Il capitale umano |
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Un film di Paolo Virzì.
Con Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio.
continua»
Thriller,
durata 109 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 9 gennaio 2014.
MYMONETRO
Il capitale umano
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un salto ardito dalla commedia al drammadi pepito1948Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948 |
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lunedì 13 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non c’è stilisticamente granchè di Virzì in questo ultimo Virzì che, dopo le recenti non esaltanti prove, vira verso il dramma di denuncia in salsa poliziesca di una società ricca e spregiudicata (che realisticamente non può essere che quella nordica, a dispetto delle polemiche di questi giorni, pur rivestendo una valenza simbolica che trascende la geografia italica), dove i birilli coinvolti si muovono instabilmente in tutte le direzioni; i più fortificati (cioè privi di remore morali) cadono e, come quasi sempre, trovano il modo di rialzarsi, altri si illudono di volare senza ali e rimediano alla caduta grazie a deprecabili espedienti come il ricatto, altri ancora galleggiano come bocce di vetro in balia dei marosi rifiutando di scegliere con fermezza la via del riscatto personale, uno che non c’entra nulla cade davvero in un fosso per non rialzarsi più. Quanto vale la vita di un poveraccio estraneo a quel miscuglio di cinismo, illegalità, insensibilità, viltà, scaltrezza, bricconeria, aridità, ecc. ecc.? Poco, forse un risarcimento assicurativo di duecentomila euro, niente rispetto alle masse di denaro che serpeggiano, fuggono, ritornano, si gonfiano e si afflosciano, si trasformano in ville di lusso o feste o in simboli di potere come un SUV, passano sotto il naso di chi vorrebbe acchiapparli tramite le “giuste” conoscenze e magari alla fine ci riesce barattando una chiave con un bacio (più qualche altra cosa). La società di assicurazioni non può far altro che appellarsi al concetto economico di capitale umano per quantificare l’entità –la misura dell’esistenza, numericamente variabile e fredda- di un poveraccio colpevole solo di girare in bicicletta di notte. Concetto i cui parametri di valutazione portano ad esiti esigui, perché lui non è mai entrato negli ambienti vorticosi dell’elite vacuamente luccicosa dominata non dal dio denaro, definizione ormai demodè che però aveva almeno un che di palpabile concretezza, ma dalla dea finanza, rappresentabile come un diagramma da terremoto, fredda, instabile, imprevedibile, invisibile e perennemente soggetta a singulti e sbalzi termici (in termini umani).
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