.
Esiste forse una trasversalità che accomuna i film di Virzì: l'amore, le relazioni autentiche, la solidarietà sincera sono i veri valori aggiunti dell'umana esistenza...
Gughyt
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flaw54
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domenica 12 gennaio 2014
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finalmente un film italiano!
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Un bell adattamento da un romanzo ambientato in America. Costruito come un thriller il film si snoda attraverso quattro capitoli che rivivono le stesse vicende da punti di vista diversi, vicende che prendono il via da un misterioso incidente stradale. L'arrivismo dei personaggi e' sfrenato e Gifuni incarna perfettamente un tipico squalo del nord Italia ( cosa che ha fatto arrabbiare non poco i leghisti che effettivamente sono messi alla berlina in una scena da Virzi'). Ottima la peformance degli attori veramente affiatati e in armonia con una profonda interpretazione della Tedeschi sempre al limite tra superficialita e comprensione del comportamento e dell abbrutimento morale del marito
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intra
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domenica 12 gennaio 2014
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quel che resta della nostra italia
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Ricordo i film di Virzi' per la loro intensita' e forza nel far sentire emozioni e senza mezzi termini, Capitale Umano, invece e' spiazzante, il percorso e' opposto. Ambientato in Brianza,luogo popolato, secondo il regista, da truffatori e ipocriti. Il film si sviluppa in 4 capitoli, tra flashback e presente, e racconta le vicissitudini di 2 famiglie, gli Ossola e i Bernaschi, evidenziandone debolezze, snobismi e ipocrisie. E' un film spietato in quanto descrive con forte realismo e senza viaggiare troppo con la fantasia, le basi su cui poggiano le famiglie italiane : i piu' ricci diventano sempre piu' ricchi, ma se non calpestassero la gente e le leggi, perderebbero tutto e subito. I piu' poveri, rischiano di diventare ancora piu' poveri e sperano di sbarcare il lunario illudendosi di fare il grande salto come nel caso di Dino, personaggio grottesco, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, pronto a barattare la propria famiglia con l'illusione di potere e ricchezza in un Paese che ormai ha ben poco da offrire.
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Ricordo i film di Virzi' per la loro intensita' e forza nel far sentire emozioni e senza mezzi termini, Capitale Umano, invece e' spiazzante, il percorso e' opposto. Ambientato in Brianza,luogo popolato, secondo il regista, da truffatori e ipocriti. Il film si sviluppa in 4 capitoli, tra flashback e presente, e racconta le vicissitudini di 2 famiglie, gli Ossola e i Bernaschi, evidenziandone debolezze, snobismi e ipocrisie. E' un film spietato in quanto descrive con forte realismo e senza viaggiare troppo con la fantasia, le basi su cui poggiano le famiglie italiane : i piu' ricci diventano sempre piu' ricchi, ma se non calpestassero la gente e le leggi, perderebbero tutto e subito. I piu' poveri, rischiano di diventare ancora piu' poveri e sperano di sbarcare il lunario illudendosi di fare il grande salto come nel caso di Dino, personaggio grottesco, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, pronto a barattare la propria famiglia con l'illusione di potere e ricchezza in un Paese che ormai ha ben poco da offrire. Ogni personaggio si trova a dover fare scelte cruciali, passando velocemente dall'umano al disumano, con estrema facilita' e quasi inconsapevolmente. L'interpretazione di tutti gli attori e' eccellente, nessuno escluso, Fabrizio Gifuni, perfetto in tutto il suo disgusto e squallore, Fabrizio Bentivoglio grottesco , Valeria Bruni centra perfettamente la parte della fragile e vulnerabile, schiacciata dal potere e incapace di ribellarsi all'ambiente corrotto che la circonda. Il film e' un ritratto eccellente di un'umanita' (non solo la Brianza)che come viene detto nel film " ha scommesso sulla rovina di questo Paese e ha vinto". Non si salva nessuno, tranne i giovani che sono vittime delle colpe dei genitori e benche' siano in grado di mantenere ancora un tratto di innocenza, sono anch'essi affascinati dal potere.
Anita Intra
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carlo lisotto
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domenica 12 gennaio 2014
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una magistrale prova di psicanalisi sferzante
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Tornatore ha lasciato la chiassosa, stentorea e coloratissima Sicilia per addentrarsi in una indefinita Mitteleuropa, creando il capolavoro che ben conosciamo. Inaspettamente anche Virzì ha operato la medesima scelta, ottenendo quasi gli stessi risultati. Lasciato lo spirito burlone e ridanciano della Toscana, anche Virzì si volge a nord, pur non stravolgendo il suo stile filmico, che è essenzialmente sociologico e antropologico, "politico". Abbandona i cieli tersi della sua terra per entrare tra le brume, le nebbie, il ghiaccio della Brianza. Ciò che colpisce de Il capitale umano è l'analisi feroce, tagliente, spietata degli eventi narrati.
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Tornatore ha lasciato la chiassosa, stentorea e coloratissima Sicilia per addentrarsi in una indefinita Mitteleuropa, creando il capolavoro che ben conosciamo. Inaspettamente anche Virzì ha operato la medesima scelta, ottenendo quasi gli stessi risultati. Lasciato lo spirito burlone e ridanciano della Toscana, anche Virzì si volge a nord, pur non stravolgendo il suo stile filmico, che è essenzialmente sociologico e antropologico, "politico". Abbandona i cieli tersi della sua terra per entrare tra le brume, le nebbie, il ghiaccio della Brianza. Ciò che colpisce de Il capitale umano è l'analisi feroce, tagliente, spietata degli eventi narrati. Il male è rappresentato nella sua peggiore atrocità, nefandezza, tracotanza, stupidità, non lasciando spazio ad alcuna redenzione. Me c'è chi si oppone, si ribella, non accetta questa condizione "disumana", che misura la vita come un valore monetario, come un "capitale". Se alla fine prevale il più arrogante, c'è comunque spazio per la pietà e per l'amore. Stranamente, i temi trattati sopo piuttosto simili a quelli di Blue Jasmin di Woody Allen. Ma nel film di Virzì, l'analisi introspettiva dei personaggi è molto più profonda, la definizione del male molto più drammatica e la tenue speranza di chi si oppone è molto più toccante. In conclusione, film assolutamente da vedere.
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giba62
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domenica 12 gennaio 2014
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bellissimo
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Un film che vale veramente la pena vedere. Bravissimi gli attori, bellissima la sceneggiatura, una trama per niente scontata.
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gingerefred
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sabato 11 gennaio 2014
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l'uomo economico al tempo della crisi
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Il cinema senza autori come Virzì sarebbe destinato ad inaridirsi definitivamente come fonte di analisi e di rappresentazione della società contemporanea. A "Il capitale umano" bisogna riconoscere prima di tutto il merito di sapere emozionare senza privare lo spettatore di stimoli critici. Operazione da sempre acrobatica quella di avere "la botte piena e la moglie ubriaca" che il regista affronta con bravura e realismo. L'utilizzo del flsh-back viene ironicamente utilizzato come semplice espediente narrativo per raccontare a fondo i personaggi invece che al fine di rendere la trama più avvincente. Lo svolgimento della narrazione vera e propria sembra essere rimandato all'ultimo dei quattro capitoli in cui è diviso il film.
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Il cinema senza autori come Virzì sarebbe destinato ad inaridirsi definitivamente come fonte di analisi e di rappresentazione della società contemporanea. A "Il capitale umano" bisogna riconoscere prima di tutto il merito di sapere emozionare senza privare lo spettatore di stimoli critici. Operazione da sempre acrobatica quella di avere "la botte piena e la moglie ubriaca" che il regista affronta con bravura e realismo. L'utilizzo del flsh-back viene ironicamente utilizzato come semplice espediente narrativo per raccontare a fondo i personaggi invece che al fine di rendere la trama più avvincente. Lo svolgimento della narrazione vera e propria sembra essere rimandato all'ultimo dei quattro capitoli in cui è diviso il film. Prima di questo abbiamo assistito alla descrizione difficile, contradditoria e sofferta di tre protagonisti della vicenda. Virzì non ne fà delle macchiette (pur dovendo per ovvie ragioni espositive calcare oltremisura su degli aspetti che vanno a tipizzare i personaggi) ma ne rivela le spinte ideali, gli impulsi economici e i limiti umani così come si vanno affermando nell'attuale congiuntura economica. La bellezza del film sta tutta in questa disperata, sentita e raffinata descrizione degli umani impulsi come vanno o potrebbero diffondersi al tempo della crisi.
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esuberante sognatrice
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sabato 11 gennaio 2014
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fenomenale
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Veramente un bellissimo film, sono stata con gli occhi incollati allo schermo durante tutta la visione, il film ti travolge in pieno e la curiosità mista a paura che si vede nei personaggi entrano a far parte del tuo stato d'animo per tutto il film,
E' un film toccante che devo dire non ha veramente niente da invidiare ad alcuni film stranieri tanto acclamati, molto bella anche la suddivisione in capitoli per far vedere il punto di vista di tre personaggi e tramite questo modo la storia viene arricchita di particolari che aiutano lo spettatore a raggiungere la conclusione.
Forse il primo capitolo dedicato a Dino(Fabrizio Bentivoglio)è quello che mi ha interessato meno e ho trovato un Bentivoglio bravo ma non superbo nella sua interpretazione.
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Veramente un bellissimo film, sono stata con gli occhi incollati allo schermo durante tutta la visione, il film ti travolge in pieno e la curiosità mista a paura che si vede nei personaggi entrano a far parte del tuo stato d'animo per tutto il film,
E' un film toccante che devo dire non ha veramente niente da invidiare ad alcuni film stranieri tanto acclamati, molto bella anche la suddivisione in capitoli per far vedere il punto di vista di tre personaggi e tramite questo modo la storia viene arricchita di particolari che aiutano lo spettatore a raggiungere la conclusione.
Forse il primo capitolo dedicato a Dino(Fabrizio Bentivoglio)è quello che mi ha interessato meno e ho trovato un Bentivoglio bravo ma non superbo nella sua interpretazione.
Bravissimi i due ragazzi che interpretano Serena e Luca, assolutamente credibili nei loro ruoli. Valeria Bruni Tedeschi ha interpretato bene l'anima di questa donna che si rende conto di non aver realizzato niente nella sua vita e rifiuta anche la sola possibilità di darsi una svolta, la vita che ha le fa più comodo.
Virzì si è veramente superato con questo film!
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uppercut
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sabato 11 gennaio 2014
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jackie bernaschi
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le cose che mi sono piaciute di più:
- l'assessore leghista che prende appunti sul tablet e dice "ho ascoltato questi discorsi tra intellettuali"
- il gesto che fa Dino, di fronte al summit finanziario, per mostrare che dietro c'ha la borsa del tennis
- la volgarissima lite tra le "sciure" a difesa dei rispettivi rampolli
- il prete che invita sul palco l'ex allievo divenuto parlamentare
- il seno di Serena
- la signora sulle scale che dice a Lo Cascio fuori di sé: "Buon Natale!"
le cose che mi sono piaciute di meno:
- le scene erotiche con Valeria Bruni Tedeschi
- l'accento para-brianzolo di Giffuni
- la struttura narrativa stile Jackie Brown, inadeguata ad approfondire la conoscenza dei personaggi.
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le cose che mi sono piaciute di più:
- l'assessore leghista che prende appunti sul tablet e dice "ho ascoltato questi discorsi tra intellettuali"
- il gesto che fa Dino, di fronte al summit finanziario, per mostrare che dietro c'ha la borsa del tennis
- la volgarissima lite tra le "sciure" a difesa dei rispettivi rampolli
- il prete che invita sul palco l'ex allievo divenuto parlamentare
- il seno di Serena
- la signora sulle scale che dice a Lo Cascio fuori di sé: "Buon Natale!"
le cose che mi sono piaciute di meno:
- le scene erotiche con Valeria Bruni Tedeschi
- l'accento para-brianzolo di Giffuni
- la struttura narrativa stile Jackie Brown, inadeguata ad approfondire la conoscenza dei personaggi. Ma chi è il personaggio della Golino? che ci fa con Dino?
. l'effetto "pioggia inesistente" nella scena dell'arresto di Luca (sono quelle cadute che fanno la differenza tra il nostro cinema e quello americano)
- lo spieghino del titolo nelle didascalie finali, appiccicate lì nella consapevolezza di non aver affondato veramente i colpi
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maurizio meres
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sabato 11 gennaio 2014
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virzi una garanzia per cinema italiano
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Bellissimo film, attori straordinari calati splendidamente nella parte diretti da un ispiratissimo Virzi , film strutturalmente perfetto ambientazione straordinaria sceneggiatura perfetta ,ottimo il racconto della storia attraverso le tre dimensioni umane nei singoli personaggi nelle quali emerge tutta l’arroganza del potere finanziario attraverso le varie falsità che occorrono per generare soldi e false illusioni, rispecchiando non solo l’attualità del momento economico finanziario ma anche il non rispetto alla vita umana rimarcando la grandissima disonesta dei poteri che contano anche a livello istituzionale contenuti che fanno riflettere e non polemizzare la frase che nel film dice la Valeria Bruni “avete rovinato l’Italia per arricchirvi” riflette la sostanza del film ,l’arroganza sociale porta solo malessere ,ignoranza e ingovernabilità,consiglio di vedere il film anche se sarà difficile solo sotto il profilo cinematografico.
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uppercut
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venerdì 10 gennaio 2014
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chiamalo pirla...
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E' un film che parte con l'aria di voler spaccare il mondo, con la giusta rabbia e cattiveria, e finisce dispensando salvagenti a destra e a manca (anche in senso parlamentare). In fondo non si fa male nessuno: finanziarie, famiglie, mezzi tossici, pirla interi... per tutti lo stellone continua a brillare. Persino il più deficiente di tutti alla fin fine si merita dallo spettatore di dietro un apprezzamento più che benevolo: "Chiamalo pirla...". Mah, forse il disastro è in stadio così avanzato che non c'è nemmeno più spazio per un urlo di sdegno. Alle orecchie arriva giusto un sibilo. O persino una carezza.
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